IL PROTESTANTESIMO
NEL TARDO MEDIOEVO La crisi dell’Europa è lo sfondo sul quale nasce la Riforma protestante: - la peste dilaga nella seconda metà del 14° secolo e diventa il segno dell’ira divina - stagnazione economica e crisi demografica - la legittimità politica si fonda sul diritto romano (l’autorità discende da Dio attraverso il papa, il Re, ecc.) - per il diritto germanico discende dal giuramento tra pari. il rapporto tra gli uomini è un rapporto personale di dipendenza sancito da un giuramento, convalidato dalla Chiesa.
NEL TARDO MEDIOEVO - La fedeltà è la caratteristica del rapporto di dipendenza personale (fide=fede=fedeltà) - La Chiesa ‘lega’ gli uomini a sé,tiene insieme la società (religio deriva da ‘religare’=legare) - Se il Papa scomunica un imperatore o un Re, il vincolo di fedeltà a questi decade. - nel momento in cui l’autorità civile pretende autonomia e libertà, invitabile diventa il conflitto tra la Chiesa e il potere costituito. - Attraverso i Sacramenti, la Chiesa controlla la vita dei credenti (dal battesimo all’estrema unzione) e diventa, tra l’altro, il maggiore proprietario terriero del tempo. - Fin dai tempi di Costantino si instaura una stretta relazione tra eresia e disordine politico. Chiesa e Stato si trovano così a combattere dalla stessa parte della barricata - il conflitto inizia ad evidenziarsi durante i primi secoli del 2° millennio (umanesimo) e si acuisce nel tempo dei liberi Comuni -
NEL TARDO MEDIOEVO - tra il 1200 e il 1500 cambia la geografia politica dell’Europa: - Nascono in Italia le repubbliche cittadine - Si acuiscono in Germania le lotte dinastiche per la supremazia del Sacro Romano Impero
LA CRISI DELLA CHIESA tra il 1300 e il 1500 il Papato è investito da una crisi morale senza precedenti Pratica diffusa è il nepotismo e il concistoro è luogo di scontro tra le grandi famiglie patrizie. Il dissidio interno alla Chiesa sarà la causa dello scisma e del trasferimento della sede papale ad Avignone Si contestano i conclavi, si nominano fino a tre papi contemporaneamente e solo nel 1417, a Costanza, termina lo scisma con la nomina a papa di Martino V
LA CRISI DELLA CHIESA Nel ‘400 la curia papale diventa sempre più una corte principesca: fazioni, conflitti, violenze, snobismo suscitano scandalo ed orrore L’impegno nella politica italiana, il mantenimento della corte papale, necessitano di continue entrate Il dissenso, all’interno dell’area cattolica è sempre più aspro e diventa esplosivo sul tema delle indulgenze. Il potere sacramentale dei sacerdoti è messo sotto accusa in quanto per mezzo dei sacramenti si controllano le azioni religiose dei laici attraverso i tribunali ecclesiastici La rivoluzione della stampa permette ora a tutti di leggere i testi sacri che, lentamente, vengono tradotti nelle lingue volgari. Parte da qui lo smantellamento dell’unità cristiana da parte dei padri fondatori del protestantesimo.
