IL SISTEMA SCHELETRICO
OSSA - GENERALITÀ Lo scheletro dell’adulto è formato in media da 206 ossa; quello embrionale, invece, è costituito invece da circa 350 ossa completamente cartilaginee. Con la crescita, molte di esse si fondono tra loro, mentre lo sviluppo del sistema circolatorio e nervoso porta alla trasformazione della cartilagine in tessuto osseo più ricco di sali minerali. Nello scheletro adulto la cartilagine scompare rimanendo circoscritta ad alcune parti dell’orecchio, del naso, della trachea, dei bronchi, nella parte anteriore delle coste e nelle superfici articolari. Il sistema scheletrico svolge 3 funzioni: SOSTEGNO: costituisce l’impalcatura del corpo permettendoci di resistere alla forza di gravità. PROTEZIONE: alcune strutture ossee racchiudono organi vitali, proteggendoli da urti e sollecitazioni; ad es. il cranio avvolge l’encefalo, la gabbia toracica contiene cuore e polmoni, la colonna vertebrale racchiude il midollo spinale. MOVIMENTO: l’ancoraggio dei muscoli alle ossa consente il movimento.
Lo scheletro è l’insieme delle ossa del nostro corpo e viene suddiviso in 2 parti con funzioni ben diversificate: scheletro assiale (o scheletro del tronco): formato dalle ossa di cranio, colonna vertebrale e gabbia toracica; con prevalente funzione di sostegno e protezione degli organi interni scheletro appendicolare: formato dalle ossa degli arti superiori ed inferiori e quelle dei cinti scapolare e pelvico; con prevalente funzione di movimento e sostegno. N.B. Per praticità lo scheletro viene anche suddiviso in testa, tronco e arti. Tutte le ossa ad eccezione delle superfici articolari, che risultano coperte da cartilagine (ialina), sono rivestite da una membrana connettivale fibrosa (t.c.p.d. denso irregolare) detta periostio. Questa membrana è fissata all’osso per mezzo di fibre collagene e vasi sanguigni. Il suo ruolo è quello di assicurare l’accrescimento in spessore dell’osso, la sua riparazione e la sua nutrizione. A livello delle superfici articolari, dove manca il periostio si inseriscono legamenti e tendini.
In relazione alla loro forma le ossa si dividono in: LUNGHE: prevale la lunghezza sulle altre dimensioni, dunque sono tipiche degli arti: femore, tibia, perone, omero, radio, ulna e falangi. Presentano una parte centrale detta diafisi e due estremità dette epifisi. La diafisi, parte lunga tubulare, è formata da tessuto osseo compatto contenente il midollo osseo rosso che oltre a produrre le cellule che costituiscono le ossa (osteoblasti, osteociti e osteoclasti) ha funzione emopoietica (produzione di globuli rossi e bianchi) prevalentemente durante l’età fetale e neonatale. Con gli anni il midollo rosso si trasforma in midollo osseo giallo che è un deposito di tessuto adiposo, il quale in caso di emorragie o patologie del sangue può assumere nuovamente funzione emopoietica. Le epifisi rappresentano le estremità delle ossa lunghe. Constano di un sottile strato di osso compatto che racchiude una massa di osso spugnoso con attività emopoietica. La superficie articolare delle epifisi è rivestita non da periostio ma da cartilagine articolare (ialina) che riduce gli attriti prodotti dai movimenti articolari.
StruTTURA delle ossa LUNGHE
CORTE: caratterizzate dall’avere larghezza, lunghezza e spessore uguali. Sono costituite da tessuto osseo spugnoso circondato da uno strato sottile di tessuto osseo compatto; esse non contengono midollo osseo rosso fatta eccezione per le vertebre. Sono corte le ossa del carpo, del tarso e le vertebre (ossa corte irregolari). PIATTE : posseggono uno spessore molto ridotto rispetto alle altre due dimensioni. Sono le ossa della volta cranica, lo sterno, le scapole, l’osso iliaco e le coste. Sono costituite da uno strato di tessuto spugnoso frapposto tra 2 lamine di tessuto compatto. Il tessuto spugnoso può presentare delle lacune più grosse contenenti residui di tessuto emopoietico (cranio, sterno, coste, clavicola, anca).
