Le pari opportunità in Europa

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Transcript della presentazione:

Le pari opportunità in Europa A cura della Dr.ssa Cantore Gabriella

Le pari opportunità in Europa Art. 119 del trattato istitutivo della CEE (Roma 25 marzo 1957) (oggi 141) : Ciascuno stato membro assicura durante la prima tappa e in seguito mantiene, l’applicazione del principio di parità delle retribuzioni fra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro…(disapplicato in Italia fino al 1977 quando entrò in vigore la legge n. 903) Per retribuzione, secondo l’art. 119, si intende: ..il salario o il trattamento normale di base o minimo, e tutti gli altri vantaggi pagati direttamente o indirettamente, in contanti o in natura, dal datore di lavoro al lavoratore in ragione dell’impiego di quest’ultimo. La parità di retribuzione, senza discriminazione fondata sul sesso implica: a) che la retribuzione accordata per uno stesso lavoro pagato a cottimo sia fissata in base a una stessa unità di misura; b) che la retribuzione corrisposta per un lavoro pagato a tempo sia uguale per un posto di lavoro uguale.

Risoluzione del 21 gennaio 1974 del Consiglio della Comunità Europea Prevede un programma di azione sociale per consentire la parificazione delle condizioni di vita e di lavoro, nonché uno sviluppo economico e sociale equilibrato della Comunità. Vengono adottate tre direttive.

Direttive (anni 1970) 10 febbraio 1975/117 entrata in vigore nel 1976, prevede l’eliminazione di ogni discriminazione fondata sul sesso per uno stesso lavoro o per un lavoro equivalente (in Italia legge 903 del 1977) 9 febbraio 1976/207 entrata in vigore nel 1978, mira ad assicurare la parità di trattamento fra i lavoratori dei due sessi per quanto concerne l’accesso al lavoro, la formazione e la promozione professionale, nonché le condizioni di lavoro. 19 dicembre 1978/7 relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale. Si applica a tutti i regimi legali in materia di protezione contro le malattie, l’invalidità e la vecchiaia, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali e la disoccupazione.

Commissione per i diritti delle donne Ottobre 1979 il Parlamento europeo istituisce la Commissione per i diritti delle donne, la cui funzione principale è la raccolta di informazioni sulla condizione femminile e la formulazione di progetti comunitari   Maggio 1980, a Manchester, la Commissione riunisce anche le rappresentanze dei comitati nazionali per la parità e per il lavoro allo scopo di esaminare lo stato delle azioni intraprese e da intraprendere. Il bilancio di tale Conferenza porta nel febbraio 1981 ad una risoluzione che diventa un vero e proprio programma politico a favore delle donne.

Direttive del Consiglio Europeo 24 Luglio 1986/378 attuazione del principio della parità di trattamento tra uomini e donne nel settore dei regimi professionali di previdenza. 11 Dicembre 1986/613 applicazione del principio della parità di trattamento fra uomini e donne che esercitano un’attività autonoma e sulla tutela della maternità.

Direttive del Consiglio Europeo 19 Ottobre 1992/85 attuazione di misure per il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento. 3 Giugno 1996/34 direttiva sul congedo parentale. 15 Dicembre 1997 Direttiva n. 81 relativa all’accordo sul lavoro a tempo parziale. Direttiva n. 80 sui casi di discriminazione basata sul sesso. 15 Dicembre 1997 direttiva che modifica ed estende la direttiva 96/34/CE sui congedi parentali

Programma di azione comunitaria per la Promozione delle Pari Opportunità 1982/1985 Primo programma di azione. Previa consultazione delle parti sociali e in collaborazione con i Comitati di lavoro o della parità degli stati membri, riuniti in un gruppo di collegamento permanente e con le finalità di rendere complete e operative le leggi e superare le disuguaglianze di fatto.   Luglio 1984 il Parlamento istituisce una Commissione permanente per i diritti delle donne con il compito di vigilare affinché i problemi siano presi in considerazione in tutti gli atti comunitari

Secondo e terzo programma comunitario a medio termine (1986/1990) (1991/1995) Secondo programma comunitario a medio termine 1986/1990 propone azioni concernenti l’occupazione delle donne in attività attinenti alle nuove tecnologie e azioni a favore delle ripartizione uguale delle responsabilità professionali, familiari e sociali.   Terzo programma d’azione comunitaria a medio termine 1991/1995: 1) applicazione e sviluppo del quadro giuridico e normativo; 2) integrazione delle donne nel mercato del lavoro, con aumento qualitativo e quantitativo dell’occupazione; 3) miglioramento della condizione delle donne nella società.