I PADRI FONDATORI Martin Lutero Giovanni Calvino La ribellione di Lutero e poi di Calvino sono soltanto alcune, anche se le principali, forme di dissenso religioso. Ma la vicenda di Lutero si inserisce in un preciso contesto politico che le offre una Straordinaria risonanza. Lutero, politico prudente e moderato, riassume i tratti Della riforma, i suoi successi e le sue ambiguità. Martin Lutero Giovanni Calvino è il fondatore della seconda generazione della Riforma. Egli affronta in modo sistematico la fede, la preghiera, i sacramenti. Egli vede nelle Sacre scritture l’autorità assoluta di Dio, la caduta dell’uomo schiavo del peccato e Incapace di volere la propria salvezza e teorizza la giustificazione per fede Giovanni Calvino
LUTERO
LA RIFORMA LUTERANA Fondamento del protestantesimo è la lettura della Bibbia. E’ soltanto nella Bibbia che il vero cristiano trova risposte alla sua fede. La traduzione della Bibbia in tedesco rompe la barriera che divideva il mondo dei dotti dalla grande massa della popolazione. La riforma luterana è stata davvero la ‘rivoluzione del libro’
LA RIFORMA LUTERANA 1) La giustificazione per fede 2La Scrittura come unica autorità 3) il sacerdozio universale per tutti i credenti 4) La libertà del cristiano
LA GIUSTIFICAZIONE PER FEDE Se la Chiesa sostiene che gli individui acquistano la ‘grazia’ partecipando ai sacramenti, Lutero sostiene che, essendo la natura umana ‘corrotta’, la partecipazione ai sacramenti non basta. «Ogni assassino può andare in pellegrinaggio ma il gesto in sé non può essere sufficiente» Ciò significa che è la fede a promuovere una condotta cristiana, non una condotta cristiana a promuovere la fede. «Se non hai fede le tue opere buone, la tua carità, i tuoi pellegrinaggi, non servono»
LA GIUSTIFICAZIONE PER FEDE Per Lutero la ‘giustizia di Dio’ è il dono della fede da parte del Signore, della sua misericordia. La giustizia cristiana è, per Lutero, un atto di misericordia di Dio e quindi si può definire come ‘Giustificazione per sola fede’. Giustificazione significa ‘rendere giusto’ Solo attraverso la misericordia di Dio, gli individui, peccatori per natura, potevano allontanarsi dal peccato. Quindi solo la fede, dono del Signore, giustificava’ il cristiano, lo rendeva ‘giusto’. Lutero: «Non è giusto l’uomo che opera molto, ma colui che, senza operare, crede molto in Cristo»
LE SACRE SCRITTURE Le tradizioni della Chiesa, il suo potere, devono essere messe a confronto con le Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il Papa, la dottrina dei Sacramenti ed anche i Concili possono sbagliare. Per Lutero, il papato è una istituzione puramente umana e storica. Lutero:» I cristiani delle Chiese orientali hanno i nostri stessi sacramenti, lo stesso Vangelo e gli articoli di fede. Ma non hanno il Papa. Come il far parte della comunità romana non ci rende cristiani, così anche l’esserne fuori non può automaticamente renderci eretici e cattivi cristiani… L’intera cristianità non ha altro capo che Cristo. Perciò né il Papa né il vescovo possono mai diventare vicari di Cristo o suoi sostituti in questa Chiesa»
LE SACRE SCRITTURE Domanda: Ma se il Papa e i vescovi non sono ne capi della Chiesa né sostituti di Cristo, allora che cosa sono? Lutero: «San Pietro è uno dei dodici messaggeri e gli altri apostoli sono lo stesso…. Ora poiché sono messaggeri del loro capo Cristo, chi vorrà essere tanto stolto da affermare che Cristo ha un solo messo in tutta la terra e che questo, a sua volta, crea dei messi propri?» Lutero: «Quello che non tollero è che alcuni uomini stabiliscano dei nuovi articoli di fede, calunniando altri cristiani, accusandoli come eretici, apostati ed infedeli…» Lutero «Tutto quello che il Papa stabilisce, compie o dispone, voglio accettarlo solo dopo averlo giudicato secondo la Santa Scrittura… altrimenti egli non sarà per me né papa né cristiano; e chi non vuole ammetterlo, faccia pure di lui un idolo, io per me non intendo venerarlo»
IL SACERDOZIO UNIVERSALE Se era la sola fede a ‘giustificare’ il cristiano, e le sole Scritture a definire la vita del cristiano, queste facevano allora saltare l’intero sistema dei sacramenti su cui si poggiava la ‘pietà’ medioevale. Lutero: «Ogni cristiano battezzato è un prete agli occhi di Dio e non dipende da altri per ricevere la grazia divina»
IL SACERDOZIO UNIVERSALE La Chiesa medievale aveva stabilito che i sacramenti sono sette: eucarestia, penitenza, matrimonio, cresima, ordine ed estrema unzione» Per Lutero gli ultimi quattro non sono fondati sulle Scritture e quindi va rimesso in discussione anche il sacerdozio. Lutero: « Come dice S. Pietro – Prima lettera di Pietro 2,9 - tutti quanti siamo consacrati sacerdoti dal battesimo. Nell’Apocalisse sta scritto: ‘col tuo sangue ci hai fatto sacerdoti’»
IL SACERDOZIO UNIVERSALE L’idea del sacerdozio universale dei credenti mutava radicalmente la figura dei pastori della Chiesa e cadeva il sacramento dell’ordine sacerdotale. E se tutti i credenti sono sacerdoti non è più necessario che a distribuire l’eucarestia sia un sacerdote, diverso dai comuni fedeli. Anche per la confessione vale il principio stabilito da Cristo che ha detto: «dovunque saranno due o tre persone raccolte in mio nome, io sarò con loro» Lutero: « Chiunque, confessandoli spontaneamente o indotto dal rimprovero, chiederà perdono in presenza di un fratello sarà assolto dai suoi peccati, avendo Cristo dato a qualsiasi suo fedele la facoltà di assolvere».
