LA SALUTE DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA

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Transcript della presentazione:

LA SALUTE DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA GRUPPO: Gabriella Nobile Valentina Polliotto Erica Russo Chiara Tiengo.

LA SALUTE DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA: Dal 1890 ad oggi i nati da almeno un genitore straniero sono passati da circa 5.000 a 25.000. Ma tra questi bambini “sono più frequenti la prematurità,il basso peso alla nascita, la nati-mortalità, la mortalità neonatale e calendari vaccinali effettuati spesso in ritardo o in modo incompleto,soprattutto nelle popolazioni nomadi”. Alcuni studi che analizzano lo stato di salute delle donne,dei bambini,degli anziani,dei poveri e sugli immigrati su un campione di donne straniere,hanno evidenziato un’assistenza prenatale ridotta e gravi carenze informative tra le immigrate.Lo stesso studio ha evidenziato che le interruzioni volontarie di gravidanza sono aumentate,mentre tra le italiane le maggiori richieste di Ivg riguardano la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni,tra le straniere c’è un trend fortemente decrescente dalle età più giovani a quelle più avanzate. Sulla salute femminile si deve ricordare il fenomeno della prostituzione,con una stima di prostitute immigrate in Italia per l’anno 2000 compresa tra circa 35.000 e 50.000,con una netta prevalenza di donne provenienti dall’Europa dell’Est e dall’Africa sub- Sahariana,regioni ad altissima prevalenza di sifilide ed Hiv.Per quanto riguarda gli anziani secondo un’analisi retrospettiva riguardante 4.746 pazienti italiani poveri e stranieri con oltre 60 anni,visitati presso il S.Gallicano di Roma negli ultimi 8anni,”si è evidenziato un incremento temporale delle patologie neoplastiche, con un aumento del 9,2 % nel 2002 rispetto al 1994 riferisce toma. Tale fenomeno dipende in parte dall’aumento del numero assoluto di stranieri adulti con più di 60 anni, ma potrebbe anche segnalare una ridotta presenza di atteggiamenti Preventivi e un ritardo accesso al Ssn da parte delle fasce di popolazione più povera ed emarginate come gli stranieri, specialmente se sono irregolari, e gli anziani a reddito minimo”. A tale proposito,ricorda il medico,è stato recentemente diffuso dall’Istat “un dato abbastanza allarmante: L’11% delle famiglie Italiane vive sotto la soglia della povertà e molte di queste famiglie sono costituite appunto da anziani senza una casa di proprietà e con la sola pensione sociale come unica fonte di reddito”. INFORTUNI SUL LAVORO: Alcuni dati delle schede di dimissione ospedaliera segnalano una maggiore frequenza dei ricoveri causati da traumatismi in stranieri non residenti,categoria che comprende quasi esclusivamente gli irregolari, rispetto alla popolazione Italiana.a tale proposito il tema degli incidenti sul lavoro in soggetti stranieri è rilevanti,pur mancando una rilevazione sistematica del fenomeno,le più frequenti cause di ricovero siano quelle legate alle patologie della gravidanza,ai traumatismi intracranici e superficiali,agli aborti indoddi.La scarsa conoscenza dei metodi contraccettivi da parte delle donne immigrate,assenza di un nucleo familiare stabile,precarietà socio-economica,lavorativa e alloggiativa,mancanza di figure di riferimento e supporto,prostituzione

HIV-AIDS E TUBERCOLOSI: Aumentano in modo “costante e rapido” i casi di Aids tra gli stranieri residenti in Italia, la evidenziano l’aumento nel tempo di casi Aids in cittadini stranieri,passati dal 3% circa fino al 1993 a circa il 14% nel 2003. Ricordando che gli stranieri rappresentano meno del 4% dell’intera popolazione,la cifra può essere spiegata “sia con il migliorato accesso degli stranieri ai servizi pubblici che con un aumentato numero di stranieri Con Hiv/Aids che giungono in Italia per potersi curare con le terapie antiretrovirali spesso non disponibili nei rispettivi Paesi di provenienza”,secondo il sistema di sorveglianza delle malattie sessualmente trasmesse dell’Iss, la prevalenza di queste patologie nell’ambito della popolazione straniera è dell’11%. Sono osservate in molti centri specialistici, anche la percentuale dei casi di tubercolosi in persone straniere è in costante aumento: secondo i dati dell’Iss è passata dall’8,1% nel 1992 all’ 16,6% nel 1998. Altri studi epidemiologici Europei effettuati dall’International Centre for Migration and Health dell’Oms confermano questo trend epidemiologico e rilevano che nella maggior parte dei casi Europei, la tubercolosi e l’Aids in stranieri continuano ad aumentare nel tempo e “colpiscono soprattutto pazienti irregolari che vivono in condizioni igienico- abitative peggiori sia rispetto alla Popolazione generale, sia rispetto agli sranieri con regolare permesso di soggiorno”.

