Progetto “ lettura” a.s. 2012/2013

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Transcript della presentazione:

Progetto “ lettura” a.s. 2012/2013 ISTITUTO COMPRENSIVO “Beniamino Gigli” RECANATI Scuola “Patrizi” Muri che dividono Progetto “ lettura” a.s. 2012/2013

IL MURO DI BERLINO Voluto dal regime comunista della Germania dell'Est per arginare l'imponente flusso migratorio che dal 1949 aveva portato oltre 2 milioni di tedeschi dell'est a trasferirsi nella zona occidentale, il muro venne costruito in una sola notte tra il 12 e il 13 agosto 1961. La frontiera di 155 km che divideva in due la città era fortificata da due barriere parallele di cemento armato separate dalla cosiddetta "striscia della morte": larga alcune decine di metri e circondata da filo spinato alimentato con corrente ad alta tensione, nel corso degli anni è stata più volte disseminata di mine antiuomo. Degli oltre 100.000 cittadini residenti a Berlino Est che durante i 28 anni di divisione della città hanno cercato di fuggire, almeno 136 sono morti nel tentativo di superarla.

IL MURO DI BERLINO All’inizio il Muro era utilizzato come veicolo per esprimere proteste, per dichiarare il proprio amore verso una ragazza o semplicemente pensieri sulla vita di tutti giorni. Infatti su di esso si potevano spesso leggere frasi come: “Lasst den Krieg in Frieden” (Lasciate in pace la guerra)
“Ich liebe Dich Marie” (Maria, ti amo)
“Du hast keine Chance, drum nutze sie!” (Non hai nessuna possibilità, dunque sfruttala). In seguito il Muro divenne una gigantesca tela per pittori lunga chilometri. Si svilupparono delle vere e proprie correnti artistiche come la “Fast Form Manifest” e la “Quick Form Manifest”. La parola d’ordine era: “Due idee, tre colori e il quadro è terminato”. Questo modo di dipingere velocemente era una necessità perché era vietato farlo. Dunque bisognava terminare al più presto la propria opera e senza farsi scorgere da nessuno. http://www.focus.it/curiosita/storia/tutti-i-muri-che-dividono-il-mondo_C9.aspx

IL MURO DI BERLINO

Belfast Barriere di cemento e mattoni, in lamiera, semplici palizzate o staccionate, con o senza filo di ferro: sono le Peace Lines dell'Irlanda del Nord, le barriere costruiti a partire dagli anni Settanta che ancora oggi tengono divise le comunità cattoliche da quelle protestanti. E che nessuno ha intenzione di abbattere. Mentre in altre parti del mondo intere comunità manifestano per eliminare i cosiddetti "muri della vergogna", a Belfast non solo nessuno pensa di toccare i muri esistenti ritenuti indispensabili dalla maggior parte della popolazione, ma addirittura si continuano ad allungare, alzare e a farne di nuovi, decorati con sempre più grandi e colorati murales.

IL MURO DI Tijuana Da un lato la ricca San Diego, in California, dall'altro la polverosa città messicana di Tijuana. Nel mezzo una barriera di acciaio alta 3 metri e lunga 22 chilometri, equipaggiata con sensori elettronici, torri radar, telecamere a infrarossi per la visione notturna, illuminazione ad altissima intensità, sismografi che rilevano il movimento, filo spinato oltre a un sistema di vigilanza permanente con veicoli ed elicotteri armati. Questa imponente barriera di sicurezza tra Stati Uniti e Messico, chiamata dagli americani “Muro messicano” e dai messicani “Muro della vergogna”, vede le sue origini nel 1994 quando alcune città frontaliere di California, Arizona, Texas e Nuovo Messico ne edificarono i primi tratti per arginare l'immigrazione clandestina proveniente dal Sudamerica.

IL MURO DI Tijuana

IL MURO DI Tijuana

IL MURO DI Tijuana

IL MURO DI Tijuana

CIPRO Non tutti i muri che dividono il mondo sono imponenti e super-tecnologici, anche una semplice barricata di bidoni, sacchi di sabbia, filo spinato e pezzi di muratura può diventare una barriera insormontabile dalle fondamenta estremamente solide, tanto da tenere un'intera isola in stallo da quasi 40 anni. A seguito dell'invasione turca del 1974, Cipro è divisa in due dalla cosiddetta “linea verde”, una zona cuscinetto demilitarizzata controllata dai caschi blu delle Nazioni Unite che separa la Repubblica di Cipro dalla Repubblica Turca di Cipro, ancor oggi occupata dai militari turchi.

