Le subordinate completive con quod dichiarativo

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Transcript della presentazione:

Le subordinate completive con quod dichiarativo

Cosa sono? Per completiva (o sostantiva, o complementare diretta) s'intende una proposizione che ha funzione di soggetto o di complemento oggetto rispetto alla reggente. La completiva per eccellenza è la proposizione infinitiva; appartengono alle completive pure le interrogative indirette. Resta da esaminare una serie di proposizioni che possono essere classificate sulla base dei loro introduttori e/o della loro appartenenza a due gruppi fondamentali:

completive esprimenti volontà (desiderio, timore, comando, esortazione), con negazione ne; completive esprimenti una semplice constatazione, con negazione non. completive con funzione soggettiva, oggettiva o epesegetica  

INTRODUTTORI: ut = che, di, a; ne = che non, di non, a non MODO DEL VERBO: congiuntivo presente o imperfetto secondo le norme della consecutio temporum Si suole definirle, molto impropriamente, "completive di natura finale", ma con le finali non hanno nulla a che vedere: fungono infatti da complemento diretto (soggetto o oggetto), e non da complemento circostanziale (complemento di fine).

In italiano gli introduttori sono: che, che non + congiuntivo; di, di non + infinito; a, a non + infinito. Esempio : ho il sospetto che sia una bugia

Il tempo del congiuntivo, tanto in latino quanto in italiano, è il presente o l'imperfetto, perché il comando, l'esortazione, la richiesta etc. non possono ovviamente mai collocarsi su un piano temporale anteriore rispetto a quello della reggente.

Esse costituiscono il complemento oggetto o il soggetto dei verbi appartenenti alle seguenti categorie: curare, provvedere, cercare di, sforzarsi (curo, facio, efficio, video, provideo, operamdo, contendo, enitor, etc.). Esempio:cura ut valeas = cerca di star bene;  videte ne quid detrimenti capiatis = state attenti a non subire qualche danno.

esortare, indurre, incitare, persuadere, consigliare, comandare (hortor, moneo, admoneo, suadeo, persuadeo, impello, incito, induco, praecipio, impero, etc.) Esempio:consul milites hortatur ne animo deficiant = il console esorta i soldati a non perdersi d'animo; amicum meum monui ut id faceret = ho consigliato al mio amico di fare questo.

pregare, chiedere, desiderare (oro, exoro, rogo, peto, volo, nolo, quaero, precor, obtestor, flagito, opto, etc.) Esempio:ne id facias a te peto = ti chiedo di non farlo; te oro ut venias = ti prego di venire.

ottenere, permettere, concedere (obtineo, impetro, concedo, permitto, do, etc.). Esempio:mihi dedit ne damnarer = mi ha concesso di non essere condannato; impetravit ut salvus esset = ottenne di essere salvo.

alcuni verbi ed espressioni impersonali (necesse est, oportet, interest, placet, lex est, mos est, etc.). Esempio:mihi placet ut mecum Romam venias = mi sembra opportuno che tu venga con me a Roma; lex erat ne quis magistratus civem necaret = era legge che nessun magistrato uccidesse un cittadino.

Talvolta, in dipendenza da alcuni di questi verbi come oro, volo, nolo Talvolta, in dipendenza da alcuni di questi verbi come oro, volo, nolo... o da espressioni impersonali come necesse est, oportet, licet..., la completiva è priva dell'introduttore ut;Esempio:necesse est veniatis = è necessario che veniate. L'imperativo cave sottintende invece l'introduttore negativo (ne);Esempio:cave id facias = guardati dal farlo; non farlo. Si tratta in realtà di un costrutto paratattico: i congiuntivi che seguono tali verbi sono infatti per lo più esortativi; Esempio:id facias te oro (= ti prego di farlo) corrisponde ad un originario id facias: te oro "fallo: ti prego!"

