E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le.

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Transcript della presentazione:

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. … E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Genesi 1,26.27.31

Le origini dell’uomo

Introduzione Le origini dell'uomo esercitano un fascino su tutti. Conoscere il nostro passato, a quando risale la presenza dell'uomo sulla terra, quali forme viventi l'abbiano preceduto o preparato, quale poteva essere il suo stile di vita sono domande che sorgono spontaneamente, per non parlare di quelle di tipo esistenziale che riguardano l'uomo di tutti i tempi: perché l'uomo? quale significato ha la sua presenza sulla Terra? A queste ultime sono chiamate a rispondere la riflessione filosofica e le concezioni religiose dell'uomo. La scienza cerca risposte alle domande circa il come, il quando, quelle che rientrano nel suo orizzonte di osservazione. L'idea che l'uomo non sia sempre stato quello che vediamo oggi e che non sia sfuggito a quel processo di evoluzione che apparenta le diverse forme viventi è largamente diffusa da quando Buffon, Lamarck, Darwin e altri ancora hanno suggerito la teoria della evoluzione biologica. Anche se non sono documentati tutti i passaggi e non sono adeguatamente conosciuti i vari meccanismi con cui è avvenuta l'evoluzione, la teoria evolutiva si dimostra coerente con le diverse scoperte avvenute negli ultimi decenni nel campo della biochimica, della genetica molecolare, della paleontologia, per cui è una teoria scientificamente fondata ed è diventata chiave interpretativa della biologia moderna. La spiegazione del processo evolutivo indicata da Darwin nella interazione tra selezione naturale e mutazioni, per cui è la selezione stessa "a creare" le nuove specie utilizzando le variazioni del genoma (cf. Dobzhansky, Mayr, Ayala, ecc.) non è esente da critiche. A livello microevolutivo i meccanismi con cui si forma la biodiversità sono conosciuti; la loro estensione alla macroevoluzione, alla formazione delle grandi linee evolutive, per spiegare cioè la complessità crescente a livello di organismi biologici non è ritenuta sufficiente da vari studiosi, nel senso che dovrebbero essere ricercati altri modelli evolutivi. Ciò premesso, gli studi sulla evoluzione umana dispongono attualmente di una documentazione che offre un quadro complessivamente ricco di dati, difficilmente spiegabile senza il processo evolutivo, anche se restano aperti molti problemi e vi è spazio per interpretazioni diverse.

Riflessione filosofica- Concezione religiosa Perché l’uomo? Quale significato ha la sua presenza sulla terra? Scienze (paleoantropologia-filogenesi-biologia molecolare…) Quali le origini dell’uomo? A quando risale la presenza dell’uomo sulla terra? Quale forme viventi lo hanno preceduto o preparato? Qual è il suo stile di vita?

I dati I dati sono rappresentati essenzialmente dai fossili che sono venuti alla luce negli ultimi 150 anni. Essi forniscono una documentazione abbastanza ricca e destinata da accrescersi sulle forme di Primati che hanno preceduto la comparsa dell'uomo sulla Terra e sulle prime forme umane, certamente diverse da quelle che vediamo oggi. La paleoantropologia mette anche in evidenza, oltre ai resti scheletrici, le tracce lasciate dall'uomo nella sua attività e nella sua vita, cioè i segni della cultura che presentano uno sviluppo nel tempo. Il suo rapporto con la natura e la organizzazione della sua vita cambiano, si modificano nel tempo, nel senso che l'uomo si dimostra sempre più in grado di padroneggiare l'ambiente con il quale ha sempre dovuto competere, come ogni altra specie, ma in questa competizione ha potuto ricorrere non soltanto a vantaggi biologicamente possibili, ma agli accorgimenti della cultura. Oltre ai dati paleontologici lo studio della evoluzione umana si avvale, soprattutto a livello di intepretazione filetica, anche di quelli che possono essere forniti dalla biologia molecolare, tratti dalle comparazioni tra uomo e Primati non umani, come pure dalle ricerche sulle popolazioni viventi.

