Diritto di voto agli immigrati

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Diritto di voto agli immigrati

Che cos’è il diritto di voto? DIRITTO DI VOTO AGLI IMMIGRATI CON PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA DELLA POPOLAZIONE IMMIGRATA. Che cos’è il diritto di voto? L’attività elettorale degli immigrati comporta una partecipazione attiva nella vita pubblica del luogo in cui lavorano e risiedono? Il nostro paese prevede la partecipazione attiva o passiva alle elezioni locali per gli stranieri titolari di una carta di soggiorno? Vi sono argomenti contrari o dibattiti sull’accesso al diritto di voto agli immigrati? Qual è la situazione in Italia?

Cos’è il diritto di voto? Il diritto di voto è lo strumento più importante di partecipazione politica in quanto permette ad ogni persona di influire sui mutamenti della società in cui vive.Ossia,considerando che attualmente la popolazione straniera rappresenta un’alta percentuale della popolazione residente in varie nazioni non si può prescindere dalla necessità di creare le condizioni per cui gli stessi stranieri possano rendersi portavoce delle proprie esigenze,promovendo la loro presenza attiva nella vita sociale nei vari territori.

Attività elettorale Attività elettorale Alcuni paesi europei hanno già ammesso gli immigrati alle elezioni amministrative ma in molti altri gli stranieri sono esclusi dall’esercizio di questo diritto,sebbene siano cittadini a pieno titolo nella nostra società in quanto vivono e lavorano nel nostro Paese. Questa condizione di esclusione limita il loro diritto di cittadinanza,in quanto non avendo la possibilità di votare non possono eleggere i propri rappresentanti per soddisfare le proprie esigenze.

Partecipazione attiva o passiva Nel nostro paese il dibattito sul diritto di accesso al voto amministrativo si è acceso nel 1997 con la presentazione in Parlamento del disegno di legge Turco-Napolitano,che prevedeva la partecipazione attiva e passiva alle elezioni locali per gli stranieri titolari di una carta di soggiorno. Questa norma,prevede unicamente forme di partecipazione intermedia alla vita politica, quali l’iscrizione alle organizzazioni sindacali e l’attività sindacale o la costituzione di organi consultivi che permettono alle associazioni di immigrati una collaborazione alla gestione di progetti di attività sociali.

Argomenti contrari: Argomenti contrari: Tra gli argomenti contrari, il più forte è senza dubbio la difesa del concetto di cittadinanza,con l’esclusività del diritto di voto per quanti appartengono ad una certa comunità politica.Gli stranieri possono accedere a questa comunità solo sulla base di una esplicita dichiarazione di lealtà, la cosiddetta “naturalizzazione”,a cui consegue l’acquisizione della nuova cittadinanza.In Italia tale periodo è di dieci anni:fino al 1992,era di cinque anni,anche nel nostro paese, ma la legge n°91/92 ha reso più difficile l’accesso alla cittadinanza(e quindi al voto)per gli immigrati.Un secondo argomento di dibattito è quello della reciprocità: in pratica, il diritto di voto amministrativo avrebbe riconosciuto solo i cittadini di quei paesi che,a loro volta, mettono al voto gli immigrati italiani;

Su di esso si regge anche la cittadinanza dell’Unione Europea,che si configura proprio come un reciproco riconoscimento di diritti ai cittadini dei paesi membri. Tuttavia il principio delle reciprocità non tiene conto dell’esistenza di situazioni politiche, dove la democrazia e la tolleranza sono lontane dall’affermarsi e che spesso gli immigrati provengono da paesi con queste caratteristiche,in Africa,in Asia,nel Sud America e anche nell’Europa Orientale.Vi sono,poi, resistenze motivate da un comportamento politico ed elettorale “anomalo”da parte degli immigrati,che potrebbero determinare rischi di interferenze nella sovranità nazionale da parte di paesi terzi.

…….e in Italia?? ......e in Italia?? In Italia,come in altri paesi mediterranei,oltre alla classe sociale, a determinare l’ordinamento politico degli immigrati intervengono altri fattori,quali il paese di origine,la durata della permanenza,la religione. Il riconoscimento del diritto di voto non dovrebbe quindi essere legato a considerazioni preventive sul suo possibile utilizzo da parte dei nuovi beneficiari:la riservatezza sta nel diritto in sé,che favorisce l’integrazione sociale e politica degli immigrati nel paese dove risiedono. In Italia,gli interessi degli immigrati sono attualmente rappresentati solo attraverso le associazioni di volontariato,i movimenti per i diritti civili,i sindacati, gli operatori dei servizi sociali impegnati nel settore dell’immigrazione.

Inoltre esistono le Consulte per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie,a livello nazionale e locale,a cui partecipano i rappresentanti delle comunità immigrate più consistenti.Ma questi organi di rappresentanza presentano molti limiti:a volte sono oggetto di contestazione da parte degli stessi immigrati e,comunque,permettono il coinvolgimento di poche persone e hanno scarsa rilevanza nei processi decisionali delle pubbliche amministrazioni. A Padova, dal 1996 è costituito un Consiglio delle comunità straniere che gode di discreta autonomia ed ha un budget annuale di circa 100 milioni.

Documenti trovati su internet su siti che trattano l’argomento sui problemi degli immigrati legati al diritto di voto: www.il dibattito sul diritto al voto per gli immigrati.htm www.Portale servizi sociali.it www.diritto di voto agli immigrati con partecipazione e rappresentanza della popolazione immigrata.it www.MP Decreto del presidente della Repubblica del 17 agosto 2005.htm Redattori di questa pagina Web: Maria Cristina Ravetti, Alice Dellacqua, Diletta Binello, Giulio Costa, Alessia Debartolo . buona lettura……alla prossima !!