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Innova - MENTI - in rete Liceo Zucchi Nano, micro, ……….. mega, giga νάνος , μικρός, ……….. μέγας, γίγας PREfissiamo obiettivi comuni ASSE DEI LINGUAGGI Classe IV F

PREPOSIZIONI e PREVERBI ε̉κ διά PREPOSIZIONI e PREVERBI μετά α̉μφί ε̉πί

PREPOSIZIONI PROPRIE E IMPROPRIE FUNZIONANO ANCHE COME PREVERBI Es. διά  διαφέρω NON FUNZIONANO DA PREVERBI Es. μεταξύ mantiene solamente valore avverbiale IMPROPRIE Nei testi antichi (come Omero) erano avverbi. La loro natura avverbiale è visibile in anastrofi (es. α̉νδρων πέρι = πέρι α̉νδρω̃ν) e tmesi ( ε̉ν δ’α̉νδρες οι̉κο̃υσι, il verbo è ε̉νοικο̃υσι)

PREVERBI PIENI E VUOTI PIENI VUOTI Sulla base del valore loro proprio contribuiscono a descrivere l’azione indicata dal verbo: ε̉κ (fuori da) + βαίνω (camminare) = camminare fuori  uscire PIENI VUOTI Si svuotano del valore proprio per dare un valore aspettuale: καταλαμβάνω = cogliere con la mente  sapere (il preverbo non ha il suo significato) I principali valori aspettuali sono: Principio Compimento Persistenza Risultato (come efficienza di un processo) Pienezza/Totalità Direzione Sono stati verificati i valori dei preverbi relativamente a 35 verbi a maggior frequenza secondo il Lessico essenziale di Greco, Edizione italiana a cura di Francesco Piazzi

Preverbi in composizione: pieni e vuoti

PIENO parallelismo – trasgressione PIENO intorno PIENO verso Dall’analisi condotta, abbiamo dedotto i significati principali che assumono i preverbi: παρά περί πρός πρό σύν ̒υπό ̒υπέρ ε̉πί κατά PIENO parallelismo – trasgressione PIENO intorno PIENO verso PIENO davanti (sia locativo sia temporale) PIENO unione PIENO sotto PIENO sopra, eccellenza PIENO sopra, verso (concreto); aggiunta (locativo astratto) PIENO giù VUOTO compimento, inizio

μετά α̉πό διά ει̉ς e ε̉ν ε̉κ α̉μφί α̉νά α̉ντί PIENO partecipare, accompagnare, trasferire PIENO allontanamento (concreto), rinunciare (astratto) PIENO attraverso VUOTO durata, separazione PIENO introdurre VUOTO interiorità PIENO inizio VUOTO punto di partenza di un’azione PIENO intorno (concreto) PIENO salire (concreto), ricominciare (astratto) VUOTO vedere (causativo fattitivo) PIENO scambio, risposta (astratto)

α̉νά e l’ANALOGIA

ajnalogiva, hJ corrispondenza, proporzione matematica ajnalogivzomai ragionare, calcolare ajnalovgisma, tov confronto ajnalogismov, oJ riflessione, proporzione ajnavlogo, on proporzionale

L’ANALOGIA È un PROCESSO FALLIBILE: procedere sulla base di essa comporta la rinuncia alla CERTEZZA propria della DEDUZIONE. Quella che possiamo chiamare la LOGICA DELLA SCOPERTA ammette dunque il carattere strutturale e ineliminabile della INCERTEZZA e cerca di costruire su di esso. Questa logica, pertanto, riconosce l’illusorietà dell’obiettivo di acquisire una certezza assoluta e lo sostituisce con quello di disporre di strumenti per l’estensione della nostra conoscenza fallibili ma corredati di PROCEDURE DI CONTROLLO che consentano di riconoscere le anomalie e di correggerle (S. Tagliagambe)

ANALOGIA E STORIA

POLARITÀ STORICHE “Non esistono fatti, ma solo interpretazioni; NIETZSCHE KELLER “Non esistono fatti, ma solo interpretazioni; sta allo storico trovare i fatti.” “La verità non può sfuggire; è dentro la realtà”

GUERRA DEL PELOPONNESO. TUCIDIDE Tucidide (460-400 a.C. circa) fu,oltre che generale anche un grande esponente della letteratura greca antica con la sua opera GUERRA DEL PELOPONNESO. Egli fu il primo storico greco che si pose criticamente di fronte al fatto storico.