I mille muri di Baghdad Al contrario che a Berlino o a Cipro, a Baghdad in Iraq non esiste “il” muro, ma muri e barriere di cemento rappresentano il principale l'arredo urbano: muri intorno alle moschee, agli alberghi, agli ospedali, alle ville-fortino, muri lungo il fiume, muri che separano le due carreggiate delle strade per contenere i danni in caso di auto kamikaze, muri che dividono sunniti e sciiti. La conformazione dei muri di Baghdad nel corso degli anni è cambiata, dividendo di fatto la città in 11 grandi quartieri-rifugio.

Un muro di sabbia e mine Difficile credere che un muro di sabbia possa respingere e difendere quanto uno in cemento o reticolato, eppure il Muro marocchino dal 1982 divide in due il Sahara occidentale. Voluto da re Hassan per difendere il ricco territorio occupato dal Marocco a partire dal 1975 in cui si concentrano tutte le ricchezze sahariane (le miniere di minerali e fosfati, i giacimenti petroliferi e la pescosissima costa), il muro è composto da 8 distinte fortificazioni che si estendono per oltre 2.700 chilometri con un'altezza che varia da 1 a 30 metri. È una zona militare con bunker, fossati, radar e un sistema di allarme elettronico in grado di azionare automaticamente un'imponente potenza di fuoco con l'intervento dei blindati in caso di attacco da parte del Fronte Polisario. Tutto intorno, da ambedue le parti, un immenso campo minato che rientra nella macabra classifica dei dieci luoghi al mondo con la più alta concentrazione di mine antiuomo.

Reticolato marocchino

I bastioni di Israele Risale al 2002 la costruzione della discussa “barriera di sicurezza” con la Cisgiordania: con i suoi 730 chilometri di reticolato e cemento che serpeggiano tra i quartieri di Gerusalemme e Betlemme, si snoda per l'85% all'interno del territorio palestinese e solo per il 15% a ridosso della linea di frontiera. Nato inizialmente con l'intento di separare lo Stato Ebraico dai Territori della Cisgiordania per proteggerlo da possibili attacchi terroristici, in realtà il muro di cemento alto 8 metri penetra ben al di là della “Linea Verde” istituita dalle Nazioni Unite nel 1967, creando di fatto isole palestinesi all'interno del territorio israeliano. Per questo motivo, nel 2004 il muro di Istraele è stato giudicato "contrario al diritto internazionale" dalla Corte di giustizia dell'Onu.

La Grande E ANTICA Muraglia Cinese La costruzione di muri e muraglie a scopo difensivo risale alla notte dei tempi, quando per proteggere il proprio popolo e territorio da possibili invasori gli imperatori facevano innalzare grandi barriere di pietra che arginassero gli eserciti nemici. Per magnificenza, grandezza e età la muraglia difensiva per antonomasia è la Grande Muraglia Cinese, una gigantesca costruzione in muratura realizzata nel III secolo a.C. sotto il regno di Chin Shih-Huang-Ti con l'obiettivo di proteggere i confini settentrionali del regno dalle tribù mongole e collegare tra loro una serie di fortezze.

Un muro per ricordare Tra tanti i muri eretti per segnare confini, divisioni, vecchie cicatrici o ferite aperte ne esistono altri che anzichè dividere uniscono persone e popoli di razze, religioni, etnie e orientamenti politici diversi. Sono i muri della memoria, simboli necessari per ricordare un passato che non deve essere cancellato. Il più antico e celebrato è il Muro Occidentale o Muro del Pianto di Gerusalemme, da migliaia di anni il centro del mondo per le tre religioni monoteiste. Al cospetto di quel che resta del muro di cinta costruito da Erode il Grande intorno alla spianata sulla cima del Monte Moriah ebrei, cristiani e musulmani si ritrovano a pregare tutti insieme, anche se per ragioni diverse: per gli Ebrei rappresenta il punto più sacro della Terra in cui è possibile avvicinarsi a Dio come in nessun altro posto al mondo, per i Cristiani è il luogo dove sorge la Basilica del Santo Sepolcro di Cristo, mentre i Musulmani, che lo considerano sacro per il viaggio spirituale compiuto da Maometto sul cavallo alato al-Buraq a cui si deve il nome di "muro di al-Buraq", vengono a pregare nella spianata delle moschee, costruita sui resti dell'antico Tempio di Gerusalemme.

