L’impatto della nuova PAC sulle imprese e sui territori Alberto Manelli - INEA.

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Transcript della presentazione:

L’impatto della nuova PAC sulle imprese e sui territori Alberto Manelli - INEA

L’agricoltura nel bilancio comunitario Il peso dell’agricoltura nel bilancio comunitario si è progressivamente ridotto, fino a contare oggi per poco più del 40% (il 37% nelle proiezioni 2014 – 2020). Del totale del sostegno agricolo, la parte di gran lunga preponderante (e relativamente crescente) è quella dei pagamenti diretti del primo pilastro, oggi disaccoppiati dalla produzione.

La PAC post 2013 I punti salienti della riforma si possono riassumere così: Giustificazione dei pagamenti diretti come remunerazione della produzione di beni pubblici; Orientamento delle misure di mercato verso la competitività delle imprese ed il rafforzamento della componente agricola delle filiere; Rafforzamento della capacità di risposta della PAC alle sfide ambientali, compreso il cambiamento climatico; Difesa e valorizzazione delle diversità delle agricolture negli Stati membri.

Questioni aperte per l’Italia Ci soffermeremo su 3 punti cruciali: La distribuzione delle risorse relative ai pagamenti diretti tra Stati Membri; La redistribuzione delle risorse tra regioni; Lo «spacchettamento» dei pagamenti diretti. Su tutti questi aspetti siamo davanti ad uno scenario ancora aperto che può ancora modificarsi nel corso della trattativa (è bene ricordare che siamo di fronte ad una proposta appena presentata ufficialmente).

La distribuzione delle risorse tra SM Il tema della distribuzione delle risorse tra SM riguarda prevalentemente i pagamenti diretti e la loro convergenza verso valori più simili tra paesi. Il criterio utilizzato per i nuovi massimali si basa unicamente sulla superficie (ammissibile) e questo penalizza particolarmente l’Italia (gap tra superficie ammissibile e SAU molto elevato). Inoltre, se si utilizzassero altri criteri, come la PLV o una combinazione di «criteri oggettivi», la distribuzione cambierebbe significativamente.

I massimali dell’Italia Secondo l’attuale proposta di regolamento, il massimale italiano passerebbe da a milioni di euro tra il 2014 ed il La riduzione rispetto al massimale attuale va dall’8 al 12%. Tuttavia, queste cifre si sposterebbero sensibilmente se si usassero parametri diversi

Obbligatori: Pagamento di base (70%) Pagamento verde (30%) Pagamento per giovani agricoltori (2% del PB) Pagamento forfetario per piccoli agricoltori (fino al 10%) Facoltativi: Pagamento per aree svantaggiate (5% del PB) Pagamenti accoppiati (fino al 10%) Lo spacchettamento dei pagamenti diretti

Il pagamento di base Il valore unitario del pagamento sarà calcolato dividendo il massimale nazionale (o regionale) per il numero di titoli (ettari) all’aiuto fissati a livello nazionale o regionale. I titoli saranno uniformi per tutti gli agricoltori. Gli SM potranno adottare un periodo transitorio per passare dall’attuale sistema storico al nuovo. Entro il 1° gennaio 2019, tutti i titoli all’aiuto in uno Stato membro (o Regione) dovranno essere uniformi.

Il pagamento verde Diversificazione: le superfici a seminativo che superano i 3 ettari dovranno essere coperte da almeno tre tipi di colture, ciascuno dei quali dovrà interessare almeno il 5% della superficie e non superare il 70%. Obbligo del mantenimento dei prati e pascoli permanenti. Aree ecologiche: gli agricoltori dovranno dedicare almeno il 7% della loro SAU a scopi ecologici (escluse le aree usate per i prati permanenti): set aside, strisce di rispetto, siepi, ecc... Gli agricoltori in Aree Natura 2000 avranno gli stessi obblighi, mentre gli agricoltori biologici ricevono il pagamento verde comunque.

Altri pagamenti Giovani agricoltori (2%): Agricoltori con meno di 40 anni, che abbiano intrapreso l’attività da meno di 5 anni e abbiano adeguate conoscenze professionali. Componente accoppiata (fino al 10%): Un pagamento facoltativo addizionale da riservare agli agricoltori in settori o in territori in difficoltà e che hanno una importanza particolare per ragioni economiche e/o sociali Aree svantaggiate (5%): componente volontaria addizionale da riservare agli agricoltori ubicati, anche parzialmente, in aree svantaggiate Piccoli agricoltori: schema alternativo basato su un pagamento forfetario, in teoria aperto a tutti.

Un riepilogo Componenti obbligatorie (tutti gli Stati Membri) Componenti volontarie (scelta nazionale) Pagamento di base Pagamento “greening” Pagamento per giovani agricoltori Pagamento accoppiato Pagamento zone soggette a vincoli naturali TUTTI I PAGAMENTI SONO SOGGETTI AL RISPETTO DEI CRITERI DI CONDIZIONALITÀ In alternativa… Applicazione di uno schema semplificato per le piccole aziende agricole (costituisce un obbligo per gli Stati membri e una facoltà per gli agricoltori) Farm Advisory System (FAS) a disposizione delle aziende per mettersi in regola con i requisiti di accesso ai pagamenti (condizionalità, greening…) richiesti dalla nuova PAC

Le risorse a livello regionale Ragionando in termini di «pagamenti medi», la distribuzione a livello regionale comporterebbe o un criterio basato sulla superficie o in base agli attuali PD. Nel primo caso, il premio medio sarebbe unico per tutte le regioni e uguale al livello medio italiano (nel 2019 pari a poco meno di 300 euro/ettaro) Nel secondo caso, si manterrebbero intatte le differenze (MOLTO AMPIE) tra regioni. Ad esempio, il range sarebbe compreso tra valori intorno a 60 euro nelle regioni alpine a più di 500 nel caso di Lombardia e Calabria.

