I nostri giorni proibiti

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Transcript della presentazione:

I nostri giorni proibiti di Giampaolo Pansa

Perché i giorni “proibiti” Il titolo del romanzo che, come ammette lo stesso autore nei ringraziamenti, gli è stato suggerito da Ilde Buratti, editor della Sperling & Kupfer, ci ricorda che ci sono certe cose, certi fatti della nostra storia abbastanza recente, di cui non vorremmo parlare, che vorremmo sotterrare nell’oblio o nella semplice giustificazione della “guerra”.

Perché i giorni “proibiti” Eppure a me fa un certo senso che in luoghi ameni, che magari attraverso tutte le volte che percorro spensierato l’autostrada che da Milano conduce a Genova, siano stati teatro di atti così feroci, di italiani contro altri italiani,

Premessa sul realismo di Pansa Abbiamo già letto “Ma l’amore no”, leggeremo poi “Il bambino che guarda le donne”. Questi tre romanzi costituiscono una sorta di trilogia della resistenza, ma non idealizzata, né mitizzata, ma neanche denigrata a tutta posta.

Premessa sul realismo di Pansa Questi racconti sono solo semplicemente veri, rappresentano quello che davvero è successo nei dintorni di Casale Monferrato, dove il nostro Giampaolo ha vissuto queste esperienze da bambino (era nato nel 1935) oppure, se non le ha vissute in prima persona se le è fatte raccontare

Premessa sul realismo di Pansa La pagina 1 e 2 del romanzo sono la testimonianza di come i fatti narrati corrispondano a verità.

Stile Lo stile di questo libro è lo stesso stile che abbiamo individuato nel romanzo “Ma l’amore no” cioè: una trama coinvolgente che tiene con il fiato sospeso fino al finale sorprendente

Stile una scrittura nello stesso tempo scorrevole, ma non scontata, poiché è il frutto di un sapiente pastiche linguistico fra l’italiano giornalistico del mestiere principale dell’autore e il dialetto, non solo piemontese, talvolta pavese o ligure, o veneto nel caso di Cate, che dà un tocco di maggiore intensità, originalità ed incisività all’espressione.

Stile Ma non bisogna aver paura di non comprendere il senso di quelle parole: il 50% delle volte lo stesso autore “traduce” il termine dialettale subito dopo averlo utilizzato, mentre l’altro 50% possiamo intuirne facilmente il significato,anche se non siamo propriamente padani o prealpini di nascita.

Stile riferimenti frequenti alle poesie di Caproni, soprattutto quelle su Genova o Ballo a Fontanigorda sulla Valtrebbia

Ballo a Fontanigorda Mentre per la pastura si sparge l’amaro aroma d’una sera silvana, al suono dei clarinetti fra luci di colori e risa, s’infatua gaia la danza d’una montana allegria.

Trama PARTE PRIMA Sabato 7 gennaio 1956 Un sabato di gennaio del 1956 Marco tornando a casa, incrocia per le scale un tipo snello e precipitoso che lui non riesce a vedere bene in faccia, anche a causa della oscurità.

Sabato 7 gennaio 1956 Entra poi in casa sua, accorgendosi che la porta di ingresso è spalancata. In effetti suo padre è stato ammazzato e il tipo che Marco ha incrociato era probabilmente l’assassino di suo padre, cioè del comandante partigiano Ottobre, il pediatra e primario quarantunenne Aldo Bassi.

Gennaio 1956 Marco legge insieme con la sua fidanzata, Olga bellissima e intelligente, che però suggerisce a Marco di bruciare tutte le lettere anonime che ha ricevuto. Invece Marco ne conserva una, in cui l’autore rinfaccia ad Aldo Bassi ’l eccidio di Bogli.

Gennaio 1956 A questo punto, il protagonista indaga su questo fatto di Bogli, per capire forse anche perché è stato ucciso suo padre. Lui era stato sempre più legato alla madre Lucia, morta di malattia nel 1946, ma è curioso di sapere cosa c’è dietro la morte di suo padre.

Gennaio 1956 Marco inizia a contattare gli ex compagni del padre. In particolare, Ottobre, cioè suo padre, aveva avuto due grandi compagni di lotta durante la resistenza: uno, il suo braccio destro Bisagno, che l’aveva chiamato nella squadriglia partigiana, era morto alla fine della resistenza; l’altro era Gimmy.

