Il recupero paesaggistico del distretto minerario Toscano: le Colline Metallifere R.Ialuna - M.Marangon Massa Marittima, 14 Marzo 2014.

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Il recupero paesaggistico del distretto minerario Toscano: le Colline Metallifere R.Ialuna - M.Marangon Massa Marittima, 14 Marzo 2014

La presenza di Syndial nelle Colline Metallifere Massa Marittima (GR) Montieri (GR) Gavorrano (GR) Scarlino (GR) Manciano (GR)

Colline Metallifere - Storia L’area delle Colline Metallifere appartiene al Distretto Minerario della Toscana Meridionale; Principali siti di produzione: Fenice Capanne, Niccioleta, Boccheggiano, Gavorrano, Merse-Campiano; Minerali estratti nelle miniere: pirite, rame, piombo e zinco; Attività mineraria svolta fino alla fine degli anni ’80; Le aree esterne sono oggi caratterizzate da una rivegetazione spontanea e dalla presenza di manufatti e impianti in superficie, con ampie zone utilizzate per l’abbancamento del materiale trattato e non più produttivo (discariche minerarie) e dei fanghi di lavorazione (bacini). Accordo di Programma per la messa in sicurezza mineraria e la bonifica ambientale dei siti minerari: firmato nel 2009 tra Syndial, la Regione Toscana, le provincie di Siena e Grosseto e i Comuni delle Colline Metallifere per la realizzazione degli interventi di Bonifica e Messa in Sicurezza.

Opportunità di sviluppo per il territorio Qualifica a progetto. Per dare una opportunità di sviluppo alle imprese del territorio è stata avviata da Syndial una “Qualifica a Progetto” che ha consentito di qualificare circa 20 imprese della Provincia di Grosseto coinvolte nella realizzazione degli interventi programmati  con conseguente ricaduta economica e occupazionale. Coinvolgimento imprese locali. Negli interventi attualmente in corso sono fortemente impegnate Società locali in qualità di Main Contractors/subappaltatori/fornitori e nelle prossime gare è stata definita una modalità di selezione basata su scoring model che valorizzerà ulteriormente il coinvolgimento delle Società toscane con indubbia ricaduta in termini occupazionali ed economici. In particolare nel 2013 hanno operato circa 10 imprese locali con un coinvolgimento medio nei cantieri di circa 70 persone a cui aggiungere le persone coinvolte nell’indotto (progettisti, supervisori, fornitori e trasportatori). 4

“TERRAROSSA - PORTIGLIONI”

Storia Il sito di TERRAROSSA costituiva il terminal di spedizione via nave delle piriti estratte nelle miniere delle Colline Metallifere (Gavorrano, Niccioleta e Boccheggiano) a cui era collegato fino alla fine degli anni ’60 con un sistema di teleferiche di cui la stazione di Scarlino Scalo era punto nodale di arrivo e smistamento. L’area, attrezzata per lo stoccaggio della pirite in silos a cielo aperto, è ubicata su un piccolo promontorio roccioso prospiciente il mare in Comune di Scarlino, Località Portiglioni, nel tratto di costa compreso tra Follonica e Punta Ala. L’attività si è sviluppata a partire dal 1916 ed è terminata nel 1975 con l’ultima spedizione di minerale.

Il sito in attività nel ‘900

Il sito in attività nel ‘900

Il sito in attività nel ‘900

Obiettivi Il progetto di recupero ambientale e paesaggistico si proponeva un duplice obiettivo: la bonifica del sito dal minerale di ferro ancora presente nei silos, nelle gallerie e sparso nei piazzali di lavoro; il risanamento conservativo delle strutture edili recuperabili, ai fini di una successiva valorizzazione e musealizzazione dell’area.

Il sito prima della bonifica

Il sito prima della bonifica

Il sito di Terrarossa post bonifica

Il sito di Terrarossa post bonifica

Il sito di Terrarossa post bonifica Conclusa la bonifica il sito è stato ceduto al Comune che lo sta valorizzando dal punto di vista turistico e paesaggistico (Inserito nel Parco Nazionale delle Colline Metallifere e dichiarato bene Unesco).

MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE E RIPRISTINO AMBIENTALE DISCARICHE MINERARIE «POZZO ROSTAN» E «POGGIO LA MADONNA» DI NICCIOLETA

Messa Sicurezza Permanente – Disc. Minerarie di Niccioleta STATO INIZIALE STATO FINALE Area di intervento: Discariche Poggio la Madonna e Pozzo Rostan (circa 20 ha) Attività svolta: Messa in Sicurezza Permanente e Ripristino ambientale; Lavori conclusi nel Settembre 2010

Progetto di MSP – Sintesi delle attività Obiettivo: Messa in Sicurezza Permanente delle discariche minerarie mediante isolamento delle superfici e Ripristino ambientale. Attività eseguite: Installazione del cantiere, pulizia, disboscamento dell’area e creazione della viabilità di cantiere; Riprofilatura, Rimodellamento morfologico delle superfici e Impermeabilizzazione delle discariche; Regimazione idraulica delle acque; Copertura con terreno vegetale; Ripristino a verde delle aree mediante semina di specie erbacee e arbustive autoctone; Valorizzazione del patrimonio minerario; Monitoraggio e manutenzione post operam.

