La nuova retorica di Perelman

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La nuova retorica di Perelman

1) Cartesio Discorso sul metodo (1637): “non accettare mai per vera nessuna cosa che non riconoscessi tale con evidenza.” Considera falso tutto ciò che è soltanto verosimile. Colpisce il concetto stesso di probabilità. Esclusione del verosimile dall’ambito della scienza.

Razionalità cartesiana Irrazionalità Razionalità logico-matematica Argomentazione: dove si colloca?

Rinascita della retorica Il Trattato dell’argomentazione (1958) di Perelman e Olbrecht-Tyteca rappresenta il punto di partenza della rivalutazione della retorica nel pensiero contemporaneo.

La nuova retorica Gli autori presentano la pubblicazione del loro trattato come: “una rottura rispetto a una concezione della ragione e del ragionamento, nata con Descartes. (…) Il campo dell’argomentazione è quello del verosimile, del probabile, nella misura in cui sfugge alle certezze della ragione”. (TA, p. 3)

La nuova retorica Rifiuta di concepire il linguaggio come strumento neutro di comunicazione. Moderno ritorno alle teorie classiche, soprattutto di matrice aristotelica: uditorio fulcro dell’argomentazione. Oggetto: studio delle argomentazioni miranti all’accettazione o al rifiuto di una tesi in discussione e le condizioni della presentazione delle argomentazioni stesse a un uditorio.

La “logica”argomentativa Accanto alla logica della dimostrazione, si colloca anche quella dell’argomentazione, forte di argomenti non certi né evidenti, ma soltanto possibili. I principi di un corretto raziocinare possono essere applicati anche al piano dell’azione, a quello del valore, e quindi proprio dove, secondo la teoria della conoscenza classica, si arresta la competenza della ragione.

La nuova retorica Irrazionalità Logica Razionalità pratica Argomentazione Logica

Dimostrazione Argomentazione Uditorio Deve essere informato; uditorio universale. Deve essere persuaso; mira ad ottenere solo l’assenso; uditorio in genere, particolare. Linguaggio Artificiale; non ha riferimenti spazio-temporali. Storico e naturale; è pieno di affermazioni deittiche, ha lo scopo di rendere chiaro ciò che è già familiare. Premesse Certe e precedentemente verificate. Verosimili, fondate sull’opinione e quindi suscettibili di diverse interpretazioni. Organizzazione discorso Precisa e puntuale. Libera e corrispondente solo alle esigenze dell’ascoltatore e dell’oratore. Conclusione Dimostrata, incontrovertibile e quindi vera. Confutabile e soggetta a nuove argomentazioni.

I luoghi Sono rubriche sotto le quali si possono classificare gli argomenti. (TA, p. 89)

Classificazione: Luoghi della quantità Luoghi della qualità Luoghi dell’ordine Luoghi dell’esistente Luoghi dell’essenza Luoghi della persona

Luoghi della quantità Una cosa vale più di un’altra per ragioni quantitative: il tutto vale più della parte, preferenza riconosciuta al probabile sull’improbabile, al facile sul difficile. Esempi: “un numero maggiore di beni è preferibile a un numero minore” (Aristotele). “Ciò che è ammesso dalla maggioranza è superiore a quanto è ammesso dalla minoranza”.

Luoghi della qualità Si possono cogliere quando si contesta la virtù del numero, giungono alla valorizzazione dell’unico, del raro, della precarietà (vs durata), dell’irreparabile. Esempi: Il valore dell’unico può essere espresso contrapponendolo al comune, “combattere l’opinione della maggioranza”. “Carpe diem” (valore della precarietà).

Luoghi dell’ordine Affermano la superiorità dell’anteriore sul posteriore, del prima rispetto al dopo, delle cause sugli effetti, ecc. Esempio: “Arrivare prima degli altri a capire qualcosa” (idea del primato).

Luoghi dell’esistente Affermano la superiorità di quanto esiste, di quanto è attuale, di quanto è reale sul possibile, l’eventuale, l’impossibile. Esempio: “…perché essendo nella foresta, luogo non peggiore né migliore degli altri, ed essendo libero di restarci, non avevo forse diritto di trovarmi altri vantaggi, non per via di quel che era, ma dato che c’ero io. Perché c’ero. Ed essendoci già non avevo bisogno di andarci…” (TA, p. 99)

Luoghi dell’essenza Riconoscere un valore superiore agli individui in quanto rappresentanti ben caratterizzanti di questa essenza. Esempi: Jago esempio di malvagità; Una diva del cinema come incarnazione della donna fatale.

