è la mia carne per la vita del mondo».

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V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO a Gv 11, b-45.
Transcript della presentazione:

è la mia carne per la vita del mondo». CORPUS DOMINI - A “Io sono il pane vivente sceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Gv 6,51-58

Preghiera Iniziale Noi Ti adoriamo, o mirabile Sacramento della presenza di Colui che amò i suoi "sino alla fine". Noi Ti ringraziamo, o Signore, che nell'Eucaristia edifichi, raduni e vivifichi la Chiesa. Preghiera Iniziale O divina Eucaristia, fiamma dell'amore di Cristo che ardi sull'altare del mondo, vieni e fa' che la Chiesa, da Te confortata, sia sempre più attenta all’ascolto della tua Parola, sollecita nell'asciugare le lacrime di chi soffre e pronta nel sostenere gli sforzi di chi anela alla giustizia e alla pace. Amen.

51 Io sono il pane vivente sceso dal cielo 51 Io sono il pane vivente sceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 52 Allora i Giudei si misero a litigare tra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mastica la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mastica la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57 Come il Padre, che vive, ha mandato me e io vivo per mezzo del Padre, così anche chi mastica me vivrà per mezzo di me. 58 Questo è il pane sceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mastica questo pane vivrà in eterno».

Contesto/1 Siamo all’interno del discorso sul Pane di vita (Gv 6, 22-71), già avviato nei versetti precedenti. La miracolosa moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15) e l’attraversamento a piedi delle acque di Cafarnao (Gv 6,16-21) hanno preceduto le parole di Gesù ed hanno coinvolto le folle. Queste, però, hanno seguito Gesù, perchè, ricordando anche la manna donata ai loro padri, hanno intravisto in Gesù il personaggio messianico che può guidarli verso la sospirata sazietà e la libertà dalla schiavitù. Gesù si accorge delle motivazioni di chi lo segue e ne svela i limiti, invitando tutti a cercare il “pane del cielo, quello vero” (Gv,6,32).

Contesto/2 Il discorso del Pane di Vita (Gv 6,22-71) è una sequenza di sette brevi dialoghi tra Gesù e le persone che si trovavano con lui dopo la moltiplicazione dei pani. In essi Gesù cerca di aprire gli occhi degli interlocutori, facendo loro capire che non basta lottare per il pane materiale. Non solo di pane vive l'essere umano! (Dt 8,3). I sette dialoghi: 6,22-27: 1º Dialogo: La gente cerca Gesù perché vuole più pane. 6,28-33: 2º Dialogo: Gesù chiede alla gente di lavorare per il vero pane. 6,34-40: 3º Dialogo: Il pane vero è fare la volontà di Dio. 6,41-51: 4º Dialogo: Chi si apre a Dio accetta Gesù e la sua proposta. 6,52-58: 5º Dialogo: Carne e sangue: espressione della vita e del dono totale. 6,59-66: 6º Dialogo: Senza la luce dello Spirito queste parole non si capiscono. 6,67-71: 7º Dialogo: Confessione di Pietro.

TESTO * Gv 6,51: Affermazione iniziale che riassume tutto. * Gv 6,52: La reazione contraria dei Giudei. * Gv 6,53-54: La risposta di Gesù che riafferma quanto detto prima. * Gv 6,55-58: Gesù trae le conclusioni per la vita.

v. 51a. Io sono il pane vivente sceso dal cielo * v. 51a Io sono il pane vivente sceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno …   L’annuncio di Gesù segue le mormorazioni dei giudei. La mormorazione è un peccato tipico degli ignoranti, è il “tentativo di demolire l’autorità profetica” da parte di coloro che si ritengono già …“liberati” (E. Bianchi). Alle mormorazioni di Israele nell’Esodo (Es 16,2), cui seguì il dono della manna, corrispondono nel nostro brano le mormorazioni dei giudei, che continuavano a fraintendere il vero senso della dipendenza dai bisogni e della manna. Ad esse segue, come nell’Esodo, un altro dono, quello del pane vero, quello definitivo, cioè Gesù stesso.