Facio ed efficio si costruiscono con ut, ne quando significano "procuro che", "mi adopero a che"; con ut, ut non quando invece significano "faccio sì che", "produco come conseguenza che". Esempio:miles effecit ne consul interficeretur = il soldato si adoperò a che il console non fosse ucciso; sapientia ipsa efficit ut philosophus miser non sit = la sapienza stessa fa sì che il filosofo non sia infelice.

Consigli pratici di traduzione Con un minimo di attenzione, osservando il verbo da cui sono rette e la funzione che svolgono, imparerai a distinguere queste proposizioni dalle finali. Evita assolutamente di tradurre l'introduttore ut, ne con "affinché, affinché non", secondo una cattiva abitudine ben radicata nell'uso scolastico: non si consiglia a qualcuno "affinché faccia" qualcosa, ma gli si consiglia "di fare" qualcosa!

INTRODUTTORI: quod = che, il fatto che, per il fatto che MODO DEL VERBO: indicativo o congiuntivo obliquo Queste completive hanno funzione soggettiva, oggettiva o epesegetica (= esplicativa) rispetto alla reggente. Il loro introduttore è quod, costruito in genere con l'indicativo, ma anche con il congiuntivo obliquo se la completiva esprime una valutazione soggettiva.

In italiano gli introduttori sono che, il fatto che + indicativo (raramente congiuntivo); a + infinito; (cioè) che, (ossia) che + indicativo (dichiarativa epesegetica); per il fatto che + indicativo (quod dichiarativo-causale, dipendente da verba affectuum e da verbi di lode, biasimo, accusa, ringraziamento).

La completiva con quod dichiarativo si usa: dopo le espressioni costituite da un verbo + un avverbio di modo o un aggettivo neutro indicante sensazione, come bene, male, commode, opportune, inopportune fit (accidit, evenit) = accade bene, male, a proposito, opportunamente, inopportunamente; iucundum, gratum, molestum est = è cosa piacevole, gradita, molesta; bene, male facio = faccio bene, male; gratum facio = faccio cosa gradita, etc.) Esempio:bene facis, quod eum hortaris = fai bene ad esortarlo; opportune accidit quod Marcus abesset = accadde opportunamente che Marco non fosse presente; pergratum mihi fecisti quod librum tuum ad me misisti = mi hai fatto cosa molto gradita a mandarmi il tuo libro.

con verbi ed espressioni di aggiungere e tralasciare, come huc (eo, ad id) accedit = a ciò si aggiunge; addo, adicio = aggiungo; omitto, praetermitto, mitto, praetereo = tralascio, etc. Esempio:adde quod sapientia eius maxima est = aggiungi che la sua sapienza è grandissima; mitto quod res ipsa prava fuit = tralascio il fatto che la cosa era (lett.: fu) disonesta in sé.

per spiegare un pronome, sostantivo, avverbio della reggente in funzione prolettica (dichiarativa epesegetica), come hoc, id, illud; causa, laus; inde, ita, sic, etc. Esempio:hoc ab eo differs, quod amicos diligis = in questo sei diverso da lui, (cioè) che tu ami gli amici; id me delectat, quod ego tuos libros lego et tu meos = questo mi fa piacere, (cioè) che io leggo i tuoi libri e tu i miei.

Accedit si costruisce anche con ut + congiuntivo Esempio:ad eius miseriam accedebat ut caecus esset (quod caecus erat) = alla sua disgrazia si aggiungeva il fatto che fosse cieco.

Consigli pratici di traduzione Devi fare molta attenzione a non confondere quod dichiarativo con quod causale e quod relativo: commetteresti un grave errore! Quod è dichiarativo se e solo se la proposizione da esso introdotta costituisce il soggetto o il complemento oggetto (e non il complemento di causa!) del verbo o dell'espressione reggente, oppure se ha funzione epesegetica rispetto ad un elemento prolettico presente nella reggente. Inoltre quod relativo si distingue da quello dichiarativo perché si riferisce ad un sostantivo o pronome neutro della reggente.