Quarto programma d’azione a medio termine per le pari opportunità (1996/2000) Obiettivi: 1) promozione della partnership in evoluzione; 2) promozione della parità in un’economia in evoluzione; 3) possibilità per donne e uomini di lavorare e di occuparsi della famiglia; 4) promozione di un’adeguata rappresentanza dei sessi nel processo decisionale; 5) predisposizione per le donne di strumenti per esercitare i loro diritti.

Quinto programma d’azione a medio termine in materia di parità tra donne e uomini (2000-2004) attività (50 milioni di euro per finanziare): a) misure di sensibilizzazione b) analisi e valutazione delle politiche che interessano la parità c) realizzazione di reti per la parità che colleghino le istituzioni dell’UE, le autorità nazionali, le parti sociali e le ONG. obiettivi a) promuovere e diffondere buone prassi in materia di parità tra i sessi e i valori alla loro base b) Fornire una conoscenza delle questioni legate, direttamente o indirettamente, alla discriminazione tra i sessi individuando i casi in cui essa sussiste ed esplorando le possibili risposte politiche c) Sviluppare la capacità degli attori principali, come le ONG e le parti sociali, di promuovere la parità tra uomini e donne

7 giugno 2000: nuova strategia quadro comunitaria in materia di parità tra donne e uomini cinque obiettivi: parità nella vita economica pari rappresentazione e partecipazione nel processo decisionale parità nella vita sociale parità nella vita civile cambiare i ruoli di genere e sormontare gli stereotipi

Trattati 1/1/1993 – Maastricht 16-17/6/1997 - Amsterdam Ha confermato nell’art. 119 la parità di retribuzione fra uomo e donna sui luoghi di lavoro L’art 141 ampliamento dell’art. 119 aiuta gli Stati membri ad adottare Azioni Positive per facilitare le attività professionali da parte delle donne 16-17/6/1997 - Amsterdam Nel Preambolo riconosce i diritti della donna come diritti fondamentali Art.2 e 3 promuove la parità tra uomini e donne in quanto missione della Comunità Art. 13 impegna gli stati membri a combattere le discriminazioni fondate sul sesso.

Carta dei diritti fondamentali della UE 7 dicembre 2000 il Consiglio europeo di Colonia (3/4 giugno 1999) conferisce mandato ad una Convenzione di redigere il progetto, la Convenzione si costituisce nel dicembre 1999 e approva il progetto il 2 ottobre 2000, il Consiglio europeo di Biarritz (13/14 ottobre 2000) conviene all'unanimità sul progetto e lo trasmette al Parlamento europeo e alla Commissione, il Parlamento europeo lo approva il 14 novembre 2000 e la Commissione il 6 dicembre 2000, il 7 dicembre 2000 a Nizza i Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione a nome delle rispettive Istituzioni sottoscrivono e proclamano la Carta .

Testo La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riprende in un unico testo, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei nonché di tutte le persone che vivono sul territorio dell'Unione. Questi diritti sono raggruppati in sei grandi capitoli: Dignità Libertà Uguaglianza Solidarietà Cittadinanza Giustizia

Articoli sulla parità e le pari opportunità Art. 21, primo comma: E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali. …… Art. 23: La parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio della parità non osta al mantenimento o all’adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato.

