Alfieri, Broggi, Cassani, Grande

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Dio parla… Uomo disubbidisce… Dio giudica… DIO PARLA L’UOMO COME RISPONDE? 1.Non riconosce l’autorità di Cristo - Matteo 28:18 2.Usa orgoglio - 1 Corinzi.
Capitolo 7 1 Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Capitolo 8 1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi,
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Alfieri, Broggi, Cassani, Grande La pena di morte classe IV F Alfieri, Broggi, Cassani, Grande

La pena di morte Nella storia NELLE COSCIENZE DEGLI UOMINI BIBLIOGRAFIA

La Storia I popoli antichi Il Medioevo cristiano L’età Moderna Il codice Leopoldino I giorni nostri INDIETRO PERCORSO FILOSOFICO

Platone nelle sue Leggi: I popoli antichi Platone nelle sue Leggi: "...se uno è riconosciuto colpevole di siffatto omicidio, avendo ucciso qualcuna delle suddette persone, i servi dei giudici e i magistrati lo uccideranno e lo getteranno nudo in un trivio prestabilito, fuori della città; tutti i magistrati portino una pietra in nome di tutto lo Stato scagliandola sul capo del cadavere, poi lo portino ai confini dello Stato e lo gettino al di là insepolto; questa è la legge".   EGIZI GRECI ROMANI BABILONESI

Il Medioevo Cristiano dalla lettera ai romani di S. Paolo: "Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. (. . . ) Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene, (...) ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada. E‘ infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male"

da C. Beccaria, Dei delitti e delle pene : L'età Moderna da C. Beccaria, Dei delitti e delle pene : Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse rappresentano la volontà generale, che è l’aggregato delle particolari. Chi mai è colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l’arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita? E se ciò fu fatto, come si accorda un tal principio coll’altro, che l’uomo non è padrone di uccidersi, e doveva esserlo se ha potuto dare altrui questo diritto o alla società intera? Non è dunque la pena di morte un diritto. Collegamento ipertestuale: clicca ‘età moderna’

Il codice Leopoldino Abolizione della pena di morte ".... era il 30 novembre 1786" Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana Con la più grande soddisfazione dei Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero del Delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei. Collegamento ipertestuale: clicca ‘Il codice leopoldino’

I giorni nostri La pena di morte ha continuato ad essere utilizzata da alcuni governi dittatoriali nella prima metà del Novecento per sbarazzarsi di chi li contrastava, per motivi di ideologia o di colore della pelle, come in Sudafrica durante l'apartheid, in Russia ai tempi di Lenin e Stalin, in Europa ai tempi del nazismo. Purtroppo in molti Stati (emblematico è il caso degli USA) rimane tutt’ora in vigore, e la popolazione, nella maggior parte dei casi, non è per niente contraria all'applicazione di questa estrema pena. Il fatto preoccupante è che in numerosi Paesi, soprattutto in quelli a regime dittatoriale, la pena capitale è ancora applicata con una certa arbitrarietà da parte dei potenti, sebbene ci siano leggi scritte già da tantissimi secoli.

Il Nazismo Durante il regime nazista, in Germania e nei paesi occupati ci fu un picco delle condanne a morte e delle esecuzioni, oltre alle morti ottenute mediante il sistema concentrazionale. Dalla "notte dei cristalli" (9 novembre 1938) si erano incrementate nel Reich hitleriano le persecuzioni antiebraiche; e il tentativo di instaurare un "nuovo ordine europeo" prima e durante la seconda guerra mondiale estese le esecuzioni di pari passo con la pianificazione dello sterminio e del genocidio. Adolf Hitler, il Führer, aveva l'idea di creare una razza pura, la razza ariana, priva di ogni "contaminazione esterna"; per questo motivo ordinò l'internamento nei campi di concentramento di ebrei, neri, zingari, omosessuali, che venivano uccisi sistematicamente dalle SS, le guardie scelte naziste, per mezzo dei metodi più crudeli e spietati.

I campi di concentramento erano veri e propri campi di tortura: i detenuti vivevano in condizioni igieniche incredibili, ammassati in camere senza servizi igienici; erano costretti ad alzarsi prestissimo la mattina, con una fettina di pane con un sottilissimo strato di margarina e poco altro come colazione, ed a lavorare praticamente senza soluzione di continuità fino alla sera. Non c'era modo di fuggire o ribellarsi: il campo era cinto da muri con reti elettrizzate, chi disobbediva veniva immediatamente fucilato; spesso si veniva fucilati solo perché una SS aveva voglia di farlo. Anno Condanne Esecuzioni 1933 78 84 1934 104 74 1935 98 94 1936 76 68 1937 86 106 1938 89 117

... nelle coscienze degli uomini PLATONE BECCARIA ROBESPIERRE EZZAT A.FATTAH, Università Canada OPINIONI…

Le ultime ore di un condannato Ma è naturale, Critone, che questi tali di cui parli, facciano così, perchè credono di guadagnarci qualcosa. Ma è anche naturale che io mi comporti diversamente perché so che non ci guadagno nulla a bere un po' più tardi se non di rendermi ridicolo a me stesso mostrandomi cosi attaccato alla vita, cercando di risparmiarla, proprio quando non resta più nulla. Collegamento ipertestuale: clicca ‘le ultime ore di un condannato’

