Piano di Emergenza ed Evacuazione Ing. Leonardo VARVARO

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Piano di Emergenza ed Evacuazione Ing. Leonardo VARVARO   I.S.S.I.T.P. “G.B. FERRIGNO” Via Giovanni Gentile 91022 CASTELVETRANO (TP) Piano di Emergenza ed Evacuazione Ing. Leonardo VARVARO

Datore di lavoro: dott. Pietro Ciulla (Dirigente scolastico) R.S.P.P. Ing. Varvaro Leonardo  Addetti al S.P.P. Prof. Giovanni Vella Prof. Antonio Leggio  R.L.S. Prof. Giovanni Nastasi Medico competente Dott. Giuseppe Cangemi A.S.P. territoriale d’appartenenza Azienda Sanitaria Provinciale n. 9 Trapani - S.Pre.S.A.L. Via Amm. Staiti, 95 91100 TRAPANI

Misure per l'evacuazione in caso di emergenza (D.M.I. 26 agosto 1992 - D.M.I. 10 MARZO 1998)

Affollamento. Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in: aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l'indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell'attività; aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%; refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/mq . Capacità di deflusso. La capacità di deflusso per gli edifici scolastici deve essere non superiore a 60 per ogni piano. Sistema di via di uscita. Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro. Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che della scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna.

Larghezza delle vie di uscita. La larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (m 1,20). La misurazione della larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più stretto della luce. Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere, singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20. Lunghezza delle vie di uscita. La lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 m e deve essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente. Larghezza totale delle uscite di ogni piano. La larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza totale delle vie di uscita che immettono all'aperto, viene calcolata sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento.

Numero delle uscite. Il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti. Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del  deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro. Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 ed aprirsi in senso dell'esodo quando il numero massimo di persone presenti nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5. Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.

Obiettivo: GARANTIRE LA RAPIDA ED ORDINATA EVACUAZIONE DELL’EDIFICIO Concorrono allo svolgersi del fenomeno: IMPREVEDIBILITA’ DEL COMPORTAMENTO DELLA FOLLA NUMERO DI OCCUPANTI LORO DISTRIBUZIONE ALL’INTERNO DELL’EDIFICIO

Condizionano il fenomeno dell’evacuazione: LE DIFFERENTI CAPACITA’ PSICOMOTORIE DEGLI OCCUPANTI LE DIVERSE REAZIONI PSICOLOGICHE (condizionano il processo di sfollamento ed evacuazione NORMALE definito come comportamento intelligente della folla – MOTO ORDINATO E DIREZIONALE - e lo trasformano in un MOTO PRECIPITOSO E DISORDINATO che inizia, di solito, contemporaneamente in vari punti con conseguente formazione di correnti di persone in alte densità che provocano rallentamenti in corrispondenza delle uscite. Lo sfollamento di emergenza può trasformarsi in sfollamento di PANICO (se manca un’adeguata pianificazione), caratterizzato dal predominio di fattori fisici, MOTO CAOTICO, che in prossimità delle uscite può provocare l’arresto del flusso di evacuazione. CONOSCENZA DELL’EDIFICIO

La pianificazione dell’evacuazione secondo i seguenti principi: OGNI PERSONA DEVE ESSER MESSA NELLE CONDIZIONI DI POTERSI PORRE IN SALVO DA SOLA LA PIANIFICAZIONE DEVE ESSERE SEMPLICE E CHIARA (NON IN CONTRASTO CON LE NATURALI TENDENZE DELL’UOMO)

LUOGHI DI RACCOLTA E FLUSSI DI ESODO La struttura dispone di ampi spazi a cielo aperto, definiti sicuri, dove le persone dovranno sostare fino al segnale di cessato allarme. Si tratta, più specificatamente delle aree denominate “AREA DI RACCOLTA A”, “AREA DI RACCOLTA B” e “AREA DI RACCOLTA C” costituite da ampie aree asfaltate e recintate circostante gli edifici. Il luogo di raccolta dovrà essere raggiunto sotto la guida degli addetti alla sicurezza, percorrendo la traiettoria assegnata (flusso).

Esodo diretto verso “Area di raccolta A” Ubicazione: piano terra I.T.C. Aula magna, laboratorio di musica, biblioteca, sala docenti, sala progettazione, aule 1, 2, 3. attraverso l’uscita in corrispondenza della scala di emergenza n° 2; segreteria alunni attraverso l’uscita principale dell’edificio; aule 6, 7, 8, 9, 10 attraverso l’uscita posta in corrispondenza della scala di emergenza n° 1;   Ubicazione: primo piano I.T.C. Esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 2 per i laboratori e le aule 11, 12, 13, 14; Laboratori, aula diversamente abili attraverso il corpo scala interno e verso l’uscita principale del P.T., aule 15, 16, 17, 18 esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 1; Ubicazione: secondo piano I.T.C. Esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 2 per le aule 19, 20, 21, 22; Laboratori chimica e fisica, aule 23, 24, 25, 26 esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 1;

Esodo diretto verso “Area di raccolta B” Ubicazione: piano terra I.T.C. Presidenza, vicepresidenza, uffici di segreteria, sala medica, deposito, attraverso l’uscita lato I.P.C.;   Ubicazione: piano terra I.P.C. Bidelleria attraverso l’uscita principale I.P.C.;

Esodo diretto verso “Area di raccolta C” Ubicazione: piano terra I.P.C. Laboratorio di ceramica, aule 27 e 28 attraverso l’uscita in corrispondenza della scala di emergenza n° 3, palestra;   Ubicazione: primo piano I.P.C. Esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 3 per il laboratorio informatica e le aule 29, 30 e 31; Ubicazione: secondo piano I.P.C. Esodo lungo il corridoio attraverso la scala d’emergenza n° 3 per il laboratorio informatica e le aule 32, 33 e 34.

Numeri telefonici da utilizzare nell’emergenza  Nel caso in cui si renda necessario l’intervento esterno per l’evoluzione negativa dell’incidente si avvertiranno i seguenti Enti esterni: