L’intuizione fondamentale del Progetto, ricchezza della Chiesa Cattolica offerta a tutto il Paese, è la collaborazione tra soggetti diversi per un unico.

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Transcript della presentazione:

L’intuizione fondamentale del Progetto, ricchezza della Chiesa Cattolica offerta a tutto il Paese, è la collaborazione tra soggetti diversi per un unico impegno. Il metodo è quello di imparare a lavorare insieme (a livello nazionale, regionale, diocesano) seguendo un progetto comune.

(dal Vademecum per il Coordinamento Reg.le e l’équipe diocesana 2013)

Rappresenta il luogo della corresponsabilità e dell’operatività del progetto tenendo conto delle linee generali definite (nazionali e regionali). Programma e verifica il percorso diocesano. Definisce e supporta il lavoro dell’AdC. Promuove iniziative sul proprio territorio. (Documento Linee di orientamento del Progetto Policoro, dicembre 2007)

 Il Vescovo  I Direttori diocesani dei tre uffici pastorali  Il Tutor  l’Animatore di Comunità  Gli Animatori di Comunità Senior  I referenti delle Filiere

«Se tutti fanno tutto, alla fine si entra in rotta di collisione. Se ognuno fa ciò per cui è nato e se ognuno mette a disposizione di tutti la propria identità e missione, allora nasce veramente un mosaico che è icona della Chiesa» Don Mario Operti (Quaderni CEI, p. 103).

Direttori Garantiscono la fedeltà ai valori del Vangelo e del Progetto Policoro Curano la parte spirituale Progettano e verificano il percorso diocesano insieme al Vescovo e agli AdC Organizzano e partecipano ad alcune attività programmate durante l’anno Tutor-Coordinatore diocesano di progetto Coordina il lavoro dell’équipe Gestisce le relazioni e le comunicazioni fra tutti i membri (ecclesiali e non) del P.P. Segue il percorso degli AdC (formazione, attività, verifica obiettivi, ecc.) AdC Anima il territorio in stretta collaborazione con l’équipe diocesana (parrocchie, scuole, gruppi, luoghi informali, ecc.) Costruisce reti di relazioni Accoglie i giovani al Centro Servizi ascoltando i loro bisogno e orientandoli nel mondo del lavoro Accompagna i primi passi della creazione dei gesti concreti Mantiene il legame tra i gesti concreti nati e l’équipe diocesana

AdC Senior Sono a servizio della diocesi in vari ambiti pastorali. Fanno parte dell’équipe e supportano gli AdC nella fase di accompagnamento alla creazione d’impresa e nella valutazione dell’idea imprenditoriale. Nonché nella fase del monitoraggio. Trasferiscono esperienza e competenza Aiutano gli AdC in carica in alcune attività formative organizzate nel corso dell’anno. Le filiere Si occupano di sostenere l’accompagnamento alla creazione d’impresa, Forniscono ai giovani informazioni dettagliate sugli aspetti economici, finanziari, burocratici ecc., dell’attività d’impresa e sul lavoro. Supportano l’équipe e i gesti concreti nati rispetto ai bisogni rilevati. Forniscono il loro supporto per eventi formativi Vescovo Detta le linee pastorali Incontra periodicamente i direttori e gli AdC per verificare il percorso. Visita i Gesti concreti nati Partecipa ad eventi organizzati dall’equipe

Ruolo del Coordinatore/tutor: compiti e responsabilità 1)È garante della formazione del borsista di I anno (cfr. percorso di apprendimento diocesano);percorso di apprendimento diocesano 2)Vigila sull’invio della relazione mensile e ratifica con la propria firma il rispetto dell’orario e il raggiungimento degli obiettivi (cfr. registro presenze); registro presenze 3)Collabora alla stesura della «Progettazione annuale» (cfr. Formulario); Formulario 4)Condivide la relazione con L’Adc (al II e III anno) e verifica che attività ed obiettivi siano stati veramente raggiunti; 5)Verifica il rispetto dei contratti (diritti e doveri dell’Adc-Diocesi) 6)In particolare in riferimento all’art.4);