Situazione ante-operam: Pozzo Rostan

Lavori in corso: Opere sul fosso di Val D’Aspra

Lavori in corso: Riprofilatura e gradonatura

Poggio la Madonna: realizzazione delle gabbionate

Lavori in corso: Opere di regimazione idraulica

Lavori in corso: Impermeabilizzazione

Stato Finale Pozzo Rostan

Stato Finale Poggio la Madonna

Messa in Sicurezza Permanente e ripristino dell’area dei bacini di decantazione fanghi di San Giovanni Comune di Gavorrano (GR)

Contesto paesaggistico L’area oggetto di studio si inserisce nel territorio comunale di Gavorrano (Provincia di Grosseto); Il sito minerario di San Giovanni è costituito da 9 bacini che si sviluppano su un’area di circa 50 ettari, di cui: I bacini da 1 a 6 (situati a Est), costituiscono i cosiddetti “bacini antichi” in quanto coltivati nei primi decenni del ‘900; I bacini da 7 a 9 e ubicati nella parte più a Ovest dell’area, sono legati all’attività mineraria più recente. La struttura di contenimento dell’intero complesso dei bacini è costituita dall’argine di valle del bacino 9, il cui sviluppo lineare è pari a circa 600 metri.

Inquadramento geografico Le quote altimetriche si aggirano mediamente intorno ai 90 m s.l.m. con una leggera acclività verso sud; L'area circostante i siti minerari presenta la morfologia tipica di bassa collina, con alternanze di blande dorsali e limitati pianori, fra loro collegati da versanti poco acclivi (10°-15°) che bordano ad occidente l'ampia fascia pianeggiante ad andamento Nord-Sud incisa dal Fiume Bruna e dai suoi affluenti. Vista del Monte Calvo dal sito di San Giovanni. Vista del sito di San Giovanni verso il paese Bagno di Gavorrano

La fauna, di presenza accertata o potenziale, comprende: Ecosistemi e fauna (1/2) Nell’ambito dell’area di studio si possono riconoscere le seguenti unità ambientali omogenee per la fauna: Aree agricole e formazioni naturali a prevalenza di specie erbacee con presenza di vegetazione di transizione; arbusteti; Formazioni forestali a prevalenza di specie arboree (piccoli nuclei); Corsi d’acqua e formazioni a prevalenza di specie arboree igrofile; greto fluviale; Aree antropizzate (compresa l’area di cava). La fauna, di presenza accertata o potenziale, comprende: Anfibi Rettili, Uccelli acquatici o comunque legate agli ecosistemi acquatici, Passeriformi, Mammiferi.

Descrizione dell’intervento (1/4) Le opere previste nel Progetto di MISP, possono essere raggruppate nelle seguenti classi omogenee: Opere Idrauliche (riguardanti i bacini da n. 1 a n. 9, il Fosso San Giovanni ed il canale al piede di Poggio al Fabbro); Impianto di Trattamento Passivo delle Acque; Interventi di stabilizzazione degli argini (riguardanti gli argini dei bacini n. 6 e n. 9); Rimodellamento, ripristino morfologico e ricopertura dei bacini (relativi ai bacini da n. 1 a n. 6 e parzialmente al bacino n. 9) e degli argini (bacini da n. 1 a n. 6); Monitoraggio e manutenzione Post Operam.

Descrizione dell’intervento (2/4) Gli interventi sono stati progettati tenendo in opportuna considerazione il recupero paesaggistico del sito, nel pieno rispetto dei contenuti del Piano Urbanistico vigente ed in accordo con le prescrizioni degli Enti; Gli interventi previsti mirano, oltre alla mitigazione dei fattori di rischio geomorfologici ed idraulici, a restituire al territorio un’area di importante pregio ambientale, naturalistico e paesaggistico, che sarà realizzata attraverso: il mantenimento e la valorizzazione delle aree di pregio naturalistico floro-faunistico, con particolare riferimento all’area umida presente; l’estensione su aree attualmente prive di vegetazione della Macchia tipica della zona; il recupero delle aree di pregio storico, turistico ed archeologico nel pieno rispetto del circostante paesaggio d’appartenenza.

Descrizione dell’intervento (3/4) È stata prestata particolare attenzione all’utilizzo di materiali autoctoni per il rinforzo degli argini e per la realizzazione dei salti idraulici previsti nel tratto finale del canale al piede di Poggio al Fabbro; Gli interventi di regimazione idraulica, tra cui il canale al piede di Poggio al Fabbro, prevedranno la realizzazione di opportuni percorsi pedonali lungo il confine meridionale dell’area dei bacini; La regolazione dei livelli idrici del Laghetto di Poggio al Fabbro permetterà inoltre di mantenere la zona umida nonché la presenza dell’avifauna di pregio naturalistico che caratterizza, ad oggi, il sito;

Descrizione dell’intervento (4/4) Gli interventi di copertura superficiale dei bacini saranno di particolare interesse paesaggistico. Le tipologie vegetali scelte per l’intervento di recupero ambientale sono state elaborate sulla base delle caratteristiche morfologiche, sullo spessore del terreno di ricoprimento, le qualità botanico forestali e naturalistiche dell’area; Per specie erbacee, si utilizzeranno prevalentemente specie autoctone. A queste saranno aggiunte specie arbustive; la maggior parte delle specie arbustive verrà comunque messa a dimora in forma di piantine.

Conclusioni Gli interventi di messa in sicurezza permanente e bonifica traguarderanno un duplice obiettivo: la stabilizzazione delle opere dal punto di vista geotecnico e la riqualificazione del sito dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico; In particolare, gli interventi di regolazione delle acque del lago di Poggio al Fabbro (Bacino Nr. 9) consentiranno la preservazione dell’area umida e dell’ecosistema, che rappresentano “un’area di indubbia attenzione scientifica e un ideale prototipo di “caso studio” per la capacità dell’ecosistema di interagire e adattarsi al contesto minerario”;

GRAZIE PER L’ATTENZIONE Il recupero paesaggistico del distretto minerario toscano: le colline metallifere grazie dell’attenzione GRAZIE PER L’ATTENZIONE