L’equilibrio aziendale

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Transcript della presentazione:

L’equilibrio aziendale

L’economicità: durabilità e autonomia Durabilità: attitudine a durare nel tempo in ambiente mutevole Autonomia: attitudine a vivere senza interventi di sostegno Economicità: condizione di funzionamento dell’azienda

Il generale equilibrio aziendale La continuità aziendale è il risultato del mantenimento di un equilibrio dinamico complesso, in cui convergono vincoli di natura economica in senso stretto, oltre che aspetti di natura etico/sociale. Le diverse condizioni che permettono il mantenimento dell’equilibrio aziendale possono essere realizzate tramite la pianificazione aziendale, che costituisce un approccio razionale alla gestione dell’azienda.

Le condizioni prospettiche dell’equilibrio aziendale Le condizioni che consentono l’equilibrio aziendale sono diverse e si identificano nelle seguenti: condizione patrimoniale di equilibrio condizione finanziaria di equilibrio condizione economica di equilibrio principio delle condizioni prospettiche di equilibrio o principio della vita duratura economica

L’equilibrio patrimoniale La struttura del sistema aziendale si compone di due elementi: i beni e le persone. L’equilibrio patrimoniale è relativo alla composizione e ai rapporti reciproci nella prima classe di elementi: si riferisce all’ordine compositivo dei beni aziendali, visti come un complesso unitario colto in un determinato istante della gestione. L’equilibrio patrimoniale è essenzialmente prospettico, in quanto le informazioni che si traggono dall’analisi della struttura aziendale sono interpretabili soltanto alla luce delle ipotesi di futura gestione.

L’equilibrio patrimoniale I vincoli di complementarità esistenti tra i beni aziendali destinati congiuntamente alla produzione, favoriscono la formazione di un giudizio sintetico, mediante il quale il complesso dei beni viene espresso come aggregato unitario di valori. Sul piano logico, tale operazione è possibile attraverso la traduzione dei beni (qualitativamente descrivibili nelle proprie caratteristiche) in misure monetarie mediante prezzi e valori quantitativamente omogenei e aggregabili in un tutto di sintesi. capitale lordo di funzionamento o attività

Il capitale lordo di funzionamento In generale i beni sono esprimibili in valori entro un intervallo, che va dal valore storico di acquisizione (tipicamente minore), ad un valore prospettico di realizzo diretto o indiretto (tipicamente maggiore). L’ottica prudenziale prevede una naturale tendenza verso la scelta di valori storici, anche se l’opzione cade sui valori prospettici qualora questi siano inferiori ai primi. l’equilibrio patrimoniale è dunque di tipo istantaneo, in quanto riferito ad un fondo, pur accogliendo ipotesi dinamiche.

Il capitale-risparmio La costituzione del capitale lordo di funzionamento presuppone la disponibilità all’interno dell’azienda di risorse finanziarie necessarie al reperimento dei beni aziendali. PRODUZIONE CAPITALE ATTIVO CAPITALE PASSIVO CAPITALE PASSIVO RISPARMIO FAMIGLIE RISPARMIO AZIENDALE PRODUZIONE CAPITALE ATTIVO

Il capitale-risparmio Il capitale-risparmio in quantità limitate può anche essere gestito direttamente dal soggetto possessore, mentre in in grandi quantitativi occorrono istituzioni specializzate quali: musei e gallerie d’arte aziende di credito banche d’affari fondi d’investimento borsa valori

Movimento del capitale risparmio verso scopi produttivi. FAMIGLIE BANCHE IMPRESE INTERESSE INTERESSE IMPIEGHI CAPITALE ATTIVO CAPITALE PASSIV O CAPITALE ATTIVO PATRIMONIO RISPARMIO RACCOLTA CAPITALE PASSIV O MERCATO DEI CAPITALI MERCATO DEI CAPITALI

Il capitale-risparmio I fabbisogni finanziari delle imprese possono essere classificati in due categorie: capitale circolante (recuperabile nei dodici mesi) capitale fisso o immobilizzato (recuperabile in via ultrannuale) La copertura di questo fabbisogno può provenire in tre modi: con capitale di rischio con capitale di terzi ottenuto a breve scadenza (dalle banche ordinarie) o a medio-lungo termine (dagli istituti di credito a medio-lungo termine).

L’equazione patrimoniale La condizione patrimoniale di equilibrio prospettico si configura nella generale ed indistinta correlazione tra finanziamenti (di capitale proprio e di credito) e investimenti. L’equazione patrimoniale a valori, può essere rappresentata nella seguente formula: A = P + N A= capitale lordo investito o attività P= capitale di credito o passività N= capitale netto (con vincolo di proprietà)

L’equazione patrimoniale Il grado di solidità patrimoniale è tanto maggiore, quanto più grande risulta il differenziale tra attivo e passivo: N = A – P > 0 Inoltre, il rapporto tra il capitolo a titolo di terzi e il capitolo proprio definisce il grado di indebitamento, vale a dire il rischio finanziario dell’impresa: il caso limite è quello del deficit patrimoniale: A – P < 0 P N  < 1