TUCIDIDE ritiene che il fatto storico vada trovato (ευ̒ρει̃ν) in quanto esso non è una verità immediata. Serve anzi ipotizzarlo per via analogica con indizi (τεκμήριον). VS ERODOTO sostiene che il fatto storico si da e va strappato dall’oblio del tempo,testimoniandolo.

Guerra del Peloponneso Nella sua opera più conosciuta Tucidide vuole mettere a fuoco l’analogia tra le più grandi guerre del passato e quella del Peloponneso: Infatti ogni persona che vive una guerra in prima persona inevitabilmente tende a descriverla come la più distruttiva, ma non è così finché non lo si dimostra per mezzo di un’analogia con le guerre precedenti.

Guerra del Peloponneso (430-400 a.C.) ↓ Guerra di Troia “ La spedizione contro Troia […] fu la più grande rispetto a tutte le precedenti,meno grande,ovviamente,rispetto a quelle attuali” dice Tucidide. Egli può dedurlo con un ragionamento riguardante il numero dei combattenti Achei sulle navi dirette a Troia i quali appaiono ben pochi se si considera che essi provenivano da tutta la Grecia.

Guerra del Peloponneso ↓ I-II Guerra mondiale Tralasciando Tucidide,un’altra analogia che riguarda la guerra del Peloponneso è stata fatta dagli storici contemporanei. Come essa è stata intervallata da momenti di pace ma viene considerata si può analogamente considerare le due Guerre Mondiali come un’unica guerra intervallata da una tregua ventennale.

Applica un’analogia per induzione, Tornando a Tucidide … Applica un’analogia per induzione, nella quale suppone che molte zone dell’Ellade che hanno serbato gli antichi costumi, rimanendo arretrate rispetto alle altre, siano la traccia di un’epoca precedente, in cui tali costumi erano diffusi universalmente.

I FONDAMENTI WILHELM DILTHEY (1833-1911): Nelle scienze umane la VERSTEHEN (comprensione) si intreccia inestricabilmente con l’ERLEBNIS (esperienza vissuta) LUCIANO CANFORA: Se il soggetto reca nella comprensione tutto il contenuto della vita psichica, per lo storico questo contenuto sarà anche la frequentazione la più ricca e vasta del passato storico che fa del pensare analogico una forma del pensare storico

L’INVERSIONE PASSATO-PRESENTE Marc Bloch (1886-1944): comprendere il passato mediante il presente “Avevo letto più volte, avevo narrato spesso racconti di guerra e di battaglie. Ma conoscevo davvero, nel significato pieno del verbo ‘conoscere’, conoscevo proprio dal di dentro prima prima di averne provata io stesso l’atroce nausea, che cosa sono l’accerchiamento per un esercito, la disfatta per un popolo?” (Apologia della storia, trad. it. Einaudi p. 54)

Come il comunista Arthur Rosenberg pensa l’Atene democratica Arthur Rosenberg fu un comunista, fautore dell’azione bolscevica in Russia. Egli si muove nel lessico ideologico del Marxismo. Le analogie che presenta fanno parte del suo vissuto, infatti confronta la popolazione ateniese con la propria esperienza comunista. Nella Democrazia e lotta di classe nell’antichità ci propone le diverse analogie tra: la Russia Sovietica la Francia del 1871 la costituzione Ateniese

La Russia Sovietica Nel 1905 le trasformazioni politico-sociali in Russia provocarono manifestazioni operaie e popolari sempre più frequenti indebolendo il regime. In una di queste decine di migliaia di persone scesero pacificamente davanti al Palazzo d'Inverno, inneggiando allo Zar e chiedendo l'attuazione di riforme economiche e politiche. Per tutta risposta, i fucili delle truppe imperiali, fecero fuoco sulla folla. Lo sdegno suscitato da questo episodio moltiplicò nel paese le manifestazioni di protesta. I socialdemocratici, pur divisi in due fazioni (bolscevichi e menscevichi), riuscirono nell’intento di porsi a capo del moto popolare. Lo stato pagava alti salari ai suoi funzionari costringendo gli industriali a fare lo stesso con i propri operai Permettere nella misura più ampia possibile alla popolazione lavoratrice di autogovernarsi

