Il Consiglio Pastorale Parrocchiale

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Transcript della presentazione:

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Elaborazione a cura del Consiglio Pastorale Diocesano in preparazione alla seconda visita pastorale del Vescovo

Temi: 1- il contesto in cui opera 2- i suoi compiti 3- lo stile con cui opera 4- l’identikit del buon consiglio pastorale 5- il consiglio parrocchiale per gli affari economici

Il contesto in cui opera Il Consiglio Pastorale Parrocchiale PRIMA PARTE: Il contesto in cui opera

La Chiesa: realtà di comunione e corresponsabilità La Chiesa “è in Cristo segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità del genere umano” (LG, 1) In virtù del battesimo tutti i fedeli hanno la stessa dignità e tutti sono chiamati alla edificazione del Regno di Dio nella corresponsabilità

La parrocchia È la forma privilegiata della presenza della Chiesa per la vita della gente È autentica figura di Chiesa Rende presente nel territorio la comunità dei credenti animata da Gesù, radicata nella Parola e plasmata dalla Eucarestia Tre linee di rinnovamento pastorale Luogo della pastorale ordinaria Luogo della corresponsabilità pastorale Luogo della dinamica missionaria

Per condividere… C’è una riflessione fatta in settimana su questi temi che vorresti brevemente condividere? La parrocchia è ancora un contesto significativo per progettare l’azione pastorale? Definisci con un aggettivo il consiglio pastorale oggi e quello che desideri per la tua parrocchia

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale SECONDA PARTE: I suoi compiti

Dalla teoria alla pratica: il Consiglio Pastorale Rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità parrocchiale Costituisce lo strumento della comune decisione pastorale Non esaurisce la soggettività della parrocchia ma ne è l’autentica espressione comunitaria

Un Consiglio Pastorale che porta frutto Il Consiglio Pastorale è destinato al fallimento, anche se nella forma è ineccepibile, se manca la convinzione intima della comunione e corresponsabilità Al contrario, se tale convinzione si radica nella Parola di Dio e nelle indicazioni della Chiesa, si possono portare molti frutti anche in realtà piccole o poco unite

La formazione alla comunione e corresponsabilità La formazione è necessaria e deve essere Precedente al rinnovo del CP Contemporanea alla vita della parrocchia Comune a tutti i fedeli sui temi della comunione ecclesiale e della partecipazione attiva Continua

Una pastorale non improvvisata La vita e l’azione pastorale della parrocchia non possono essere lasciate al caso o al succedersi estemporaneo di iniziative dovute alla buona volontà del parroco, di alcuni fedeli o di qualche gruppo Va salvaguardata, invece, l’unità dell’azione pastorale e la sua oggettività

I compiti del Consiglio pastorale Compito fondamentale è l’elaborazione, l’aggiornamento e l’applicazione del progetto pastorale parrocchiale Tale progetto attua nella parrocchia le linee del piano pastorale diocesano Sono di competenze del CP anche le altre questioni pastorali, non esclusi i problemi pubblici e sociali della comunità Esso costituisce il contesto in cui il Consiglio per gli Affari Economici colloca le risorse della parrocchia (che sono a servizio della sua vita e azione pastorale)

Il progetto pastorale Esso è un riferimento obiettivo per tutti, presbiteri, diaconi, consacrati e laici; come pure per tutte le associazioni, movimenti e gruppi operanti in parrocchia La sua presenza favorisce la continuità pastorale anche al di là del cambiamento dei suoi stessi pastori

Il progetto pastorale Deve interpretare i bisogni della parrocchia alla luce della pastorale diocesana Prevedere la qualità e il numero dei ministeri opportuni Scegliere le mete possibili Privilegiare gli obiettivi urgenti Disporsi alla revisione annuale del cammino compiuto Mantenere la memoria dei passi precedenti