passeggero movimento>>. <<La morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi, il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. La morte di qualche cittadino divien necessaria quando la nazione ricupera o perde la sua libertà, o nel tempo dell’anarchia, quando i disordini stessi tengon luogo di leggi; ma durante il tranquillo regno delle leggi, in una forma di governo ben munita al di fuori e al di dentro dalla forza e dalla opinione, forse più efficace della forza medesima, dove il comando non è che presso il vero sovrano, dove le ricchezze comprano piaceri e non autorità, io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino. [...] Non è l’intensione della pena che fa il maggior effetto sull’animo umano, ma l’estensione di essa; perché la nostra sensibilità è più facilmente e stabilmente mossa da minime ma replicate impressioni che da un forte ma passeggero movimento>>. Collegamento ipertestuale: clicca ‘cesare beccaria’

la più orrenda raffinatezza della crudeltà. ROBESPIERRE DISCORSO CONTRO LA PENA DI MORTE Ascoltate la voce della giustizia e della ragione; essa grida che mai il giudizio dell’uomo è tanto certo da far sì che la società possa dare la morte a un uomo condannato da altri uomini soggetti a sbagliare. Provate a immaginarvi il più perfetto ordinamento giudiziario; provate a trovare i giudici più onesti e più illuminati, resterà sempre un margine di errore o di prevenzione. Perché togliervi la possibilità di ripararli? Perché condannarvi all’impossibilità di soccorrere l’innocenza oppressa? Che importanza hanno questi rimpianti sterili, questi rimedi illusori che concedete a un’ombra vana, a cenere insensibile: non sono altro che la triste testimonianza della temerarietà incivile delle vostre leggi penali. Togliete all’uomo la possibilità di espiare il suo peccato col pentimento o col compiere azioni virtuose, precludergli senza pietà il ritorno alla virtù, alla stima di se stesso, affrettarsi a farlo, per così dire, scendere nella tomba ancora marchiato del suo crimine, rappresenta ai miei occhi la più orrenda raffinatezza della crudeltà.

contro leggi crudeli. 30 maggio 1791 Il primo dovere di un Legislatore è di forgiare e conservare i costumi pubblici, fonte di ogni libertà, di ogni benessere sociale; egli commette l’errore più grossolano e funesto, per arrivare a uno scopo particolare, si allontana da quello generale ed essenziale. Bisogna dunque che la legge rappresenti sempre per i popoli il modello più puro della giustizia e della ragione. Se le leggi, invece di caratterizzarsi per un’efficace, calma, moderata severità, offrono il destro alla collera e alla vendetta, se fanno scorrere sangue che dovrebbero invece risparmiare e che comunque non hanno il diritto di spargere, se offrono allo sguardo del popolo scene crudeli e cadaveri straziati dalle torture, allora esse confondono nella mente dei cittadini il concetto del giusto e dell’ingiusto e fanno nascere in seno alla società feroci pregiudizi che a loro volta ne producono altri. L’uomo non è più per l’uomo una cosa così sacra; si ha un concetto meno alto della dignità umana quando la pubblica autorità si fa gioco della vita. L’idea dell’assassinio ispira molto meno orrore quando è la stessa legge a darne spettacolo ed esempio; l’orrore del crimine diminuisce poiché essa lo punisce con un altro crimine. State molto attenti a non confondere l’efficacia delle pene con l’eccesso di severità: l’una è assolutamente l’opposto dell’altra. Tutto è fecondo nelle leggi equilibrate, tutto cospira contro leggi crudeli. 30 maggio 1791

Il professor Ezzat ha osservato: docente di criminologia all'Università Simon Fraser in Canada, ha osservato: <<Coloro che realmente pensano che la reintroduzione della pena di morte porrà fine, oppure produrrà una diminuzione del numero degli atti terroristici, sono ingenui o illusi. Le punizioni consuete, compresa la pena di morte, non provocano alcun timore nei terroristi o negli autori di crimini politici, i quali sono motivati ideologicamente e votati al sacrificio per amore della loro causa [...]. Inoltre, le attività terroristiche sono pericolose e il terrorista affronta quotidianamente rischi letali e tende a non essere intimorito dalla prospettiva della morte immediata. Com'è pensabile allora che egli possa essere scoraggiato dal rischio di essere condannato alla pena capitale?>> Collegamento ipertestuale: clicca ‘il professor Ezzat’

...a favore I sostenitori della pena di morte trovano ragioni diverse a sostegno della loro tesi, ragioni di ordine etico, sociale, anche economico. Essi partono dal presupposto che compito fondamentale dello Stato sia difendere ad ogni costo i singoli individui e la comunità, che chi rispetta la legge ha diritto ad una tutela maggiore rispetto a chi la disattende, che chi commette reati deve pagare, che esistono colpe per cui nessuna pena, tranne la morte, costituisca la giusta punizione.

...e contro L'uccisione inflitta come pena è violazione del diritto alla vita, ha carattere irreversibile ed è in contraddizione con il principio di ricuperabilità del reo. Lo Stato che ricorre alla pena capitale utilizza lo stesso sistema di valori, basato su violenza e morte, che intende combattere mentre il diritto alla vita deve essere assoluto da far valere sempre senza eccezioni. L'abolizione di tale pena dalle leggi e dalle coscienze è obiettivo primario per chi vuole una giustizia non fondata sulla vendetta.

Bibliografia http://digilander.libero.it/spookyh/Doc/Morte/pena-morte.htm http://www.liberliber.it/biblioteca/b/beccaria/dei_delitti_e_delle_pene/html/index.html http://images.google.it/images?q=pena%20di%20morte&hl=it&lr=&ie=UTF-8&sa=N&tab=wi www.oneworld.net/article/ view/64700/1 www.itclenoci.it/.../piazzalenoci/ testata1.htm www.cristianievangelici.com/ attualita11.htm http://library.thinkquest.org/23685/data/indice.html http://digilander.libero.it/maggie712/ http://www.arpnet.it/amnesty/immagini/pena.jpg http://www.filosofico.net/critone.html http://www.historyguide.org/intellect/robespierre.html