Comunicazione della Commissione (7 giugno 2000) “Verso una strategia-quadro comunitaria per la parità tra donne e uomini” La comunicazione ha lo scopo di contribuire alla lotta contro le disuguaglianze tra donne e uomini nella vita economica, politica, civile e sociale. La strategia-quadro proposta è basata su un duplice approccio. Essa si prefigge, da una parte, di integrare la dimensione del genere in tutte le politiche comunitarie aventi un impatto diretto o indiretto sull'obiettivo della parità tra donne e uomini (principio del mainstreaming, intervento attivo: integrazione della dimensione del genere). Parallelamente a questo approccio globale, la strategia-quadro propone inoltre la realizzazione di azioni specifiche in favore delle donne, indispensabili per eliminare le disuguaglianze persistenti. La strategia-quadro proposta si articola su cinque settori d'intervento interdipendenti comprendenti ciascuno diversi obiettivi operativi: la vita economica, la parità di partecipazione e di rappresentanza, i diritti sociali, la vita civile, nonché i ruoli e gli stereotipi maschili e femminili.

Promuovere la parità tra uomini e donne nella vita economica Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 ha invitato la Commissione e gli Stati membri a promuovere tutti gli aspetti della parità di opportunità nelle politiche dell'occupazione riducendo l'isolamento professionale e permettendo di conciliare in maniera più agevole la vita professionale e la vita familiare. In tale quadro, la strategia della Commissione propone tre obiettivi operativi:  potenziare la dimensione della parità tra donne e uomini nella strategia europea per l'occupazione. Si tratterà in particolare di favorire la formazione delle donne durante l'intero arco della vita e di promuovere l'impiegabilità delle donne ed il loro accesso ai posti di lavoro nei settori delle tecnologie e dell'informazione; migliorare l'utilizzazione dei fondi strutturali per la promozione della parità tra donne e uomini, segnatamente attraverso i fondi EQUAL , INTERREG , URBAN , LEADER elaborare strategie per favorire l'integrazione della dimensione del genere in tutte le politiche aventi un impatto sul posto che occupano le donne nell'economia.

Promuovere la parità di partecipazione e di rappresentanza La persistente minore rappresentanza delle donne nei vari settori decisionali caratterizza una carenza democratica che rende necessarie varie azioni volte a perseguire i seguenti obiettivi: migliorare l'equilibrio nella partecipazione delle donne e degli uomini per quanto riguarda le decisioni politiche. Le azioni si orienteranno, tra l'altro, verso una valutazione dell'incidenza dei sistemi elettorali, delle normative, delle quote e di altre misure relative alla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini negli organi politici eletti. Tali azioni verteranno del pari sull'attuazione di azioni di sensibilizzazione dei cittadini europei sulla necessità di una rappresentanza equilibrata tanto a livello degli organi pubblici eletti, quanto all'interno delle strutture dei partiti politici;

Gli altri settori di intervento Promuovere la parità di accesso e il pieno godimento dei diritti sociali per le donne e gli uomini  Promuovere la parità tra donne e uomini nella vita civile Promuovere il cambiamento dei ruoli e degli stereotipi maschili e femminili

Il Consiglio d'Europa Il Consiglio d’Europa è la più vecchia (1949) organizzazione politica del continente: raggruppa 45 paesi, tra cui 21 Stati dell’Europa centrale e orientale; ha ricevuto la candidatura di un altro paese (Monaco), e ha accordato lo statuto di osservatore ad altri 5 Stati (Santa Sede, Stati Uniti, Canada, Giappone e Messico), è un’organizzazione distinta dall’Unione europea dei "25"; tuttavia, nessun paese ha mai aderito all’Unione senza prima essere membro del Consiglio d’Europa, ha la propria sede a Strasburgo (Francia).

Finalità Il Consiglio d’Europa è stato istituito allo scopo di: tutelare i diritti dell’uomo e la democrazia parlamentare e garantire il primato del diritto, concludere accordi su scala continentale per armonizzare le pratiche sociali e giuridiche degli Stati membri, favorire la consapevolezza dell’identità europea, basata su valori condivisi, che trascendono le diversità culturali.

Da non confondere Consiglio d'Europa Organizzazione internazionale, con sede a Strasburgo, che riunisce 44 Stati democratici d'Europa. Consiglio europeo Riunione regolare (almeno due volte all'anno) dei capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea destinata a orientare la politica comunitaria.