LA LIBERTA’ DEL CRISTIANO Se i sacramenti del battesimo, dell’eucarestia e della penitenza non sono più opere sacre eseguite dal nsacerdote, e la cresima, il matrimonio e l’estrema unzione non sono dei sacramenti, quale sarà la disciplina di vita dei fedeli? Quale morale, quale comportamento cristiano dovrà trionfare?
LA LIBERTA’ DEL CRISTIANO L’ultimo scritto di Lutero «La libertà del cristiano» pone le basi teoriche di una nuova morale: l’etica protestante. Lutero: «Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa e non è sottoposto a nessuno. Un cristiano è un servo volenteroso in ogni cosa ed è sottoposto ad ognuno» Lutero: «Ciò che fa l’uomo libero e pio è il santo Vangelo, la parola di Dio. E’ la fede che rende l’uomo libero e beato.» Lutero: «Il cristiano deve governare il proprio corpo e avere relazioni con gli uomini. L’uomo non deve stare ozioso, il corpo deve essere addestrato e incitato con digiuni, con veglie, lavoro e con ogni disciplina, perché sia reso obbediente e conforme all’uomo interiore e alla fede»
LA LIBERTA’ DEL CRISTIANO Morale e disciplina sono dunque rivolte alla vita sociale. Ma la società ha un ordine che deve essere rispettato sottomettendosi all’autorità e fare la loro volontà «per amore e liberamente». Giudizio di C. Marx: «Lutero ha soppresso la medievale ‘servitù per devozione’ e ha stabilito al suo posto il servizio ‘per convinzione’» Ma la sottomissione del cristiano all’autorità non deve essere incondizionata. I due regni (interiore ed esteriore dell’uomo) hanno confini che non devono essere violati. Lo stato non deve interferire con l’uomo interiore e non può neppure obbligare i credenti a mettersi contro la parola di Dio. Lutero: «Libera cosa è la fede e non si può costringere nessuno… se la potenza terrena ardisce dare ordini alle anime, usurpa la potestà di Dio e può solo traviare e corrompere le anime. Quando l’autorità civile oltrepassa i suoi confini la libertà del cristiano deve prevalere sulle leggi anche se questa libertà non può tr5asformarsi in ribellione»
LA RIFORMA CONTESTATA La proposta di Lutero contro il clero papista si sposa con le rivendicazioni di libertà delle masse popolari e contadine. Gli eventi sono letti alla luce delle Scritture ed appaiono come il segno dell’imminente Apocalisse. Il movimento rinforza l’anticlericalismo e produce appelli per la confisca dei beni ecclesiastici. Il richiamo al sacerdozio universale e l’autorità della sola Scrittura viene interpretato come condanna divina del feudalesimo vigente. La riforma religiosa diventa ben presto guerra sociale
LA RIFORMA CONTESTATA A differenza di altre regioni europee, in Germania nei primi decenni del 1500, il feudalesimo e la servitù della gleba, non erano ancora stati aboliti. Sfruttamento economico dei contadini, rabbia nei confronti dell’elite, rancore per la ricchezza del clero, ispirazioni evangeliche, ristabilimento di antichi diritti su caccia, pesca, legna e pascolo, fanno divampare, tra il 1524 e il 1525, la guerra dei contadini. La rivolta esplode a Zurigo (cantone tedesco della Confederazione elvetica) e si diffonde in Germania. I ribelli sono contro le ‘decime’, incoraggiano l’iconoclastia e la violenza contro i preti, rifiutano di pagare i diritti feudali, saccheggiano