Brano di Italo Svevo tratto da “La coscienza di Zeno” Lo schiaffo Brano di Italo Svevo tratto da “La coscienza di Zeno”
Trama Questo brano tratto dal capitolo “La morte di mio padre”, parla degli ultimi momenti della vita del padre di Zeno, quando si ammalò all’improvviso di un edema celebrale. Il medico ordinò a Zeno che l’ammalato doveva stare assolutamente sdraiato nel letto, Zeno rispettò la volontà del medico ma forse anche troppo in quanto privò al padre di fare qualsiasi movimento, anche se aveva espresso il desiderio di lasciar morire il padre, perché ormai condannato, senza procurargli ulteriori sofferenze con cure inutili. Il padre privo di coscienza si alzò in piedi con forza e diede uno schiaffo al figlio, poi cadde e morì. Zeno iniziò a piangere e gridò al padre che la colpa non era sua, ma egli era morto e non poté più provargli la sua innocenza. In questo brano viene evidenziato un rapporto di odio-amore da parte di Zeno nei confronti del padre. Infatti la proposta fatta al medico di lasciar morire il padre per non farlo più soffrire era dettata dall’amore ma in seguito allo schiaffo questa proposta si riversò in odio in quanto Zeno desiderava che il padre morisse.
L’ambientazione è generica, cioè viene soltanto accennata TS>TR quindi è un sommario Il narratore-protagonista perché racconta quello che va vissuto in prima persona come protagonista Il narratore è palese La focalizzazione è interna
I personaggi Zeno il protagonista del libro, è un giovane universitario che ha il padre malato, il quale è ricoverato in ospedale. Zeno è un personaggio realistico, piatto, cioè è caratterizzato da una psicologia semplice e prevedibile Il padre, colpito da un ictus viene ricoverato, però non si riprenderà mai. Il padre di Zeno è un personaggio a tutto tondo, agendo varie volte in modo imprevedibile Carlo, l’infermiere del padre, è un personaggio piatto, perché ha pochi interventi e non è caratterizzato da una psicologia imprevedibile e complessa
Italo Svevo Italo Svevo, nome de plume di Aaron Ettore Schmitz (Trieste, 19 dicembre 1861 – Motta di Livenza, 13 settembre 1928), è stato uno scrittore e drammaturgo italiano. Fu autore di romanzi, racconti brevi e opere teatrali in lingua italiana.