Da non confondere Assemblea parlamentare Organo deliberante del Consiglio d'Europa. È composta di 306 rappresentanti effettivi e di altrettanti supplenti designati dai parlamenti nazionali degli Stati membri. Parlamento europeo Organo parlamentare dell'Unione europea che raggruppa i 786 deputati dei 25 paesi membri eletti a suffragio universale dagli abitanti dell'Unione europea.

Da non confondere Commissione europea dei diritti dell'uomo La Commissione ha cessato le proprie funzioni nel novembre 1998, in seguito alla creazione della Corte Unica dei Diritti dell'Uomo. Fino al novembre 1998 tale organo esaminava, nell'ambito della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo, la ricevibilità di qualsiasi ricorso individuale o di uno Stato contro uno Stato membro. Commissione europea Organo esecutivo dell'Unione europea con sede a Bruxelles responsabile del controllo dell'applicazione delle disposizioni dei trattati e delle decisioni prese dalle istituzioni dell'Unione.

Da non confondere Corte europea dei Diritti dell'Uomo Ha sede a Strasburgo. E' l'unico organo autenticamente giudiziario istituito dalla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo ed è composta di un giudice per Stato parte alla Convenzione. Garantisce in ultima istanza il rispetto da parte degli Stati contraenti degli obblighi derivanti dalla Convenzione. Dal novembre 1998, la Corte funziona in permanenza. Corte di giustizia delle Comunità europee Ha sede a Lussemburgo e garantisce il rispetto del diritto comunitario, l'interpretazione e l'applicazione dei trattati che istituiscono l'Unione europea.

Da non confondere Corte internazionale di giustizia Organo giudiziario delle Nazioni Unite, con sede all'Aja. Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo Trattato con il quale gli Stati membri del Consiglio d'Europa si sono impegnati a rispettare le libertà e i diritti fondamentali dell'uomo. Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo Adottata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1948 allo scopo di rafforzare, sul piano internazionale, la protezione dei diritti dell'uomo.

Le date principali 5 maggio 1949 Trattato di Londra: istituisce il Consiglio d'Europa. È firmato da dieci Stati: Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. 4 novembre 1950 Firma a Roma della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del Consiglio d'Europa, primo strumento giuridico internazionale che garantisca la protezione dei diritti dell'uomo. 19 dicembre 1954 Firma della Convenzione culturale europea, quadro della cooperazione del Consiglio d'Europa nei campi dell'educazione, della cultura, della gioventù e dello sport. 16 aprile 1956 Creazione del Fondo di ristabilimento (oggi Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa), incaricato di aiutare gli Stati membri nel finanziamento di progetti a carattere sociale. 12 gennaio 1957 Creazione della Conferenza permanente dei poteri locali e regionali d'Europa (oggi Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa), che riunisce gli amministratori degli enti locali e regionali.

Le date principali 18 settembre 1959 Creazione a Strasburgo, a opera del Consiglio d'Europa, della Corte europea dei diritti dell'uomo nell'ambito della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La Corte controlla il rispetto degli impegni assunti dagli Stati Parti contraenti della Convenzione. 18 ottobre 1961 Firma a Torino della Carta sociale europea del Consiglio d'Europa, equivalente della Convenzione europea dei diritti dell'uomo in materia di diritti economici e sociali. 1° giugno 1972 Apertura a Strasburgo del primo Centro europeo della gioventù. 27 marzo 1980 Il Consiglio d'Europa istituisce il Gruppo Pompidou, forum pluridisciplinare di cooperazione interministeriale contro l'abuso e il traffico di stupefacenti. 26 novembre 1987 Firma della Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti disumani o degradanti, elaborata dal Consiglio d'Europa.

Le date principali 8 giugno 1989 L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa istituisce lo statuto d'invitato speciale per stringere legami più stretti con i parlamenti di paesi dell'Europa centrale e orientale in via di democratizzazione. 30 aprile 1990 Apertura a Lisbona (Portogallo) del Centro Nord-Sud. 6 novembre 1990 Adesione del primo Paese post comunista: la Ungheria 10 maggio 1990 Creazione della Commissione europea per la democrazia mediante il diritto (detta «Commissione di Venezia»), che opera nel campo delle garanzie offerte dal diritto al servizio della democrazia. 8-9 ottobre 1993 Primo Vertice dei capi di Stato e di governo degli Stati membri del Consiglio d'Europa a Vienna (Austria). Adotta una Dichiarazione che conferma la vocazione paneuropea dell'Organizzazione e definisce nuove priorità politiche, in particolare la tutela delle minoranze nazionali e la lotta contro ogni forma di razzismo, di xenofobia e d'intolleranza.