Esempio sintetico di un progetto pastorale: “Costruire nella parrocchia la fraternità nel servizio” Obiettivo: “I cristiani più vicini attuano tra di loro una fraternità responsabile nel servizio alla evangelizzazione e alla comunità parrocchiale” (con obiettivi intermedi) Destinatari: coloro che di solito rispondono alle iniziative parrocchiali Contenuti: la parrocchia è un corpo intimamente unito; gli atteggiamenti umani capaci di costruire fraternità; nella parrocchia ognuno ha un ruolo come a casa propria Attività concrete: rapporti interpersonali; celebrazioni partecipate; un compito per ciascuno; feste e occasioni di convivialità Verifiche: intermedie e verifica finale

Dove trovare altri esempi… Cfr. Andrea Fontana, Progetti pastorali, Elledici, Torino 2003 Sarà cura del gruppo di lavoro diocesano sul CP affiancare le parrocchie nella elaborazione del progetto pastorale

Per condividere… Cosa manca ai nostri consigli parrocchiali per portare frutto? - Da dove cominciare per rendere la pastorale meno improvvisata? Hai mai pensato all’utilità e alla fattibilità di un progetto pastorale? Definisci con un aggettivo il consiglio pastorale oggi e quello che desideri per la tua parrocchia

Lo stile con cui opera Il Consiglio Pastorale Parrocchiale TERZA PARTE: Lo stile con cui opera

Due atteggiamenti fondamentali nel Consiglio Pastorale Consigliare Presiedere Non sono opposti ma complementari Sono direttamente proporzionali Il consigliare deve trovare una sintesi responsabile; il presiedere nasce da una consultazione matura

Per una retta “consultazione” Sono nemici della consultazione: la condiscendenza, il paternalismo, l’asprezza La consultazione richiede tempo Deve essere usata per questioni di rilievo (non si deve perdere tempo per mere note tecniche) Non è una raccolta di pareri a caso, ma una vera analisi approfondita (discernimento)

Per camminare insieme Non spettano direttamente al CP i compiti di carattere esecutivo e organizzativo che invece spettano alle commissioni parrocchiali competenti Non sostituisce i diversi fenomeni associativi presenti e operanti nella parrocchia (che dovranno essere adeguatamente rappresentati nel CP) ma li valorizza e li coordina, così che ciascuno tenda, secondo i propri specifici carismi, al bene dell’intera comunità

Uno strumento: le “commissioni” Costituiscono il complemento necessario del CP Sono la parte operativa della pastorale: ricevono dal CP le linee generali e le attuano concretamente Possono essere istituzionali o temporanee: Fondamentali: catechesi, liturgia, carità Altre: famiglia, giovani, cultura, sociale

BUONE PRASSI /1: un chiaro ordine del giorno Il CP è convocato in maniera stabile (per esempio ogni due mesi): può essere utile che le date siano decise all’inizio dell’anno e diffuse a tutti i parrocchiani La convocazione e l’ordine del giorno saranno fatti conoscere tempestivamente ai consiglieri almeno una settimana prima L’ordine del giorno deve contenere temi e strumenti utile alla preparazione del consigliere (non una semplice “scaletta”)

BUONE PRASSI /2: un confronto costruttivo Per un dialogo efficace è opportuna la presenza di un moderatore che “tenga il polso” della riunione ed eviti che il Consiglio passi ad un punto successivo senza prima avere esaurito il precedente I lavori saranno introdotti da una breve relazione a cura di chi ha avuto incarico di pensare a un particolare punto E’ bene redigere i verbali del consiglio per tenere memoria del cammino svolto

BUONE PRASSI /3: comunicare Il CP studierà gli strumenti più idonei (assemblea, stampa, ecc.) per mantenere vivo e sviluppare il rapporto di corresponsabilità e di rappresentatività che lo stringe alla comunità comunicando le scelte prese e i motivi che le hanno ispirate

Per condividere… Consultare e presiedere: quali relazioni ci sono ora e quali desideri? Quale delle buone prassi ti ha colpito di più o ti sembra più determinante? Che relazioni credi più fruttosa tra CP e commissioni? Definisci con un aggettivo il consiglio pastorale oggi e quello che desideri per la tua parrocchia