La Comune parigina del 1871 Il 28 marzo i rivoltosi proclamarono la Comune di Parigi, sollecitando il resto della Francia a fare altrettanto e a costituirsi in comuni liberi e autonomi tra loro federati,contrapponendosi al vecchio Stato (monarchico, borghese e parlamentarista) accentratore e oppressore. Esistono piccole circoscrizioni con all’interno i rappresentanti della popolazione povera. Ai funzionari veniva erogato uno stipendio di un operaio Presenza di un organo centrale costituito dai rappresentanti delle piccole circoscrizioni che esercitava il potere consultivo ed esecutivo Permettere nella misura più ampia possibile alla popolazione lavoratrice di autogovernarsi

La costituzione Ateniese La pluriennale lotta tra proprietari e nullatenenti in Atene giunse a una svolta decisiva nel 461: la borghesia capitolò su tutto il fronte e i proletari assunsero il potere senza nemmeno arrivare ad uno scontro sanguinoso. I proprietari si accorsero che non erano in grado di contrastare la compatta supremazia dei più poveri e dovettero piegarsi. Esistono piccole circoscrizioni con all’interno i rappresentanti della popolazione povera. Ai funzionari veniva erogato uno stipendio di un operaio Presenza di un organo centrale costituito dai rappresentanti delle piccole circoscrizioni che esercitava il potere consultivo ed esecutivo Lo stato pagava alti salari ai suoi funzionari costringendo gli industriali a fare lo stesso con i propri operai Permettere nella misura più ampia possibile alla popolazione lavoratrice di autogovernarsi

ANALOGIE Analogia tra Atene e Russia Sovietica: Lo stato pagava alti salari ai suoi funzionari costringendo gli industriali a fare lo stesso con i propri operai Analogie tra Atene e Comune parigina: Esistono piccole circoscrizioni con all’interno i rappresentanti della popolazione povera. Ai funzionari veniva erogato uno stipendio di un operaio Presenza di un organo centrale costituito dai rappresentanti delle piccole circoscrizioni che esercitava il potere consultivo ed esecutivo Analogia comuni a tutte e tre le costituzioni: Permettere nella misura più ampia possibile alla popolazione lavoratrice di autogovernarsi L’analogia si ferma a livello dell’istruzione pubblica dove, al contrario delle altre costituzioni, Atene non fece alcun intervento per permettere ai figli della popolazione più povera di ricevere un’istruzione di livello superiore.

ANALOGIA STORIA E IDEOLOGIA L’analogia non è solo meccanismo spontaneo ma anche strumento consapevole di illuminazione I rivoluzionari francesi si spiegano attraverso l’esplicita Analogia con le repubbliche antiche

I RIVOLUZIONARI FRANCESI Camillo Desmoulins, democratico moderato, si dichiara apertamente filoateniese, paragona infatti per analogia i rivoluzionari francesi ai democratici di Atene. L’analogia di cui parla spiega cos’è un popolo repubblicano e democratico. P. V. Vergniaud, il più eloquente degli oratori di parte girondina, confuta invece l’analogia tra i rivoluzionari francesi e il modello spartano, per il suo egualitarismo (solo nell’elite di cittadini). Ciò che poteva valere per Sparta non può valere per l’intera Francia, industrializzata e con molti più cittadini. Seguire il modello spartano avrebbe significato distruggere tutto ciò che per anni si era costruito e raggiunto in Francia. L’analogia in questione sarebbe quindi solo un’ideologia, non una realtà.

L’analogia di Bottai: Augusto e Mussolini Giuseppe Bottai, ministro dell’Educazione Nazionale del periodo fascista, ritiene l’interresse dell’indagine storica la possibilità di ritrovare nel passato annunci e presentimenti del nostro tempo; tale interesse è tanto più vivo quanto il passato è più separato da noi. Bottai definisce allora il comando di Mussolini come la “modernità di Augusto” e rintraccia come analogia fra i due contesti il fatto che i problemi di allora e i problemi odierni sono, a grandi linee, gli stessi. In questo caso l’Italia vede due grandi capi, Augusto e Mussolini, i quali si trovano entrambi ad affrontare gli stessi problemi, adottando sempre la stessa tecnica nel risolverli; per questo Bottai ritiene che l’Italia sia sempre stata governata da una sola politica. In entrambi i casi vi è la collaborazione del potere civile e quello militare, che danno nascita all’Impero, il medesimo aspetto formale di strutture e funzioni, la stessa azione sulle regioni e sull’unità e di accentramento di Roma. Secondo Bottai gli italiani ritrovano nella coscienza e nell’azione dei loro Capi, i motivi fondamentali della loro politica. Ottaviano Augusto Benito Mussolini