Le fasi dell’evoluzione umana Nell'evoluzione umana si riconoscono concordemente una fase preumana, preparatoria, e diverse fasi successive alla comparsa dell'uomo attraverso le quali si giunge all'umanità attuale. La fase preparatoria è rappresentata dagli Australopiteci. Essa non segue uno sviluppo lineare, ma è caratterizzata da diverse linee, fra le quali una potrebbe avere portato alle prime forme umane o potrebbe essere connessa a un antenato comune a quella umana. Effettivamente le scoperte recenti indicano una complessità di forme di ominidi in prossimità e in concomitanza con quella che viene ritenuta la più antica forma umana. Ben nove specie di Australopiteci sono state segnalate, anche se alcune potrebbero corrispondere a dei generi dal punto di vista tassonomico. Alcune sono decisamente lontane, sul piano filetico, dall'uomo, altre meno. Alcune sono precedenti alla fase più antica umana (rappresentata da Homo habilis e Homo erectus), altre si accompagnano ad essa. Le fasi che vengono identificate per il genere Homo sono le seguenti: Homo habilis, Homo erectus, Homo sapiens. Va però subito notato che la nomenclatura in uso, presa dalla sistematica biologica, più che un significato tassonomico (genere, specie) sta a indicare stadi morfologico - evolutivi, grossolanamente sovrapposti, come molti autori moderni fanno rilevare (Jelinek, Coppens, ecc.).

I Primati Tra gli antichi Mammiferi Placentati si riconoscono i Primati, con il Purgatorius del Montana (USA), antenato dei Lemuridi (Proscimmie), vissuto intorno a 65-70 milioni di anni fa in ambiente forestale all’inizio del Terziario. Dalle Proscimmie agli Ominidi di alcuni milioni di anni fa il cammino è molto lungo La galleria di personaggi ritenuta di interesse per l’evoluzione non forma una discendenza lineare, ma una rete di linee evolutive sviluppatesi in Eurasia, oltre che in Africa, e caratterizzate da una dentatura adatta all’ambiente forestale, con qualche modificazione nell’apparato locomotore, o nella linea della brachiazione[1] o verso un raddrizzamento del corpo, che fa preludere alla locomozione bipede [1] dal latino brachium, braccio, è una modalità di locomozione animale, sviluppatasi nei mammiferi ed in particolare tra i primati, che sfrutta principalmente gli arti anteriori o toracici.

L’ominizzazione

Ominoidei vicini alla divergenza. Le forme australopitecine

Ritrovamenti di ominoidei e australopitecine TD — Tchad – Chad ET — Étiopie – Etiopia KE — Kenya – Kenya TZ — Tanzanie – Tanzania ZA — Afrique du SUd – South Africa TD-1 — Bahr el Ghazal ET-1 — Hadar KE-1 — Lake Turkana TZ-1 — Olduvai ZA-1 — Sterkfontein TD-2 — Djourab ET-2 — Herto TZ-2 — Laetoli ZA-2 — Swartkrans ET-3 — Omo ZA-3 — Kromdraai ZA-4 — Taung

Forme Austrolopitecine Ardipithecus ramidus 4.4 - ? Australophitecus. anamensis 4.2 - 3.9 A. afarensis 4.2 - 2.5 A. bahrelghazali 3.5 - 3.0 A. africanus 3.5 - 2.5 Paranthropus aethiopicus 2.7 - 2.3 A. garhi 2.5 - ? P. boisei 2.3 - 1.3 P. robustus 2.0 - 1.0 Cranio di australopitecine Robustus (sx) e Gracile (dx)

Alberi evolutivi

Il genere Homo

Homo habilis/Homo rudolfensis La bellezza di questo "chopper“ raccolto negli strati più antichi di Olduvai ci suggerisce che la tendenza alla simmetria, e perciò all’ordine nelle forme, e all’ordine estetico, si è presentata dalle origini.