Gennaio 1956 Così Marco va da Gimmy, che adesso fa il meccanico ad Alessandria. Infatti il padre andava sempre da lui a farsi aggiustare la macchina, anche se c’erano tante officine a Casale Monferrato.

Gennaio-Febbraio 1956 Gimmy racconta fatti anche piuttosto brutali, che avvenivano tra i partigiani, però non riesce ad aiutare Marco, perché non aveva alcun ruolo nelle fasi di condanna dei prigionieri, e così lo indirizza da Adorno

Gennaio-Febbraio 1956 Adorno era stato invece un capo, uno dei commissari politici, quindi sicuramente più informato sulle esecuzioni dei fascisti e in genere sulle responsabilità di un comandante come Ottobre.

Gennaio-Febbraio 1956 Marco incontra Adorno a Tortona, dove Adorno era stato anche assessore qualche anno prima. Adorno è un comunista “con i piedi per terra”, e, come aveva detto Gimmy, ce n’erano pochi, il Bini, Moro e appunto Adorno.

Gennaio-Febbraio 1956 Adorno racconta delle esecuzioni di prigionieri (e anche di partigiani) che talvolta coinvolgevano comandanti come Ottobre, ma non dice tutto quello che sa a Marco, anzi gli suggerisce di andare a Bogli per una strada per la quale non ci sarebbe mai arrivato.

PARTE SECONDA Marzo-Aprile 1956 Così, quando Marco arriva con una vespa noleggiata al Passo del Penice, una donna che ha dieci anni più di lui, una professoressa di Pavia trentunenne, Carla gli spiega che non potrebbe mai arrivare a Bogli in motoretta e gli suggerisce di tornare indietro.

Marzo-Aprile 1956 Carla si era avvicinata a lui nella sala da pranzo dell’ Albergo Buscaglia, perché il profilo di Marco gli sembrava familiare, ma quando Marco, senza dire tutta la verità, dice che è lì per fare una tesi di laurea sulla resistenza

Marzo-Aprile 1956 Lei appare subito fredda e sprezzante, perché lei non vuole ricordare certi fatti. In realtà il problema è che Carla era stata fascista durante la guerra,mentre lui era ancora un bambino.

Marzo-Aprile 1956 Marco però, sapendo che lei è una professoressa di inglese al Liceo Scientifico di Pavia, va da lei e in un incontro presso il Ticino i due svelano alcune cose, non tutte. Lei è sposata da sei anni con Giorgio, un professore di Latino, che però non ama più.

Marzo-Aprile 1956 Può una donna innamorarsi di un uomo più giovane di lei di dieci anni? Può un uomo innamorarsi di una donna che ha dieci anni più di lui? In altri termini, può una donna sposata intrattenere una relazione con un giovane ventenne?

Marzo-Aprile 1956 Inizia comunque una storia d’amore, con fasi altalenanti, dovute anche alle bugie che si scambiano i due, perché non vogliono subito rivelare tutto al nuovo partner: Marco però alla fine racconta chi era davvero suo padre, e questo turba molto Carla

Marzo-Aprile 1956 Carla adesso capisce perché il profilo di Marco le era così familiare, anche perché sa che suo padre era stato responsabile della condanna a morte di sua madre.

PARTE TERZA: Maggio 1956 I due comunque vanno insieme a Bogli, dove vengono a sapere dal centinaio di persone che ancora vivono lì (la gente del paese), e soprattutto dal geometra Penati la storia della prigionia e delle esecuzioni dei fascisti fra l’estate del ’44 e l’inverno successivo.

Maggio 1956 Penati ricorda bene “Tarzan” il capo partigiano che si fece notare per l’estrema crudeltà con cui trattava i prigionieri, cui bruciava anche i piedi prima di giustiziarli. Tarzan fece poi una brutta fine, perché tradì, passando dalla parte dei tedeschi, i quali però lo uccisero, convinti che avesse fatto la spia dopo che furono presi in un’imboscata dai partigiani.

Maggio 1956 Arrivò a Bogli anche Bisagno, l’amico di Ottobre, che ammonì Tarzan per i suoi modi scorretti, ma poi lo lasciò a guida della prigione. A quanto pare, però, nessuno del paese si rammenta di “Ottobre”, e così Marco lascia Bogli un po’ deluso.

