Lo Stato italiano e i demoetnoantropologici

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Le scoperte scientifiche Macchine senza pilota. Lapplicazione delle scoperte riguarda il rapporto delluomo con se stesso e con lambiente in cui vive Luomo.
Advertisements

LICFLICF. La diffusione dellICF in Italia, sostenuta con grande forza dalle principali associazioni di tutela delle persone con disabilità e dalla comunità
PROGETTO CURRICOLARE D’ISTITUTO EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ DEMOCRATICA MONITORAGGIO FINALE Anno Scolastico
PARTITI DI CENTRO-SINISTRA.
Ministero della Pubblica Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per le Marche – Direzione Generale Centro Documentazione Piano delle attività della Direzione.
Progetto Sostegno alle Politiche di Ricerca e Innovazione delle Regioni 12 luglio 2011 Roma Ministero dello Sviluppo Economico SESSIONE B Politiche di.
L’offerta di microdati da parte dell’Istat
LINEE GUIDA SECONDO BIENNIO E ULTIMO ANNO
I programmi di internazionalizzazione Elisabetta Vezzosi 10 maggio 2006.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo Dipt. di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali - O.A.S.S.S. Corso.
Federico Valacchi Università di Macerata
Progetto Integrato Territoriale n. 4 Area della Murgia Promozione dell internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali Incontro di partenariato per.
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone Nazionalismo (lez. 10) II SEMESTRE A.A
Il Sistema Informativo Generale del Catalogo: strumento per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale Roma, 22 novembre.
I musei da strumenti della tutela sono chiamati ad essere, in aggiunta a tutte le altre attività da essi espletate, strumenti di valorizzazione del patrimonio.
FACOLTA DI ECONOMIA E LETTERE E FILOSOFIA A.A Insegnamento di Metodologia per la valorizzazione dei beni archeologici Settore Scientifico-Disciplinare:
Eredità culturale e nuove tecnologie: La digitalizzazione del libro antico tra accesso e conservazione Padova, febbraio 2000 La biblioteca digitale:
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Programma Operativo Nazionale Governance e Azioni di Sistema (FSE) Obiettivo 1 - Convergenza [IT051PO006]
ISTITUTO CENTRALE PER I BENI SONORI ED AUDIOVISIVI.
La cultura del web, il web per la cultura
Arca dei Suoni, dellU.O. VIII del CRICD a cura dellU.O. VIII del CRICD - Centro per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana,
GLI SCENARI DELLINNOVAZIONE MUSEALE Lodi – 7 marzo 2006 Alberto Garlandini Dirigente Musei e servizi culturali - Regione Lombardia Consigliere nazionale.
Patrimonio culturale e nativi digitali IV Giornata della didattica dei Beni Culturali Lesperienza dellI.T.I.S. Vittorio Emanuele III nel progetto Arca.
Escono 11 v. – lavori interrotti nel 1976
Note per il corso di Informatica per le discipline umanistiche Catalogazione dei beni culturali Marco Lazzari Università di Bergamo Facoltà di Lettere.
LA NASCITA DELL’EUROPA
Settore scientifico-disciplinare M/DEA-01. FOLK + LORE POPOLO + SAPERE.
Istruzione,Ricerca ed Open Access Il Sapere tra libertà, limiti e diritti Esperienze Scolastiche Relazione Dirigente Scolastico Giancarlo Marcelli.
Massimo Pirovano Il museo demoetnoantropologico
210° ANNIVERSARIO DEL TRICOLORE
VERSO UN CURRICOLO DIOCESANO
SSIS Rovereto, a cura di Ernesto Passante, 24 gennaio Temi sullAutonomia scolastica 3 lautonomia scolastica, cosa e come Lautonomia per linsegnanteLautonomia.