Homo habilis: compare l’uomo creatura della cultura

Homo erectus in Africa

Homo erectus in Asia Nella storia della paleoantropologia vi sono stati momenti in cui l’Asia è stata ritenuta culla dell’umanità. Attualmente, alla luce delle scoperte riguardanti il ceppo umano e le sue parentele con i Primati non umani, le origini dell’uomo sono viste in Africa orientale. Il popolamento dell’Asia è dipendente dall’Africa, da cui l’uomo si irradiò verso nord-est, nell’Eurasia, in epoca molto antica, intorno a 1,6-1,8 milioni di anni fa, tenendo conto del giacimento di Dmanissi in Georgia che potrebbe rappresentare un crocevia verso l’ovest e verso l’est. I reperti più celebri sono indubbiamente quelli trovati nella grotta di Choukoutien nel 1929 con la fortunata scoperta di una calotta cranica immersa nel travertino, da parte di un’équipe del servizio geologico cinese, formata da Black, Teilhard de Chardin, Young e Pei. La calotta cranica ha una capacità tra 800 e 1.100 cc, la fronte è bassa e sfuggente. L’abbondante presenza di crani e mandibole e la quasi assenza di ossa postcraniali ha indotto a pensare che la grotta fosse frequentata per riti particolari (pasti a carattere funerario? culto dei crani?). Cacciatori paleolitici la frequentarono in periodi successivi, fra 460.000 e 250.000 anni fa. Abbondanti sono gli strati di cenere, che attestano la domesticazione del fuoco, e numerose le industrie su pietra e su osso.

Homo erectus in Europa L’uomo raggiunse l’Europa risalendo le coste orientali del Mediterraneo e portandosi nelle regioni orientali europee, poi nelle altre. Ma è probabile che anche Gibilterra abbia offerto la possibilità in qualche momento di raggiungere l’Europa. Il passaggio potrebbe essere avvenuto con Homo ergaster e forse anche prima con habilis, se si tiene conto che industrie molto antiche, di oltre 1,5 milioni di anni, sono documentate in varie regioni europee (Chfflac, Roussillon, Vallonet, Monte Poggiolo, ecc.) e nei recenti ritrovamenti a Dmanissi in Georgia. In questa località negli ultimi anni sono stati rinvenuti vari reperti scheletrici e industrie litiche che attestano la presenza umana 1,7 milioni di anni fa. Gli Ominidi che si conoscono per l’Europa nel periodo tra 600.000 e 100.000 anni fa mostrano, sia pure in grado diverso, qualche carattere neandertaliano.

Homo erectus: conquistatore degli spazi e contemplatore della volta celeste

I Neandertaliani classici I resti del cranio del bambino di Teshik-Tash, come si vede nello schema qui sopra, si sono ritrovati al centro di corna di stambecco disposte con cura a cerchio, un indizio di intenzionalità rituale. Neandertal a dx sapiens arcaico sx

Cranio dell’uomo di Cro-Magnon L’umanita’ moderna Cranio dell’uomo di Cro-Magnon

Homo sapiens e la coscienza di una vita oltre la morte

Homo sapiens sapiens: in cerca del senso dell’universo Henri Breuil Insieme di riti magico-religiosi Jean Clottes e David Lewis-Williams Sciamanismo André Leroi-Gourhan Mitogrammi

Approfondimento 1 (facile): La mano di Dio sul mondo di Darwin

Approfondimento 2 (medio): Interpretazioni Bifacciale in selce del periodo Acheuleano. Al centro un fossile bivalve Ca' Belvedere di Monte Poggiolo. Rimontaggio dallo strato 109 n. 1; schegge nn. 5,7 (str.107); ciottoli scheggiati nn.2 (str. 107),3 (str.108),4,6, (str.103). Bifacciali del giacimento di Castel di Guido, risalenti al Pleistocene medio Frammento di tibia di elefante con segni intenzionali trovata nel sito di Bilzinsgleben (Germania)

Approfondimento 3 (difficile): Il Creatore dell’evoluzione

L’uomo e il senso del Mistero … Spesso quand'io ti miro Star così muta in sul deserto piano, Che, in suo giro lontano, al ciel confina; Ovver con la mia greggia Seguirmi viaggiando a mano a mano; E quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l'aria infinita, e quel profondo Infinito Seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono? (G. Leopardi - XXIII - CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL' ASIA)