Pagamenti a livello regionale SAU derivante dal Censimento 2010: il nuovo montante regionale deriva dall’incrocio tra flat rate nazionale e SAU censuaria (regionale). Le differenze, rispetto all’attuale, sono

Distribuzione regionale A titolo di esempio, al 2019, provando a distribuire le risorse tra pagamento base, greening e zone svantaggiate, si ottiene una distribuzione percentuale così differenziata pagam. basegreeningzone svant.totale Piemonte 58,736,74,6100,0 Valle d'Aosta 53,233,213,6100,0 Lombardia 59,937,42,7100,0 P.A. Bolzano 54,233,912,0100,0 P.A. Trento 54,434,011,7100,0 Veneto 59,437,13,5100,0 Friuli-Venezia Giulia 59,637,33,1100,0 Liguria 55,034,410,7100,0 Emilia-Romagna 59,637,23,2100,0 Toscana 56,735,57,8100,0 Umbria 55,934,99,2100,0 Marche 57,536,06,5100,0 Lazio 57,636,06,5100,0 Abruzzo 56,735,47,9100,0 Molise 55,834,89,4100,0 Campania 56,235,28,6100,0 Puglia 59,237,03,8100,0 Basilicata 55,935,09,1100,0 Calabria 56,835,57,8100,0 Sicilia 58,136,35,6100,0 Sardegna 56,835,57,6100,0 Italia57,836,16,0100,0

Effetti aziendali A livello aziendale, gli impatti della riforma saranno molto diversificati in considerazione: delle scelte nazionali rispetto ai massimali; ma soprattutto in funzione del greening: la fornitura di beni pubblici agricoli sarà «pagata» in modo molto diverso da aziende e territori; Il soddisfacimento del greening implica un costo molto diverso a seconda delle ubicazione delle aziende (es: pianura padana rispetto a montagna interna); Discutibile scelta rispetto alle colture permanenti, soprattutto a quelle molto caratterizzanti il paesaggio (uliveti, vigneti) rispetto a quanto fatto per i pascoli. Altre questioni che differenzieranno molto gli impatti della riforma a livello aziendale sono la definizione di «agricoltore attivo» e il capping dei pagamenti alle aziende.

QUALI SFIDE PER IL SECONDO PILASTRO DELLA PAC (1) ACCOMPAGNARE UNA RIFORMA DELLA PAC, che avrà effetti territoriali e importanti SUPERARE LA LOGICA DI PURA DEMARCAZIONE TRA I E II PILASTRO, promuovendo azioni complementari tra i due pilastri ed evitando di creare nuovi vincoli alle imprese (come è accaduto con alcuni strumenti attuali: art.68, OCM ortofrutta RILANCIARE L’INTEGRAZIONE CON LA POLITICA DI COESIONE per un nuovo «contratto» sullo sviluppo di tutti i territori della UE, comprese le aree rurale NUOVI STRUMENTI PER LE IMPRESE E I TERRITORI, in parte collegati agli interventi previsti nel I pilastro, ma che soddisfano solo in parte le esigenze settoriali e territoriali (strumenti per la gestione del rischio; sottoprogrammi tematici per giovani, zone montane, ecc; progettazione integrata; trattamento più favorevole per alcune categorie di beneficiari)

QUALI SFIDE PER IL SECONDO PILASTRO DELLA PAC (2) RISORSE ADEGUATE ALLE NUOVE SFIDE, bisognerà infatti conservare il più possibili la quota storica destinata all’Italia, utilizzando criteri di riparto che in parte superino i nuovi criteri oggettivi che penalizzano il nostro Paese NUOVA GOVERNANCE PER LA GESTIONE DELLE RISORSE per favorire il loro efficace utilizzo ed evitare meccanismi di disimpegno. I nuovi strumenti proposti (condizionalità ex ante e riserva di performance) devono rappresentare un’opportunità e non un ulteriore vincolo

Conclusioni Questa riforma può portare a profondi cambiamenti nella distribuzione delle risorse tra Stati membri, a fronte di una riduzione di budget complessivo. Le implicazioni della scelta dei criteri distributivi per l’Italia sono notevoli. Il nostro Paese contribuisce significativamente alla PLV comunitaria ed anche alla produzione e valorizzazione dei beni pubblici europei e dovrebbe vedersi riconosciuto (e remunerato) questo sforzo. Inoltre vanno attentamente valutati gli effetti della regionalizzazione delle risorse. Sul greening c’è da sostenere le ragioni della nostra agricoltura, che non è certo quella a saldo ambientale più negativo, ai fini del riconoscimento del contributo del settore primario del nostro Paese alla sostenibilità ambientale e sociale dell’agricoltura europea.