Quando l’amore non fa miracoli

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Quando l’amore non fa miracoli
Transcript della presentazione:

Quando l’amore non fa miracoli Non confondere la violenza con l’amore, non permettere che ti calpestino, trova la forza per chiedere aiuto!

Ti è arrivato all’improvviso quello schiaffo: rabbioso, in pieno volto e assistere a quella violenza mi aveva ribaltato lo stomaco e l’anima. Lo avevi giustificato dicendo che lui era stressato per il lavoro, era tutta colpa tua. Colpa tua che, involontariamente,avevi dato adito a sciocche gelosie… . Ero a conoscenza della vita difficile che aveva alle spalle ed avevo cercato di farti capire in tutti i modi che la sua violenza non poteva e non doveva trovare giustificazioni, non eri responsabile, non potevi accettare di esserne vittima a tua volta, tu non avevi nessuna “colpa”! Colpa tua che pur senza volerlo, l’avevi ferito; o forse la tua frase in quel momento era inopportuna… Non volevi sentire ragioni: “Io lo salverò, sarò la sua forza perché l’amore fa miracoli…” Colpa tua che non eri abbastanza premurosa e non capivi appieno i suoi problemi…

Te lo dimostrava dopo ogni scatto d’ira, con quello sguardo abbattuto e il suo atteggiamento puerile, di bambino che ha rubato le caramelle… Eri così certa del suo “amore” te lo dimostrava con tutte quelle telefonate ad ogni ora del giorno per chiederti dov’eri, con chi eri, cosa facevi… Ma alla mia domanda “tutto bene, con tuo marito?” sviavi il discorso, avevi sempre un impegno urgente, inderogabile che non lasciava spazio alla risposta… Te lo dimostrava piangendo, chiedendoti perdono per quei pugni e quei calci inaccertabili, E tu perdonavi pensando che fosse amore. dicendoti che aveva bisogno di te, che eri la sua vita, che non poteva perderderti… Ti telefonavo e rispondevi con quella vocina gentile che stavi bene, che uscivi poco per goderti il tuo bambino. Ti avevo consigliato di farvi aiutare, ma non hai voluto sentir ragioni: l’amore fa miracoli!

Ti ho incontrata con il tuo bimbo tra le braccia; avevi un livido bluastro sul viso ed hai anticipato la mia domanda spiegandomi che eri caduta dalle scale… Ti sei allontanata correndo, stringendo al petto il tuo bimbo, ho dovuto urlare: “Ci sono, non dimenticarlo, se hai bisogno io ci sono!” E’ squillato il cellulare e ti sei irrigidita. Terrorizzata, mi hai solo bisbigliato: “ aiutami ti prego domani ti chiamo, ma ora devo tornare a casa subito”. Finalmente ti stavi fidando, finalmente vomitavi tutto il tuo dolore, finalmente avevi capito… Mentre le lacrime scendevano da quegli occhioni disperati hai sussurrato: “Non ce la faccio più…” Non potevo sopportare questa ennesima bugia: “Quando smetterai di pensare che è colpa tua?”

Continuo a chiedermi come avrei potuto aiutarti, pur consapevole che, senza il tuo consenso, non avrei potuto fare nulla. Nulla. Nemmeno per legge. Purtroppo nulla… Lo hai amato tanto da perdonargli troppo, subendo in silenzio ogni sorta di violenza, non solo fisica… Sul giornale c’era la tua fotografia con un trafiletto: “Ennesima tragedia nella notte, uccide la moglie…” Quando l’amore è malato, è solo l’inizio di un baratro, da cui una donna, se non trova la forza di opporsi, Dicevi “io lo salverò”, ma non sempre l’amore fa miracoli… Non mi hai chiamato. può solo sperare di uscirne viva… Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale Testo e grafica sandratosi@gmail.com @author rights reserved Sonoro Mike Roland Son of the light