Scuola primaria Faiani Classe V C Ricostruire la storia attraverso le fonti IL POPOLO PICENO
I giovani del picchio Proprio in seguito a un rito della primavera sacra, un gruppo di giovani emigra dalla Sabina (Lazio) e si mette in viaggio verso nuove terre oltre l’Appennino. Si spinge verso nord-est e occupa il territorio fra il fiume Foglia e il fiume Pescara (le attuali Marche e parte dell’Abruzzo). Questi giovani sono guidati dal volo di un picchio verde, animale sacro a Marte. Questo nuovo popolo prende il nome dal picchio, animale-totem. Picchio PICUS(in latino) Piceni quelli del picchio
Il rito della primavera sacra La primavera sacra è una cerimonia, per cui,durante le calamità (terremoti,carestie …) o in caso di aumento della popolazione,tutto ciò che nasce nella primavera successiva viene sacrificata agli Dei, compresi animali e bambini. Questi, considerati ospiti del popolo, da adulti devono lasciare il territorio per cercare una nuova terra.
Danza intorno al totem Il lupo, come il picchio, è considerato un totem, cioè un animale-guida. Osservando il comportamento dei loro totem, i Piceni possono conoscere la volontà degli dei. I guerrieri danzano intorno al palo con le quattro teste di lupo per entrare in contatto con il Dio della forza e dell’abilità in battaglia.
Sono il simbolo delle Marche! Il picchio verde La sua forza, la sua costanza nel battere sui tronchi per raggiungere gli insetti annidati sotto la corteccia, lo fanno considerare un uccello sacro a Marte, dio della guerra e della forza. Sono il simbolo delle Marche!
Visita al museo Scarabeo sacro Oggetti d’ambra Amuleti e oggetti femminili Fusaiole e rocchetti LE FONTI CI DICONO CHE I PICENI… Scudi corazza
Fusaiole e rocchetti Sono artigiani della terracotta, filatori della lana e pastori. Intorno ai centri abitati ci sono molti pascoli con pecore che brucano. Nei villaggi ci sono persone che filano la lana. Trasformano parti delle grandi foreste di querce in pascoli. Sanno trarre dalla natura la maggior parte di ciò che serve loro. Hanno vestiti di lana.
Lo scarabeo sacro Commerciano con i popoli del Mediterraneo. Nel porto di Ancona si fermano navi provenienti da paesi lontani. Alcuni mercanti portano le merci acquistate nei porti verso l’ interno delle Marche e verso i valichi appenninici. Oggetti che presso popoli lontani hanno un valore religioso per i Piceni sono solo oggetti ornamentali, come lo scarabeo sacro o le sfingi e i grifoni incisi nell’uovo di struzzo. Dalla brocca costruita con un uovo di struzzo possiamo immaginare la vita raffinata di alcuni capi Piceni.
Leoncino e altri oggetti di ambra Lavorano l’ambra, commerciano con i lontani paesi del mar Baltico lungo la “via dell’ambra”. Nei villaggi ci sono botteghe di lavorazione dell’ambra . Hanno rapporti commerciali con i popoli baltici. Amano moltissimo l’ambra, perché la sua trasparenza e il suo colore ricordano lo splendore del sole. Le donne usano molto nei loro vestiti spille decorate con grandi blocchi di ambra, semplici o riproducenti figure di animali.
Ami,arpioni, lancia,ascia e altri oggetti del pescatore. Lavorano il ferro; pescano e navigano, ma solo in Ancona, a Numana, a Pesaro e a Cupramarittima. Nei villaggi ci sono botteghe di fabbri. Sulla riva dei porti di Ancona, Numana ,Cupramarittima e Pesaro ci sono barche di pescatori. Nel mare si possono osservare navi simili a quelle di Novilara. I Piceni di Ancona, Numana, Pesaro e Cupramarittima ,hanno relazioni marittime con i popoli della costa (e ricevono visite da navigatori stranieri). Evitano le coste basse paludose: navigano solo ad Ancona,a Numana , a Cupramarittima e a Pesaro.
Oggetti femminili Nei villaggi ci sono botteghe di fabbri. I Piceni lavorano il bronzo realizzando figure su lamina. Le donne usano portare indosso alcuni talismani dal valore magico, come la mano o le catene di persone,simboli di potere, di forza e di unione. Il mito della barca solare racconta poeticamente che il sole compie il suo viaggio diurno nel cielo su un trono posto su una barca, che viene trascinata nell’ aria da un volo di anatre selvatiche. I Piceni sono molto colpiti dalla forza degli animali,tra quelli più amati ci sono le anatre selvatiche,che con le loro migrazioni mostrano di conoscere le misteriose vie del cielo. I vestiti sono senza bottoni con poche cuciture, sistemati sul corpo da spille di tutte le dimensioni;i gioielli sono molto vistosi realizzati con figure riproducenti miti e simboli, stole tenute tese da dischi di bronzo traforati e rese brillanti da pailettes bronzee.
Spade,pugnali,dischi corazza e scudi Sono artigiani del bronzo e bravi guerrieri. Nel villaggio ci sono botteghe di fabbri. Nei dintorni del villaggio i giovani si allenano a combattere. Sono sempre molto informati su ciò che riguarda le armi. II loro stile artistico è sintetico e astratto. Sono molto colpiti dalla forza degli animali e li considerano totem cioè animali- guida che portano i messaggi degli dei. I guerrieri sono protetti da dischi corazza, elmi (muniti a volte di cresta) e da schinieri e portano un grande scudo rotondo. Le armi sono spade, pugnali,archi e lance che sono sempre aggiornatissime.
Vanghette di cervo Sono cacciatori, artigiani del corno e agricoltori. Intorno ai centri abitati ci so no campi abitati, e più lontano foreste popolate di cervi. Trasformano parte delle grandi foreste di querce in campi coltivati. Sanno trarre dalla natura la maggior parte di ciò che serviva loro.
Presentazione realizzata dagli alunni della classe 5C della scuola primaria Faiani a seguito dell’uscita al Museo Archeologico delle Marche nell’ambito del progetto “a scuola nel territorio”.