a cura di Sergio Bocchini I TANTI COLORI DI DIO a cura di Sergio Bocchini
I TANTI COLORI DI DIO “Tutte le grandi religioni del mondo riconoscono una realtà trascendente, misteriosa, ma vicina al cuore. In questo vi è la premessa per una pace universale”. (card. C.M. Martini)
I TANTI COLORI DI DIO “La religione, nell’uno o nell’altro dei suoi numerosi aspetti, è un fenome- no universale, in pratica sembra essere antico quanto la stessa razza umana” (E.O.James, studioso di storia delle religioni)
Una religione vale l’altra?
I TRE ANELLI Avendo bisogno di moneta, il Saladino pensò di cogliere in difetto un ricco Giudeo ch'era suo suddito, per poi cavargli qualche denaro se cadeva in errore. Mandò dunque a chiamarlo al suo cospetto, e gli chiese qual fosse a parer suo la religione migliore. «Se dirà la giudea», pensava quel malvagio, «io gli dirò che pecca contro la fede mia; e se dirà la saracena, io gli dirò: "Or dunque, perché tieni tu la giudea?"». Ma udendo la domanda del sovrano, quel tale, che non era sciocco, così rispose: «Messere (Signore), ci fu una volta un padre di famiglia che aveva tre figlioli assai cari. Ed aveva in possesso un anello bellissimo, ornato di una gemma preziosa, la miglior gemma che ci fosse al mondo.
Ogni figliolo lo pregava che alla sua morte lasciasse a lui quel gioiello; onde il padre, bramoso di farli contenti, andò segretamente da un abilissimo orafo. E gli disse: "Maestro, tu devi farmi due anelli del tutto simili a questo, con una gemma identica sopra ciascuno". E l'orafo lo accontentò, e fece due anelli così simili al primo, che nessuno poteva conoscere quale fosse il vero: nessun altro che il padre soltanto. Mandò allora quel padre a chiamare i figliuoli, uno per volta, e a ciascuno consegnò in gran segreto un anello; così che ciascuno credette di aver quello buono, e nessuno conosceva l’autentico se non il padre loro. Così è delle fedi, Messere. Le fedi, tu lo sai, sono tre. Il Padre, che la diede ai suoi figli, ben conosce quale sia la migliore. Ma i figli, che siamo noi, ciascuno si crede di aver quella buona; e il Padre sorride a tutti, e vuole che ciascuno si porti al dito quell'anello che gli ha destinato». (I tre anelli, tratto dal Novellino, scritto anonimo del XIII secolo)
Oltre la favola…. Cosa vi ha colpito di questa antica favola? Qual è la morale? Provate a sintetizzarla …
La morale … La favola insegna che, pur non essendo affatto vero che “tutte le religioni sono uguali” (infatti “il padre conosce qual è la migliore”), i figli di Dio devono però imparare a convivere in pace e rispettarsi a vicenda. Ma sul tema delle religioni è facile fare confusioni. Vediamo di metterci d’accordo su alcuni punti fondamentali:
I RISCHI DA EVITARE Quando si parla di religioni, i rischi da evitare sono: il SINCRETISMO (letteralmente,“confederazione alla maniera cretese”), ovvero fondere, mettere insieme in modo acritico vari elementi di diverse religioni, senza fare distinzioni. L’INDIFFERENTISMO, che porta ad affermare in modo superficiale che “una religione vale l’altra”, senza cogliere alcuna sostanziale diversità tra una tradizione religiosa e l’altra. l’ETNOCENTRISMO o ARROGANZA CULTURALE, che porta ad affermare: “Solo la mia religione (o cultura) è quella vera”.
PUNTI FERMI La diversità, anche religiosa, è un valore; come lo è saper cogliere la novità della religione dell’altro ed entrare in dialogo con essa.
PUNTI FERMI 2. Non è vero che una religione vale l’altra, che tutte le vie sono uguali ecc. Tutte le vie sono diverse e ognuna ha la propria caratteristica e peculiarità.
PUNTI FERMI 3. Ogni religione, in quanto manifestazione storica di una fede, è sempre e solo una strada, un modo umano di parlare di Dio.
PUNTI FERMI 4. Le religioni devono incontrarsi e dialogare tra loro: per testimoniare all’uomo che c’è qualcosa “oltre l’orizzonte” e non tutto si esaurisce in quel che vediamo o possiamo toccare…
PUNTI FERMI 5. Il virus dell’integralismo, cioè la pretesa di possedere la verità assoluta e di imporla (ben diverso dal “proporla”) a tutti è sempre presente in ogni religione. Si tratta di una malattia, non di un modo di essere religiosi; occorre saper isolare il “virus” dal “corpo sano”.
PUNTI FERMI 6. Il nome di Dio - qualunque sia la sua traduzione nelle varie lingue - è: “pace”, “giustizia”, “amore”. Tutto il resto, compresi i tristemente famosi: “Dio lo vuole”, “Dio è con noi”, “In nome di Dio”... sono solo frasi inventate dagli uomini che hanno preteso (e pretendono) di diventare Dio. Ma Dio, per fortuna, è “Altro”.
SINTESI Anche le religioni tendono alla pienezza “quando tutto e tutti saranno ricapitolati nella pienezza del Cristo”: l’individualità di ciascuna religione formerà una perfetta armonia in Cristo. Come afferma il card. Martini: “In questo senso occorrerebbe considerare le diversità culturali e anche le opposi- zioni delle diverse religioni. Non si tratta di esaspe- rarle e neppure di banalizzarle o omologarle o ri- durle a un minimo denominatore, ma di far emerge- re quegli elementi a partire dai quali esse possano raggiungere una sempre maggiore convergenza, anche attraverso le necessarie purificazioni”. (card. C.M. Martini, Avvenire, 15.12.07)
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