Le date principali 17 gennaio 1994 Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa decide di sostituire la Conferenza permanente dei poteri locali e regionali d'Europa con il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa (CPLRE). 1° febbraio 1995 Firma della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali, elaborata dal Consiglio d'Europa. 15 dicembre 1995 Apertura a Budapest (Ungheria) del secondo Centro europeo della gioventù. 28 febbraio 1996 Adesione della Russia 4 aprile 1997 Firma della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e la biomedicina del Consiglio d'Europa. 10-11 ottobre 1997 Secondo Vertice dei capi di Stato e di governo degli Stati membri del Consiglio d'Europa, a Strasburgo (Francia).

Le date principali 12 gennaio 1998 Firma del Protocollo addizionale alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo e la biomedicina del Consiglio d'Europa, che vieta la clonazione di esseri umani. 1° novembre 1998 Istituzione a Strasburgo della nuova Corte europea dei diritti dell'uomo nell'ambito del protocollo n.11 alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La nuova Corte unica e permanente sostituisce il precedente sistema di controllo. 5 maggio 1999 50° anniversario del Consiglio d'Europa 4 novembre 2000 50° anniversario della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali 24 aprile 2002 Adesione della Bosnia-Erzegovina al Consiglio d'Europa 2 maggio 2002 Firma del Protocollo n. 13 alla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo sull'abolizione della pena di morte in ogni circostanza

Le date principali 15 luglio 2002 Adozione delle "Linee guida sui diritti dell'uomo e sulla lotta al terrorismo" 28 gennaio 2003 Firma del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione sulla Cibercriminalità, sulla criminalizzazione degli atti di natura razzista e xenofoba commessi attraverso i sistemi informatici 3 aprile 2003 Adesione della Serbia e Montenegro. 15 maggio 2003 Firma del Protocollo di emendamento alla Convenzione europea sulla repressione del terrorismo

Le donne e la politica: le date più importanti dell’azione del Consiglio d’Europa Dicembre 1979: prima riunione del primo comitato del Consiglio d’Europa incaricato della parità: il Comitato sulla condizione femminile 1982. il Comitato cambia nome e diventa il Comitato per l’uguaglianza tra le donne e gli uomini (CAHFM). Esso identifica il settore della politica come quello nel quale è necessario un intervento prioritario del Consiglio d’Europa. 26 aprile 1985: Raccomandazione 1008 dell’Assemblea parlamentare relativa al posto delle donne nella vita politica 4 marzo 1986: 1° conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza tra gli uomini e le donne (Strasburgo). Adozione della Dichiarazione di Strasburgo sull’uguaglianza tra le donne e gli uomini nella vita politica pubblica

Le donne e la politica: le date più importanti dell’azione del Consiglio d’Europa 1987: il Comitato per l’uguaglianza tra le donne e gli uomini diventa il Comitato europeo per l’uguaglianza tra le donne e gli uomini (CEEG) 16 novembre 1988: Il Comitato dei Ministri adotta la dichiarazione sull’uguaglianza delle donne e degli uomini 4-5 luglio 1989: 2° Conferenza ministeriale sull’uguaglianza tra le donne e gli uomini (Vienna) 24 gennaio 1994: Raccomandazione 1229 dell’Assemblea parlamentare relativa all’uguaglianza dei diritti tra le donne e gli uomini 9-11 febbraio 1995: Conferenza europea sul tema: Uguaglianza e democrazia: utopia o sfida concreta? (Strasburgo). Il risultato è il contributo del Consiglio d’Europa alla 4° Conferenza mondiale dell’ONU a Pechino (4-15 settembre 1995)

