Cosa ci portiamo Appunti per la conclusione del primo seminario di Cosenza (Cesare Moreno 18 ottobre ore 9.15.) Ieri abbiamo ascoltato e discusso contributi importanti ma forse sono restati in ombra alcuni aspetti un po’ “indigesti”, vorrei quindi che prima di lasciarci affrontiamo questi argomenti in modo che al prossimo seminario arriviamo avendoci pensato meglio
Anna Arcari Da Anna Arcari, che si basa sull’esperienza del Minotauro di Milano ci ha lasciato molte cose importanti. La prima di tutte è ciò che ci ha detto su “La psicologia per sostenere le funzioni umane naturali” Sembra una idea semplice e bella, ma forse preferiamo l’immagine dello psicologo che si occupa di patologie, una immagine che ce lo fa temere ma insieme desiderare quando il quotidiano diventa pesante e sembra che un bravo specialista ci possa guarire. Ma da quotidiano non si guarisce
Idee che non ci piacciono La didattica genera dolore in quanto istiga al cambiamento ed il cambiamento è doloroso Una didattica che fa felici tutti non esiste
Connettersi al modo in cui il ragazzo vive l’esperienza scolastica. Ascolto e accoglienza servono a dare significato al percorso, a restituirlo quando lo perde, a pianificare nuovamente il percorso. Bisogna ogni giorno condividere gli obiettivi, tenere in vita il sogno comune di un cambiamento possibile
Un nuovo modello di studente ed un nuovo modello di apprendimento. La mappa e il territorio: apprendimenti di navigazione ed orientamento che riguardano quindi un mondo a tre dimensioni che ha la profondità del reale e dell’essere. Saperi sequenziali e simultanei
La narrazione che permette di accedere all’emozionale e a processi sociali. Brunella Tocci I mondi narrati si incrociano con la vita reale
Narrare conferisce un significato Narrare stabilisce relazioni, Narrare è portare a completamento la vita, perché il narrare conferisce un significato e lo portiamo alla coscienza.
Altre idee che non ci piacciono
Voci che ci trasmettono sofferenza quali possibilità abbiamo di accogliere queste storie che si articolano in voci che ci trasmettono sofferenza, quali possibilità abbiano di comprendere. Difficoltà a parlare con persone che portano testimonianza di profonde ingiustizie storiche e sociali.
… ora che so non posso insegnare come prima Brunella ci ha riferito di quanto sia difficile accogliere il dolore portato attraverso il mare da paesi lontani, ma forse è ancora più difficile accogliere il dolore che abita nella porta accanto. Questo è ciò che disse una docente alcuni anni fa dopo un incontro di ’accoglienza’ ”in questo incontro ho scoperto un mondo di dolore, di esperienze dure; ora che so, non posso insegnare come prima e non so cosa fare; e ho scoperto anche comportamenti, codici ed appartenenze che mi fanno temere per la mia incolumità”;
Io non sono come loro “andando avanti nella conoscenza dei miei nuovi allievi ho visto materializzarsi davanti ai miei occhi quello che sento nei giornali e vedo alla TV. Io non sono come loro”;
… un patto a far male “i miei nuovi allievi hanno una compattezza che non avevo mai visto, hanno fatto tra loro un patto a far male che mi spaventa e che non avevo mai visto”;
..non si pongono il problema “i miei nuovi allievi sono del tutto inconsulti; non hanno neppure la coscienza di trasgredire, fanno qualsiasi cosa gli viene in mente senza neppure avere l’intenzione di opporsi o di disturbare, semplicemente non si pongono il problema”.
Infandum, regina, jubes renovare dolorem; Trojanas ut opes et lamentabile regnum eruerint Danai; Regina mi chiedi di rinnovare il dolore indicibile di come i greci distrussero le ricchezze e lo sventurato regno di Troia Eneide Libro II Il dolore indicibile si dice solo attraverso la poesia e l’arte, non si dovrebbe mai dimenticare nel lavoro di inclusione sociale che la poesia e l’arte sono beni di prima necessità.
Cose non negoziabili, il rispetto per l’infanzia, inviolabilità del corpo,
La relazione e il viaggio. Loredana Farina Cercare cosa cercare
Idee che non ci piacciono La parità e la reciprocità mettono in discussione. Il campo si istituisce nel momento in cui entriamo nel campo, siamo oggetto della nostra osservazione quando entriamo nel campo.
Lo smarrimento di fronte a chi ti si affida Tra questi nostri studenti è successo che davanti ai ragazzini che si fidavano di noi e ci guardavano ed alcuni degli studenti si sono sentiti impreparati.
I genitori che arrancano dietro i figli La magia di questa cosa sta nel fatto che i genitori sono stati presi per mano dai propri figli. Questo ci ha imposto di tentare di guardare il bambino nella sua rotondità.
Pensare il bambino che ha un presente deve avere un futuro che realizza la sua capacità progettuale, la sua immaginazione.
Confusione e fragilità La grande difficoltà del comporsi della relazione qualsiasi luogo della nostra vita è un luogo educativo con proprie regole, Quando c’è una sovrapposizione ravvicinata, la confusione fa venire fuori le fragilità.
Crisi della presenza Noi non vogliamo ammettere la fragilità perché ci da uno spaesamento che ci da la crisi della presenza. In alcuni casi questa crisi perdura e tutto diventa più drammatico. L’unico modo è volgere il mio sguardo, non è abbassare il mio sguardo.
… per fortuna c’è l’inconoscibile Ci sono elementi che per quanto ci sforziamo di affrontare non saranno mai completamente adatti a capire giovanni, carmela etc,,