Classificazione morfologica delle ossa
ARTICOLAZIONI Sono strutture che collegano tra loro ossa contigue e possono essere classificate in base a diversi criteri: grado di mobilità reciproca delle ossa coinvolte movimento che le ossa possono realizzare tipo di tessuto che collega tra loro le ossa Articolazioni fisse o sinartrosi - fibrose Sono articolazioni che non consentono il movimento. Sono tenute insieme da tessuto connettivo cartilagineo fibroso (prevalenza fibre collagene). Un esempio tipico è rappresentato dalle ossa del cranio che, congiungendosi, formano tra loro degli incastri dentellati, denominati suture. Articolazioni semimobili o anfiartrosi - cartilaginee Consentono una modesta mobilità. Generalmente le estremità delle ossa coinvolte sono rivestite da uno strato di t. connettivo cartilagineo ialino e sono collegate tra di loro tramite t. connettivo cartilagineo fibroso (legamenti o dischi intervertebrali). Sono anfiartrosi le articolazioni tra le vertebre, quelle che legano le coste allo sterno e alle vertebre, quelle tra la colonna vertebrale e il cinto pelvico.
Articolazioni mobili o diartrosi - sinoviali: consentono notevole movimento, presentano dei legamenti che formano attorno ad esse una capsula articolare al cui interno si trova una sottile membrana (sinoviale) secernente un liquido vischioso con funzione lubrificante detto sinovia. Esempi di artic. mobile sono il gomito, l’anca e il ginocchio; quest’ultima in particolare, avendo la necessità di essere particolarmente robusta è rinforzata da dischi fibrocartilaginei, interposti tra le ossa, detti menischi (Vb image 5).
TIPI DI ARTICOLAZIONE legamento
SCHELETRO ASSIALE La testa è formata da 29 ossa prevalentemente piatte legate da articolazioni fisse ad eccezione dell’ articolazione tra la mandibola e le ossa temporali (masticazione) e la giunzione tra i 2 condili dell’occipitale e l’atlante (movimenti della testa sul collo) che sono mobili (diartrosi). Di esse 22 formano il cranio, 3 si trovano all’interno di ciascun orecchio (ossa dell’orecchio) e 1 alla base della lingua (osso ioide). Le ossa craniche sono composte da 2 sottili strati di osso compatto che racchiudono uno strato di tessuto osseo spugnoso ricco di cavità, detto dìploe, attraversato da vasi sanguigni che mantengono vivo il tessuto. Fanno parte del cranio anche i denti (32) pur non essendo fatti di tessuto osseo ma che si formano a partire da tessuto epiteliale specializzato.
CRANIO Si suddivide in neurocranio e splancnocranio Neurocranio È formato da 4 ossa impari: frontale, occipitale, sfenoide ed etmoide e 2 ossa pari: parietale e temporale. Le ossa del neurocranio formano la scatola cranica, che racchiude l’encefalo e sono saldate tra loro per mezzo di suture: - sutura sagittale, che congiunge le due ossa parietali - sutura frontale o coronale, posta tra l’osso frontale anteriormente e le due ossa parietali posteriormente - sutura occipitale o lambdoidea, situata tra le due ossa parietali anteriormente e l’osso occipitale posteriormente - sutura temporale o squamosa, tra l’osso parietale superiormente e l’osso temporale inferiormente
Osso frontale: osso impari, chiude anteriormente la scatola cranica, forma la fronte, le arcate sopraccigliari, la parete superiore delle cavità orbitarie. Ossa parietali: ossa pari, formano la maggior parte della parete supero-laterale della volta cranica. Si articolano tra di loro lungo la linea mediana del cranio nella sutura sagittale e formano con l’osso frontale la sutura coronale. Ossa temporali: ossa pari, situate inferiormente alle ossa parietali con le quali formano da ambo i lati la sutura squamosa. Su di esse si individuano i seguenti punti di repere (punti di riferimento -solitamente dell'apparato scheletrico- che consentono di localizzare la posizione degli organi in profondità): - meato acustico esterno: canale che conduce al timpano e all’orecchio medio - processo stiloideo: posto sotto il meato acustico, su di esso prendono inserzione i vari muscoli del collo - processo zigomatico: si unisce anteriormente a mo’ di ponte con l’osso zigomatico - processo mastoideo: protuberanza rugosa posta posteriormente ed inferiormente al meato acustico, dà inserzione ad alcuni muscoli del collo - foro giugulare: al confine tra occipitale e temporale, dà passaggio alla grossa vena giugulare che drena il sangue refluo dall’encefalo
Osso occipitale: osso impari, è il più posteriore del cranio, di cui costituisce il pavimento e la parete posteriore. Si articola anteriormente con le ossa parietali tramite la sutura lambdoidea. Alla base dell’osso occipitale si trova il grande forame occipitale che dà il passaggio al midollo allungato. Da entrambi i lati del grande forame stanno i condili occipitali che si articolano con la prima vertebra cervicale (atlante). Osso sfenoide: osso impari, simile ad una farfalla, concorre a formare il pavimento della base cranica. In posizione mediana mostra una leggera depressione nella quale è accolta l’ipofisi (sella turcica). Osso etmoide: osso impari posto anteriormente allo sfenoide, forma la volta della cavità nasale e parte della parete mediale delle orbite. Dalla sua porzione superiore emerge la crista galli, sulla quale si inserisce la falce celebrale della dura madre (la parte più esterna e più spessa delle meningi (dura madre, aracnoide e pia madre) membrane che avvolgono l‘encefalo e il midollo spinale.
CRANIO: VISIONE LATERALE
Splancnocranio: È formato da 6 ossa pari: nasali, lacrimali, palatine, zigomatiche, mascellari superiori, cornetti superiori e 2 impari: mandibola e vomere (osso impari che forma il setto nasale). Nel bambino lo splancnocranio è molto meno sviluppato del neurocranio. Alla nascita lo scheletro non è ancora completamente formato; alcune zone sono costituite da cartilagine ialina e devono ancora essere sostituite con l’osso. Anche il cranio presenta regioni non ancora ossificate, denominate fontanelle, formate da membrane fibrose interposte tra le ossa craniche, che consentono l’accrescimento postnatale dell’encefalo e conferiscono al cranio fetale una notevole plasticità nel momento del parto. Le fontanelle vengono gradualmente invase dall’osso nella prima infanzia e non si riescono più a palpare dopo dopo il 22°-24° mese di vita.
CRANIO: VISIONE FRONTALE
OSSO IOIDE Sebbene situato nel collo è di particolare interesse l’osso ioide, osso impari a forma di ferro di cavallo che è l’unico segmento scheletrico che non si articola direttamente con altre ossa del collo. Si trova sospeso al centro del collo, a circa 2 cm sopra la laringe, dove, tramite legamenti, è collegato a questa, alla lingua e al processo stiloideo delle ossa temporali. Funziona da base mobile per la lingua e offre inserzioni a muscoli della faringe e del collo che innalzano e abbassano la laringe durante la deglutizione e la fonazione. OSSA DELL’ORECCHIO Includono 3 paia di piccoli ossicini articolati fra loro che per la loro forma prendono il nome di staffa, incudine, martello, essi svolgono un ruolo importante nella trasmissione delle onde sonore. Dai loro movimenti originano vibrazioni percepite dall’orecchio interno come suoni. Questa efficiente struttura ci permette di sentire anche i suoni più deboli.
