Il paradiso di dante alighieri

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Transcript della presentazione:

Il paradiso di dante alighieri Viaggio virtuale e studio della struttura del paradiso dantesco.

Volo paradisiaco Scritto intorno al 1316-1321 descrive il “volo” di Dante, ora libero da tutti i peccati, dal Purgatorio al Paradiso in compagnia di Beatrice. I due guardano il Sole a primavera, fissandolo senza rimanerne abbagliati. Pian piano attraversano la sfera del fuoco, dopo qualche secondo l’intensità della luce del giorno sembra raddoppiare e…

Dante ascende al paradiso

Mentre migra, Dante esprime le sue difficoltà nel “transumare”, cioè nel mantenere le proprietà fisiche pur attraversando una zona eterea quale il paradiso, ma confida nell’aiuto dello Spirito Santo (il Buon Apollo).

Struttura del paradiso Come è organizzato il paradiso? Quale teoria astronomica usa Dante per spiegare la suddivisione del paradiso? Perché al posto di Virgilio ora l’accompagnatrice di Dante è Beatrice? Cosa simboleggiano i Cieli? Analogie e differenze con le altre due cantiche

“organizzazione” del paradiso Dante segue la teoria tolemaica, immaginando la terra ferma al centro dell’universo. Attorno a quest’ultima gravitano i nove cieli. Il decimo cielo, chiamato Empireo, è invece immobile perché all’interno c’è Dio. I beati risiedono dunque nell’empireo più o meno vicini a Dio a seconda del merito.

I nove cieli A differenza dell’Inferno e del Purgatorio che sono luoghi presenti sulla terra, il Paradiso è una zona immateriale ed etera. I primi sette cieli prendono il nome dei corpi celesti del sistema solare (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno) Gli ultimi due invece sono costituiti dalla sfera delle stelle fisse e dal Primo Mobile

La luna Il primo cielo è il Cielo della Luna, considerata un pianeta nel Medioevo, e la cui caratteristica peculiare è l'incostanza: risiedono qui, infatti, le anime di coloro che mancarono ai propri voti, ma non per scelta bensì perché costretti. Queste anime appaiono a Dante come immagini riflesse da vetri trasparenti e tersi, o da acque nitide e tranquille.

mercurio Il secondo cielo è denominato Cielo di Mercurio. Si distingue dagli altri per l'amore per la gloria e la fama terrena: le anime che risiedono qui sono infatti quelle che si attivarono a tale scopo. Esse appaiono a Dante come splendori fiammeggianti che danzano e cantano. Le intelligenze motrici di questo sono gli arcangeli.

venere Il terzo cielo è il Cielo di Venere, caratterizzato ovviamente dall'amore, e dove infatti risiedono le anime di coloro che amarono. Queste appaiono a Dante come splendori che si muovono rapidamente in circolo. Le intelligenze motrici di questo cielo sono i principati.

Il sole Il quarto è il Cielo del Sole, caratterizzato dalla sapienza: sono beati di questo cielo, infatti, le anime dei sapienti e dei Dottori della Chiesa; esse appaiono disposte in corone concentriche di vivi splendori, che danzano in giro cantando. Le intelligenze motrici di questo cielo sono i potestà.

marte Il quinto cielo è il Cielo di Marte, dio della guerra, e qui risiedono le anime di coloro che combatterono e morirono per la fede. Esse appaiono come splendori vivissimi e rosseggianti che cantano, e si muovono formando una croce greca al centro della quale brilla Cristo, colui che per primo morì per dare fede all'umanità. Le intelligenze motrici di questo cielo sono le virtù.

giove Il sesto è il Cielo di Giove, la cui virtù caratteristica è la giustizia: il cielo è infatti sede delle anime di principi saggi e giusti; essi appaiono a Dante come luci che volano e cantano, formando lettere luminose che compongono la frase «Diligite iustitiam qui iudicatis terram» (cioè "Amate la giustizia voi che giudicate il mondo”) In questo cielo l’intelligenza motrice è rappresentata dalle dominazioni

saturno Il settimo cielo è il Cielo di Saturno, caratterizzato dalla meditazione: qui infatti si trovano le anime di coloro che si diedero alla vita contemplativa. Esse appaiono come splendori che salgono e scendono sui gradini di una «scala celeste» luminosa, dal colore di oro splendente, così alta che non se ne vede la sommità: è l'allegoria della sapienza. L’intelligenza motrice di questo cielo appartiene ai troni

Cielo delle stelle fisse L'ottavo è il Cielo delle Stelle fisse: non si tratta più di un cielo dove si ripartiscono i vari beati, ma qui si trovano le anime trionfanti, che appaiono come innumerevoli lucerne illuminate dai raggi che fa piovere la grande luce di Cristo; un altro degli splendori che qui trionfano è Maria, attorno alla quale volteggia cantando l'arcangelo Gabriele Le intelligenze motrici di questo Cielo fanno parte della classe dei cherubini

Il primo mobile Il nono e ultimo cielo è il Cielo cristallino, chiamato anche Primo mobile in quanto è appunto il primo a muoversi, ricevendo tale movimento da Dio e trasmettendolo ai cieli concentrici sottostanti. Sopra al Primo mobile c'è solo l'Empireo, che è immobile in quanto perfetto (*): la potenza divina che ha sede nell'Empireo, centro dell'universo, imprime ai cieli sottostanti un movimento rotatorio, rapidissimo nel Primo mobile e poi via via sempre più lento fino alla Terra. Qui risiedono le gerarchie angeliche, che appaiono distribuite in nove cerchi di fuoco giranti attorno a un punto piccolissimo ma luminosissimo, cioè Dio.

Perché tanti cieli? Da sottolineare il fatto che in realtà tutti i beati risiedono nell’Empireo e più precisamente nella Candida Rosa (*). Solo dopo aver ricevuto dalla Grazia il permesso, i beati si dispongono in Cieli per mostrarsi a Dante. In ognuno di questi cieli alla fine Dante si pone delle domande teologiche e anche filosofiche, dipendentemente dal Cielo in cui si trova interloquendo con i personaggi che incontra.

Intelligenze motrici? Nei vari cieli sono stati citate delle “intelligenze motrici”. Nel medioevo vennero create delle Gerarchie Angeliche (o cori angelici) per creare una sorta di classificazione degli angeli. Ogni classe ha ovviamente delle proprietà distintive.

Le guide di dante Virgilio (che rappresentava la Ragione) scompare già dal trentesimo canto del Purgatorio per far posto a Beatrice, che rappresenta la teologia. Dante così esprime l’impossibilità di arrivare a Dio solo attraverso la ragione umana. È quindi necessaria l’entrata in gioco di una ragione divina. Durante viaggio subentra Bernardo di Chiaravalle, un terzo personaggio.

sintesi Protasi e invocazione - versi 1-36 Ascesa al cielo - vv. 37-81 Primo dubbio di Dante chiarito da Beatrice - vv. 82-93 Secondo dubbio; Beatrice lo chiarisce rifacendosi all'esistenza di un ordine universale vv. 94-142