Le donne e la politica: le date più importanti dell’azione del Consiglio d’Europa 10-11 ottobre 1997: Adozione della dichiarazione finale del 2° summit del Consiglio d’Europa, nella quale i capi di Stato e di governo sottolineano l’importanza di una rappresentanza equilibrata di donne e di uomini in tutti i settori della società, compresa la vita politica 13-14 novembre 1997: 4° Conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza tra donne e uomini (Istanbul). Adozione della Dichiarazione di Istanbul sull’uguaglianza tra uomini e donne come criterio fondamentale per la democrazia 22 giugno 1999: raccomandazione 1413 (1999) dell’Assemblea parlamentare sulla rappresentanza paritaria nella vita politica

Le donne e la politica: le date più importanti dell’azione del Consiglio d’Europa 22-23 gennaio 2003: 5° Conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza tra le donne e gli uomini (Skopje), avente per tema: “La democratizzazione, la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace: le prospettive e il ruolo delle donne” 12 marzo 2003: Raccomandazione Rec (2003) 3 del Comitato dei Ministri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai livelli decisionali politici e pubblici

Definizioni Direttive La direttiva è uno strumento giuridico adottato dal consiglio che facilita l’applicazione della normativa comunitaria poiché sancisce l’obbligo per gli stati membri di prendere misure nazionali al fine di realizzare entro un determinato termine l’obiettivo fissato dalla direttiva.

Esempi Prima direttiva 75/117 del 10 febbraio 1975 entrata in vigore nel 1976, ha come obiettivo l’eliminazione di ogni discriminazione fondata sul sesso per uno stesso lavoro o per un lavoro equivalente (possibile ricorso ai Tribunali) Seconda direttiva (76/207) entrata in vigore nel 1978 assicura la parità di trattamento tra i lavoratori dei due sessi per quanto concerne l’accesso al lavoro, la formazione e la promozione professionale, le condizioni di lavoro e vieta qualunque discriminazione diretta o indiretta fondata sul sesso, in modo particolare in riferimento allo stato civile o alla situazione familiare. Terza direttiva (79/7) sui regimi di protezione contro i rischi di malattia e infortunio, invalidità e vecchiaia.

Esempi Quarta direttiva (86/378) sulla sicurezza sociale. Come per tutte le altre direttive in materia, il campo di applicazione personale corrisponde alle categorie delle persone appartenenti alla popolazione attiva, salariata o autonoma (compresi i malati, i pensionati, i disoccupati e gli invalidi) Quinta direttiva (86/613) uguaglianza di trattamento tra uomini e donne che esercitano attività autonoma (e disposizioni relative alla tutela della maternità) Sesta (92/85) protezione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro delle donne in gravidanza e in allattamento. Settima (96/34) accordo quadro sul congedo parentale Ottava (97/80) onere della prova nei casi di discriminazione basata sul sesso Nona (97/81) accordo quadro sul lavoro a tempo parziale.

Esempi Decima (2002/73/CE) del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all’attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro.

Risoluzioni Le Risoluzioni sono strumenti che hanno come finalità quella di manifestare orientamenti e di definire linee da seguire su specifici orientamenti. Non vincolano perciò gli stati membri ma indicano i desideri del Consiglio.

Esempi Risoluzione del 12 luglio 1982, concernente la promozione delle pari opportunità tra uomo e donne  Risoluzione 7 giugno 1984, sulle azioni atte a combattere la disoccupazione femminile. Risoluzione 16 dicembre 1988 sul reinserimento professionale e l’inserimento tardivo delle donne Risoluzione del 29 maggio 1990 sulle molestie sessuali in ambiente di lavoro. Risoluzione del 27 marzo 1995 riguardante la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale

Raccomandazioni Pur essendo anch’esse fonti di diritto comunitario impegnano solo politicamente gli stati membri e non comportano la formazione di vincoli giuridici internazionali. Esempio:  84/635/ CEE il Consiglio delle Comunità Europee raccomanda agli stati membri l’adozione di politiche volte a togliere le disparità di fatto che coinvolgono le donne nella vita lavorativa tramite azioni positive (in Italia legge 125 del 1991) L’azione positiva viene configurata come un mezzo diretto a favorire le donne a scapito degli altri lavoratori, come strumento di integrazione della forza lavoro femminile là dove è sottoutilizzata o addirittura esclusa.

Grazie per l’attenzione Fine Grazie per l’attenzione