Arte all’ombra dei muri

I MURI PARLANTI I muri parlano una lingua fatta di immagini e ci sono artisti che attraverso i loro murales parlano un linguaggio comprensibile a tutti! Sono i writers che riempiono di vernice piena di significati emblematici le strade. Il più famoso esempio della Guerrilla Art o del così detto Artivismo è rimasto impresso su quello che rimane del muro di Berlino. Negli anni ottanta, alcuni artisti famosi come Keith Haring e Thierry Noir dipinsero in alcune parti il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, espressero il loro pensiero sui mattoni incolore cercando di illuminare così le coscienze umane. Questo ormai fa parte della storia passata, ma per Berlino, non per tutte le altre barriere erette in seguito e che ho descritto fino ad ora

Che cos’è l’Artivismo? Si tratta di un fenomeno che si pone a metà strada tra l’attivismo e la realizzazione di performance artistiche. …  

Keith Haring Pittore e writer statunitense (Reading, 4 maggio 1958 – New York, 16 febbraio 1990) è stato uno tra gli esponenti più singolari del graffitismo di frontiera, emergendo dalla scena artistica newyorkese durante il boom del mercato dell’arte degli anni ’80 insieme ad artisti come Jean-Michel Basquiat e Richard Hambleton. Inizia a realizzare graffiti, soprattutto nelle stazioni della metropolitana (attività per la quale verrà più volte arrestato), la sua pop-art viene apprezzata soprattutto dai giovani, tanto che i suoi lavori verranno spesso rubati dalla loro collocazione originaria e venduti a musei. Nelle sue opere unisce cartoni animati ed energia atomica, icone infantili e industria del consumo e bambini schiacciati dal potere della tecnologia.

Thierry Noir Nato il 1958 a Lione, Thierry Noir giunge nel 1982 a Berlino ovest, allora centro fiorente di un’arte giovanile sperimentale e rockettara. A Berlino conosce Christophe Bouchet, Kiddy Citny e Alexander Hacke, che diventano tra i più celebri pittori del uro di Berlino e Thierry sarà il primo artista a dipingere il muro . Dopo la caduta del Muro, alcuni pezzi da lui dipinti sono stati venduti all’asta e oggi si trovano sparsi per il mondo. Di questo eccezionale artista sono conosciuti soprattutto i disegni di teste ovali, che oggi vengono ritratti in vari gadget per turisti, come magliette e tazze.

Kiddy Citny Kiddy Citny è nato il 26 maggio 1957 presso Stoccarda. È cresciuto a Brema dove ha abitato fino al 1976, quando ha deciso di trasferirsi a Berlino. S’inserisce velocemente nella scena artistica sperimentale berlinese, allora una delle più importanti a livello internazionale. Fonda il gruppo punk “O.U.T.”, con il quale organizza, per due anni, concerti in giro per l’Europa Kiddy viene ricordato oggi soprattutto per essere stato il primo, insieme a Thierry Noir, ad aver iniziato a dipingere il Muro: disegnava principalmente cuori e principi, che diventano il segno distintivo della sua arte. Le sue ispirazioni provengono dalle sue canzoni, praticamente dipinge ciò che canta. Con i suoi disegni Citny voleva sensibilizzare le persone ad intraprendere azioni pacifiche volte all’abbattimento del Muro.

Fulvio Pinna Fulvio Pinna è un pittore ed uno scultore sardo nato nel 1948 a Furtei. Dopo aver studiato filosofia, storia e pedagogia ed essersi affermato come artista a Roma, decide di trasferirsi a Berlino nel 1987. Nel 1989, dopo l’apertura delle frontiere, realizza, su un tratto del Muro, un affresco di 52 metri quadrati intitolato “Inno alla gioia”

Bansky Uno dei più famosi esponenti di oggi è Bansky cresciuto probabilmente a Bristol in Inghilterra e nato nel 1974 o ’75. Non si sa molto di lui perché è riuscito, nonostante la celebrità dei suoi lavori, a rimanere nell’anonimato. Ha realizzato dei murales sulla barriera di separazione israeliana che sembrano dei veri e propri squarci nel muro che fanno intravedere dall’altra parte realtà paradisiache. Utilizzando la tecnica dello stencil ha immaginato palloncini che portano una bimba verso la libertà o un poliziotto che chiede i documenti ad un asino….scale di vernice verso la libertà.

