L’Antico Regime Sin dal Medioevo, la società era suddivisa in tre ordini: la nobiltà, il clero ed il popolo. Nella Francia del XVIII secolo c’era una monarchia di tipo assolutista. I nobili e il clero rappresentavano soltanto il 2% della popolazione, godevano di molti privilegi, ma non avevano alcun dovere: vivevano di rendita e non pagavano le tasse. Il terzo stato, che era formato dal popolo e dalla borghesia, lavorava duramente e spesso viveva nella miseria: pagava molte tasse, ma non aveva alcun diritto civile.
L’Illuminismo Contro l’Antico Regime, si sviluppò in Francia un movimento di pensiero rivoluzionario: l’Illuminismo. I principali filosofi illuministi furono: Voltaire, Montesquieu, Diderot, Rousseau, e l’italiano Beccaria, autore del libro Dei delitti e delle pene. Attraverso l’uso della ragione e della scienza, gli illuministi parlavano di libertà, giustizia e democrazia. Il loro obbiettivo era l’abolizione dei privilegi e l’uguaglianza tra gli uomini.
La Rivoluzione Americana Gli ideali illuministi di libertà e uguaglianza si diffusero anche nelle tredici colonie inglesi del Nord America. L’Inghilterra infatti imponeva dure leggi e tasse sul commercio che gli americani ritenevano ingiuste. Nel 1775 questo contrasto portò alla guerra d’indipendenza, che si concluse con la vittoria dei coloni, guidati dal generale Washington. La nascita di una repubblica federale, gli Stati Uniti d’America, avveniva il 4 luglio 1776, con la Dichiarazione d’Indipendenza.
La Rivoluzione Francese Nel 1789 la Francia fu colpita da una grave crisi economica e il re Luigi XVI convocò gli Stati Generali. Il terzo stato, rifiutandosi di votare per ordine, diede inizio alla rivoluzione. Si formò l’Assemblea Nazionale Costituente, mentre a Parigi i sanculotti assaltavano il carcere della Bastiglia (14 luglio). In breve furono aboliti tutti i privilegi feudali dell’Antico Regime e la Francia divenne una repubblica democratica, che si ispirava agli ideali illuministi di liberté, egalité, e fraternité.
Il Terrore Nel 1792 scoppiava la guerra con l’Austria, che aveva l’appoggio di tutte le nazioni d’Europa, mentre nelle campagne francesi i seguaci del re erano in rivolta. Di fronte a questi pericoli, prese potere il partito dei giacobini, con a capo Robespierre. Egli accusava Luigi XVI e sua moglie Maria Antonietta di tradimento, e li fece giustiziare nel 1793. Ebbe inizio il periodo del Terrore, che in un anno condannò migliaia di persone alla ghigliottina e terminò soltanto con la morte di Robespierre.
Napoleone Bonaparte Durante le guerra si mise in luce il talento militare di un giovane generale, Napoleone Bonaparte. Nato ad Ajaccio nel 1769, era un sostenitore dei giacobini e si distinse durante l’assedio di Tolone, occupata dagli inglesi. Nel 1796 il governo gli affidò la campagna d’Italia: egli sconfisse la Prima Coalizione antifrancese e fondò le Repubbliche Sorelle. Gli italiani lo vedevano come un liberatore, ma restarono delusi dal Trattato di Campoformio, con cui il Veneto fu ceduto agli austriaci.
L’Impero di Napoleone Nel 1799 Napoleone guidò una spedizione in Egitto per colpire gli inglesi, ma non fu un vero successo. Per rafforzare il proprio potere, si incoronò imperatore nel 1804 ed emanò un insieme di leggi che si ispiravano agli ideali illuministi, il Codice Napoleonico. Con la battaglia di Austerlitz, il dominio di Napoleone sull’Europa era completo. Solo la flotta inglese, comandata dall’ammiraglio Nelson, sconfisse i francesi a Trafalgar. L’imperatore allora decise di imporre il blocco continentale.
La caduta di Napoleone Nel 1812, quando lo Zar Alessandro I si rifiutò di rispettare il blocco, Napoleone invase la Russia, ma l’esercito francese fu costretto ad una disastrosa ritirata in mezzo al gelo. Ne approfittò la Sesta Coalizione, che nel 1813 sconfisse Napoleone nella battaglia di Lipsia e decise di mandarlo in esilio sull’Isola d’Elba. Da qui egli fuggì nel 1815 per riprendere il potere e riorganizzare un esercito, ma il suo progetto durò solamente cento giorni. Sconfitto di nuovo a Waterloo, fu infine esiliato sull’isola di Sant’Elena, dove morì il 5 maggio 1821.
Il Congresso di Vienna Dopo la sconfitta di Napoleone, tutte le monarchie d’Europa parteciparono al Congresso di Vienna. Sotto la guida del ministro austriaco Metternich, il trono di Francia fu restituito a Luigi XVIII, fratello del re ghigliottinato. I confini degli stati europei tornarono ad essere quelli precedenti alla rivoluzione. In pratica, attraverso il principio di legittimità e di equilibrio, i vecchi sovrani intendevano restaurare l’assolutismo, cancellando gli ideali di libertà e uguaglianza della rivoluzione francese, che Napoleone aveva diffuso in tutta Europa.
La Restaurazione La Restaurazione rappresentava la tendenza dei reazionari e dei conservatori. Ma tornare al passato non era più possibile, perché gli ideali di libertà, progresso e democrazia erano conosciuti dal popolo e sostenuti dalla borghesia. E per sfuggire alla censura della polizia segreta, che negava la libertà di pensiero, i borghesi fondarono le prime società segrete, come la Carboneria. Nasceva intanto l’idea romantica di nazione o patria: il diritto di ogni popolo a determinarsi liberamente secondo la propria cultura.