“Gesù: approccio storico” Il dato storico è indiscutibile: Gesù si dedica ai lebbrosi prima che a tutti gli altri. Si avvicina a quelli che sono considerati abbandonati da Dio, tocca i lebbrosi che nessuno tocca. Questi devono essere i primi a sperimentare la misericordia del Padre e la venuta del suo regno. La loro guarigione è la miglior “parabola” perché tutti capiscano che Dio è il Dio di quanti soffrono l’abbandono e l’esclusione. Quando si avvicina a loro, Gesù sta rivelando, prima di tutto, che sono degni di essere amati. José Antonio Pagola. “Gesù: approccio storico” Testo: Marco 1, 40-45. Tempo Ordinario 6–B- Musica: Arcangelo Corelli. Concerto Grosso in B.
I lebbrosi erano esclusi, -scomunicati-, dai centri abitati perché non contagiassero la comunità. Perdevano i diritti civili e religiosi. Erano considerati esseri macchiati e contagiosi, appestati pericolosi, paria sociali. Dovevano evitare ogni contatto con i “puri”. Entrare in contatto con un lebbroso significava rimanere contagiato della sua impurità e non potersi più riunire con il resto della comunità fin che non ci si fosse purificati. La situazione diventava ancora più grave -ancora di più?- per il disonore e il carattere religioso. Il lebbroso era anche uno castigato da Dio, uno maledetto da Dio. Non c’era spazio per la compassione, perché era, secondo la legge dei “puri”, uno rifiutato da Dio. I sacerdoti “in nome di Dio” dichiaravano il lebbroso impuro e lo cacciavano fuori dal popolo di Dio. Bisogna tener presente questo quadro socio-religioso per apprezzare il comportamento di Gesù.
«Se vuoi, puoi purificarmi!». In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Un lebbroso, un uomo azzardato, si avvicina a Gesù. Proclama una bella preghiera che esprime il riconoscere la sua situazione deplorevole, un grande desiderio e molta fede. Sottomette la sua situazione e la sua vita alla volontà di Gesù. Incontrarsi con Gesù è sempre punto di partenza, stimolo di speranza. Con che atteggiamento mi avvicino a Gesù? Che cosa spero da Lui ? Da che cosa voglio essere purificato? Gesù, toccando un lebbroso, e con il suo atteggiamento di ascolto verso di lui, rompe non solo un’abitudine, ma una rigida legge religiosa, superando ogni barriera umana, sociale, legale e religiosa. Per Gesù, in questa occasione e sempre, la persona è al di sopra di ogni legge, incluso la legge religiosa. I cristiani suscitiamo nelle persone emarginate e rifiutate, la fiducia e la speranza che trovavano in Gesù? Ci avviciniamo ad esse? Con quale atteggiamento?
Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. “Compassione” è una parola cruciale nei Vangeli. La compassione sono le viscere sensibili e materne di Dio. Viscere che si manifestano nella vita di Gesù. Esempio perché si manifestino anche nella nostra. La compassione, tratto caratteristico dei seguaci di Gesù, suppone sentire come propri le sofferenze e i bisogni altrui e agire di conseguenza. Gesù non evita di toccare gli intoccabili né di affrontare i difensori dell’applicazione rigida della legge. Per Lui ora nessuno può essere considerato impuro. La sua mano è tesa anche verso di te, ti tocca, vuole guarirti, purificarti, liberarti... E ti raccomanda di tendere la mano, guarire, toccare, purificare, liberare… gli altri.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». L’ingiunzione del silenzio è un mezzo che usa Marco per evitare che le persone si facciano un’idea parziale e ingannevole di Gesù e della sua missione. La rivelazione dell’identità di Gesù si completa nella sua passione, morte e risurrezione. La purificazione consiste semplicemente in qualcosa di puramente rituale, un tramite che consiste nel presentarsi ai rappresentanti della legge perché consti loro la guarigione e la confermino. Gesù era diventato impuro legalmente, ma non sembra che abbia avuto l’intenzione di purificarsi.
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, L’entusiasmo di questo uomo è così grande che, nonostante l’ordine di tacere, diventa testimone e annunciatore della bontà e del messaggio di colui che l’aveva guarito. Questo fa sì che Gesù non possa ora presentarsi in pubblico nelle città. Non si dice che non volesse entrare nei paesi, ma che “non poteva entrare”. Attualmente c’è gente che tira avanti, come il lebbroso del vangelo, ai margini della società. Sono persone rifiutate per motivi economici, sociali, religiosi... La storia dell’ incontro di Gesù con il lebbroso è ancora pienamente attuale.
ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Assumendo la causa delle persone emarginate ed escluse, Gesù diviene lui stesso emarginato ed escluso. Le persone scoprono che Gesù e l’offerta di liberazione e vita sono “fuori” in luoghi deserti, e non “dentro”. Accorrono a Gesù da tutte le parti, formando la nuova comunità intorno a Lui, al margine e invece della sinagoga e dei riti, leggi e norme ufficiali.
Preghiera di una lebbrosa Tu, Signore, sei venuto, mi hai chiesto tutto e io te l’ho consegnato. Mi piaceva leggere, e adesso sono cieca. Mi piaceva passeggiare nel bosco e adesso le mie gambe sono paralizzate. Mi piaceva cogliere fiori, sotto il sole di primavera, e adesso non ho mani. Guarda, Signore, come si è ridotto il mio corpo un tempo così grazioso. Ma non mi ribello. Ti rendo grazie. Ti ringrazierò per tutta l’eternità, Perché, se muoio questa notte, so che la mia vita è stata meravigliosamente colma. Ho vissuto l’Amore e sono stata più colmata di quanto il mio cuore abbia potuto anelare. Padre, che buono sei stato con la tua piccola Veronica..! Questa notte, Amore mio, ti chiedo per i lebbrosi di tutto il mondo. Ti chiedo, soprattutto, per quelli che la lebbra morale abbatte, distrugge, mutila e schiaccia. Sono soprattutto loro che io amo e per i quali offro in silenzio, perché sono miei fratelli e sorelle. Ti offro la mia lebbra fisica perché essi non conoscano il disgusto, l’amarezza, e il gelo della lebbra morale. Sono tua figlia, Padre mio; conducimi per mano come una madre conduce il suo figlioletto. Stringimi contro il cuore come un padre fa con suo figlio. Sprofondami nell’abisso del tuo cuore, per dimorare in esso, con tutti quelli che amo, per tutta l’ eternità. Veronica
a questo bacio universale?” “Mi tocchi, Signore... che potrei fare io per accogliere questo abbraccio avvolgente? Che, per rispondere a questo bacio universale?” Teilhard de Chardin