Simone A. Bellezza La rivoluzione russa

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Transcript della presentazione:

Simone A. Bellezza La rivoluzione russa Fondazione Trentina Alcide De Gasperi Associazione Culturale “Antonio Rosmini” Maturità 2015: Parliamo di storia 27 ottobre 2014

La Russia zarista: un paese di forti contrasti Grande ricchezza e immensa povertà Avanzamento tecnologico dell’industria e agricoltura arretrata Piccola élite acculturata europea (intelligencija) e massa attaccata alla cultura tradizionale ortodossa Sistema politico bloccato Parola chiave: INTELLIGENCIJA (intellighenzia) Gruppo ristretto di persone con educazione universitaria che sentono il dovere di svolgere il ruolo di “coscienza della nazione”

Le rivoluzioni russe Le guerre (momenti che mettono a prova la tenuta di una compagine statale e la società) ingenerano rivoluzioni Rivoluzione del 1905 Rivoluzione del febbraio 1917: portò al potere i cadetti (costituzional-democratici) di Kerenskij Rivoluzione di Ottobre (25 ottobre – 7 novembre)

Il punto di vista di Lenin Secondo Marx, la storia era un percorso progressivo che avrebbe condotto alla rivoluzione socialista Per Lenin, il capitalismo borghese era giunto alla sua ultima fase: l’imperialismo La rivoluzione sarebbe iniziata “nel più debole anello della catena imperialista” La rivoluzione sarebbe dipesa da condizioni soggettive: il partito “di tipo nuovo” Vladimir Il’ič Ul’janov (1870-1924) era a capo della fazione dei bolscevichi del partito Socialdemocratico russo; chiarisce le sue idee con le celebri “Tesi di aprile”

La versione del Breve corso di storia del Partito Comunista (Bolscevico) dell’Unione Sovietica (1938) A capo della classe operaia si trovava un partito provato nelle lotte politiche come il partito bolscevico. Soltanto un partito come il partito bolscevico, sufficientemente ardito per portare il popolo all'assalto decisivo e sufficientemente guardingo per evitare gli scogli di qualunque genere sul cammino del successo, soltanto un partito come questo poteva unire in un modo così saggio, in un solo torrente rivoluzionario, dei movimenti rivoluzionari tanto diversi quanto il movimento democratico contadino per l'occupazione delle terre dei proprietari fondiari, il movimento di liberazione nazionale dei popoli oppressi in lotta per l'eguaglianza nazionale e il movimento socialista del propletariato per il rovesciamento della borghesia e per l'instaurazione della dittatura del proletariato. Evidentemente, fu la fusione di tutte queste diverse correnti rivoluzionarie in un torrente rivoluzionario unico e potente che decise delle sorti del capitalismo in Russia.

Nacque dalle versioni dei memoriali dei fuoriusciti e dei corrispondenti stranieri Negava la lotta di classe come elemento chiave della storia e attribuiva più importanza alla politica e ai singoli personaggi La rivoluzione di ottobre fu causata dall’incapacità della classe dirigente, dal desiderio di potere dell’intelligencija e dalla natura euro-asiatica del paese Il potere bolscevico fu avversato dalla popolazione e la natura autoritaria si manifestò subito con il comunismo di guerra La scuola liberale

La scuola anarchica Nacque da memorie di fuoriusciti politici e nei circoli anarchici e dell’estrema sinistra L’URSS è un fallimento perché costruita su linee tradizionali: cfr. l’Armata Rossa di Trockij Lenin (e più tardi Stalin) presiedette alla centralizzazione di tutto il potere e all’instaurazione di un apparato burocratico-manageriale Lev Trockij (Bronštein), 1879-1940, fondatore dell’Armata Rossa, in esilio dal 1929

La scuola totalitaria Con la guerra fredda fiorirono gli studi sull’URSS Le masse erano politicamente ineducate e potevano fare una rivolta ma non una rivoluzione: i comunisti ne approfittarono Nasce il paradigma totalitario, tratto da Hannah Arendt, che pubblicò Le origini del totalitarismo (1951) Tesi riprese e trasformate da Carl Friedrich e Zbigniew Brzezinski, Totalitarian Dictatorship and Autocracy (1956) Hannah Arendt (1906-1975), autrice anche de La banalità del male (1963)

Il totalitarismo Il totalitarismo è una nuova forma di governo Il totalitarismo è guidato da una ideologia che vuole trasformare la realtà e creare un nuovo tipo d’uomo Il potere è centralizzato e impersonato da un condottiero del regime (Führerprinzip) Il potere viene mantenuto attraverso la violenza e grazie all’istituzione di una polizia politica, che sorveglia i cittadini Massima espressione di questo potere sono i campi in cui i cittadini non conformi vengono in qualche modo “trasformati” Il totalitarismo

La scuola revisionista Nacque negli anni ‘60: Leopold Haimson e Sheila Fitzpatrick L’intelligencija dopo la rivoluzione del 1905 tradì le masse e discusse una agenda politica con lo zar garantendo una falsa stabilità L’evoluzione politica si divise in due: le masse hanno una propria razionalità rappresentata dalla rivoluzione dei Soviet La rivoluzione del febbraio è liberale, quella dell’ottobre è dei Soviet Parola chiave: SOVIET È una parola russa che significa consiglio e indica i consigli di operai, contadini e soldati nati nelle rivoluzioni russe (1905 e 1917)

I revisionisti non hanno un indirizzo politico comune, ma tutti studiano la rivoluzione dal “basso” o dalle periferie L’alfabetizzazione degli operai si scontra con la mancanza della trattativa sindacale Il partito bolscevico fu un partito democratico Il comunismo di guerra e la centralizzazione del potere furono una reazione alla paura di essere sconfitti Lenin promise al popolo quello che voleva: pace subito, la terra ai contadini, una diversa politica delle nazionalità Nuova Politica Economica (NEP) e Korenizacija (indigenizzazione o radicamento) Il revisionismo