Tentativo di definizione della religione Cicerone collega religio al verbo relegere. La religione è la ripresa diligente delle tradizioni ancestrali (mos majorum) riguardanti il culto degli dèi, ma è anche il culto degli dèi, con i suoi riti trasmessi dalla tradizione e accuratamente conservati (De natura deorum, II, 28, 72) Per i cristiani Tertulliano, Arnobio, Lattanzio e Agostino, religio, dal verbo religare, designa l’insieme dei legami tra l’uomo e Dio. Così, all’osservanza dei riti della pietas romana subentra il legame di dipendenza dell’uomo da Dio. Secondo N. Sòderblom, R. Otto e M. Eliade, la religione è per l’uomo la percezione di un “totalmente Altro”; ciò ha come conseguenza un’esperienza del sacro che a sua volta dà luogo a un comportamento sui generis. Questa esperienza, non riconducibile ad altre, caratterizza l’homo religiosus delle diverse culture storiche dell’umanità.

L’uomo sedentarizzato e il formarsi della coscienza del divino La Dea Madre a Çatal Hüyük (Turchia): abbondante, è assisa su fiere in forma di trono impersona maternità, regalità e dominio.

L’uomo religioso alle origini delle grandi civiltà orientali

La parola “Dio” nella poesia dell’Antico Egitto Ricostruzione in 3D di Akhetaton l'attuale Tell el-Amarna, centro del culto del dio sole durante il regno del faraone eretico Akhenaton

Homo symbolicus, Homo religiosus Attraverso il simbolo il cosmo parla all'uomo. Nel corso della storia l’immaginario dell’uomo gli permetterà di realizzare segni e simboli della trascendenza e del divino: ricchezza straordinaria del patrimonio religioso dell’umanità Il mito, “storia sacra” strutturata mediante simboli, compare per spiegare le realtà che esistono mediante il racconto di avvenimenti che si situano nelle origini (Funzione esplorativa) Nei monoteismi la storia sacra stabilita a partire dagli eventi, dai testi e dai fondatori prende il posto dei miti Il rito svolge una funzione mediatrice, può iniziare a una nuova nascita od operare una sacralizzazione (contatto vitale con la realtà trascendente). Vincent Van Gogh, Notte stellata e cipresso, 1889

Approfondimenti (medio): La fede e il sacro

Glossario Eucologio. Libro liturgico bizantino contenente le preghiere sacerdotali della liturgia eucaristica e dell'ufficio divino, il rituale dei sacramenti e delle benedizioni. Corrisponde al libro liturgico della Chiesa latina chiamato sacramentario Filogenesi. Modo di formazione delle specie e loro sviluppo nel corso del l'evoluzione. Homo religiosus. Usciamo dalla filogenesi per entrare nell'antropologia. Creata da gli storici della religione, l'espressione homo religiosus designa l'uomo come soggetto dell'esperienza vissuta del sacro. Homo symbolicus. Connotazione con la quale gli antropologi designano l'azione di una facoltà specifica dell'uomo che si esprime attraverso la sua creatività culturale, considerata come conseguenza di quell'immaginario grazie al quale l'uomo è capace di percepire l'invisibile a partire dal visibile Mito. Racconto riguardante fatti accaduti nelle origini e destinato a fornire modelli per la condotta di vita. Il mito costituisce una storia sacra simbolica ed esemplare per la vita degli uomini e dei popoli. Sacro. Il vocabolo sakros ci giunge da un 'antica iscrizione trovata su una pietra del Foro romano. Ci riporta alle origini del sacro a Roma e nel mondo indoeuropeo, dove dalla radice sak- è derivato il verbo sancire, che significa "dare validità, realtà". Sak- è alla base del reale. Questa nozione è al tempo stesso giuridica, metafisica e religiosa. L'esperienza del sacro implica la scoperta di una realtà assoluta che l'uomo percepisce come una trascendenza.

Bibliografia Il materiale delle schede è stato tratto dai seguenti testi: Fiorenzo Facchini, Le origini dell’uomo, Milano Julien Ries, Opera omnia [vol. 2] L'uomo e il sacro nella storia dell'umanità, Milano Julien Ries (diretta da), Storia delle religioni, Milano