Maggio 1956 I due però non tornano subito in città, ma si dirigono a Capanne di Carrega, dove si trova Cate (che singolare coincidenza di nomi con la Cate della Casa in collina di Pavese), una formosa e risoluta montanara quasi cinquantenne, che aveva fatto quasi da mamma a Carla, una volta che aveva perso la mamma.

Maggio 1956 Infatti non è Cate a rivelare nuovi particolari sulle esecuzioni di Bogli, ma la stessa Carla che rivela finalmente a Marco quello che gli aveva taciuto in precedenza, cioè come sua madre sia stata catturata e poi giustiziata dai partigiani il gennaio del 1945 perché sospettata, e accusata da donne del paese, di essere spia dei fascisti.

Maggio 1956 Del resto il marito, cioè il padre di Carla, ufficiale di marina, aveva combattuto per la repubblica di Salò ed era stato infine ucciso dai partigiani sloveni.

Maggio 1956 L’amarezza dei ricordi non impedisce a Marco e Carla di avere una notte d’amore appassionata nel letto di Cate, che per un po’ di giorni si adatta a dormire altrove nella sua stessa casa.

Giugno 1956 Per qualche tempo, poi, Carla si allontana per un viaggio-studio in Inghilterra. Quando Marco sa che ormai Carla è tornata in Italia, visto che lei non si fa sentire, va a casa sua a Pavia, ma trova Cate

Giugno 1956 Cate spiega a Marco che ormai da due anni Carla è separata (altro particolare che lei non gli ha rivelato prima) e va solo a sciare di tanto in tanto con il marito, con il quale non convive più.

Giugno 1956 Inoltre Cate dà a Marco una lettera con cui Carla cerca di allontanarlo per sempre dalla sua vita.

PARTE QUARTA Fine giugno 1956 Ma Marco non si rassegna, cerca informazioni su Carla e la sua famiglia da Milly Repetto, che dirige un istituto di documentazione della guerra partigiana a Genova.

PARTE QUARTA Fine giugno 1956 Milly abbraccia il figlio di “Ottobre”, ma riesce solo a tirar fuori una fotografia della famiglia di Carla. Su suggerimento di Milly, però, Marco torna a Capanne di Carrega, dove trova effettivamente Carla.

PARTE QUARTA Fine giugno 1956 Come sempre, Carla è contenta di essere tampinata da Marco, e questa volta, dopo molte reticenze, è portata a raccontargli tutta la verità. In effetti quella notte i partigiani non avevano portato via solo la mamma, Elena Alloisio, ma anche la stessa Carla.

PARTE QUARTA Fine giugno 1956 Ottobre era il comandante che le aveva interrogate a Carrega, poi aveva spedito al madre al campo di prigionia,ed aveva rimandato Carla a casa nella villetta di Varinella (Arquata Scrivia), dopo averla rinchiusa alcuni giorni in un essiccatoio.

Giugno-luglio 1956 Carla non aveva mai dimenticato lo sguardo di Ottobre, che aveva ritrovato in Marco sul passo del Penice qualche mese prima. Passano poi alcuni giorni sereni a Carrega, fra gite sui monti dei dintorni e serate d’amore.

16 luglio 1956 Marco deve restituire una motocicletta ad un amico di Gimmy, così scende a Novi Ligure, accompagnato da Carla, ma quando i due chiedono da bere al Bar della Stazione di Novi Ligure, Carla va via sconvolta

16 luglio 1956 Carla ha riconosciuto Gordon, uno dei partigiani che avevano catturato lei e sua mamma nella villa della Varinella, quel partigiano che tossiva.

16 luglio 1956 Marco svela invece a questo trentacinquenne di essere figlio di Ottobre, e quello lo abbraccia e gli racconta di aver fatto parte della polizia partigiana. I due poi si dirigono a Pavia, dove staranno insieme per sei giorni, quando poi Marco tornerà a casa (Casale Monferrato) a fine mese circa.

PARTE QUINTA agosto 1956 Adorno ha lasciato una lettera a Marco, in cui gli chiede di incontrarlo di nuovo. Marco sembra ormai appagato: gli sembra di aver capito che suo padre è stato ucciso da uno di quei fascisti giustiziati a Bogli, e ormai si è quasi messo il cuore in pace.