COLONNA VERTEBRALE Asse portante dell’intero scheletro, è costituita da 33-34 ossa corte chiamate vertebre collegate tra di loro da dischi di tessuto fibrocartilagineo detti dischi intervertebrali, che danno flessibilità alla colonna. Le vertebre sono caratterizzate da una forma diversa a seconda delle funzioni che svolgono, assumendo anche una nomenclatura differente. Vengono distinte 5 regioni nelle quali le vertebre hanno caratteristiche simili: cervicale: formata da 7 vertebre che permettono la rotazione della testa: la 1ᵃ chiamata atlante e la 2ᵃepistrofeo. toracica: formata da 12 vertebre sulle quali si articolano le coste, che formano la gabbia (o cassa) toracica lombare: formata da 5 vertebre di dimensioni maggiori rispetto alle altre poiché sostengono la maggior parte del peso corporeo e degli sforzi dovuti alla postura eretta sacrale: formata da 5 vertebre saldate tra loro a formare l’osso sacro sul quale si articolano le ossa del bacino coccigea: formata dalle ultime 4 o 5 vertebre fuse tra loro a costituire il coccige, residuo evolutivo della coda
Ogni vertebra consta di una parte anteriore detta corpo vertebrale e di una parte posteriore di forma arcuata delimitante un ampio foro denominata forame vertebrale. I forami vertebrali, allineati, costituiscono un condotto cilindrico (canale vertebrale) dove alloggia il midollo spinale che collega tramite i nervi spinali il sistema nervoso centrale con il sistema nervoso periferico. Dall’arco di ciascuna vertebra si staccano 3 prolungamenti ossei chiamati apofisi: 1mediana detta apofisi spinosa (o processo spinoso), 2 laterali dette apofisi traverse (o processi traversi). La sovrapposizione dei processi spinosi lungo la colonna vertebrale forma la spina dorsale. A livello dei processi vertebrali prendono inserzione i muscoli e i legamenti del tronco. N.B. L’osso sacro ha forma piramidale a base quadrangolare, con base superiore e apice inferiore, ha una faccia anteriore concava e una faccia posteriore convessa. Sui lati dell’ ultima porzione del canale vertebrale, che da passaggio al midollo spinale sacrale si aprono i forami sacrali attraverso i quali passano i nervi spinali sacrali, i cui fasci anteriori escono dai fori sacrali anteriori aperti sulla faccia anteriore del sacro e i cui fasci posteriori escono dai fori sacrali posteriori.
VERTEBRE Articolazione atlante-epistrofeo vista dall’alto Vertebre cervicali viste dall’alto e di lato Vertebre toraciche viste dall’alto e di lato Vertebre lombari viste dall’alto e di lato
La colonna vertebrale non è perfettamente diritta ma presenta 4 curvature fisiologiche, osservabili lateralmente: dall'alto si può notare una prima zona, corrispondente al collo, dove le 7 vertebre cervicali assumono una curvatura con la convessità rivolta in avanti, detta lordosi cervicale; scendendo si osserva una curvatura con la convessità rivolta verso il dorso denominata cifosi dorsale, in corrispondenza delle 12 vertebre toraciche; più in basso si nota una lordosi lombare in corrispondenza delle 5 vertebre lombari; infine una cifosi sacro-coccigea in corrispondenza delle 5 sacrali e delle 4/5 coccigee. Scopo di tali curvature è quello di migliorare l’elasticità della colonna vertebrale, aumentare la stabilità dell’intera impalcatura ossea e distribuire meglio il peso del corpo sulla regione lombare, sul bacino e sugli arti inferiori.
Le curvature fisiologiche della colonna vertebrale
GABBIA TORACICA La gabbia toracica è un’impalcatura ossea formata da 12 paia di ossa chiamate coste che si articolano posteriormente con le vertebre toraciche e anteriormente con lo sterno, fatta eccezione per le ultime 2. Oltre a proteggere organi vitali come il cuore, i polmoni e i vasi sanguigni principali, svolge un ruolo determinante nella respirazione grazie alla capacità di dilatarsi e di restringersi sotto l’azione dei muscoli costali. Coste (o costole) Apparentemente ossa lunghe, essendo la loro lunghezza superiore alle altre 2 dimensioni, sono in realtà da considerarsi ossa piatte per la loro costituzione interna. La giunzione delle coste con lo sterno avviene tramite l’interposizione di un segmento di cartilagine denominata cartilagine costale che continua la forma delle coste. Le prime 7, dette coste vere, sono fornite ciascuna di una propria cartilagine costale che raggiunge lo sterno. L’8ᵃ la 9ᵃ e la 10ᵃ, denominate spurie (o false), raggiungono lo sterno tramite la fusione della loro cartilagine con quella della 7ᵃ costa. Le ultime 2 paia (11ᵃe 12ᵃ) che non raggiungono lo sterno vengono dette fluttuanti . Queste coste sono articolate solo alla colonna vertebrale.
