FLOATING GLASS ALE & GIOVI CLASSE 1D
La tecnica denominata Float Glass o vetro galleggiante, rappresenta il procedimento che viene utilizzato industrialmente, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, per la produzione di vetro piano (o in lastre) sostituendo il precedente metodo della tiratura. Prima del float glass, infatti la realizzazione di lastre piane avveniva attraverso un procedimento molto costoso che, consisteva nel realizzare la lastra per colata, estrusione o laminazione.
Grazie ad Alastair Pilkington e a Kenneth Bickerstaff, fu sviluppato con successo il primo metodo commerciale per la fabbricazione di vetro piano di alta qualità a basso costo, quello che oggi è chiamato Vetro float.
La pasta vitrea, proveniente dal crogiolo alla temperatura di 1100 °C, assume forma perfettamente piana in un forno a tunnel la cui base è formata da un letto di 7cm di stagno fuso. In questo forno, l’atmosfera è ricca di azoto e idrogeno, il cui scopo è evitare che il vetro durante la cottura e il successivo raffreddamento si ossidi. Ma vediamo quali sono le fasi principali di questo metodo. Inizialmente, vengono caricate nel forno le materie prime: UN VETRIFICANTE – sabbia silicea (70/74%); UNO STABILIZZANTE – carbonato di calcio (12/13%); UN FONDENTE – solfato di sodio (12/13%).
Uscendo dalla fornace di fusione, il vetro ormai fuso viene portato nella sala di galleggiamento dove viene versato su una superficie di stagno fuso, alla temperatura di circa 1000 °C. Il vetro che, a questa temperatura è molto viscoso e lo stagno che invece è molto fluido non si mischiano e la superficie di contatto tra i due elementi risulta piana e liscia. Il vetro forma così un nastro di circa 3 metri di larghezza, con uno spessore che può esser fatto variare da 2 a 19 mm. Lo stagno leviga la superficie inferiore del vetro per contatto diretto, mentre la parte superiore si appiattisce per gravità essendo ancora allo stato semifuso. Lo spessore del nastro di vetro float è determinato dalla velocità di rotazione dei rulli, detti top, situati ai bordi della vasca. Un rallentamento dei top determina una stesura del vetro liquido a minore velocità e la formazione di un nastro di vetro di maggiore spessore.
Alla fine di quest’ultima fase, la temperatura del vetro è di circa 600 °C ed entra, ormai allo stato solido, in una camera di ricottura passando su una serie di rulli. Questa fase del processo, serve a modificare le tensioni interne facendo in modo che il nastro di vetro, reso assolutamente piano, possa essere tagliato in lastre senza problemi. Viene quindi sollevato e posto in un tunnel di raffreddamento.
Nella teoria del trasporto la viscosità, come nel vetro, (spesso detta dinamica) μ è una grandezza fisica e in particolare un parametro di trasporto che quantifica la resistenza dei fluidi allo scorrimento, quindi la coesione interna del fluido: ad esempio il vetro può essere interpretato come un fluido ad altissima viscosità. Si tratta in altri termini del coefficiente di scambio di quantità di moto dipende dal tipo di fluido e dalla temperatura e viene solitamente indicata con la lettera greca μ o più raramente con la lettera η per richiamare il collegamento con il coefficiente di attrito della meccanica classica. Nei liquidi la viscosità decresce all'aumentare della temperatura, nei gas invece cresce, considerando il volume invariato. Si definisce inoltre la fluidità come la grandezza reciproca della viscosità.
+ VISCOSITA’ + FLUIDITA’
Si definisce fluido, come lo stagno, un materiale (generalmente costituito da una sostanza o da una miscela di più sostanze) che si deforma illimitatamente (fluisce) se sottoposto a uno sforzo di taglio, indipendentemente dall'entità di quest'ultimo; è un particolare stato della materia che comprende i liquidi.