Dalla Preistoria al Neolitico

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Transcript della presentazione:

Dalla Preistoria al Neolitico Lezione del corso di Storia della Tecnologia 25/02/2008 Filippo Nieddu

La diffusione dell’uomo sulla Terra Il continente eurasiatico vide la comparsa dei primi ominidi, diversi milioni di anni or sono Dal Centro Africa, sin da un milione di anni fa, la specie umana si diffuse in Asia, e successivamente in Europa. La conformazione degli oceani e dei ghiacci impedì o permise migrazioni ulteriori, tanto che le migrazioni verso l’Oceania e l’America avvennero in tempi molto più prossimi, dell’ordine di qualche decina di migliaia di anni fa

Le “regole del gioco” Una maggiore disponibilità di cibo implica una maggiore (densità di) popolazione. Tra le specie vegetali e animali presenti in natura, solo una piccola percentuale è commestibile e domesticabile. I quattro “aiuti” degli animali domesticati: latte, carne, concime e forza motrice. La sedentarizzazione coincide con la creazione dei surplus alimentari, perché di norma il popolo stanziale ottiene il cibo con metodi più produttivi

Facilità di diffusione Ampia disponibilità di specie domesticabili Asse continentale in direzione est-ovest I fattori importanti Facilità di diffusione delle specie Domesticazione di molte specie animali e vegetali Surplus alimentare, immagazzinamento Società sedentarie numerose, popolate soc. stratificate Tecnologia Armi da fuoco, spade d’acciaio Navigazione transoceanica Cultura scritta organi di governo Malattie epidemiche Cavalli

I metodi per la comprensione La datazione al radiocarbonio (il C14 “degenera” spontaneamente a C12 e non viene reintegrato negli organismi morti). L’analisi dei materiali fittili. L’analisi dei reperti tecnologici (ad es. aratri).

Il passaggio all’agricoltura / 1 “La decisione di coltivare la terra non fu mai presa al buio, come se non esistessero altri modi di procurarsi di che vivere. La produzione autonoma di cibo e l’uso dei prodotti spontanei sono sempre state due strategie alternative in competizione tra di loro, che si sono confrontate anche con strategie miste in cui la coltivazione o l’allevamento di alcune specie si affiancava in varia misura alla raccolta o alla caccia di altre […] Chiediamoci allora: quali fattori hanno fatto pendere la bilancia da un lato?”

Il passaggio all’agricoltura / 2 Declino delle risorse naturali. Aumento della disponibilità di specie domesticabili a scapito di quelle “irrimediabilmente” selvatiche. Ciò in ragione soprattutto dei cambiamenti climatici verificatisi alla fine del Pleistocene (1,8 mil ÷ 11.000 anni fa). Crescenti progressi tecnologici nella raccolta, trasformazione e stoccaggio del cibo. Legame di causa-effetto (in entrambi i sensi) tra la crescita della densità di popolazione e la crescita della produzione di cibo.

La tecnica agricola Principali invenzioni furono falci dalla lama di selce e dal manico di legno o di osso; cesti per trasportare il raccolto verso casa; mortai, pestelli e mole per liberare i grani dalla pula; metodi di essiccazione per evitare che i grani germogliassero dopo la raccolta; e grandi silos sotterranei, alcuni dei quali intonacati per renderli impermeabili. In tutti i siti della Mezzaluna Fertile sono state trovate abbondanti testimonianze di queste tecniche che, sebbene ideate per i cereali selvatici, sono prerequisiti essenziali per la nascita dell’agricoltura, e costituiscono un primo passo forse inconsapevole verso la domesticazione.

I cambiamenti nelle specie vegetali Modifiche nella modalità di spargimento dei semi da parte della pianta. Aumento della dimensione dei semi e dei frutti delle piante allevate intensivamente. Un esempio di fallimento storico di domesticazione: la quercia. Motivi: a) ritmo lento di crescita; b) difficoltà di selezione per la presenza di roditori; c) difficile controllo (a livello genetico) del gusto.