Sterno Osso piatto, impari e mediano che racchiude anteriormente la gabbia toracica essendo interposto tra le 2 clavicole e le prime 7 paia di coste. Ha una forma allungata e presenta 2 facce, una anteriore e una posteriore; è costituito da 3 segmenti ossei: il manubrio il corpo e il processo xifoideo. Il manubrio è la porzione superiore e più espansa dello sterno; lateralmente alla propria superficie superiore presenta 2 incisure (1 per lato) dette clavicolari alle quali, mediante un’articolazione mobile sinoviale si articolano le clavicole. Il corpo costituisce la parte più lunga dello sterno e presenta lungo i margini laterali le superfici articolari per l’articolazione con le coste fino al settimo paio. Il processo xifoideo costituisce la porzione inferiore dello sterno, ha forma triangolare col vertice rivolto verso il basso, funge da punto di ancoraggio per alcuni muscoli addominali. Nelle persone giovani può essere cartilagineo, solitamente si ossifica completamente intorno ai 40-50 anni di età. Può essere appuntito, bifido, perforato, incurvato o deviato verso un lato.
Gabbia toracica
SCHELETRO APPENDICOLARE ARTO SUPERIORE: Lo scheletro dell’arto superiore comprende le ossa di: spalla, braccio, avambraccio e mano. Spalla: Cinto scapolare Costituito anteriormente dalla clavicola e posteriormente dalla scapola, forma l’articolazione della spalla che lega al corpo l’omero, primo osso lungo dell’arto superiore. Le ossa del cinto scapolare non si articolano sulle vertebre, né sulle coste, ma sono strettamente legate al tronco da muscoli e legamenti. La clavicola è un osso pari e simmetrico disposto trasversalmente tra lo sterno e la scapola. Presenta un corpo e 2 estremità, una mediale e una laterale. L’estremità mediale si articola al manubrio dello sterno, quella laterale si articola con la scapola. La scapola è un osso pari e simmetrico che forma la parte posteriore del cinto scapolare. Piatto e di forma triangolare presenta 2 facce: una ventrale (che presenta 2 o 3 creste oblique che servono all’inserzione del muscolo sottoscapolare) e una dorsale (caratterizzata dalla presenza di una voluminosa sporgenza ossea denominata spina della scapola. L’angolo laterale dell’osso presenta un’ampia superficie articolare detta cavità glenoidea (Vb 1) che serve all’articolazione con l’omero.
Cinto scapolare
Omero Forma lo scheletro del braccio Omero Forma lo scheletro del braccio. Osso lungo che presenta una diafisi e 2 epifisi, una prossimale e una distale. Lungo il suo decorso presenta delle rugosità che servono per l’attacco dei tendini e dei muscoli. L’estremità prossimale detta testa dell’omero si articola alla fossa o cavità glenoidea della scapola, quella distale presenta 2 superfici articolari che servono per l’articolazione con radio ed ulna. Posteriormente a questa vi è la fossa olecranica entro la quale si adatta l’olecrano dell’ulna nel movimento di estensione dell’avambraccio sul braccio. Radio Osso lungo, fa parte dello scheletro dell’avambraccio, è posto in posizione laterale, sulla linea del pollice. Più sottile nella sua parte superiore va ingrandendosi verso il basso. L’estremità prossimale presenta il capitello per l’articolazione con l’omero, inoltre presenta una zona levigata con la quale si articola all’ulna. L’estremità distale molto robusta si articola con le ossa del carpo. Medialmente la stessa estremità presenta un’incavatura per l’articolazione con l’ulna. Braccio: Avanbraccio:
Ulna Osso lungo, situato nella parte mediale dell’avambraccio, sulla linea del mignolo. Contrariamente al radio è più voluminoso in alto che in basso. L’estremità prossimale presenta, posteriormente, un robustissimo rilievo detto olecrano, per l’articolazione con l’omero; l’estremità distale molto più piccola si articola con le ossa del carpo e medialmente col radio. Lo scheletro della mano è costituito da 27 piccole ossa che si articolano in modo da permettere ampi e diversificati movimenti sia alla mano che alle dita. 8 ossa sono corte e disposte in 2 file trasversali di 4 ossa l’una a formare il carpo che corrisponde al polso 5 ossa lunghe formano il metacarpo corrispondente a palmo e dorso della mano 14 ossa lunghe costituiscono lo scheletro delle dita; sono 3 per ciascun dito (falange, falangina e falangetta) fatta eccezione per il pollice che ne ha solamente 2. Mano
Ossa di Braccio ed avambraccio
Ossa della mano
Bacino: ARTO INFERIORE: Lo scheletro dell’arto inferiore comprende le ossa di: bacino, coscia , gamba e piede. Bacino: Cinto pelvico Come gli arti superiori, quelli inferiori sono collegati alla colonna vertebrale da un cinto che prende il nome di cinto pelvico o pelvi o bacino. È l’osso più grande del corpo umano e risulta dalla fusione di tre ossa piatte primitivamente distinte in ileo, ischio e pube il cui punto di incontro e di saldatura è in corrispondenza dell’acetabolo (Vb2), grande cavità scavata sulla faccia esterna dell’osso iliaco, adibita ad accogliere la testa del femore, a formare l’articolazione coxo-femorale. L’osso iliaco posteriormente si articola all’osso sacro tramite l’articolazione sacro-iliaca. Anteriormente le 2 ossa si congiungono tra loro a livello pubico formando la sinfisi pubica, un’articolazione fibrocartilaginea. A differenza del cinto scapolare, quello pelvico ha una struttura più rigida e massiccia ed è ben ancorato alla colonna vertebrale, ciò lo mette in grado di sostenere gli organi addominali inferiori ed offrire una salda articolazione agli arti inferiori. Consentendo la camminata bipede e la seduta eretta. Il bacino femminile è meno alto, più largo e ha un’inclinazione diversa rispetto a quello maschile per permettere lo sviluppo del feto ed il parto.