L’art. 4 del contratto Il collaboratore, per la realizzazione dei risultati di cui all’art. 2 del presente contratto, presterà la propria opera in piena autonomia gestionale, organizzativa e operativa, senza alcun assoggettamento al potere direttivo e disciplinare del committente, salvo il necessario coordinamento generale e programmatico dell’Equipe diocesana del Progetto Policoro e del Coordinatore, al fine di rispettare la natura ecclesiale del Progetto Policoro e garantire il coinvolgimento sinergico delle pastorali coinvolte. Tale coordinamento non potrà in alcun caso pregiudicare l’autonomia nella esecuzione dell’attività lavorativa. Il collaboratore osserverà gli indirizzi generali del Progetto Policoro comunicati in sede di formazione nazionale. Al fine di far emergere il progressivo coinvolgimento diocesano, il collaboratore dovrà inviare al committente sia le relazioni periodiche mensili e quadrimestrali sulle attività svolte, sia le schede di monitoraggio relative al progetto-microcredito e all’inserimento dei gesti concreti sul sito.

L’équipe come luogo di progettazione e realizzazione del progetto STRUMENTI Formulario_progettazione_nuove_Diocesi.docFormulario_progettazione_nuove_Diocesi.doc

Perché progettare? UN AGIRE COORDINATO E CONDIVISO Che non lasci spazio all’improvvisazione e all’occasionalità DARE UNA DIREZIONE: Punto di partenza e punto di arrivo. Sapere qual è lo stato del Progetto e cosa fare per farlo crescere e sviluppare

Premessa: condizioni per una buona progettazione: Avere una visione condivisa della mission ( conosciamo il Progetto Policoro e ci intendiamo sulla sua natura e attuazione? Fare un lavoro di squadra (non deleghiamo solo agli AdC o a uno dei direttori !!!) Partire dall’osservazione del contesto (chi siamo, che risorse abbiamo, quali bisogni, a che stadio è il Progetto Policoro, ecc…) Dare spazio alla creatività (..non dire «Si è sempre fatto cosi…»)

Gli obiettivi: generali OBIETTIVI GENERALI: (finalità/mission) Rappresentano la «meta», il fine ultimo dato al Progetto. Questi sono già stabiliti dal livello Nazionale ed esplicitati nel Formulario della progettazione annuale: 1.Costruire la rete tra le pastorali. 2.Analizzare il contesto territoriale in termini di risorse e bisogni (ambito sociale ed ecclesiale). 3.Promuovere il Progetto Policoro in Diocesi. 4.Programmare le attività formative dell’AdC. Dove vogliamo andare

Gli obiettivi specifici: Rappresentano la declinazione delle finalità iniziali in relazione agli elementi conoscitivi emersi dall’analisi del contesto, calibrati alle esigenze reali, proporzionati alle risorse che si hanno a disposizione per raggiungerli. Caratteristiche: Chiari e comprensibili Realizzabili in un tempo determinato Misurabili Verificabili N.B. In questa fase è utile pensare accanto all’obiettivo gli INDICATORI di risultati attesi (chiaramente misurabili e dimostrabili) Cosa vogliamo fare per raggiungere la meta

Attività: Le attività non sono altro che la traduzione concreta, operativa e dettagliata degli obiettivi specifici. Per ogni singolo obiettivo è necessario individuare un numero di attività congruo sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. (Nella definizione degli interventi bisogna sempre tener conto delle risorse che si hanno a disposizione). Le azioni che si vogliono attuare devono essere specificate nei minimi dettagli, indicando gli strumenti, le modalità d’intervento, le risorse, i costi. Come e con quali mezzi

FASE OPERATIVA DIAGRAMMA DI GANTT Occorre pianificare l’inizio, la durata e la fine di ogni azione. In questo ci può essere utile il Diagramma di GANTT :uno strumento che permette di modellizzare la pianificazione (temporale) dei compiti necessari alla realizzazione di un progetto. Mesi di attività ObiettivoAttività

Monitoraggio e Verifica: È una delle fasi più importanti spesso sottovalutata. Consente di evidenziare la corretta realizzazione del progetto. Risulta essere uno strumento prezioso perché permette di evidenziare gli scarti tra ciò che è stato previsto e ciò che si realizza. (Oltre allo scarto naturale esistente tra teoria e pratica si possono sempre verificare dei fenomeni imprevisti e imprevedibili) AZIONI CORRETTIVE N.B. La verifica, se condivisa, diventa di scambio, riflessione e miglioramento, che conduce alla crescita futura del progetto.