διά e il Dialogo

Cos’è? Il dialogo (dal greco διά = attraverso e λόγος = discorso) è l’istanza comunicativa fondamentale. Il linguaggio utilizzato e le finalità perseguite variano a seconda della situazione e dell’interlocutore. E’ possibile dunque suddividere il dialogo in tre principali categorie che possono a loro volta essere divise in altre sotto-categorie.

Intrattenimento Il dialogo di intrattenimento si colloca generalmente in contesti colloquiali o in cui in ogni caso si cerca di evadere dal flusso quotidiano. divertente (dal latino divertere, cioè “volgere altrove”) Conformativo-ripetitivo (può divenire anche competitivo di ottenimento, come ad esempio in un talk-show)

Ottenimento Il dialogo di ottenimento può essere una semplice richiesta o il mezzo di persuasione per raggiungere un obiettivo o addirittura una competizione per arrivare alla vittoria. scambio (cioè per ottenere delle informazioni) competizione

Riflessione Il dialogo di riflessione solitamente presenta l’esposizione di una o più opinioni circa un argomento oppure di una meditazione di altro genere. Quando le opinioni vengono messe a confronto, però, il dialogo talora diviene un vero e proprio “duello”, assumendo le caratteristiche di un dialogo di ottenimento. di riscoperta o metafisico di ricerca o scientifico di esplorazione o filosofico

ANALISI DEI DIALOGHI Naturalmente i dialoghi non si inseriscono sempre perfettamente tra le categorie elencate, ma spesso aderiscono a più di una. Inoltre a questa suddivisione convenzionale si possono aggiungere altre sotto-categorie. Anch’esse sovente appartengono a più di una delle tre categorie principali oppure a nessuna di queste (come il dialogo fine a se stesso). Di seguito sono stati analizzati tre dialoghi tratti da opere di autori della letteratura della Grecia antica. Sono: Simposio di Platone Discorso dei Meli di Tucidide Antigone di Sofocle

Dal Simposio di Platone IL DIALOGO Dal Simposio di Platone

Platone Atene 428/427 a.C. Atene 348/347 a.C.  E’ stato un filosofo ateniese della Grecia Antica. Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale. Il suo nome gli fu attribuito dal maestro di ginnastica Aristone, per via delle sue larghe spalle. Nel 387 a.C. fondò ad Atene una scuola che nominò Accademia in onore dell’eroe e la consacrò ad Apollo e alle Muse. La scuola di Platone ha le sue radici nella scienza nel metodo e nella dialettica: infatti l’insegnamento si svolgeva attraverso dibattiti, a cui partecipano gli stessi allievi, diretti da Platone o dagli allievi più anziani, e conferenze tenute da illustri personaggi di passaggio ad Atene. Morì nel 347 a.C. e la guida dell’Accademia venne assunta dal nipote Speusippo. LE SUE OPERE Di Platone sono pervenute molte opere, 36 dialoghi e 13 lettere,nelle quali, in genere,il protagonista è Socrate. Platone si avvale del dialogo perché lo ritiene l’unico mezzo in grado di riportare l’argomento alla concretezza storica di un dibattito fra persone, oltre a far mettere in luce il carattere di ricerca, elemento chiave della sua filosofia. Egli vuole inoltre evidenziare col ricorso al dialogo l’importanza del discorso orale rispetto allo scritto. La caratteristica di questi dialoghi è che il soggetto principale in questione è solito discorrere molto più dell’interlocutore a cui si rivolge, il quale si limita solamente a confermare o disapprovare quello che il protagonista espone.