conventi, compilano liste di rivendicazioni da presentare ai signori, il tutto all’insegna della ‘giustizia divina’. La protesta, al cui capo c’è un antico alleato di Lutero, Muntzer, divampa in Germania e nel maggio del 1525 l’ordine sociale e religioso della Germania è fortemente scosso. Muntzer: Il potente deve cedere il passo al debole e vergognarsi davanti a lui. Dio ha disprezzato i grandi notabili come Erode, Caifa, ed ha accolto al suo servizio i deboli come Maria, Zaccaria. Perché questa è l’opera di Dio, ieri come oggi.» Muntzer si rivolge ai principi sassoni e di fronte al loro rifiuto di accettare la predica di Muntzer, che Lutero considerava un sedizioso, si consuma una nuova guerra dove Muntzer viene fatto prigioniero , processato, torturato e decapitato.
LA RIFORMA CONTESTATA La restaurazione dell’autorità feudale avviene in modo fulmineo e spietato. Si formano due eserciti, cattolico e protestante, che sconfiggono le bande contadine e giustiziano pubblicamente i sospetti (circa 100mila). Il movimento evangelico ha un punto di svolta: l’entusiastica riforma dal basso basata sulla volontà di riformare la società cristiana, è clamorosamente sconfitta. I capi evangelici, tra cui Lutero, si rivolgono direttamente ai ‘principi’ come unici agenti dell’ordine divino e della riforma religiosa. Lutero: «Il diritto cristiano è di non contrastare l’ingiustizia, non impugnare le armi, non vendicarsi, bensì di consegnare corpo e beni onde chi vuole possa derubarcene» Lutero: «Io non ho mai impugnato una spada, né desiderato vendetta, giammai ho dato inizio a faziosità o sedizione, bensì cooperai per mantenere l’autorità temporale, il suo potere e la sua considerazione» Lutero: Ammetto che la vostra causa sia buona e giusta, ma dal momento che volete difenderla voi stessi, non tollerando né autorità né ingiustizia, fate pure e tralasciate quello che Dio non vi impone. Ma il nome di cristiani dovete lasciarlo stare e non farne una indegna copertura della vostra impresa non paziente, non pacifica, non cristiana… sotto il nome del Vangelo voi procedete contro il Vangelo stesso» Lutero: «Dunque l’autorità proceda di buon animo e colpisca con buona coscienza finchè le resta un filo di vita»
MOVIMENTI EVANGELICI Nonostante la ribellione fosse stata sconfitta, il movimento evangelico e protestante si diffonde ed assume, soprattutto in Svizzera, forma di nuove sette evangeliche. In Svizzera nasce il movimento degli ‘anabattisti’ che rifiutano il battesimo dei bambini, la proprietà privata, di prestare giuramento e di servire nell’esercito. Per loro la vera chiesa è soltanto la comunità dei credenti convinti e moralmente impegnati. Le autorità cattoliche reagiscono duramente. Gli anabattisti vengono perseguitati e giustiziati.
MOVIMENTI EVANGELICI Le città tedesche e svizzere diventano comunque luogo di veloce diffusione delle tesi luterane. Pamphlet e fogli volanti si prendono gioco del papato. I predicatori si rivolgono ai fedeli dai pulpiti delle chiese, dalle piazze , contrapponendo la ‘vera’ fede alla Chiesa senza fede. La Scrittura è sempre il parametro universale per giustificare nuove richieste e rivendicazioni politico-sociali. Costanza, Norimberga, Zurigo, Ginevra, sono i luoghi della nuova predicazione.
