1 Riflessioni sulla situazione delle donne con disabilità
2 L’uguaglianza delle donne e degli uomini è un diritto fondamentale per tutte e per tutti e rappresenta un valore determinante per la democrazia. Esso deve essere effettivamente esercitato e riguardare tutti gli aspetti della vita politica, economica, sociale e culturale.
3 Nell’ambito del progetto realizzato dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa in collaborazione con numerosi partners, è stata redatta la Carta Europea per la parità fra donne e uomini nella vita locale, nel rispetto della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo,ispirata alla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne adottata nel 1979, alla Dichiarazione di Pechino e alla Piattaforma per l’azione delle Nazioni Unite del 1995, alle risoluzioni della 23°sessione speciale dell’assemblea generale del Essa invita gli Enti territoriali ad utilizzare i loro poteri e i loro partenariati a favore di una maggiore uguaglianza delle donne e degli uomini.
4 Purtroppo la parità tra donne e uomini nelle vita quotidiana non è ancora una realtà:persistono disparità politiche,economiche e culturali. Doppiamente penalizzate risultano le donne diversamente abili.
5 E' persona diversamente abile colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
6 Dal termine handicap possiamo risalire a due diverse logiche e modi di intendere la diversità. Una prettamente assistenzialista ed emarginante; l’altra che,invece,riconosce l’handicappato come soggetto di diritto.
7 La prima vede l’handicap come deficit che non può avere evoluzione; La seconda studia le leggi dello sviluppo del portatore di handicap che non si differenziano sostanzialmente dall’uomo normale.
8 Nel 2003 Claudio Imprudente,presidente del centro documentazione handicap di Bologna,ha proposto il termine “diversabile”,per lanciare una sfida per un cambio di prospettiva dal considerare le non abilità,come sottolinea il termine disabile,al guardare alle abilità diverse e le potenzialità di ciascuno.
9 Il 10% della popolazione femminile mondiale è costituita da donne disabili. Le ragazze e le donne con una qualsiasi forma di disabilità sono ancor più vulnerabili e marginalizzate dalla società.
10 Esse subiscono una discriminazione multipla, determinata dalla condizione di genere e disabilità: non solo hanno la colpa di non essere un uomo, ma a ciò si aggiunge la sfortuna di non essere normale, di girare su una sedia a rotelle o di vedere il mondo a 40 anni ancora e per sempre con gli occhi di una adolescente. Devono affrontare la discriminazione sotto vari apetti: nell’educazione, nel lavoro, nel matrimonio, nella famiglia, nella vita sociale e nella riabilitazione.
11 L’esistenza di una doppia discriminazione è stata riconosciuta dalla Convenzione ONU dei diritti dei disabili come si legge nell’art. 6, eppure, a due anni dalla sua approvazione, solo 13 Stati l’hanno ratificata e per entrare in vigore serve la ratifica da parte di almeno 20 Stati
12 E’ difficile riscontrare l’effettivo coinvolgimento delle donne disabili nelle discussioni,gli incontri o le marce relative alle questioni riguardanti le donne in generale. Le donne disabili molto spesso rimangono invisibili sia tra coloro che difendono e promuovono i diritti delle persone disabili,sia tra coloro che promuovono la parità tra i sessi e lo sviluppo della donna.
13 Le donne con disabilità, pur dimostrando di avere la capacità di non rinunciare a se stesse, alla propria vita, si trovano a dovere affrontare atteggiamenti negativi, così sfavorevoli in ambito lavorativo da tradursi in una grande difficoltà e al limite nell’impossibilità di proseguire l’attività professionale.
14 Il manifesto delle donne disabili italiane ha lo scopo di evidenziare i problemi maggiormente pressanti, di dare più sicurezza alle donne disabili, di incoraggiarle ad affermare i loro diritti e di stimolare la propulsione di piani in loro favore al fine di prevenire l’esclusione sociale
15 La proclamazione del 2003 quale “Anno europeo delle persone con disabilità” è stato il punto di partenza di una politica che ha visto l’Unione Europea impegnata in un’attività di sensibilizzazione in merito ai diritti dei disabili,al fine di garantire loro pari opportunità
16 Gli obbiettivi dell’Anno europeo dei disabili sono stati molteplici:
17 - Sensibilizzare alla tutela dei diritti contro le discriminazioni
18 - Incoraggiare la discussione e la riflessione in merito alle misure necessarie a promuovere pari opportunità per i disabili
19 - Facilitare lo scambio di esperienze in materia di buone prassi e strategie efficaci attuate a livello locale,nazionale ed europeo
20 - Intensificare la cooperazione fra tutte le istanze interessate (governi,parti sociali,organizzazioni non governative,i settori privato ed associativo,i gruppi di volontariato,i disabili e le loro famiglie.)
21 In Italia l’attenzione delle istituzioni pubbliche e della società civile nei confronti delle persone disabili è progressivamente cresciuta ed ha determinato un notevole miglioramento delle loro condizioni di vita e del processo di integrazione sociale. Il cardine della vigente legislazione è la legge quadro 5 febbraio che riconosce diritti di cittadinanza, individua interventi e prevede servizi che assicurino l’autonomia e l’inclusione sociale. Con essa la Repubblica italiana s’impegna a:
22 -garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona diversamente abile e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;
23 - Prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona con handicap alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;
24 -Perseguire il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicurare i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona diversamente abile;
25 -Predisporre interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona diversamente abile.
26 Successivamente è stata promulgata la legge 162/98 con la quale sono stati stabiliti interventi nel campo dell’assistenza domiciliare e di aiuto personale.
27 Considerevole ed articolata è la normativa relativa all’istruzione e al diritto allo studio delle persone con disabilità che ha permesso di consolidare la trentennale esperienza di integrazione scolastica avviata agli inizi degli anni settanta.
28 La legge 68/99 promuove l’inserimento lavorativo e l’integrazione nel mondo del lavoro.
29 La legge 328/2000 si propone di assicurare ai singoli e ai nuclei familiari un sistema integrato di interventi e servizi sociali in grado di garantire la non discriminazione, le pari opportunità e i diritti di cittadinanza. Le Regioni, seguendo lo schema innovativo disegnato dalla suddetta legge, hanno dato in questi ultimi anni un forte impulso alla definizione dei provvedimenti di propria emanazione in ambito sociale.
30 Dal punto di vista normativo il quadro nazionale e regionale che ne deriva è abbastanza complesso e completo, ma tanta strada deve essere ancora fatta per realizzare pienamente gli obbiettivi prefissati dalle leggi. E’ auspicabile una costante ricerca di sinergie e collaborazioni che vadano nella medesima direzione per il superamento di ogni svantaggio sociale e/o materiale che le persone con disabilità ed,in particolare, le donne devono affrontare e che rappresenta una violazione dei diritti umani.
31 La diversità non è un mondo a parte, ma una parte del mondo