By Giorgio Croci La prima trasmissione televisiva ufficiale risale al 3 gennaio1954 a cura della Rai ma ancora la televisione non era molto diffusa.
MAR Museo d’Arte della città di Ravenna Si trova all'interno del complesso monumentale della Loggetta Lombardesca, già Abbazia di S. Maria in Porto, sorto.
I Beni demoetnoantropologici e lo Stato italiano
Patrimoni-identità Lo sguardo dell’antropologo
“Il Quarto Stato” Di Giuseppe Pelizza Da Volpedo
IL PARLAMENTO RAPPRESENTA LA VOLONTA’ DEL POPOLO ED AL POPOLO SPETTA LA SOVRANITA’ LO STATO ITALIANO E’ NATO NEL 1861 MA E’ DIVENUTO REPUBBLICA PARLAMENTARE.
MILANO 23 SETTEMBRE 2014 RACCONTIAMOCI, NERO SU BIANCO.
Un progetto interamente INTERDISCIPLINARE, pensato e curato da Umberto Eco
Dott.ssa Benedetta Dell'Anno
“Arca dei Suoni”, dell’U.O. VIII del CRICD a cura dell’U.O. VIII del CRICD - Centro per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione.
R:\2.Scambio\Normativa_Privacy
Antropologia del patrimonio culturale
Diritto beni culturali Prof. Davide Galliani Anno Accademico 2013/2014.
Sistema bibliotecario italiano Premessa storica L’assetto attuale delle biblioteche italiane è stato fortemente condizionato dalle modalità con cui lo.
Corso di Antropologia della Musica Lezione 1
Gli studi demologici italiani e il “patrimonio demoetnoantropologico”
Vincenza Ferrara - Corso di Studi in tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali classe l-43 Università.
1 Fruizione e valorizzazione (Titolo II) Capo I: Fruizione dei beni culturali  Sez. I Principi generali  Sez. II Uso dei beni culturali Capo II:Principi.
Lo sviluppo “dal basso”
Sistema bibliotecario italiano Premessa storica L’assetto attuale delle biblioteche italiane è stato fortemente condizionato dalle modalità con cui lo.
INDICATORI SOCIALI E VALUTATIVI
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone Nazionalismo (lez. 10) II SEMESTRE A.A
PROGETTO COMENIUS.
dell’Accademia Nazionale Roma, 12 maggio Complesso dei Dioscuri
Istituto comprensivo « De Filis» di Terni
Le politiche di integrazione sociale dei minori stranieri
Antropologia del “fare-dire-sentire” Turismo esperenziale e sensoriale.
Conservatore territoriale Nei musei la cui missione prevede un ruolo attivo nei confronti del patrimonio culturale del territorio di riferimento e/o ricopre.
Polo Senese di Alta Formazione e Specializzazione Musicale Convenzione sul Polo Senese di Alta Formazione e Specializzazione Musicale Venerdì 19 febbraio.
I PROGETTI di CENSIMENTO CATALOGAZIONE e DIGITALIZZAZIONE del PATRIMONIO FOTOGRAFICO a cura di Barbara Bergaglio.
“Arca dei Suoni”, dell’U.O. 4 del CRICD a cura dell’U.O. 4 del CRICD - Centro per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana,
Puglia Digital Library – Assessorato Industria Turistica e Culturale - Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali La Cultura.
[Basilicata, anche detta “Lucania”]. Abbiamo affrontato lo spopolamento dei Sassi di Matera e visto il documentario di Lino Del Fra La passione del grano.
Tipologie di scheda predisposte da ICCD: Settore Beni Archeologici Beni Mobili -Scheda NU: beni numismatici -Scheda RA: reperto archeologico -Scheda.
Breve storia della Catalogazione. Antichi stati italiani Granducato di Toscana - Delibera 24 ottobre 1602 Stato Pontificio - Editto del cardinale Spinola.
Tecnologie per la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale Vincenza Ferrara –
Corso di Antropologia Culturale a.a LA RICERCA SUL CAMPO L’ANTROPOLOGIA IN ITALIA GIOVEDI 3 MARZO 2016.
9 maggio D.S.Angela CITIOLO 1 La dimensione europea a scuola.
Transcript della presentazione:

Lo Stato italiano e i demoetnoantropologici Nonostante ancora oggi gli aspetti immateriali non risultino ancora chiaramente definiti nella legislazione nazionale, il campo degli archivi e quello della catalogazione hanno visto a livello nazionale riconosciuto in forme meno ambigue il settore dei beni demoetnoantropologici, inclusa la sfera dell'immateriale, secondo il modello della tutela dei beni culturali che per Costituzione è riservato alle azioni dello Stato rispetto alle azioni di valorizzazione.

Lo Stato italiano e i demoetnoantropologici: gli archivi Sul piano degli archivi particolarmente importante a livello nazionale è stata la costituzione di strutture e centri nazionali che a partire dal secondo dopoguerra hanno raccolto e conservato la documentazione audiovisiva e sonora di ambito demoetnoantropologico. Primo fra tutti è il Centro Nazionale Studi di Musica Popolare dell'Accademia di Santa Cecilia, oggi Archivi di etnomusicologia, nato nel 1948 per opera di Giorgio Nataletti che raccoglie importanti documenti sonori di tradizione popolare e al quale hanno collaborato etnomusicologi come Alan Lomax, Diego Carpitella ed antropologi come Alberto Cirese ed Ernesto De Martino. Negli anni successivi altri archivi importanti sono nati; nel 1962 per opera di Diego Carpitella nasce l'Archivio Etnico Linguistico-Musicale della Discoteca di Stato (oggi parte dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi), che documenta le forme dell'espressività orale, musicale e linguistica e qualche anno più tardi rispettivamente gli archivi sonori e audiovisivi del Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, entrambi nati per iniziativa dell'antropologa Annabella Rossi.

Lo Stato italiano e i demoetnoantropologici: la catalogazione dei beni DEA A partire dal 1968, anno della costituzione dell'Ufficio Centrale per il Catalogo e la Documentazione, poi divenuto Istituto Centrale del Ministero per i beni e le attività culturali (ICCD), l'Italia ha investito preziose risorse pubbliche nella progettazione di modelli di schede di catalogo su scala nazionale, prima cartacee poi informatizzate e nella mappatura dei beni culturali delle diverse tipologie. L’Italia è uno dei pochi paesi europei a dedicare un Istituto nazionale preposto all'inventariazione e alla catalogazione del patrimonio culturale.

Lo Stato italiano e i demoetnoantropologici: la catalogazione dei beni DEA Già negli anni Settanta del Novecento il "folklore" appare in un progetto nazionale di catalogazione, dove fin dalle prime sperimentazioni di modelli di schede di catalogo viene riconosciuto, non solo nella sua dimensione materiale degli oggetti legati all'universo agropastorale, ma anche nella sua dimensione immateriale legata alle feste popolari, alla musica e alla narrativa.

La catalogazione dei beni DEA: le schede FK Le prime sperimentazioni di schede di catalogo nazionali per i beni demoetnoantropologici furono realizzate dall'ICCD nel 1978 in collaborazione con il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari con le schede chiamate FK (dove FK sta per Folklore). Si trattava di quattro modelli di schede, dei quali il primo pensato per gli oggetti di natura folklorica, per lo più museizzati (FKO), gli altri rispettivamente dedicati: ai beni musicali (FKM), alla narrativa di tradizione orale (FKN) e alle cerimonie festive (FKC); un progetto di respiro nazionale, al quale presero parte alcuni tra i nomi più rappresentativi della demoetnoantropologia italiana della fine degli anni Settanta, come l'etnomusicologo Diego Carpitella, l'antropologa Annabella Rossi già allieva di Ernesto De Martino, Elisabetta Silvestrini ed Aurora Milillo, quest'ultima nota studiosa di fiabistica e di narrativa di tradizione orale.

La catalogazione dei beni DEA: le schede BDM e BDI La nuova stagione della sperimentazione di differenti schede di catalogo per i beni DEA da parte dell'ICCD risale alle soglie del 2000, quando la scheda FKO fu riformulata nell'attuale scheda BDM (Beni demoetnoantropologi materiali) e quando fu sperimentata per l'immateriale un'unica scheda, la BDI (Beni demoetnoantropologici immateriali), che riunificava i diversi ambiti della cerimonialità festiva, dei patrimoni musicali, della narrativa di tradizione orale, e di altri elementi immateriali. Le due schede nascevano da una diversa concezione catalografica che prevedeva da un lato l'informatizzazione e dall'altra l'"allineamento" dei diversi tracciati di schede relativi ai diversi beni culturali (ICCD 2000, 2002, 2006).

La catalogazione dei beni DEA: le schede BDM e BDI La catalogazione promossa a livello nazionale con questi modelli di schede, si colloca in una concezione scientifica e disciplinare dei beni culturali, che coniuga ricerca e conservazione in un modello di inventario nazionale, che da alcuni è stato definito "civilizzato", o top-down, per indicarne la natura "dall'alto" e non partecipativa nei confronti delle comunità e dei soggetti portatori del bene, tema questo che sarà invece centrale nei più attuali dibattiti accesi dalla Convenzione UNESCO del 2003 in merito alla funzione "sociale" dell'inventario e alla necessità di una partecipazione attiva da parte delle comunità.

La catalogazione dei beni DEA: le schede BDM e BDI La scheda ministeriale, al contrario, nasce come un tentativo di coniugare, nelle politiche nazionali, la ricerca alla tutela secondo una concezione della "proprietà culturale" del bene, di tipo oggettuale, classificatorio e disciplinare.