LA RIFORMA SVIZZERA La Confederazione Svizzera è una associazione di liberi Comuni che si forma nel 1291, staccandosi dal Sacro Romano Impero. Non riuscendo, l’economia delle valli, a mantenere una popolazione in crescita, si formano nei villaggi compagnie di fanti mercenari che trovano, soprattutto in Italia, un mercato pronto ad accettare i loro servizi. Zurigo è una città ricca che gode di ampia autonomia e dove è alta la conflittualità tra il potere civile e la Chiesa rappresentata dal Vescovo di Costanza, del cui vescovado Zurigo è parte..
LA RIFORMA SVIZZERA Zurigo diventa così il centro di un nuovo movimento riformatore, alla cui testa c’è il sacerdote Ulrico Zwingli chiamato dai magistrati della città, e di una accentuata volontà di autonomia ecclesiastica da parte delle autorità civili. Zwingli è un riformatore radicale. La Scrittura fornisce verità chiare e inequivocabili. Attacca l’autorità del Papa, la natura della comunione, il Purgatorio, il culto dei preti e delle immagini. Mentre sullo sfondo si svolge la guerra dei contadini tedeschi, su invito di Zwigli, i magistrati di Zurigo secolarizzano i monasteri ed utilizzano le rendite ecclesiastiche per finanziare un nuovo sistema scolastico e l’assistenza ai poveri. Nel giorno di Pasqua del 1525 viene abolita la messa sostituendola con la comunione sotto le due specie del pane e del vino, accompagnata da semplici parole di benedizione e senza alcuna consacrazione. La transustanziazione era di fatto negata. L’eco del programma di Zwigli si diffonde in tutta la Confederazione e ben presto si trasforma in guerra aperta tra i vari cantoni di fede protestante e cattolica. Zwigli muore in campo di battaglia e alla fine le parti firmano una pace religiosa che permetterà la convivenza tra cattolici e protestanti nella Confederazione che diventa così il primo paese europeo ad accettare una pluralità di confessioni.
LA RIFORMA SVIZZERA L’Europa è scossa dal nuovo movimento riformista e la Chiesa è costretta a farne i conti. Al fine di evitare il diffondersi delle idee riformatrici, stringe accordi con Spagna e Francia, concedendo a quei sovrani un ampio controllo sulle chiese nazionali in modo che i sovrani stessi non avessero ragioni per abbrracciare la nuova fede. L’elite intellettuale di orientamento riformatore, formatasi alla Sorbona di Parigi, è costretta alla fuga trovando rifugio nella città svizzera di forte tradizione culturale di lingua francese: Ginevra. Ginevra è una città ricca posta in una posizione cruciale tra i Cantoni svizzeri di fede protestante e la Francia cattolica: commercio, stampatori, nobili e mercanti portano grandi benefici alla città, allargano gli orizzonti culturali e polarizzano la vita cittadina. Ginevra sottostava allora al dominio politico del vescovo cattolico residente e del duca di Savoia. La riforma religiosa sarebbe servita ad affrancare la città dall’uno e dall’altro. A Ginevra emerge così un giovane profugo di orientamento umanista, Giovanni Calvino, che si prefigge, da esule, la riforma spirituale della Francia.
CALVINO
CALVINO Calvino teorizza un modello puro di teocrazia: Riconosce l’autorità della Scrittura come superiore a quella della tradizione e ritiene che la vera Chiesa sia quella formata dalla comunità spirituale scelta direttamente da Dio. Negava la transustanziazione cattolica e luterana sostenendo la sola presenza spirituale di Cristo nella comunione. Sul piano teologico sostiene l’assoluto potere di Dio e l’irrimediabile condizione di peccato in cui versa il mondo, negando la capacità dell’arbitrio umano di perseguire e raggiungere la salvezza. Come Agostino e Lutero credeva nella giustificazione per fede ma, a loro differenza, in una visione in cui il mondo era diviso nettamente tra eletti e condannati, la salvezza degli stessi eletti era messa continuamente in discussione.
