Venga, Signore, il tuo regno di luce!

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Transcript della presentazione:

Venga, Signore, il tuo regno di luce! Cristo Re dell’Universo Anno B Gv 18,33b-37 Venga, Signore, il tuo regno di luce!

Signore Gesù, tu sei il punto cui mira il nostro pellegrinaggio terreno, sei «lo stesso ieri e oggi e sempre» (Eb 13,8), sei «l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine» (Ap 22,13). Tu ci insegni che regnare è servire amando fino al dono totale di sé. Manda a noi il tuo Santo Spirito perché possiamo riconoscere la tua regalità non a parole, ma lasciando crescere e dilatarsi in noi il tuo Regno ed essere, così, nella storia, irradiazione della tua presenza di pace, motivo di conforto e di speranza per tutti i nostri fratelli, amen.

In quel tempo 33bPilato fece chiamare Gesù e gli disse: “Sei tu il re dei Giudei? ”. 34Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. 35Pilato disse: “Sono io forse Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto? ”. 36Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. 37Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re? ”. Rispose Gesù: “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.

VANGELO DI GIOVANNI Ultimo dei quattro vangeli, scritto in greco verso il 100 d.C. Giovanni era fratello di Giacomo e figlio di Zebedeo e Salome (Mc 15,40; Mt 20,20; 27,56). Fu tra i primi chiamati da Gesù. Con il fratello Giacomo ricevette il nome di Boanerges (“figlio del tuono” Mc 3,17), è il più giovane tra gli apostoli e compare costantemente negli episodi dove figurano gli altri apostoli. E’ autore dell’Apocalisse e di altre tre lettere. Scrive per i cristiani dell’Asia minore, già convertiti e che hanno bisogno di una conoscenza più approfondita del messaggio di Gesù (1 Gv 1,1-4). Per Giovanni Gesù è innanzitutto il Verbo di Dio, che si è incarnato per comunicare la Vita. E’ un vangelo teologico.

Il vangelo si può dividere in 4 parti: Prologo 1,1-18 Libro dei Segni 1,19-12,50 Libro dell’Ora o della Gloria 13,1-20,31 Epilogo 21,1-25

Contesto esistenziale Per l’ultima domenica dell’anno liturgico, Cristo Re dell’universo, lasciamo da parte l’evangelista Marco e prediamo un brano giovanneo ricco di teologia simbolica incentrato sul tema della Abbiamo un dialogo fra Gesù e Pilato (Gv 18,33b-37). regalità

Contesto storico Il brano va inserito nel quadro complessivo della passione (Gv 18-19). Nel racconto della passione, Giovanni non descrive la sofferenza di un condannato, ma, attraverso un simbolismo fine ed elegante, dice come nella croce si attua la gloria del re.

Struttura del racconto della passione nel vangelo di Giovanni. Ci sono 4 grandi temi: L’ora di Gesù: tutta la vita di Gesù è orientata all’ora che corrisponde alla glorificazione. Tutto il vangelo anticipa la passione. 2. L’innalzamento: esso nasce dal doppio senso del verbo “esaltare” che significa “salire al trono” oppure “essere appeso” cioè morire (Gv 3,14; 8,28; 12,32). La passione racconta l’esaltazione di Gesù; l’innalzamento sulla croce è il segno di un altro innalzamento: la croce è simbolo dell’intronizzazione del re. 3. Gli eventi escatologici: il giudizio del mondo e il raduno degli eletti. 4. La regalità di Cristo: Gesù regna dalla croce; proprio nella sua morte il Messia assume il potere e lo esercita in modo decisivo.

Al centro domina la grande scena del processo davanti a Pilato. La struttura del racconto della passione è concentrica; vi sono cinque blocchi distinti: 1) 18,1-11 Gesù arrestato nell’orto. 5) 19,38-42 Seppellimento di Gesù nell’orto. 2) 18,12-27 Interrogatorio davanti a Anna. 4) 19,16-37 Le scene del Golgota. 18,28-19,16 Al centro domina la grande scena del processo davanti a Pilato.

L’interrogatorio di Pilato Alla scena centrale dei racconti della passione 18,28 - 19,16 Giovanni riserva una particolare attenzione. La articola in sette blocchi, segnati dai verbo “uscire” ed “entrare”. Pilato esce e parla con i Giudei – 18,28-32 Pilato entra e parla con Gesù – 18,33-38a Pilato esce e parla con i Giudei – 18,38b-40 L’ I N C O R O N A Z I O N E c’. Pilato esce e parla con i Giudei – 19,4-7 b’. Pilato entra e parla con Gesù – 19,8-11 a’. Pilato esce e parla con i Giudei – 19,12-16

L’incoronazione La scena centrale è l’incoronazione di spine; essa è il cuore di tutto il racconto giovanneo della passione. Gesù è re, e quello è il modo con cui egli ha ricevuto la corona reale. Giovanni tratteggia due dialoghi ambientati nel “Pretorio”: La pericope liturgica di oggi: la regalità; Tratta del potere divino che regge e controlla le vicende storiche;

