L’ASSEMBLEA PUBBLICA GESTIONE DELLE ASSEMBLEE PUBBLICHE E PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DELIBERANTI NEGLI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Prof.

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L’ASSEMBLEA PUBBLICA GESTIONE DELLE ASSEMBLEE PUBBLICHE E PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DELIBERANTI NEGLI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Prof. Carlo Di Marco Università degli studi di Teramo

L’ASSEMBLEA PUBBLICA L’espressione più simbolica della democrazia

L’assemblea è il principale strumento di democrazia e rappresenta il massimo della potenzialità espressiva e deliberativa dei cittadini. È uno strumento insieme delicato e potente

L’ASSEMBLEA CHE NON VOGLIAMO

Regole, criteri e metodi dell’assemblea pubblica IL METODO DEL CONSENSO E LA DITTATURA DELLA MAGGIORQNZA SAPER ASCOLTARE E COMUNICARE IL PLURALISMO LA TOLLERANZA LA SOLIDARIETA’

LA FACILITAZIONE E I FACILITATORI DI UNA PUBBLICA ASSEMBLEA

capire quale sia lo scopo del suo intervento Facilitare è parte del processo educativo, nel senso latino del termine, e-ducere, “far uscire”: accompagnare, cioè, verso una più chiara consapevolezza qualcosa che è già parte del proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze. AGIRE PER FACILITARE LA riuscita della pubblica assemblea capire che cosa vuol comunicare chi interviene in assemblea cercare di individuare e rimuovere eventuali ostacoli al libero fluire della comunicazione di chi parla capire quale sia lo scopo del suo intervento evitare di interpretare soggettivamente i messaggi dell’interlocutore

Chi sono i facilitatori? Tutti possono svolgere questo ruolo a condizione che ne conoscano tecniche, modalità e criteri. Dunque devono aver appreso, almeno in parti essenziali, le modalità e le forme del ruolo ricoperto (meglio se hanno seguito un corso specifico e se posseggono un minimo di capacità relazionale)

Come lavorano i facilitatori? assumere un atteggiamento di disponibilità, pazienza e umiltà rispetto ai titolari dell’assemblea pubblica che sono i cittadini presenti saper ascoltare ed essere pronti a comprendere ogni difficoltà relazionale che possa presentarsi in assemblea: dubbi, perplessità, atteggiamenti polemici alcune logiche partitiche tradizionali si pongano in netto contrasto e presenziano nelle pubbliche assemblee, direttamente o indirettamente, con lo scopo unico di farle fallire. L’idea che la politica sia appannaggio esclusivo dei partiti politici, in alcuni di questi è fortemente radicata. Il zòon politikòn (animale politico), che accompagna l’idea democratica aristotelica è purtroppo da recuperare in tutto. Tali interventi si presentano, di solito, con accentuati toni polemici nelle assemblee, attacchi trasversali o diretti (anche a chi gestisce i progetti) sulla stampa e nei social-network. I facilitatori devono saper riconoscere e neutralizzare, nei limiti del possibile, anche queste situazioni di conflitto.

I facilitatori assicurano che: l’ordine del giorno di assemblea sia esposto in maniera chiara per tutta la durata dell’assise perché tutti sappiano qual è l’obiettivo finale dell’assemblea che tutti i richiedenti possano liberamente prendere la parola su richiesta graduale, controllando con scrupolo, gentile fermezza e ragionevole tolleranza che nessuno ecceda il tempo massimo stabilito. che le interruzioni siano evitate intervenendo con gentile fermezza e ragionevole tolleranza, badando che i minuti perduti siano recuperati

IL REPORT E IL REPORTER Di ogni assemblea pubblica deve essere sempre redatto un report da cui chiunque ne abbia interesse possa dedurre: ordine del giorno dell’assemblea svolta; regole e modalità di svolgimento dell’assemblea; numero di persone presenti; numero di interventi effettuati (con i nominativi di chi interviene); deliberazione assunta (nel caso dell’assemblea deliberativa): certificazione dei votanti aventi diritti all’ingresso; numero di voti favorevoli, contrari e astenuti; eventuali nominativi (su richiesta) degli astenuti e dei contrari.