CALVINO Il calvinismo richiedeva una vita retta in modo diverso dal luteranesimo, negava il pluralismo cattolico del tardo medioevo (la riforma fallita), intendendo instillare una disciplina morale e pubblica dotando il concistoro di enorme potere. Ogni cittadino, eletto o dannato, doveva obbedire alle leggi dell’Antico Testamento e alla legge di Cristo. Per garantire la disciplina, il calvinismo elaborò una cultura politica che conferiva all’uomo ‘retto’ la massima autorità sugli altri.
La dottrina della ‘PREDESTINAZIONE’ Nelle lotte dottrinali e politiche del ‘500, soprattutto grazie al calvinismo, ritornò in primo piano la dottrina di Agostino in merito alla ‘predestinazione’. La tradizione considerava la ‘grazia divina’ come il dono che Dio aveva fatto agli uomini di scegliere liberamente il bene e il male (il libero arbitrio). Agostino, invece, afferma che il peccato ha una dimensione collettiva. Che è l’intera umanità ad essere condannata dopo Adamo alla corruzione e alla morte. La ‘grazia divina’ è la condizione indispensabile alla salvezza. La grazia non è data a tutti ma solo a coloro che sono ‘predestinati’ e che, nel giorno del Giudizio universale, saranno separati dalla massa di ‘perdizione’.
La dottrina della ‘PREDESTINAZIONE’ Nell’Antico Testamento, il popolo eletto da Dio è soltanto uno: quello di Mosè. Non altri. Dio ha quindi fatto una scelta precisa nei confronti di un popolo disperso ed asservito. E’ solo attraverso la scelta di Dio, attraverso la grazia divina, che l’uomo può salvarsi. Se si ammette invece che l’uomo può salvarsi attraverso le opere e cooperare alla salvezza eterna, allora significa riaprire la funzione mediatrice del sacerdote, dunque al potere sacro della Chiesa.
La dottrina della ‘PREDESTINAZIONE’ La dottrina della ‘predestinazione’ si svilupperà anche dopo la morte di Calvino e sarà nel 1647 che l’Assemblea dei pastori delle Chiese calviniste diede la seguente definizione: «Dio per manifestare la sua maestà ha predestinato… alcuni uomini alla vita eterna ed altri alla morte eterna.. Coloro che sono chiamati alla vita, Dio li elesse secondo il suo segreto consiglio e l’arbitrio del suo volere, e ciò soltanto per grazia ed amore, e non per la previsione della fede e delle opere buone…. Piacque a Dio di trascurare il resto del genere umano, a magnificazione della sua potenza illimitata sulle sue creature e di condannarlo al disonore e all’ira per il suo peccato, a magnificazione della sua divina giustizia» In questo modo l’idea della ‘predestinazione’, un’idea secondo la quale gli avvenimenti della storia manifestano un piano divino, divenne uno strumento di terrore e fu combattuto sia da destra che da sinistra.
LA REAZIONE DEL PAPATO Per frenare l’avanzata del protestantesimo, viene convocato a Trento, nel 1545, il Concilio che avrebbe dovuto riformare la Chiesa. Nel Concilio vince la linea intransigente: Sono confermati tutti i dogmi della Chiesa cattolica L’interpretazione delle Sacre Scritture spetta ai sacerdoti I Sacramenti sono sette Le ‘opere buone’ contribuiscono alla salvezza dell’anima Nascono nuovi ordini religiosi Ai gesuiti (Compagnia di Gesù – Ignazio di Loyola) viene dato l’incarico di far trionfare la fede cattolica Il Papa Paolo III istituisce il Tribunale dell’Inquisizione Il Papa Paolo IV rinchiude gli ebrei nei ghetti Migliaia di libri vengono dati alla fiamme e nel 1559 nasce l’Indice di libri proibiti.
