LUDWIG VAN BEETHOVEN LA VITA E LA 5° SINFONIA
INDICE La vita La 5° sinfonia Primo tempo Secondo tempo Terzo tempo Quarto tempo
LA VITA Una vita di drammi e delusioni Nasce a Bonn in Germania nel 1770. Trascorse un’infanzia triste: il padre musicista a corte, cercava di farne un bambino prodigio costringendolo a suonare anche di notte. Ludwig aveva infatti grandi capacità: a soli 8 anni eseguiva le musiche di Joseph Haydn e di Wolfgang Amadeus Mozart in concerti pubblici.In seguito fu aiutato dal conte di Waldstein e poi dall’arciduca d’Austria che gli procuro un buon insegnante di musica e un posto di organista nell’orchestra di corte. Nel 1792 si trasferisce a Vienna dove si entusiasmò per gli ideali di libertà della Rivoluzione Francese del 1789 e per Napoleone Bonaparte al quale dedicò la TERZA SINFONIA chiamata EROICA. Restò però deluso quando Napoleone abbandonò gli ideali rivoluzionari e si fece incoronare imperatore. Attorno al 1806 B. incomincia a soffrire di sordità e le cause erano ignote ( si dice che sia stata un’otite catarrale) che divenne totale nel 1820. Abbandonò l’attività di esecutore concertista e si dedicò solo alla composizione. Per comunicare utilizzava piccoli quaderni, chiamati da lui “di conversazione”. Nonostante la sordità riuscì a comporre le opere maggiori come gli ultimi quartetti, la missa solemnis e la nona sinfonia che però potè ascoltare solo nella sua mente. Morì a Vienna nel 1827.
SINFONIA N° 5 IN DO MINORE È la più celebre delle 9 sinfonie e venne scritta tra il 1804 e il 1808; fu dedicata, così come la Terza, al principe Lobkowitz ed al conte Andreas von Razumowsky. Quest’ultimo divenne, oltre che grande estimatore munifico, mecenate. La Sinfonia n°5 fu scritta contemporaneamente alla Sesta. La Sinfonia n°5 è da molti considerata la composizione che meglio incarna il vero Beethoven, ovvero l’uomo che lotta contro il fato e lo vince. La Quinta ci da’ l’idea del tipo di carattere e della maturità dell’autore. Indubbiamente Beethoven aveva una incrollabile forza d’animo e non si dava mai per vinto. Ascoltando la sinfonia ci viene immediata la relazione tra il suo aspetto deciso e le difficoltà e le avversità che il musicista ha dovuto affrontare nella sua vita, prima fra tutte la sordità. “Così bussa il destino alla mia porta” scrisse in un quaderno di conversazioni parlando del famoso “impulso ritmico” con cui la sinfonia si apre; per destino si intende tutte quelle prove difficili e dolorose che la vita gli ha posto davanti. Quel tema principale del destino per lui non è un nemico da sconfiggere, ma serve da spunto per continuare e migliorare la vita. Appunto per questo la “quinta” partendo dalla drammatica tonalità di DO- si conclude assumendo un aspetto vittorioso nella tonalità di DO+ come per farci capire che tutto si è risolto in maniera positiva e soprattutto costruttiva. Lo stesso Beethoven disse: “Nell’anima, come nel mondo fisico, agiscono due forze entrambe grandi, ugualmente semplici, prese dallo stesso principio: la forza di attrazione e quella di repulsione”. Un noto aneddoto racconta che i soldati di Napoleone, di stanza a Vienna dopo le battaglie di Jena e di Auerstadt, udita per la prima volta la sinfonia beethoveniana, scattarono di colpo sull’attenti, all’inizio del finale, gridando: “C’est l’empereur! Vive l’empereur!”, confermando di fatto la relazione esistente tra l’opera di Beethoven e la musica militare tradizionale.
PRIMO TEMPO: ALLEGRO CON BRIO Struttura: forma sonata, il primo tempo viene presentato con forza all’inizio del tempo. Risponde al tema principale un secondo tema più pacato e cantabile. Stiamo attenti al punto in compare: ecco sotto, sovrapposte le parti di violini primi, che intimano appunto in secondo tema e quella dei violoncelli e contrabbassi che essendo strumenti più gravi usano la chiave di basso.
Primo tempo: allegro con brio Che cosa suonano questi strumenti? Se osserviamo il secondo tema ci accorgiamo che ripropongono la cellula ritmica del primo tema (quella del destino). Beethoven vuole sottolineare la grande energia che possiede questo tema, un’energia tale da invadere anche lo spazio riservato al secondo tema più rilasciato. Se poi si ascolta con attenzione si noterà che il primo tema è presente non solo in questo punto, ma nel corso di tutto il primo tempo, dominando incontrastato anche sullo sviluppo e riapparendo nel suo aspetto iniziale nella ripresa.
Primo tempo: allegro con brio In un primo momento questa struttura era MONOTEMATICA, cioè composta da un solo tema ripetuto e variato; da qui il nome di STRUTTURA MONOTEMATICA BIPARTITA. Nell’età classica questa struttura si complica acquistano 2 temi che si suddividono in 3 sezioni prendendo il nome di struttura BITEMATICA TRIPARTITA. Essa utilizzava 2 temi di carattere diverso: il primo incalzante e deciso, mentre il secondo scorrevole e dolce e per rendere ancora più evidente la diversità avevano 2 tonalità diverse. Le tre sezioni (tripartita) prendevano i seguenti nomi: ESPOSIZIONE, SVILUPPO E RIPRESA.
Primo tempo: allegro con brio 1)ESPOSIZIONE: i temi vengono presentati l’uno di seguito all’altro e separati tra loro da un PONTE. 2)SVILUPPO: uno dei temi viene trasformato in diversi modi (suonati in altre tonalità); 3)RIPRESA: nella ripresa i 2 temi riprendono la loro veste naturale cioè come erano apparsi nell’esposizione con l’unica differenza che ora sono nella stessa tonalità. Il “ponte” collega primo e secondo tema ed è eseguito dal corno francese per ben tre volte; la terza volta in tonalità diversa per segnare il passaggio fra esposizione e sviluppo. La quarta volta il ponte viene eseguito dal fagotto segnando l’ingresso della ripresa.
SECONDO TEMPO: ANDANTE CON MOTO Struttura :forma lied a variazioni unite FORMA LIED A VARIAZIONI UNITE: deriva dal termine tedesco che significa canzone. È una forma composta da 3 parti con 2 temi diversi per carattere e tonalità. Nelle prime 2 parti vengono presentati i temi e nella 3° parte c’era una ripresa dove il primo dei due temi subiva delle variazioni tutto ciò portava alla seguente stesura o schema: A - B - A1
Secondo tempo: andante con moto Questa struttura veniva applicata nei tempi lenti delle sinfonie o nei brani di musica cameristica. Dopo aver gustato l’energia sviluppata nel primo tempo, ci troviamo ora in un momento di pacata distensione quasi come per riprendere fiato e forze. Tuttavia Beethoven ci ricorda che non è ancora possibile adagiarsi e cullarsi nella tranquillità. Ora è necessario andare avanti, non arrendersi perché la strada da fare è ancora lunga. Qui sotto posso osservare la partitura del primo tema che viene presentato dalle viole e dai violoncelli.
Secondo tempo: andante con moto Grazie soprattutto al “ritmo puntato” (cioè allungate dal punto di valore), questo tema racchiude in sé una forte vitalità che lo porta ad assomigliare ad una marcia. Ecco apparire il 2° tema suonato da clarinetti e fagotti.