La regalità * vv. 33-34 33bPilato fece chiamare Gesù e gli disse: “Sei tu il re dei Giudei? ”. 34Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. Gesù non risponde ma pone una contro domanda. Gli interessa Pilato e vuole fargli assumere le proprie responsabilità. Pilato si dichiara fuorigioco e cambia la domanda. * v. 35 35Pilato disse: “Sono io forse Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto? ”. Gesù ora risponde alla domanda precedente.

v. 36. 36Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo * v. 36 36Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. Gesù non è un messia politico né un pretendente al trono. Parla di “suo regno” e lo ripete tre volte. Il regno non proviene “da” (EK). In Gv “mondo” indica la struttura terrena negativa e corrotta segnata dal male. La prova è che non ci sono servitori che combattono a difesa di Gesù. Il regno di Gesù, infatti, è diverso sia da quello che pensa Pilato, sia da quello che si aspettano i giudei. E’ diverso soprattutto per l’origine. Il regno di Gesù ha origine D I V I N A.

Gesù in persona è la VERITA’ … * v. 37 37Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re? ”. Rispose Gesù: “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. A Pilato non basta, è un romano con mentalità giuridica: vuole le cose chiare… Gesù aggiunge una spiegazione fondamentale che spiega la regalità con il concetto di verità. In greco A-lètheia significa verità; alfa privativo più radice del verbo nascondere: indica l’eliminazione del nascondimento e corrisponde al verbo “rivelazione”. Grazie a lui il Dio nascosto esce dal nascondimento e diventa il Rivelato. Gesù in persona è la VERITA’ … (Gv 14,6)

perché comunica la vita, Il re che guida e comanda, è proprio colui che garantisce la vita e il benessere del popolo. La sua regalità sta nel far vivere il popolo (Gv 11,50). Gesù è re perché comunica la vita, e muore per il popolo…

“Il mio regno non è di questo mondo”: … un invito al disimpegno? L’annunzio del Regno di Dio non spinge a evadere dal mondo, ma impegnarci a fondo per rinnovarlo.

Interpretazione politica Interpretazione sbagliata, circolava già ai tempi di Gesù. Interpretazione superata: “La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertile dall’autorità civile. Anzi essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove costatasse che il loro uso potesse far dubitare sulla sincerità della sua testimonianza”. (Gaudium et Spes, 76)

Interpretazione spiritualistica Una seconda concezione sbagliata del regno è opposta alla prima. Vi è chi ritiene che per arrivare alla propria salvezza l’unica via sia evadere dal mondo. “Non si salva il mondo dal di fuori. Ma, come il verbo incarnato che si è fatto uomo, occorre che anche noi in qualche misura condividiamo la sorte di coloro ai quali portiamo il Vangelo”. (PAOLO VI, Ecclesiam suam, 198)

Il Regno fermento della storia Il Regno, non è un regno terreno, ma neppure un regno celeste. Non viene attraverso la lotta politica, ma non è estraneo alle vicende umane. Viene nella banalità della vita, senza rumore e senza attirare l’attenzione. Il Regno si attua nella storia concreta degli uomini, attraverso il quotidiano confronto tra il bene e il male. Il primo stadio si realizza “qui e ora” tra lotte e difficoltà. Il secondo stadio si realizzerà alla fine dei tempi. In altre parole, “il regno di Dio non è un concetto, né una dottrina o un programma soggetto a libera elaborazione, ma è innanzi tutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile”. (Redemptoris missio, 18)

Preghiamo con Gv 18,33b-37 Permettici di fermare i nostri tempi per valutare che, mettendoti da parte, non siamo più liberi ma sempre più schiavi di noi stessi e dei miti che le mode impongono. Noi ti riconosciamo nostro Re e Signore della storia perché tu sei la VERITA’ che il Padre ci offre per essere uomini veramente liberi. Insegnaci che, seguire te, vuol dire vivere l’ebbrezza della libertà. Vivere non è tirare a campare, vivere non è lasciarsi andare, ma vivere è lottare, è amare, è anche morire, sapendo che la morte è solo un sussulto d’amore, l’ultimo, per amare per sempre come te e con te. Amen Signore Gesù, ogni epoca ti giudica partendo dal pretorio di Pilato, simbolo di ogni luogo e di ogni tempo in cui l’uomo si schiera a favore o contro di te. Nei tempi passati erano i giudei, poi i romani, poi la cultura illuminista, che ti voleva ridurre a sentimento; la cultura materialista, voleva persino negare la tua storicità. Oggi a giudicarti è la cultura dell’usa e getta; di chi accetta te e la tua Parola per quel tanto che gli serve, ma guai se tu diventi esigente… Si confondono le esigenze del tuo amore con «la dittatura dell’ideologia e con la schiavitù della libertà».