TOSSI E BRONCHITI: A MILANO : migrazioni e malattie. Gli immigrati che si stabiliscono nel nostro Paese sono giovani e sani e arrivano in buone condizioni fisiche, ma si ammalano mentre sono qua, a causa delle precarie condizioni di vita e di lavoro che sono costretti ad accettare. In Italia sta nascendo un osservatorio Nazionale epidemiologico sull’immigrazione, progetto di ricerca finanziato dal ministero della sanità che vuole tenere sotto controllo le condizione di salute degli extracomunitari. Dopo due anni di sperimentazioni in 5 regioni: Marche,Lazio,Lombardia,Veneto,Sicilia,i responsabili dell’osservatorio analizzano le tendenze emerse. Qual’ è il quadro della situazione per quanto riguarda la salute degli immigrati in Italia? Le loro patologie sono legate prevalentemente al disagio sociale. Sono malattie che riguardano l’usura del corpo dovute alle cattive condizioni di vita e di lavoro, sono concentrate nell’apparato digerente e respiratorio, sono malattie della pelle e del sistema nervoso. Le donne arrivano qua per lavorare e restano incinte abortiscono con una frequenza 3 volte superiore alle donne italiane. Problemi che per gli immigrati irregolari sono ancora più gravi che per quelli che hanno il permesso di soggiorno, anche se la legge in vigore tutela, a parole, la salute di tutti gli stranieri e la loro possibilità di accesso ai servizi sanitari, a prescindere dalla loro situazione amministrativa. Ci sono poi differenze di condizione di salute anche fra le diverse comunità straniere. Le donne latino americane, dell’Est Europeo e dell’Africa Nera rinunciano alla maternità con un’incidenza maggiore delle donne, per esempio Nord Africane. Il loro progetto migratorio è legato specificatamente al lavoro domestico.

Aborti delle donne straniere: PROVENIENZA DONNE DELL’EST DONNE LATINO AMERICANE DONNE AFRICANE ANNI 2005-2008 NUMERO ABORTI 3400-4400 3800-4500 3900-4600 FONTE:: LA REPUBBLICA METROPOLI, da TOSSE BRONCHITI E STRESS di ZITA DAZZI, il 27/02/2006

QUANDO SI SOFFRE PER IL MAL DI VIVERE ALTROVE: Ci sono degli stranieri colpiti da forme depressive e manifestazioni fisiche di disagio dovute allo stress dell’immigrazione. Venendo in Italia hanno difficoltà ad ambientarsi. E la legge Bossi Fini che li condanna alla precarietà non li aiuta ma aumenta il loro senso di inadeguatezza e di fallimento. Un malessere dell’anima che i dottori di Roma definiscono “ SHOCK CULTURALE”, o ancora “ DEPRESSIONE REATTIVA”. Ma c’è chi puntualizza: attenzione a usare nomi e concetti in modo improprio. “ Con shock culturale ci si riferisce alle reazioni causate dall’impatto subito da gli esseri umani quando sono obbligati a vivere per un periodo di tempo più o meno lungo in un ambiente culturale e famigliare diverso da quello conosciuto. Si tratta di una sindrome che deriva dalla difficoltà di relazionare con un nuovo ambiente sociale, economico e culturale e dalla separazione dai propri amici e parenti.”

In base allo studenti stranieri provenienti da paesi a sviluppo avanzato i medici di Roma hanno schematizzato la sindrome in 5 fasi. 1) “ LUNA DI MIELE”: L’immigrato avverte che appartiene alla propria coltura. 2) “ STRESS”: Le novità lo fanno sentire confuso, isolato, e insicuro. 3) “ RIFIUTO DELLA NUOVA CULTURA” L’inadeguatezza si trasforma in rabbia, ostilità e frustrazione. 4) “ AUTONOMIA” La fase della risalita che insieme “ALL’INDIPENDENZA”, dove l’immigrato comincia ad accettare le differenze culturali, a prendere confidenza con l’ambiente, riguadagnando la fiducia in se stesso. Oltre all’impatto iniziale c’è la difficoltà di integrarsi. Hanno il problema di non sentirsi accettati.

Anche i più piccoli sono immuni dalle difficoltà dell’adattamento in un paese nuovo. Esprimono il proprio malessere rifiutando di parlare. Altri manifestano l’aggressività. Ci sono anche alcuni immigrati che soffrono per depressione; ma ci sono anche quelli che piangono e sono di mal umore semplicemente perché sono tristi. FONTE: LA REPPUBLICA METROPOLI, SALUTE, QUANDO SI SOFFRE PER IL MALE DI VIVERE ALTROVE, DI TECLA BIANCOLATTE DATA: 27-02-2006

SITOBIBLIOGRAFIA: CITTADINANZA SOCIALE E DIRITTO ALLA SALUTE DUDU