Lo stalinismo Fra 1924 e 1929 Stalin fece fuori tutti i suoi rivali Stalin credeva che l’URSS sarebbe stata attaccata e che si dovesse preparare alla guerra Il fine della politica staliniana è la costruzione di un industria pesante velocemente convertibile all’industria di guerra Le risorse per l’industrializzazione devono essere prese dall’agricoltura Josif (Ioseb) Vissarionovič Džugasvili (1878-1953)

Collettivizzazione forzata e dekulakizzazione Le grandi aziende agricole (kolkhozy e sovkhozy) erano funzionali alla raccolta centralizzata Kulaki (in teoria contadino ricco) erano definiti tutti coloro che si opponevano alla collettivizzazione Venne liquidata la politica delle nazionalità leniniana a favore di una centralizzazione Scontro più forte avvenne in Ucraina: “risolto” con la carestia indotta, chiamata Holodomor, del 1932-1933 Lotta contro popolazioni nomadi dell’Asia centrale e spostamenti forzati di popolazione Collettivizzazione forzata e dekulakizzazione

Il grande terrore e il GULag Prima della rivoluzione archivistica del 1991 si credeva che colpisse a caso Il grande terrore (1936-37) colpisce le categorie di “nemici potenziali” (700.000 fucilati in un anno) GULag significa Direzione generale dei campi Fu una forma di sfruttamento della manodopera schiavile utilizzata per la creazione di grandi opere pubbliche Il fine era di rieducare attraverso il lavoro I prigionieri non erano isolati: idea della piccola e della grande “zona” Il grande terrore e il GULag

La domanda che ci poniamo è: davvero il regime che nacque dalla rivoluzione dell’ottobre 1917 fu il tentativo di realizzare un nuovo tipo di umanità? Fu un regime totalitario? Il primo a mettere in dubbio questa ipotesi fu Nicolas Timasheff, con il libro The Great Retreat (1946) Timasheff aveva notato che la società staliniana aveva assunto dei caratteri tipici della società liberale borghese conservatrice: c’era una classe media burocratica che governava il paese, divorzio e aborto erano ostacolati o vietati La grande ritirata

L’ideale “romantico” del rivoluzionario I rivoluzionari del partito di Lenin erano degli attivisti che avevano votato completamente la propria esistenza al fine della rivoluzione La loro vita era vissuta all’insegna della lotta comune e con spregio verso i bisogni del singolo Rifiuto completo della proprietà privata Rifiuto della famiglia “borghese”: tanti aneddoti (la figlia di Gusev) Anche la fisicità del rivoluzionario è votata alla rivoluzione e rifiuto completo della proprietà L’ideale “romantico” del rivoluzionario

La famiglia socialista L’ideale della rivoluzione avrebbe voluto lo sradicamento della famiglia borghese e l’istituzione di forme comunitarie di vita Costruzione di grandi strutture di vita comunitaria (Le Corbusier) Nella realtà la vita comunitaria sarà quella della komunalka: la condivisione dell’appartamento impedisce la creazione di uno spazio familiare e sottopone tutti a un controllo continuo Aleksandra Kollontaj (1872-1952), teorizzatrice della nuova vita comune sovietica

Educazione e socialismo I bambini furono irregimentati nei pionieri, con un’educazione che puntava all’autosufficienza dai genitori garantita dalla comunità: il fenomeno delle denunce dei genitori Conseguenze dei divorzi: crescita esponenziale delle “ragazze madri” (donna sfruttata due volte) Il problema: un paese popoloso è necessario nella lotta al capitalismo Recupero del divieto di divorzio, aborto e omosessualità: la famiglia non è un fatto privato ma pubblico e si richiese ai cittadini di collaborare alla costruzione della società socialista Condanna della masturbazione come dimensione egoistica L’educazione non era libera Educazione e socialismo

Le buone maniere vennero reintrodotte al fine di creare una massa di lavoratori volenterosi, puntuali, alfabetizzati, puliti e sani necessari per la trasformazione della società sovietica Gli anni ‘30 videro anche la nascita di un’industria dei “beni di lusso di massa”: la metropolitana, lo champagne e il caviale Nascono i grandi magazzini: l’opulenza dei negozi stava a rappresentare, nella logica del realismo socialista, il mondo così come lo si sarebbe costruito Il cittadino sovietico viveva costantemente proteso verso il futuro: le cartoline futuristiche La kulturnost’

La cultura sovietica è uguale a quella borghese? La specificità della cultura sovietica consiste nel tipo di “sé” che la società vuole coltivare. Non è un sé individualistico, ma comunitario, l’individuo sovietico trova la propria realizzazione solo nella partecipazione alla vita sociale comunitaria. Il recupero di vecchi paradigmi e strutture avviene attraverso lo svuotamento del significato originario e una risemantizzazione in una forma prettamente sovietica. La cultura sovietica è uguale a quella borghese?

Le conseguenze del terrore Tutti furono invitati a sorvegliare sugli altri e i cittadini sovietici impararono a tacere Questi timori si trasformarono in un forte senso di insicurezza e nella sfiducia sociale A causa delle discrepanze fra propaganda agita e realtà quotidiana vissuta i sovietici presero a dividere fra “verità esteriore” e “verità interiore” I sovietici credettero nella giustezza dei processi e delle persecuzioni: sradicamento dei rapporti familiari (i figli si vergognavano dei genitori e non dicevano la verità ai consorti) Le conseguenze del terrore