I graffiti di Banksy a Londra Londra è città dei graffiti, degli scarabocchi, dell'arte, ma quando il tutto si mescola insieme allora siamo davanti a un capolavoro di Banksy. I muri dei palazzi di Londra sono pieni di stencil dell'artista, che si nasconde alla luce del giorno per portare avanti la propria guerrilla art, mandando dei messaggi forti contro le multinazionali, le istituzioni, la guerra. Banksy è pacifista ed esprime la propria concezione dell'arte che è libera da schemi preconfezionati, dal mondo dei critici dell'arte, da chi delibera che un'opera può essere famosa o meno. Manifestante imbavagliato che è pronto a lanciare un mazzo di fiori piuttosto che una bomba.

MURO DI ISRAELE Sagoma di una bambina attaccata a dei palloncini che vola in alto proprio con l'intenzione di varcare il muro che divide la Palestina da Israele .

Murale di Banksy scompare da Londra e riappare a Miami Il disegno si trovava davanti ad un negozio a Wood Green, sobborgo a nord della capitale inglese, e mostra un ragazzino che cuce la Union Jack, la bandiera britannica, con una macchina da cucire.

Un poliziotto chiede i documenti ad un asino

Nicola Mariani Un altro “artivista” è Nicola Mariani conosciuto con lo pseudonimo di Blu, nato a Senigallia, è autore di opere mastodontiche presenti in tutto il mondo. Sul muro che divide Israele dalla Palestina, l’artista ha rappresentato un bambino gigantesco che soffia via decine di uomini fatti di soldi.

Face to face project Un altro progetto è stato ideato e realizzato da due artisti francesi che hanno chiamato “Face to face project”. La loro idea è stata quella di realizzare dei divertenti dittici fotografici di ritratti di lavoratori palestinesi e israeliani, utilizzando un 28 mm. In tutto ci sono 40 ritratti , più quello di un prete cristiano. Le stampe sono state affisse sia in terra palestinese che israeliana, l’intento è quello di mostrarli ai due rispettivi popoli, facendoli riflettere sul fatto che un lavoratore israeliano non è diverso da uno palestinese e che sono entrambi esseri umani appartenenti alla stessa terra…allo stesso popolo!

MURATO O MURATORE? Percorso didattico della classe III C

Tutto quello che ci fa star male o ci fa paura lo nascondiamo dietro un muro: il NOSTRO MURO, quello che portiamo dentro noi e che abbiamo costruito nel tempo, mattone su mattone.

Percorso didattico interdisciplinare classe IIIC Alunni Antognini Camilla Arena Maria Barbaccia Alessio Benfatto Daniele Casaccia Edoardo Castellano Matteo Fontanelli Francesca Frascarelli Simone Frattini Elisa Galluzzo Simone Guzzini Irene Lucarini Damiano Moretti Margherita Ottaviani Selma Palanga Daria Papa Elia Papa Filippo Pasqualini Federico Portaluri Greta Rembi Jessica Sampaolesi Arianna Saratoga Luca Tacconi Letizia Insegnanti Lingua e letteratura: Guendalina Casasole Arte e Immagine: Damiana Caradonna

Antognini Camilla Il Tag Il graffito

Arena Maria

Barbaccia Alessio

Benfatto Daniele

Casaccia Edoardo

Castellano Matteo

Fontanelli Francesca

Frascarelli Simone

Frattini Elisa

Galluzzo Simone

Guzzini Irene

Lucarini Damiano

Moretti Margherita

Ottaviani Selma

Palanga Daria

Papa Elia

Papa Filippo

Pasqualini Federico

Portaluri Greta

Rembi Jessica

Sampaolesi Arianna

Saratoga Luca

Tacconi Letizia

Guendalina Casasole

Damiana Caradonna

Conclusione