Luoghi della persona Sono luoghi derivati dal valore della persona, legati alla sua dignità, al suo merito, alla sua autonomia. Esempio: “…ciò che non può esserci fornito dall’esterno è preferibile a ciò che possiamo procurarci anche dall’esterno; tale ad esempio è il rapporto tra la giustizia e il coraggio” (Aristotele) (TA, p. 101)

Scelta dei dati: L’oratore che intraprende una deliberazione deve scegliere, tra tutte le premesse disponibili, quelle che potranno suscitare la sensazione di presenza e un sentimento di comunione nell’uditorio.

Presentazione dei dati: Le tecniche di presentazione dell’oratore e le scelte interpretative dell’uditorio sono strettamente correlate. Il successo di un’argomentazione dipende dalla capacità dell’oratore di operare scelte adeguate.

3) Le tecniche argomentative È la parte più ampia e descrive alcuni argomenti che possono essere utilizzati nei discorsi persuasivi. Essa analizza, attraverso la tecnica di associazione, gli argomenti quasi logici, gli argomenti basati sulla struttura del reale e gli argomenti miranti a fondare la struttura del reale, e, attraverso la tecnica di dissociazione, la rottura del legame e la dissociazione.

Tecniche argomentative: Tecnica di associazione: Argomenti quasi logici: sono i più simili alla logica formale. Non mirano alla dimostrazione ma al consenso dell’uditorio. Argomenti basati sulla struttura del reale: si fondano sulla realtà per far accettare una tesi. Argomenti miranti a fondare la struttura del reale: si strutturano sul fondamento costituito dal caso particolare e dal ragionamento per analogia. Tecnica di dissociazione: Rottura del legame. Dissociazione.

Argomenti (schemi di connessione) QUASI-LOGICI ricorrono a relazioni di: Contraddizione Identità totale e parziale Transitività Parte/tutto Uguaglianza e differenza Frequenza BASATI SULLA STRUTTURA DEL REALE dipendono da legami di Successione Coesistenza MIRANTI A FONDARE LA STRUTTURA DEL REALE Sul “caso particolare” Sull’analogia esempio illustrazione modello analogia metafora

Analogia Considerata come una similitudine A:B = C:D A e B Tema su cui si fonda la conclusione; C e D Foro elementi conosciuti. Regge solo se tema e foro appartengono a campi diversi.

Esempio analogia “…quella stessa relazione che hanno gli occhi dei pipistrelli con la luce del giorno, l’intelletto della nostra anima l’ha con le cose che sono per loro natura più splendide di tutte.” (TA p. 393) TEMA: insieme dei termini A e B su cui verte la conclusione (intelligenza dell’anima, evidenza). FORO: insieme dei termini C e D che servono ad appoggiare il ragionamento (occhi del pipistrello, luce del giorno).

Metafora L’equazione su cui è strutturata l’analogia permette di descrivere la metafora come: “un’analogia condensata, risultante dalla fusione di un elemento del foro con uno del tema.” (TA, p. 421)

Esempio metafora “La vecchiezza (B) è con la vita (A) nello stesso rapporto che la sera (D) è con il giorno (C).” (TA p. 421) Le metafore la “vecchiezza del giorno” (B+C) e la “sera della vita” (D+A) si comprendono solo se si completa l’analogia aggiungendo i due termini mancanti, rispettivamente (A) e (B).

Esempio metafora Quando si dice di un guerriero: “quel leone si lanciò” la metafora deve essere esplicitata in due tempi: quell’uomo è un leone; quell’uomo è, in rapporto ad altri uomini, ciò che un leone è in rapporto ad altri animali. (L’empire rhétorique. Rhétorique et argumentation, p. 131)

Figure retoriche classificate in base all’effetto che producono Figure della scelta: impongono o suggeriscono una scelta tra due o più alternative sineddoche, metonimia, antonomasia, perifrasi. Figure della presenza: utili a rendere presente, attuale l’oggetto di discussione onomatopea, ripetizione, anafora, sinonimia, amplificazione. Figure della comunione: creano empatia con il pubblico allusione, proverbi, massime.