Assemblea informativa LE ASSEMBLEE Relazione breve per consentire l’apertura di un dibattito e/o la formulazione di domande e chiarimenti. In apertura di assemblea voto per alzata di mano (anche solo in caso di dissenso: «alzi la mano chi dissente!») di due regole: – il numero di minuti da riservare ad ogni intervento dal pubblico perché tutti possano prendere la parola; – il tempo massimo di durata dell’assemblea. Dove a) si ricava da un rapporto logico/matematico fra b) e il numero dei presenti all’assemblea, tolti gli spazi riservati al Sindaco (questo era l’esempio fatto) per l’informazione di apertura e per un’unica replica conclusiva. Assemblea informativa di cosa c’è bisogno?

LE ASSEMBLEE Assemblea deliberativa di cosa c’è bisogno? Se non esiste un regolamento prestabilito si hanno le seguenti fasi: registrazione e identificazione dei presenti. Tutte le assemblee sono pubbliche e aperte, ma bisogna accertarsi di chi abbia o meno diritto di voto attraverso il riconoscimento personale con la distribuzione di un cartellino/voto agli aventi diritto affissione con molta evidenza dell’ordine del giorno. I partecipanti devono aver presente in ogni momento dell’assise di cosa si deve parlare e su cosa bisogna deliberare. Nelle assemblee deliberative, specie se numerose o molto numerose, è consigliabile discutere e deliberare su un unico punto relazione di apertura del Presidente o del coordinatore. Deve essere concisa e breve per non rubare tempo al dibattito che invece deve occupare la maggior parte del tempo a disposizione Assemblea deliberativa di cosa c’è bisogno? dibattito aperto, ampio ed esauriente. Tutti i partecipanti devono essere messi in condizione di esprimere la propria opinione. Questo comporta che devono essere fornite informazioni sufficienti e oggettive sull’ordine del giorno da votare, ma comporta anche da un punto di vista pratico che la situazione debba essere idonea a che tutti possano parlare. Vedremo meglio fra breve cosa significa in concreto presentazione di eventuali proposte alternative e/o emendamenti. Proposte alternative o emendamenti devono essere esposti, discussi e votati alla stregua e con la dignità della proposta iniziale ammesso che vi sia (chi illustra l’ordine del giorno potrebbe andare in assemblea in maniera aperta cioè senza una proposta da mettere in discussione e poi ai voti)

I TAVOLI DI LAVORO DETTI ANCHE: GRUPPI DI LAVORO TAVOLI TEMATICI GRUPPI DI ASCOLTO ECC..

PERCHE’ SI ORGANIZZANO? per approfondire determinati argomenti per consentire a tutti di esprimersi in modo informato e consapevole su un determinato ordine del giorno

PERCHE’ TUTTO QUESTO? rispettare il cittadino che, se non invogliato, non esprime la propria opinione perché non crede di essere il sovrano (non è mai successo nei fatti…). Nella Repubblica pluralista scritta nella nostra Costituzione, il sovrano è questo! Ogni singolo cittadino che si alza ed esprime la propria opinione è il sovrano. Lo invogliamo se evitiamo relazioni che durano troppo (diamoci come limite massimo indicativo 15 minuti); più di una relazione.

Siamo arrivati a delineare un quadro operativo che, di fronte alle modalità di comunicazione che si vedono in televisione appare completamente nuovo. Ma non finiremo mai di smentirlo. Non sono nuovi i principi del pluralismo, del rispetto e della valorizzazione della persona umana, della dignità e della politicità dell’uomo (zòon politikòn); politicità dell’uomo che non è più succube né suddito né delegante di una sovranità finta, ma soggetto attivo che fa, opera e controlla i pubblici poteri. E’ solo arrivato il momento di concretizzare tali principi e di restituire all’uomo la sua dignità di sovrano.

IDEA SCHEMATICA DEI TAVOLI DI LAVORO BILANCIO PARTECIPATIVO COMUNE DI MASSA 2010

GRAZIE PER L’ASCOLTO E…… La Scuola di Atene affresco (770×500 cm circa) di Raffaello Sanzio, 1509-1510, Stanza della Segnatura, in una delle quattro Stanze Vaticane

BUONA DEMOCRAZIA!! PLATONE ARISTOTELE