Secondo tempo: andante con moto I due brani sono simili tra loro perché hanno: - lo stesso ritmo puntato -il tempo in chiave uguale -stessa tonalità di SOL+ Ora questi due temi nel corso di tutto il 2° tempo si alternano con una differenza. Il tema B rimane sempre uguale, acquistando di volta in volta un carattere più trionfale, come se Beethoven stesse vincendo la sua battaglia contro il destino; mentre il primo tema A viene variato cioè cambiato in diversi aspetti, che vedremo di seguito, pur restando riconoscibile
Secondo tempo: andante con moto Qui sotto la partitura della 1° variazione, chiamata A1. La variazione del tema A in A1 consiste nel cambiare il ritmo; si dice quindi variazione ritmica. Infatti osservando la partitura notiamo l’assenza delle note puntate e la presenza di tutte crome che dà una omogeneità alla variazione.
Secondo tempo: andante con moto Ed ecco la seconda variazione che chiameremo A2 Appare poi una terza variazione che chiameremo A3; essa è assai simile al tema originale e si differenzia perché è in SOL- invece che SOL+
Secondo tempo: andante con moto Il tema A con le sue variazioni si alterna al tema B in questo modo: sentirete apparire A, B, A1, B, A2, B, A3. Dopo l’esecuzione di A3 si ripresenta ancora il tema A nella versione originale; esso dà luogo alla CODA che chiude in modo grandioso il discorso.
Terzo tempo: allegro Contrariamente alle regole compositive dell’epoca, questo tempo non porta l’indicazione di “MINUETTO”, come ai tempi di Haydn e Mozart, ma la dicitura “ALLEGRO” perché ha una grande energia che non si addice con il carattere composto ed aggraziato della danza settecentesca. La struttura però è la stessa, infatti si compone di 2 parti contrapposte che formano una proposta e una risposta all’interno del tema.
Terzo tempo: allegro Sotto la proposta suonata dai violoncelli e dai contrabbassi: essi fanno sorgere una lugubre figura dal profondo dell’orchestra. Tema A1 e A2 insieme
Terzo tempo: allegro Immediatamente dopo la risposta del primo tema, 2 corni ci fanno sentire un 2° tema B che grazie al suo ritmo ci richiama alla mente il tema del destino del primo tempo. Tema A1 e A2 insieme
Terzo tempo: allegro Ora il primo tema con la proposta e la risposta si alternano 3 volte con il secondo tema B e l’ultima volta A2 si sovrappone con B dando luogo a questo schema A1- A2- B- A1- A2- B- A1- A2/B Si passa poi alla seconda parte del tempo con un terzo tema molto deciso e pieno di vigore affidato al suono dei violoncelli e dei contrabbassi
Terzo tempo: allegro Dall’ascolto si noterà una continua sovrapposizione di questo tema su se stesso secondo una precisa tecnica compositiva si ripete la struttura dei temi in questo modo: A1- A2 B A1- A2/B E in chiusura del discorso rimane a dominare la proposta A1, ma nello stesso tempo, alcuni strumenti continuano a ribattere delle semiminime in maniera uniforme.
Quarto tempo: allegro Struttura: forma sonata Anche in questo quarto tempo l’autore non rispetta la tradizione compositiva facendo sfociare il terzo tempo dentro il quarto senza interruzione. Questo quarto tempo si apre con una esuberante fanfara; perché il tema viene suonato da strumenti in ottone come tromba, tromboni, corni.
Quarto tempo: allegro Si tratta della prima parte del primo tema che chiameremo A1; subito dopo udiremo la seconda parte, A2. Anche il 2° tema si compone di 2 parti che chiameremo B1 e B2.
Quarto tempo: allegro Lo sviluppo tipico della forma sonata, si basa essenzialmente sulla parte del 2° tema chiamata B1; ora si dovrebbe passare alla consueta ripresa, ma…Beethoven ci riserva un’altra novità. Tutto il discorso si blocca e improvvisamente riappare il tema del destino. Ha quindi luogo la regolare ripresa che però non conclude la sinfonia. Infatti riappare a 2 e si afferma ancora una volta B2, variato nella velocità e nel ritmo. Questo è lo schema dello sfolgorante finale. A1- A2- B1- B2 B1 A2-B2 ESPOSIZIONE SVILUPPO RIPRESA CODA
FINE