* v. 51b …e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».   Gesù rivela ai suoi uditori che ha intenzione di offrire al Padre tutta la sua umanità (la “carne”, cioè l’insieme delle sue potenzialità e le sue debolezze) per la vita del mondo. Non solo per gli eletti, quindi, ma per tutti quanti, compresi quelli che sono “del mondo” (v. Gv, 16,19). Il suo dono si presenta, cioè, come un dono universale.

v. 52. …Allora i Giudei si misero a litigare tra * v. 52 …Allora i Giudei si misero a litigare tra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?» L’ampiezza di prospettive del v. 51 disorienta i giudei, i quali - se non ci limitiamo a banalizzare la portata dei loro interrogativi, riducendoli a considerazioni cannibalistiche - si dividono tra coloro che si lasciano inquietare dal fatto che l’umanità del Gesù che loro conoscevano bene possa essere effettivamente lo strumento per la realizzazione della salvezza del mondo e coloro che, invece, ritengono impossibile che la carne di un uomo sia cibo di vita eterna per tutti.

v. 53. Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: * v. 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Su questo punto Gesù non fa mediazione, ma approfondisce lo scompiglio. Nella comunità ebraica, infatti, era tabù mangiare la carne del sacrificio e, soprattutto, bere il sangue, in quanto questo si riteneva contenesse la vita (Gn 9,4; Lv 3,17; Dt 16,23-25). Presentandosi con queste parole come l’agnello sacrificale, Gesù prospetta - affermando quella che appare agli occhi degli altri una vera e propria bestemmia - la Vita nel bere il suo sangue.

v. 54. Chi mastica la mia carne. e beve il mio sangue * v. 54 Chi mastica la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.   Giovanni sottolinea con un verbo particolare il modo di accostarsi al corpo di Cristo, cioè con il verbo greco τρώγων = “masticare”. Mette così in guardia i suoi lettori contro un’interpretazione docetista del mistero di Gesù. D’altra parte, secondo l’usanza ebraica, gli alimenti della cena pasquale dovevano essere accuratamente “masticati”.

vv. 55-57. Perché la mia carne è vero cibo * vv. 55-57 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda…   È in questa protratta masticazione della Parola, così come nel continuo cibarsi del sacramento eucaristico, che sta il vero cibo di vita eterna. Quel cibo che gli ebrei non hanno avuto e che ora è offerto agli uomini che credono nel Figlio. L’unione profonda con Gesù nasce e si sviluppa “Masticando” il cibo vero (v. 51b) e bevendo la bevanda vera (v. 53).

v. 58. Questo è il pane sceso dal cielo, * v. 58 Questo è il pane sceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mastica questo pane vivrà in eterno».   Gesù spiega che non è il miracolo della manna che ha salvato il popolo ebreo, ma la benevolenza del Signore. La stessa benevolenza salvifica che oggi si manifesta nella presenza di Gesù nel mondo e nel suo darsi in maniera piena e senza riserve.

La reazione degli ascoltatori. … e la nostra. vv. 60 ss La reazione degli ascoltatori! … e la nostra? * vv. 60 ss Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”... 66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. 67 Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. 68 Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Ci troviamo così di fronte ad uno dei tre rifiuti che i discepoli fanno al Signore nei Vangeli: il rifiuto della Croce (Mt 16,22), il rifiuto del matrimonio indissolubile (Mt 19,3-10) ed, ora, il rifiuto dell’Eucaristia.

Preghiamo con Gv 6, 51-58 Mio Dio ancora una volta GRAZIE perché mi metti il Tuo Corpo tra le mani… Voglio creare in me uno spazio di silenzio: * per accoglierti e saziare così ogni mia fame… fame di affetti… fame di protagonismo… fame di egoismo… * per camminare ogni giorno con le persone che amo facendo verità… * per amare più in fondo le persone e le cose e immergermi nel profondo della loro esistenza. * per illuminare e assaporare la vita e lasciarmi prendere dalla tua intima presenza. Grazie perché vieni a me, Dio Creatore, in un povero pezzo di Pane… Grazie perché vieni a rivelarmi la fonte della speranza… Grazie perché vieni a confortami per trovare il coraggio di sopportare e amare la vita ogni giorno, Grazie perché vieni quando meno me lo aspetto… Grazie, “Pane della mia vita” … grazie!