L’identikit di un buon consiglio pastorale parrocchiale Il Consiglio Pastorale Parrocchiale QUARTA PARTE: L’identikit di un buon consiglio pastorale parrocchiale

Composizione del Consiglio Pastorale Deve essere abbastanza numeroso da esprimere le varie realtà della parrocchia Ma non troppo numeroso da impedire una effettiva decisione pastorale Orientativamente tra 10 e 30 membri

Designazione del Consiglio Nomina ad personam È utile per iniziare È operata dal parroco e dai rappresentanti delle varie realtà Deve essere comunque rappresentativa di tutta la parrocchia Elezione vera e propria Consultazione popolare e coinvolgente Trasparente Rischia di essere solo formale

Designazione del Consiglio /1 Membri di diritto Parroco, viceparroco, presbiteri residenti con incarichi pastorali Consacrati impegnati nella vita pastorale Rappresentante per ogni comunità di vita consacrata operante a favore della parrocchia Presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale Membri del Consiglio pastorale diocesano

Designazione del Consiglio /2 Membri laici Prospetto indicativo sugli abitanti Fino a 1000: 10 laici Fino a 5000: da 10 a 18 laici Fino a 10000: da 18 a 25 laici Oltre 10000: da 25 a 30 laici Tali cifre vanno adattate alle varie situazioni

Designazione del Consiglio /3 Requisiti formali Completamento della iniziazione cristiana Maggiore età Domicilio o attività stabile nella parrocchia È possibile far parte del Consiglio per diversi anni avendo l’accortezza di garantire continuità operativa e ricambio proficuo

Designazione del Consiglio /4 Requisiti sostanziali Profonda vita cristiana, partecipazione alla Eucaristia, nutrimeno della Parola e della preghiera Piena comunione con la Chiesa, sia nelle linee fondamentali sia in quelle attuali Spiccato senso ecclesiale e seria tensione spirituale Volontà di impegno Capacità di dialogo, Competenza, esperienza, conoscenza dei concreti bisogni della parrocchia Rifiuto di ogni spirito di parte

Durata in carica Il Consiglio pastorale dura dai tre ai cinque anni Non decade con la nomina di un nuovo parroco (salvo diversa indicazione da parte della diocesi)

La preparazione del rinnovo È necessario un cammino di riflessione e di preghiera da parte dell’intera parrocchia Proporre iniziative specifiche di catechesi (sui temi di comunione e corresponsabilità) e di preghiera Prevedere occasioni di confronto, anche sui temi economici

La preparazione del rinnovo Chi ne fa parte Sia in caso di nomina che di elezione, è opportuno accordarsi con le varie realtà parrocchiali (Caritas, AC, gruppi e associazioni, ecc.) Bisogna tenere conto di: eventuale divisione in zone fasce di età (18-35, 36-60, 60-…) rappresentanza dei due sessi Va incoraggiata la presenza di coppie di sposi, mentre è da evitarsi la presenza in blocco di nuclei familiari

La preparazione del rinnovo I tempi È bene prevedere l’inizio del CP all’inizio dell’anno pastorale Se in una parrocchia non esiste il CP i primi mesi dell’anno pastorale (o un anno intero) potranno essere dedicati alla preparazione Se si procede alla elezione occorre nominare una piccola commissione elettorale

Organismi del CP (da adattare alle situazioni) Presidente È il parroco (Can. 536) Convoca il CP Formula l’odg (con il consiglio di presidenza) Rende esecutive le decisioni Sono necessarie La disponibilità all’ascolto La finezza nel discernimento La pazienza nella relazione

Organismi del CP da adattare alle situazioni Il Consiglio di Presidenza Membri: Parroco; Segretario del CP; Responsabili commissioni Catechesi, Liturgia, Carità; presidente dell’Azione Cattolica; Membro del Consiglio Pastorale per gli Affari Economici; Natura: è un organo “agile”, che supporta il lavoro ordinario del parroco e verifica l’andamento pastorale della vita della comunità cristiana. Si riunisce con periodicità frequente; Compiti: Collabora attivamente con il parroco per preparare gli incontri e attuare quanto maturato nel CP; Guidano a turno il CP svolgendo così la funzione di moderatori; Supporta il parroco in questioni o problemi urgenti; Assicura il collegamento costante del CP con la comunità, in modo che tutta la comunità cristiana sia a conoscenza delle decisioni e collabori attivamente alla realizzazione.

