Il “Sidereus Nuncius” e le novità celesti Napoli, 21 febbraio 2011 Silvia Parigi
Immagini di Galileo Eugenio Garin: Galileo è un “uomo dell’armonia”, “conclusione” del Rinascimento italiano. G. scienziato e filosofo, ma anche esperto liutista, disegnatore, commentatore delle opere di Ariosto e Tasso, nonché autore di due lezioni esegetico-matematiche Circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante, tenute all’Accademia fiorentina nel 1588; A. Koyré, Studi galileiani, 1939: G. filosofo neoplatonico; Biografia agiografica di Vincenzio Viviani (1717, postuma): G. filosofo sperimentale. Immagine accreditata nel sec. XVII, e fino a Stillman Drake (1978). G. martire della libertà di pensiero (storiografia positivistica ottocentesca) Italo Calvino: elogio di Galileo, “il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo” (“Corriere della sera”, 24/12/1967) , fino alle “Lezioni americane” (incompiute, 1985: Quickness).
Questione di strumenti o questione di metodo Questione di strumenti o questione di metodo? La novità di un gesto: puntare il cannocchiale verso il cielo
Un “precursore”: Thomas Harriot (1560-1621): a practitioner 1608, l’Aia: prime notizie a stampa del cannocchiale; Estate 1609, Londra: osservazioni e mappa della Luna (Harriot) Inverno 1609-1610, Padova: osservazioni di Galileo
Cose prima mai viste…Un altro uso delle lenti: il microscopio 1625, Roma: Federico Cesi, Tavola dell’Ape 1644, Palermo: Giovan Battista Odierna, L’occhio della mosca 1646, Napoli: Francesco Fontana, Novae coelestium, terrestriumque rerum observationes 1661, Bologna: Marcello Malpighi, De pulmonibus 1664, Londra: Henry Power, Experimental Philosophy 1665, Londra: Robert Hooke, Micrographia 1677, Londra: Antoni van Leeuwenhoek, lettera da Delft sulle sue scoperte microscopiche (spermatozoi, protozoi, batteri, globuli rossi)
Aveva ragione Plutarco? Plutarco di Cheronea (47-127 d. C.): De facie quae in orbe Lunae apparet, nei Moralia Galileo Galilei (1564-1642) costruisce un telescopio a otto, poi a venti ingrandimenti. Cosa vede, quando lo punta verso il cielo?
La natura “terrestre” della Luna, “diseguale, scabra, ripiena di cavità e di sporgenze” Le fasi di Venere Le lune di Giove, modello in piccolo del sistema solare Aspetto “tricorporeo” di Saturno La Via Lattea è “un ammasso di innumerabili stelle disseminate a mucchi” 1611, Firenze: le macchie solari
Perché le osservazioni galileiane confermano il sistema copernicano?
E perché non sono compatibili con il sistema aristotelico-tolemaico?
… complicato da eccentrici, che spiegano le variazioni di luminosità e di distanza apparente dei pianeti… (Apollonio di Perge e Ipparco di Nicea, sec. II a. C.)
…da epicicli, che spiegano anomalie come la retrogradatio …
… ed equanti tolemaici, che spiegano le variazioni di velocità apparenti dei pianeti
La fine di una visione del mondo Differenza di natura tra il mondo terrestre (sublunare), mutevole e imperfetto, e il mondo celeste, perfetto, immutabile, inalterabile Le fasi di Venere presuppongono che tale pianeta passi dietro il Sole Scoperta dei satelliti di Giove, o “pianeti medicei”, dimostra che non c’è un unico centro di rotazione nell’universo; anche la Terra, quindi, potrebbe ruotare intorno al Sole senza “perdere” la sua Luna La grande quantità di stelle, disperse a grandi e variabili distanze, dimostra che l’universo è finito, ma molto più vasto di quanto prevedesse il sistema aristotelico-tolemaico.
Elogio galileiano dell’imperfezione “Se la Terra fusse tutta una vasta solitudine d’arena o una massa di diaspro, o che al tempo del diluvio diacciandosi l’acque che la coprivano fusse restata un globo immenso di cristallo, dove mai non nascesse né si alterasse o si mutasse cosa veruna, io la stimerei un corpaccio inutile al mondo, pieno di ozio e, per dirla in breve, superfluo e come se non fusse in natura, e quella stessa differenza ci farei che è tra l’animal vivo e il morto” (Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo)
Ma esisteva un terzo sistema del mondo? Tycho Brahe (1546-1601)
Analogie e differenze fra i sistemi del mondo Universo finito, ma più vasto nei modelli copernicano e tychonico; infinito, per l’eretico Giordano Bruno Dagli orbi celesti (Tolomeo, Copernico) alle orbite celesti (Bruno, Tycho Brahe) La fine delle “stelle fisse” (Bruno, Galileo) Il moto dei pianeti non è né circolare, né uniforme (Johannes Kepler, Astronomia nova, 1609)
Johannes Kepler, Mysterium cosmographicum (1596)
Astronomia nova, 1609
Lo sgomento di un poeta: John Donne, An Anatomy of the World (1611) And new philosophy calls all in doubt, The element of fire is quite put out, The sun is lost, and th'earth, and no man's wit Can well direct him where to look for it. And freely men confess that this world's spent, When in the planets and the firmament They seek so many new; they see that this Is crumbled out again to his atomies. 'Tis all in pieces, all coherence gone, All just supply, and all relation; Prince, subject, father, son, are things forgot.