… Dal Banchetto Presso i Greci il banchetto era una pratica conviviale molto importante nella società aristocratica. Esso si costituiva di tre diversi momenti: il mangiare, il bere (simposio) e il piacere. I banchetti tra amici avevano per i greci grande importanza; potevano essere offerti da uno di loro oppure indetti dai componenti di un tiaso che ne condividevano le spese. Spesso i convitati portavano con sé un canestro di vimini contenente dei cibi pronti. Questi banchetti erano perciò detti “alla cesta”, un'espressione che oggi possiamo tradurre con al sacco. Una volta riuniti a casa dell'ospite, i convitati si toglievano i sandali, si facevano lavare i piedi dagli schiavi e, dopo essersi posti sul capo corone di fiori o di foglie, si disponevano a due a due sui letti collocati attorno alle rispettive mense. A questi banchetti partecipavano anche i figli maschi, a differenza delle donne e delle bambine, che rimanevano nel gineceo a tessere.

… al Simposio Nella celebre opera Il Simposio di Platone, chiaro esempio di dialogo di intrattenimento e riflessione, i protagonisti discutono del loro pensiero riguardante Eros, il Dio dell’amore, che secondo Fedro sarebbe il più antico e il più meritevole di lode fra tutti quelli presenti sull’Olimpo, poiché non ha né padre né madre e poiché è sorgente dei più grandi beni. Lo scopo iniziale di questo dialogo (intrattenimento) era quello di divertire i convitati, ma diviene successivamente un confronto fra i grandi filosofi partecipanti al banchetto (riflessione). Nei paragrafi 176e-180b, Erissimaco propone ai convitati l’argomento di conversazione detto precedentemente. A ciascuno dei partecipanti viene richiesto di fare il più bell’elogio di cui sono capaci; il primo tra questi è Fedro. Fedro sostiene che Eros sia un dio che merita tutta l’ammirazione degli uomini e degli dèi, poiché non c’è più gran bene nella giovinezza che avere un amante virtuoso. Fedro sostiene tutte le sue tesi tramite elementi mitici, ad esempio il mito di Alcesti, che decide di morire per l’uomo che ama, o il mito di Achille, perché, anche se avvertito dalla madre che se avesse ucciso Ettore non sarebbe più tornato in patria, decise di rimanere per vendicare Patroclo, il suo amante. Alla fine del suo discorso, Fedro dice: “Ecco dunque, io lo dichiaro, l’Eros è tra gli dèi il più antico e il più degno, ha i maggiori titoli per guidare l’uomo sulla via della virtù e della felicità, sia in vita che nel regno dell’aldilà”.

IL DIRITTO DEL PIÙ FORTE Tucidide 45454545 IL DIRITTO DEL PIÙ FORTE Tucidide

30/03/10

L’ipotetico dialogo tra Ateniesi e Meli, immaginato da Tucidide nella Guerra del Peloponneso, è un dialogo di ottenimento. Infatti lo scopo degli Ateniesi è quello di ottenere la sottomissione dei Meli, che vengono minacciati se non accetteranno le condizioni di questi. 30/03/10

TUCIDIDE Tucidide vive ad Atene ed è un generale. Tucidide svolge un importante ruolo come stratega della flotta di Atene nella guerra contro Sparta sul Mar Egeo settentrionale. È uno storico che scrive Le Guerre del Peloponneso da cui abbiamo tratto il brano. 30/03/10

Leggi scritte e non scritte DIRITTO E GIUSTIZIA Leggi scritte e non scritte

ANTIGONE È sorella di Etocle e Polinice, il primo ha combattuto in difesa della città e il secondo contro. Etocle è stato sepolto come un eroe mentre Polinice, essendo considerato un traditore della propria città è rimasto insepolto. Le guardie di Creonte, lo zio di Antigone, hanno sorpreso la ragazza mentre officiava i riti funebri per Polinice. Così ella viene catturata e condotta davanti al sovrano,ma sicura di sé la ragazza si oppone alle leggi della città facendo valere le leggi divine, ossia le “leggi non scritte” (̕άγραπτα νόμιμα). Momento culminante della tragedia è il dialogo fra Antigone e Creonte,che oppone diritto e legge,giustizia e legislazione positiva in un’antitesi irrisolta che non cesserà di continuare - fra i seguaci di Antigone e i seguaci di Creonte - nel pensiero giuridico occidentale.

Il dialogo tra Antigone e Creonte è un dialogo di ottenimento perché Creonte vuole ottenere da Antigone la confessione di ciò che ha fatto e dialogo di duello perché a parole Antigone e Creonte esprimono ognuno la propria opinione riguardo all’accaduto,attaccandosi con le proprie ragioni che ognuno ritiene le più giuste.