L’equazione patrimoniale Adottando un criterio di classificazione di tipo finanziario l’equazione patrimoniale in termini analitici può essere espressa in una ulteriore forma: Ac + Ai = Pb + Pl + N Ac = attivo corrente o capitale circolante Ai = attivo immobilizzato o capitale fisso Pb = passivo a breve Pl = passivo a lungo termine N = capitale netto

L’equazione patrimoniale La struttura patrimoniale di un’azienda equilibrata presenta alcune caratteristiche: Capitale circolante netto positivo (CCN) CCN = Ac - Pb > 0 Il margine esprime l’eccedenza dei realizzi attesi dagli investimenti a breve rispetto agli esborsi a breve. SOLVIBILITÀ

L’equazione patrimoniale La struttura patrimoniale di un’azienda equilibrata presenta alcune caratteristiche: Margine di struttura (MS) MS = N - AI > 0 Il margine maggiore di zero indica la capacità di “autocopertura” del capitale fisso da parte di una fonte permanente e non onerosa come il capitale netto. SOLIDITÀ

L’equazione patrimoniale La rappresentazione di un’azienda in forte disequilibrio patrimoniale è, dunque, la seguente: CCN = Ac - Pb < 0 MS = N - AI < 0 P/N > 1 Possibili soluzioni: aumento di capitale proprio ingresso di nuovi soci cessione dell’azienda ad un nuovo proprietario

Pb 20% Ac 55% Pi CCN>O 30% MS >O N Ai 50% 45% Situazione patrimoniale di un’azienda solida Pb 20% Ac 55% Pi 30% CCN>O MS >O N 50% Ai 45%

Ac 50% Pb 80% CCN <O MS<O Ai 50% N 10% Situazione patrimoniale di un’azienda in disequilibrio Ac 50% Pb 80% CCN <O MS<O Ai 50% Pi 10% N 10%

L’equazione patrimoniale 1 Composizione e struttura degli impieghi (con valutazione del grado di rischio dell’attività economica in termini di elasticità della struttura aziendale ed efficienza nell’impiego delle risorse investite). 2 Composizione e struttura delle fonti di finanziamento (valutazione del grado di rischio finanziario). 3 Valutazioni sull’equilibrio tra natura e variabilità delle fonti e natura e variabilità degli investimenti.

L’equazione finanziaria Le classi di circuiti operativi sono fondamentalmente quattro: circuiti dei finanziamenti a titolo di capitale proprio circuiti dei finanziamenti a titolo di capitale di credito circuito degli investimenti circuito della gestione corrente Lo schema dei circuiti operativi analizza le operazioni aziendali che influiscono sull’equilibrio finanziario dell’azienda secondo la logica sistemica.

CAPITALE PROPRIO CAPITALE INVESTIMENTI DI CREDITO GESTIONE CORRENTE Schema dei circuiti operativi della gestione aziendale. CAPITALE PROPRIO CAPITALE DI CREDITO APPORTI FONDO DI MEZZI MONETARI DIVIDENDI INVESTIMENTI PRESTITI ACQUISIZIONI DUR. RIMBORSI E INT. DISMISSIONI APPROV. RIS. GESTIONE CORRENTE REALIZZI ACQUISTI TRASFOR. INTERNA VENDITE

Il circuito dei finanziamenti di capitale proprio costituisce l’originaria forma di alimentazione del «fondo di mezzi finanziari»; può essere costituito con apporti in natura o in denaro (prevalentemente); non è soggetto a rimborso obbligatorio; non comporta rimborso obbligatorio del capitale; può prevedere il pagamento periodico dei dividendi.

Il circuito dei finanziamenti di credito il capitale di terzi è sottoposto alla formula del rimborso a vista o a scadenze periodiche prestabilite; si tratta di un capitale oneroso, che comporta il pagamento di interessi; il credito può essere diretto o indiretto, a seconda che derivi dalla negoziazione di un prestito in senso stretto o da una dilazione di pagamento; è un circuito che presenta un profilo di rischio superiore al precedente, in quanto oneroso e soggetto ad una maggiore instabilità.

Il circuito degli investimenti è il circuito che genera l’assorbimento di risorse provenienti dal “fondo finanziario”, specie in occasione di particolari eventi, che comportano un certo grado di rischio, quali: la costituzione dell’azienda la crescita dimensionale dell’azienda la ristrutturazione delle strutture produttive la generazione finanziaria di questo circuito è rappresentata dalla dismissione dei beni sostituiti o in eccedenza. possono essere presenti investimenti di tipo accessorio (immobili ad uso civile, partecipazioni, titoli) che generano flussi in entrata superiori a quelli in uscita.

Il circuito della gestione corrente Prevede una ricca dinamica di flussi in entrata (entrate correnti) e flussi in uscita (uscite correnti); CASH FLOW prodotto dalla gestione corrente entrate corrente – uscite correnti > 0 Il cash flow è un fenomeno tipicamente di natura monetario-finanziaria, anche se la sua dinamica nel tempo è influenzata dalle modalità di gestione economica dei processi di produzione. Il riferimento è all’utilizzo delle risorse, alla negoziazione dei prezzi di fornitura dei fattori produttivi, all’andamento del costo del lavoro.