Agosto 1956 L’incontro con Adorno, però, rimette tutto in discussione. Infatti l’anziano comunista a Voghera spiega a Marco che la madre di Carla, Elena, era in effetti una spia, e indirizza Marco da Gordon, che sa altri particolari.

Agosto 1956 Così Marco ritorna a Novi Ligure, e Gordon gli racconta che la mamma nascondeva in casa sua una cartina con dei cerchietti che corrispondevano ai distaccamenti dei partigiani.

Agosto 1956 Quella era la prova che effettivamente Elena aveva fatto la spia (e Gordon era convinto che anche la figlia l’avesse aiutata).

Agosto 1956 Così Marco corre a Carrega dove trova Cate. Lei gli racconta ancora un po’ della sua vita, di come stava per sposarsi con un soldato americano, un certo Pennino, ma non l’aveva fatto perché lui le aveva chiesto di lasciare l’Italia.

Agosto 1956 Lui poi però trova tra la roba di Carla: una pistola tedesca P38, che potrebbe anche essere stata l’arma dell’omicidio di suo padre un diario in cui Carla descrive la sua esultanza per l’uccisione di Aldo

Agosto 1956 già aveva verificato che la carta su cui era stato scritta la lettera anonima era la stessa che Carla aveva usato per scrivere un biglietto a Marco

Agosto 1956 Quando Carla ritorna ammette di essere stata lei a scrivere la lettera anonima, ma non ammette di aver ucciso Aldo con la rivoltella.

PARTE SESTA settembre 1956 Carla e Marco, tornati tranquillamente insieme, vanno a vedere il film Senso di Visconti, che presenta delle analogie con la loro storia d’amore, perché la protagonista Livia avvia una relazione extraconiugale.

Settembre 1956 In seguito Carla rivede il marito, ma poi decide di troncare definitivamente con lui e di chiedere a Marco di trasferirsi a Pavia con lei

Sabato 19 ottobre Compare il commissario Russo, che fa partecipe Marco delle novità dell kindagini sulla morte del padre. Tutti gli indizi porterebbero a sospettare fortemente di Carla:

Sabato 19 ottobre la pistola utilizzata dall’assassino era una P38 dei cinque colpi sparati solo due sono andati a segno, e solo uno si era rivelato mortale. Questo è indice di una certa inesperienza e incertezza dell’assassino, il che potrebbe far pensare anche che l’assassino sia stata una donna

Sabato 19 ottobre è stato rinvenuto sulla scena del delitto un fazzoletto che riporta le iniziali della mare di Carla. Infatti E.P. potrebbe stare per Elena Parodi, e Carla potrebbe aver perso quel fazzoletto durante l’agguato.

Sabato 19 ottobre Marco comunque non asseconda i sospetti del commissario e difende Carla a spada tratta, senza rivelare i particolari, come quello della pistola o della lettera anonima, che potrebbero incriminarla.

Domenica 20 ottobre 1956 Il giorno seguente però va a Carrega dalla Cate, cui rivela i suoi sospetti, ma la Cate a questo punto gli racconta arrabbiatissima che ciò è impossibile, perché Carla è stata innamorata di suo padre Aldo.

Lunedì 12 novembre 1956 Marco e Carla commentano i fatti di Ungheria. La dura repressione della rivoluzione ungherese da parte dei carri armati russi spinge Calvino ed altri intellettuali a distinguersi dal PCI ancora stalinista. Carla racconta allora che , dopo la liberazione, “Ottobre” l’ aveva salvata dal rischio di morte, portandola proprio lì a Carrega dalla Cate.

Mercoledì 21 novembre 1956 Marco va da Adorno per chiedere che cosa ne pensava degli ultimi sviluppi dell’indagine, ma lui gli consiglia di lasciar perdere e di non pensarci più.

Sabato 8 dicembre 1956 C’è l’ultima scena, che sarebbe criminale conoscere prima di leggere il libro, perché rappresenta un colpo di scena assolutamente inaspettato. Il momento è di grandissima tensione, perché Marco e Carla vanno nella casa di Marco per l’immacolata.

Sabato 8 dicembre 1956 E qui Carla non riesce a nascondere il nervosismo. A questo punto ci aspetteremmo una confessione da parte di Carla, invece il libro termina con un nulla di fatto: Marco straccia la lettera anonima, si rassegna a non conoscere l’assassino di suo padre, e si lascia andare all’amore per Carla, che vede in lui la reincarnazione del giovane “Ottobre”.