La Mezzaluna Fertile Tutta l’area in questione ha un clima di tipo mediterraneo, caratterizzato da inverni miti e piovosi e da estati lunghe, calde e secche. La ciclicità del clima condiziona la ciclicità dei raccolti. Le specie selvatiche progenitrici di quelle coltivate erano già abbondanti e produttive in natura. Un vantaggio delle specie mediorientali consiste nell’essere in gran parte ermafrodite sufficienti.

Perché solo la Mesopotamia? La Mesopotamia è di gran lunga la più vasta estensione contigua di terre con clima mediterraneo al mondo, e quindi ospita una maggiore diversità animale e vegetale. E’ la zona dove si verificano le più forti escursioni stagionali, il che favorisce l’evoluzione di un’alta percentuale di piante annue. La Mezzaluna Fertile presenta grandi diversità orografiche. La differenza di altitudine si riflette nei tempi del raccolto, perché le piante coltivate in altura maturano più tardi di quelle delle pianure. Non si riscontra in nessuna altra zona una simile abbondanza di specie animali di grossa taglia adatti alla domesticazione. Lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori era qui molto meno conveniente rispetto ad altre zone. C’erano pochi grandi fiumi, lo sbocco sul mare era limitato, e la pesca e la raccolta di molluschi non erano attività molto produttive.

Le specie vegetali Alla base dell’agricoltura sviluppatasi nella Mezzaluna Fertile si ha una maggiore biodiversità, associata a una maggiore possibilità di domesticazione delle specie, vegetali e animali. 33 delle 56 specie erbacee a seme grosso erano originariamente presenti nel continente eurasiatico.

Le specie animali La domesticazione degli erbivori è molto più conveniente, per molti motivi: Energia necessaria; Tasso di crescita; Carattere; Riproduzione in cattività; Tendenza al panico; Struttura sociale (branco).

Le specie animali - immagini Banteng Mithan

Alcune importanti caratteristiche La diffusione delle specie e gli spostamenti furono favoriti o compromessi anche per via della conformazione territoriale dei continenti. Estensione lungo un parallelo, presenza di catene montuose, di stretti lembi di terra, di cambiamenti del paesaggio (es. deserti) facilitarono o impedirono grandi migrazioni di specie vegetali e animali.

L’agricoltura e le sue conseguenze L’agricoltura permette densità abitative assai superiori (da 10 a 100 volte) rispetto allo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori. Inoltre questi ultimi sono nomadi, che abbandonano gli accampamenti e con essi i loro escrementi, potenziali ricettacoli di germi e parassiti. I contadini sedentari, invece, devono convivere con i loro rifiuti, il che fornisce ai microbi una comoda strada per diffondersi nelle acque utilizzate dalla comunità. La maggiore contiguità fisica degli animali diffusi in Eurasia ha condizionato il diffondersi delle malattie, cosa non possibile nelle pur (poche e isolate) città delle altre parti del mondo. Questi i motivi essenziali per cui l’agricoltura è responsabile delle malattie infettive.

La diffusione delle malattie Alcuni popoli rendono le cose ancora più facili ai batteri e vermi fecali raccogliendo le loro deiezioni e spargendole sui campi come concimi. Le tecniche di irrigazione e piscicoltura, poi, facilitano la vita ai molluschi vettori della schistosomiasi e alle fasciole, che possono infilarsi nella pelle di chi si avventura nelle acque contaminate. Inoltre, gli insediamenti agricoli attirano i roditori, che sono notori veicoli di malattie. Il disboscamento, infine, rende l’habitat ideale per il prosperare della zanzara anofele che porta la malaria. Bisogna aspettare l’inizio del nostro secolo per poter considerare le città europee autosufficienti dal punto di vista demografico; fino ad allora un flusso costante di immigrati dalle campagne era necessario per bilanciare l’altissimo tasso di mortalità dovuto alle malattie infettive.

Le malattie

La scrittura La scrittura è una fonte di potere nelle società moderne, perché rende possibile trasmettere conoscenza meglio, più rapidamente e più lontano Secondo l’antropologo Claude Lévi-Strauss, la funzione principale della scrittura nel tempo antico era di «facilitare l’asservimento di altri esseri umani». L’uso non professionale della stessa venne molto più tardi, con la nascita di sistemi più semplici ed espressivi

La scrittura “Tutte le invenzioni indipendenti o quasi (in Mesopotamia, Messico, Cina ed Egitto) e le loro modifiche successive (a Creta, in Iran, nella valle dell’Indo e così via) implicano l’esistenza di popoli socialmente stratificati dotati di istituzioni di governo complesse e centralizzate. Le prime forme di scrittura erano funzionali ai bisogni di queste società, come ad esempio la contabilità e la propaganda, e gli utenti erano scribi a tempo pieno, mantenuti grazie alle eccedenze alimentari prodotte dalla forza-lavoro agricola. Nessun gruppo di cacciatori-raccoglitori inventò o importò la scrittura, perché in quelle società mancavano i presupposti istituzionali e i surplus alimentari necessari per mantenere la casta improduttiva degli scribi

Il disco di Festo (circa 1700 a.C.

L’adozione delle tecnologie Motivazioni dell’adozione di una tecnologia: vantaggio economico della nuova tecnologia rispetto all’esistente; prestigio, che può fare cadere le ragioni di ordine economico (come nel caso della moda); compatibilità con gli interessi già acquisiti (esempio quello della tastiera QWERTY, risalente al 1873); visibilità dei vantaggi derivanti dall’adozione della nuova tecnologia.

Perché si adotta una tecnologia? / 1 Il primo motivo è di ordine “demografico”: La speranza di vita condiziona in modo diretto la possibilità di accumulare conoscenze e intraprendere programmi a lunga scadenza. Altri motivi sono di ordine socio-economici: Livello di disponibilità della forza lavoro a buon mercato; La legislazione in materia brevettuale, che condiziona in modo variabile la propensione all’innovazione; L’esistenza di istituzioni che diano opportunità di istruzione tecnico-scientifica; Redditività degli investimenti in ricerca e sviluppo (come nel caso del capitalismo moderno); Possibilità di godimento individuale delle esternalità derivanti dalle invenzioni.

Perché si adotta una tecnologia? / 2 Disponibilità ad assumersi rischi; Esistenza del metodo scientifico; Tolleranza per le idee diverse (esempio negativo della Cina); Caratteristiche del clima religioso; Altri fattori hanno valenze diverse secondo i casi: La guerra, da sempre grande motore per l’innovazione, ma i conflitti possono causare successivi gravissimi arresti del progresso scientifico; Presenza di un governo centrale (Giappone e Germania a pro nel xx secolo, Cina contro nel xvi secolo); Condizioni climatiche: la loro influenza varia; Abbondanza di risorse (stimola la possibilità di dedicare risorse e tempo all’innovazione; al contrario, la sua assenza può far maggiormente ingegnare per trovare nuove soluzioni).

Conclusioni L’Eurasia (con il Nordafrica) è la più vasta estensione terrestre del pianeta, che ospita il più alto numero di popoli. Qui si trovano i due centri in cui l’agricoltura sorse per prima (Mezzaluna Fertile e Cina); e il suo orientamento principale secondo l’asse est-ovest permise a idee e invenzioni di circolare abbastanza rapidamente tra terre situate alle stesse latitudini e dal clima simile. La sua larghezza anche lungo l’asse minore nord-sud contrasta nettamente con le Americhe, dove la ristrettezza dell’istmo di Panama costituisce un ostacolo. L’Eurasia non ha le grandi barriere ecologiche che attraversano da est a ovest l’Africa e l’America. Grazie a tutti questi fattori, in questo continente il progresso del post-Pleistocene iniziò prima che in ogni altro, con il risultato che si accumulò la più grande quantità di tecnologie

Riferimenti bibliografici essenziali Jared DIAMOND, Armi, acciaio e malattie, Torino : Einaudi, 1998 Charles SINGER (ed.), Storia della tecnologia, Torino : Bollati Boringhieri, 1995