la giornata dell’Economia in Campania Camera di Commercio Un commento sul caso della provincia di Napoli e sulla economia della Campania Massimo Lo Cicero Sapienza & Tor Vergata la giornata dell’Economia in Campania Camera di Commercio Napoli, 9 maggio 2011
Una ipotesi di metodo Oliver Williamson, nella sua lezione tenuta in occasione del conferimento del premio nobel per l’economia nel 2009, offre una definzione puntuale della mente scientifica attiva: Avere una mente attiva comporta porsi la domanda: “Cosa sta succedendo qui?” Piuttosto che dire subito “Questo è il modo di comportarsi in questa occasione!”. Ovviamente lo scienziato si pone la domanda su cosa accade e subito dopo si interroga sul perché i fatti stiano accadendo. Proviamo ad interrogarci su cosa accade oggi in Italia e perché. Dato che Napoli, la terza città italiana, ed il Sud sono in Italia e speriamo che ci restino ancora a lungo
Il mondo, l’Europa, l’Italia Tout est venu à l’Europe et tout en est venu. Ou presque tout. Or, l’heure actuelle comporte cette question capitale : l’Europe va – t – elle garder sa prééminence dans tous les genres? L’Europe deviendra – t – elle ce qu’elle est en réalité , c’est – à –d ire : un petit cap du continent asiatique? Ou bien l’Europe restera -t-elle ce qu’elle paraît , c’est -à-dire : la partie précieuse de l’univers terrestre, la perle de la sphère, le cerveau d’un vaste corps?” scrive Paul Valery nella DEUXIÈME LETTRE de “La crise de l’esprit”, 1919.
Le previsioni a medio termine dopo la crisi del 2009
Un mondo troppo disuguale L’altra faccia della medaglia ……………
Riccardo De Bonis, Zeno Rotondi, Paolo Savona (a cura di), “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane”, prefazione di Roberto Nicastro, Editori Laterza Unicredit, Roma – Bari 2010 Questo volume ricostruisce la relazione tra le bilance commerciali infraregionali e la bilancia commerciale di ogni regione con gli altri paesi del mondo. I dati successivi sono in miliardi di euro come medie 2004/2005 La Lombardia presenta un deficit verso l’estero di 27,2 e un surplus di 70,5 sull’interno. Senza le vendite nelle regioni meridionali peggiorerebbe la sua posizione commerciale complessiva ma si ridurrebbe anche il volume di spesa interna e, di conseguenza, il tasso di crescita della regione. Il Veneto presenta un surplus sull’estero di 5,4 e un surplus sull’interno di 2: è una regione esportatrice netta a tutti gli effetti e si collega, come è noto, ai mercati dell’economia tedesca grazie a un collaudato sistema di accordi e di relazioni commerciali tra le imprese locali e tra le imprese locali e quelle europee. Il Piemonte presenta una posizione invertita rispetto a quella della Lombardia: un surplus verso l’estero di 5,9 nonostante un deficit verso le regioni italiane di 5,4. Una spiegazione potrebbe essere trovata nella esistenza di sistemi di filiera tra le imprese piemontesi e quelle meridionali che generano flussi commerciali intraregionali. La Campania presenta un surplus di 0,4 sull’estero ma anche un deficit di 18,9 sull’interno. È una “pentola bucata” nel senso stretto del termine: compra beni e servizi da altre regioni pur avendo una piccola ridotta capacità di esportazione verso l’estero.
Riccardo De Bonis, Zeno Rotondi, Paolo Savona (a cura di), “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane”, prefazione di Roberto Nicastro, Editori Laterza Unicredit, Roma – Bari 2010 Emerge, insomma, una singolare circostanza. il sistema Italia, nel suo complesso, almeno nel decennio preso in esame, non ha raggiunto un saldo netto delle esportazioni rispetto al resto del mondo e, da questa evidenza, risulti confermata la diagnosi di una caduta nella capacità di competere delle imprese italiane nell’ultimo decennio rispetto al decennio precedente ed agli anni cinquanta e sessanta, la stagione del “miracolo economico”. Il sistema Italia è diventato ipoadditivo e non è più iperadditivo. L’Italia, negli ultimi dieci anni, consuma più di quanto produce perché le sue esportazioni nette sono sistematicamente negative. I paesi dell’area euro, come la Germania e l’Olanda, crescono perché esportano dopo aver coperto gli investimenti privati al proprio interno e dopo aver finanziato adeguatamente i propri deficit pubblici. L’Italia intera, cioè l’insieme delle imprese, delle famiglie e delle organizzazioni pubbliche, non solo il sistema delle imprese, non è in condizione di poter sostenere questi impegni e, dunque, non cresce. L’Italia non dispone di una ragionevole quota di risparmio interno, e quello che ha lo impiega male, ed anche per questo non è in grado di attirare risparmio internazionale. Oggi il risparmio si crea nelle economie avanzate ma viene investito nelle economie emergenti, i BRICS od il Far East Asia
Ben S. Bernanke Rebalancing the Global Recovery the Federal Reserve System Sixth European Central Bank Central Banking Conference Frankfurt, Germany November 19, 2010
L’Italia è diventata una “pentola bucata” come il Sud e la stessa Campania
Gli occupati in Campania sono il 7% del totale Italia ma il v. a Gli occupati in Campania sono il 7% del totale Italia ma il v.a. si ferma al 6,2% Il valore aggiunto nel 2009 nelle provincie della Campania ed in Italia quote per Italia = 1su dati in milioni di euro fonte UNIONCAMERE
Le forze di lavoro effettive (occupati e persone in cerca di occupazione) erano nel 2009 solo 1,852 milioni di persone contro 3,932 milioni di attivi potenziali mentre in Italia le forze di lavoro effettive erano 24,970 milioni contro 39,656 milioni di attivi potenziali il 47,10% della popolazione potenziale in Campania lavora esplicitamente la media italiana sarebbe il 62,97% uno in più ogni tre!
Lo stato dell’economia in Campania Un livello di occupazione al 7% ed un livello di valore aggiunto, sul totale Italia, che si ferma al 6,2%: bassa produttività di sistema L’effetto pentola bucata, al Sud, che un tempo generava vantaggi per il paese, attraverso le esportazioni nette del nord, che diventa nazionale: l’Italia è tutta una pentola bucata, consuma più di quanto produca e per questo non cresce abbastanza Troppo lavoro esplicito nel Nord e troppo lavoro sommerso nel Sud: la media italiana ci dice che lavora una persona in più ogni tre persone che lavorano, rispetto alla Campania Comunque Napoli affanna e torna indietro mentre Salerno cresce più delle altre provincie e della Campania, di conseguenza