L’equilibrio dinamico operazioni aziendali Variazioni in aumento o in diminuzione del “Fondo mezzi monetari” : entrate e uscite Variazioni in aumento o in diminuzione del capitale: Attinenti alla gestione: costi e ricavi; Estranei alla gestione: aumenti diretti di capitale, diminuzioni dirette di capitale

Formazione e ruolo del CASH FLOW ACQUISTI VENDITE Uscite Correnti (Uc) - Entrate Correnti (Ec) + Gestione Corrente Cash-flow) + INCREMENTO NELL’ESERCIZIO Fondo di mezzi monetari finali Fondo di mezzi monetari iniziali

Formazione e ruolo del cash flow Un cash flow positivo è espressione di: AUTOFINANZIAMENTO DELL’AZIENDA ovvero capacità di rigenerare autonomamente e gratuitamente attraverso la gestione le condizioni produttive correnti. continuità dell’azienda

Il circuito dei finanziamenti di credito Il circuito della produzione procede dalle uscite alle entrate; in effetti, già il momento iniziale dell’avvio della produzione richiede l’assorbimento di mezzi finanziari da parte delle uscite correnti, anticipate rispetto alle entrate correnti. Tale finanziamento, deve essere fronteggiato da fonti finanziarie esterne: capitale proprio e capitale di credito.

circuiti dei finanziamenti Circuiti della produzione e finanziamento. circuiti dei finanziamenti  finanziamento di lunga durata  finanziamento di breve durata entrate tempo uscite  produzione di breve durata  produzione di lunga durata circuiti della produzione

Durata ciclo attività industriale t0 t5 I cicli della gestione dell’impresa industriale Durata ciclo attività industriale t0 t5 Durata ciclo monetario t2 t5 Durata ciclo caratteristico industriale t0 t4 t1 inizio lavorazione t3 fine lavorazione permanenza magazzino prodotti permanenza magazzino materie durata del processo di lavorazione durata credito commerciale durata del debito di fornitura t0 entrano le materie, sorge il debito t2 uscita di cassa t4 escono i prodotti sorge il credito t5 entrata di cassa

Fasi delle produzioni ed effetti sul ciclo monetario. PRODUZIONE ACQUISTI TRASFORMAZIONE INTERNA VENDITE POSSIBILI DILAZIONI GIACENZE DI MAGAZZINO POSSIBILI DILAZIONI ALLUNGAMENTO RIDUZIONE CLIENTI FORNITORI CICLO MONETARIO Fasi delle produzioni ed effetti sul ciclo monetario.

Il fabbisogno finanziario Il fabbisogno finanziario dell’azienda dipende sostanzialmente da tre durate: La durata del ciclo di produzione e la durata di permanenza nel magazzino; La durata delle dilazioni concesse ai clienti; La durata delle dilazioni ottenute dai fornitori. Questi fenomeni influiscono, a loro volta, sulla formazione del ciclo monetario: Cm = Co + Cc - Cf

L’equilibrio economico Nell’ottica della continuità aziendale, la dinamica costi-ricavi dell’impresa deve soddisfare la seguente condizione di minimo: C +  = R dove  è il reddito totale. Tale equazione esprime l’attitudine della gestione di rimunerare con i componenti positivi di reddito, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito ed il capitale di rischio. Nel corso della vita aziendale, assume particolare interesse la determinazione del reddito d’esercizio riferito alla gestione svolta nell’esercizio amministrativo.

Il processo di formazione del reddito d’esercizio Tra i componenti positivi tipicamente rientrano: i ricavi d’esercizio; le rettifiche dei costi d’esercizio (rimanenze) le rettifiche ai costi d‘esercizio per le produzioni interne Tra i componenti negativi ricordiamo: i costi per acquisti di beni e servizi i costi del lavoro dipendente i costi per l’utilizzo di beni non in proprietà i costi per gli oneri finanziari i costi relativi alle quote di ammortamento i costi per l’accantonamento a fronte di rischi e spese future.

Le condizioni dell’equilibrio reddituale efficienza: rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi (prodotti per ora lavoro o ora macchina, durata di un’attività, prodotti per unità di materia prima); innovazione dei prodotti e dei processi; flessibilità/elasticità aziendale; congruità dei prezzi-costo, dei prezzi-ricavo, delle rimunerazioni del capitale risparmio e del lavoro;

I profili qualitativi dell’azienda Aldo Amaduzzi nell’ambito dell’analisi delle condizioni di equilibrio dell’azienda propone di inserire a fianco degli aspetti quantitativi precedentemente analizzati, la descrizione dei: profili qualitativi dell’azienda quali: l’immagine e la reputazione aziendale le professionalità delle risorse umane interne la flessibilità aziendale l’attenzione alla qualità la stabilità nell’assetto di governo l’innovazione tecnologica