Organismi del CP da adattare alle situazioni Il segretario È scelto dal parroco, anche al di fuori del CP, con il parere degli altri Tiene l’elenco dei membri e convoca il CP Redige il verbale

E adesso? Parrocchie che hanno un CP che lavora Fare formazione Verificare il cammino fatto Iniziare a elaborare il Progetto pastorale Dare maggiore sistematicità al lavoro del CP

E adesso? …che hanno un CP “formale” o non lo hanno Fare formazione Convocare le persone Iniziare a incontrarsi Iniziare a elaborare il Progetto pastorale Dare maggiore sistematicità al lavoro del CP

Alcune attenzioni necessarie /1 La coscienza ecclesiale Stile di comunicazione fraterna, ascolto, capacità di dialogo proficuo; familiarità con il Vangelo e la dottrina cristiana La preparazione delle sessioni Evitare discussioni improvvisate e inutili La moderazione delle sessioni Garantire a tutti il diritto di parole, evitare le discussioni sterili, evitare le lunghe recriminazioni, seguire l’odg, sintetizzare il dibattito

Alcune attenzioni necessarie /2 La continuità del lavoro Evitare di trattare di argomenti sempre diversi; verificare e proseguire con gli impegni precedenti Il rapporto con la comunità Il CP deve rappresentare effettivamente la comunità nelle sue articolazioni, che vanno coinvolte e costantemente informate

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Cosa pensi della composizione del CP così come l’abbiamo illustrata? Quali potenzialità e criticità? Quale passo ritieni più significativo per un buon consiglio parrocchiale nella tua comunità? Quali difficoltà vedi in questa proposta? In cosa può aiutare il servizio diocesano? Definisci con un aggettivo il consiglio pastorale oggi e quello che desideri per la tua parrocchia

Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici Accanto al consiglio pastorale… Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici

Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici È obbligatorio in ogni parrocchia (can. 537 del Codice di Diritto Canonico) È l’organo di collaborazione dei fedeli con il parroco nella gestione amministrativa della parrocchia

Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici Ha funzione consultiva Coadiuva il parroco nel predisporre il bilancio preventivo della Parrocchia Approva il rendiconto consuntivo Esprime il parere sugli atti di straordinaria amministrazione Cura l’aggiornamento annuale dello stato patrimoniale della parrocchia

Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici È composto dal parroco (che ne è il Presidente), dal viceparroco e da almeno tre fedeli nominati dal parroco, sentito il parere del CP I membri devono essere attivamente inseriti nella vita parrocchiale, dotati di spirito ecclesiale e possibilmente esperti in diritto e economia Dura in carica dai tre ai cinque anni

Note tecnico-finanziarie L’esercizio finanziario della parrocchia va dal 1 gennaio al 31 dicembre I preventivi e i consuntivi annuali devono essere presentati al Vescovo rispettivamente a novembre e marzo Il CPAE presenta annualmente al CP e a tutta la parrocchia il rendiconto sull’utilizzazione delle offerte ricevute dai fedeli (Can. 1287)

Per condividere… Quanto ritieni importante il CPAE e perchè? Quali sono per te potenzialità e rischi del CPAE? Definisci con un aggettivo il consiglio pastorale oggi e quello che desideri per la tua parrocchia

Statuti e regolamenti Statuto del Consiglio Pastorale Diocesano Statuto del Consiglio Pastorale Parrocchiale Regolamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale Statuto del Consiglio Pastorale Affari Economici Approvati nel 1991 e allegati all’itinerario pastorale diocesano 1993/1994 Il Consiglio Pastorale Parrocchiale di Mons. Odo Fusi-Pecci (Senigallia, 15/8/1993)