LA DIFFUSIONE DEL PROTESTANTESIMO Inizialmente il luteranesimo si sviluppa nei territori di lingua tedesca ma la ‘libertà religiosa, propugnata da Lutero permette il diffondersi del movimento protestante in contesti politici e culturali diversi. Il pensiero anabattista si diffonde in Inghilterra con il puritanesimo e nasce la Chiesa anglicana (Enrico VIII si ribella per sposare Anna Bolena e confisca i beni della Chiesa), in Francia i protestanti sono gli ugonotti (strage di S. Bartolomeo ed editto di Nantes che sancisce la libertà di coscienza), in Spagna il fanatismo di Filippo II favorisce lo sviluppo dell’Inquisizione spagnola. I Paesi Bassi, calvinisti, si ribellano alla Spagna e proclamano la Repubblica. Ancora in Inghilterra sale al trono Elisabetta I Tudor, anglicana e figlia di Anna Bolena che si scontrerà con Maria Stuarda cattolica e protetta dal Re di Spagna. Guerra corsara tra Spagna ed Inghilterra e sconfitta dell’Invincibile Armata nel 1588.
L’etica protestante Lutero aveva dichiarato l’inefficacia delle buone opere per essere salvati. La ‘giustificazione per fede’ rendeva ‘giusti, giustificava’ a condizione di aver fede chi era ingiusto per natura, a causa del peccato originale. Il rapporto con Dio era basato sulla fede personale e quindi escludeva qualsiasi intermediazione.. Ogni credente è sacerdote di sé stesso ma, denunciava Lutero, tanto più il fedele viveva nel profondo la sua fede, tanto più il dubbio di essere salvato si insinuava dentro di lui: una condizione potenzialmente disperante.
L’etica protestante Con Calvino il dubbio scompare. Come si riconosce l’uomo ‘graziato’ da Dio? Come si riconosce l’eletto? Come rispondere alla domanda angosciante «sono io nel numero degli eletti?» Per Calvino il il segno della ‘grazia divina è la ‘ricchezza, il benessere generato dal lavoro. E’ la ricchezza, il lavoro, il successo, che assicura il calvinista che Dio è con lui, che egli è l’eletto, il predestinato. Nel medioevo cristiano il povero rappresentava Cristo, la ricchezza era vista come insidia alla vita cristiana, la povertà volontaria era un ideale evangelico (monachesimo, ordini religiosi come francescani, ordini mendicanti, ecc.) I calvinisti pongono l’accento sull’opposizione tra ozio e lavoro, tra vita produttiva e vita improduttiva. E’ respinta l’idea della carità. Non occorreva dare assistenza ai poveri ma obbligarsi a mantenersi con loro lavoro. La ricchezza non è considerata un male ma lo strumento per creare nuovi salari, nuovi posti di lavoro, a condizione che questa sia trasformata in investimenti produttivi. Il profitto diventa così il segno della grazia divina e, di conseguenza, il povero è colui che è fuori dalla grazia di Dio
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo I protestanti ma soprattutto Calvino, trasferendo nella vita comune l’antica disciplina monastica (ora et labora) e la nuova concezione di povertà e ricchezza, realizzano una nuova morale religiosa. Anche la dottrina della predestinazione viene assunta dalla piccola e media borghesia olandese ed inglese come segno della grazia divina. Per Max Weber (1904), sociologo dei primi anni del ‘900, l’etica protestante corrispondeva molto bene alle esigenze di un attività economica razionale e metodica come presupponeva il sistema capitalistico. L’attività imprenditoriale, esplosa con la rivoluzione industriale del ‘700 in Inghilterra, richiede capacità di decisione e comando, le leggi di mercato impongono all’imprenditore di ridurre i costi di produzione e di reinvestire i profitti. Il lavoro salariato è sottoposto anch’esso ad una disciplina rigida e metodica. Questa disciplina che vale per gli uni e per gli altri, diventa uno stile di vita, una mentalità
IL SENSO DELLA STORIA La Riforma come rottura dell’unità europea ed intreccio di dottrina religiosa e compromesso politico. Il protestantesimo come inizio della storia moderna La Riforma come cultura a sostegno dell’etica prevalente del capitalismo a partire dalla rivoluzione industriale Francia e Spagna sono protagoniste della politica del Cinquecento Mentre la Spagna decade nasce in Inghilterra (età elisabettiana) un grande sviluppo economico e culturale (Shakespeare). Il fanatismo religioso cede lentamente ad un primo principio di tolleranza.