Cinto pelvico E osso sacro
Coscia: Femore Unico osso della coscia, è il più lungo e il più pesante del corpo. E’ orientato obliquamente. L’estremità prossimale presenta la testa del femore deputata all’articolazione con l’acetabolo dell’osso iliaco. La testa mostra un restringimento detto collo anatomico alla base del quale vi è un grosso rilievo rugoso detto grande trocantere, che serve per l’impianto dei muscoli dell’anca. Postero - medialmente, sempre alla base del collo anatomico, si trova un altro piccolo rilievo detto piccolo trocantere. L’estremità distale mostra 2 rilievi articolari detti condili (mediale e laterale) che si articolano con la sottostante tibia e la superficie patellare che si articola con la rotula o patella (osso del ginocchio).
Gamba: Tibia E’ un osso lungo in posizione mediale rispetto alla gamba Gamba: Tibia E’ un osso lungo in posizione mediale rispetto alla gamba. L’estremità prossimale, molto voluminosa, è formata da 2 rilievi chiamati condili (mediale e laterale). Ciascun condilo presenta superiormente una cavità poco accentuata detta cavità glenoidea che serve per l’articolazione con il rispettivo condilo femorale. L’estremità distale della tibia è scavata da una fossa articolare che accoglie l’astragalo. Medialmente ad essa si solleva una robusta sporgenza, diretta verso il basso, denominata malleolo mediale. Fibula o perone Nello scheletro della gamba occupa una posizione laterale e posteriore rispetto alla tibia. E’ un osso lungo più esile della tibia. L’estremità prossimale detta testa della fibula si articola con la tibia. L’estremità distale presenta un robusto rilievo denominato malleolo laterale. Rotula o patella Osso breve di forma triangolare, posto nel ginocchio al di sopra della tibia, davanti all’estremità distale del femore col quale si articola impedendo il piegamento in avanti della gamba.
Ossa di Coscia e gamba femore
Piede Il piede ha una struttura ossea simile alla mano ma le ossa che lo compongono (26) sono più robuste per poter sostenere il peso del corpo e meno mobili. È formato da tarso, metatarso e falangi. Il tarso forma la parte posteriore dello scheletro del piede, chiamato volgarmente caviglia, ed è formato da 7 ossa brevi disposte su 2 file, una posteriore ed una anteriore. Le ossa della fila posteriore sono: astragalo, posto subito sotto a tibia e perone calcagno, sottostante all’astragalo Le ossa della fila anteriore sono: cuboide, situato davanti al calcagno scafoide, posto davanti all’astragalo ossa cuneiformi (3) situate davanti allo scafoide.
Il metatarso, che costituisce pianta e dorso del piede, è formato da 5 ossa lunghe che si articolano posteriormente con le ossa del tarso e anteriormente con la prima falange del dito corrispondente . Le falangi (14) formano lo scheletro delle dita del piede; sono allineate l’una di seguito all’altra, in numero di 3 per ciascun dito, tranne che nell’alluce dove sono 2. Sono ossa lunghe simili a quelle delle dita della mano ma meno sviluppate in lunghezza. Ossa del piede