Incontri genitori di 3° elementare..

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Transcript della presentazione:

Incontri genitori di 3° elementare.. Cos’è per noi la Festa?... Riflessioni tratte da “La Festa” Fondazione Milano Famiglie 2012 (catechesi Incontro Mondiale delle famiglie 2012) e da conversazioni libere dei genitori

Primo incontro Siam partiti dall’imminente Natale: tempo per antonomasia in cui le dimensioni della famiglia e della festa si incontrano. * Ma oggi è più facile parlare di Festa o di “opportunità di consumo”? Il messaggio che vuol portare il Natale è un messaggio di gioia. Ma oggi, con tutti i problemi attuali, è ancora possibile farlo? Non c’è Festa senza famiglia- la famiglia è tale se è il luogo della Festa

Esistono varie tipologie di festa * religiose * civili * nazionali * familiari (matrimoni, compleanni, onomastici,..) * personali (nascita, diventare grandi, laurea,..) Nella storia si fa festa per: Ringraziare (mietitura, raccolto,…) Accogliere (una nuova vita, un nuovo anno,..) Propiziare passaggi, scelte, cambiamenti Ritrovare gesti e riti Vivificare simboli e significati Può essere espressione individuale ma più spesso lo è collettiva

L’uomo ha sempre cercato di misurare e dare un’interpretazione allo scorrere del tempo. Col trascorrere del tempo, passa anche la sua vita… L’uomo da sempre ha interrotto il quotidiano con momenti di gioco, di rito collettivo, di festa. Progettare, celebrare, ricordare le feste crea una riserva di memoria per quelle passate e prepara l’attesa, il desiderio per quelle future. La festa è la punteggiatura che scandisce la vita di ognuno.

Ma oggi serve ancora avere un giorno di Festa? Nel mondo d’oggi che cerca di dinamizzare l’economia, incentivare i consumi, avere orari flessibili…. La “festa” non è Tempo perso? L’attuale modello di Festa oggi è in crisi?

Divisi in 2 gruppi proviamo a rispondere a queste domande: E’ Festa quando…. - E’ festa come… - E’ festa perché…

1° Gruppo: E’ FESTA quando… la famiglia è riunita..senza fretta… Si fa festa per un evento importante (un anniversario, un bel voto, una cena fuori, un concerto, un gioco,…) La Festa si prepara, va curata..si “nutre” di RITI..ad esempio la Domenica, la Vigilia di Natale (cappelletti, la tovaglia bella, un dolce, una coccola nel lettone, l’abito della festa,..) La Festa genera un “ricordo buono”…che riaffiora anche dopo tanto tempo…si trasmette ai nostri figli…Crea una sorta di nostalgia e mantiene i legami.

E’ festa perché…. Stai bene… Sei nella gioia Serve ancora fare festa? * Eccome! anche se è condizionata da eventi sociali, mode,… * E’ difficile conservare le tradizioni della nostra cultura perché siamo bombardati da mille cose… * Il modello di festa oggi è in crisi, serve il nostro impegno

2° gruppo: E’ festa quando… …la famiglia si riunisce insieme.. …ci si riunisce, si sta insieme, si incontra l’altro, si condivide,… …in ogni momento… …si aiutano gli altri..questo dà gioia anche a noi… La festa è un tempo per la famiglia ma soprattutto per il Signore..

E’ festa quando… -si condivide e si ringrazia il Signore per ciò che si ha..anche le piccole cose… Ci si affida alla volontà del Signore.. Occorre “allenarsi” a gioire nel Signore, ogni giorno. Questo aiuta ad affrontare le prove della vita, a non disperare anche i momenti di sofferenza possono essere letti come un’occasione di “festa”, per riscoprire la fede, per ritrovarsi uniti con gli altri,…

Serve la festa? La festa ci vuole…ma ancora prima c’è l’attesa, la preparazione, il rituale, che ci fa pregustare la gioia vera della festa

Dal confronto emerge che il “far Festa” implica la presenza di un gruppo con il quale celebrare e condividere: Un gruppo familiare Una comunità Una nazione La Festa definisce e ridefinisce il posto di ciascuno e conferma il ruolo della comunità e dell’appartenenza al gruppo.

La Festa è tale solo se può essere condivisa, raccontata con altri. Tra gli elementi salienti della festa, di tutte le feste, vi sono: - il tempo, il suo riproporsi in modo ciclico - il luogo della festa, gli oggetti, gli addobbi, la preparazione, il cibo - le parole, i canti, le danze, l’abbigliamento che accompagnano l’evento

Oggi quali sono gli stili della Festa e quali del Tempo libero? Per noi cosa è Festa e cosa è Tempo Libero?

Festa e tempo libero sono la stessa cosa? Insieme Collettivo Condividere Ascolto Tempo per l’altro Tempo Libero Tempo per sé Individuale Svago Pausa tra 2 intervalli di lavoro Evasione divertimento

TEMPO LIBERO costituisce una pausa tra 2 intervalli di lavoro Il tempo libero fa riposare l’uomo per rimetterlo a produrre FESTA genera prossimità all’altro Il tempo della Festa dà senso al tempo feriale

E ancora: Giorno di Riposo È un giorno mobile (turni sul lavoro,..) Un giorno personale, che non coincide spesso con quello degli altri o della famiglia Serve al singolo per riposarsi e tornare a produrre Non importa come lo si trascorra Festa ≠ ° Tempo riconosciuto dalla società Tempo per e della comunità Dà il senso al tempo feriale

Festa ≠ Festivo Tempo del non lavoro ma che viene recuperato dal sistema economico per il tempo libero Festivo diventa tempo da dedicare al consumo, alle compere, all’evasione Tempo illusoriamente libero, ma in realtà condizionato e organizzato Il consumo diventa la sostanza della Festa

Allora cosa è per noi e per i nostri figli Festa e tempo libero? Pausa per respirare / Tempo per riposarsi Tempo per realizzarsi Tempo in cui noi decidiamo cosa e come farlo… Tempo per trovare un fine e un senso al proprio vivere Tempo per fare cose insieme Tempo per avere cura di sé Tempo per avere cura dei propri cari Tempo per coltivare interessi

e ancora… Tempo per gli amici Tempo da dedicare ai nostri parenti Tempo per i nostri anziani Tempo per la mente Tempo da dedicare a ciò che ci dà gioia… Tempo per riflettere,ammirare, meravigliarsi

Le voci dei bambini… Festa -è stare insieme alla famiglia -è festeggiare un avvenimento -la domenica è festa perché si festeggia Gesù -è stare in compagnia con amici -il compleanno è una festa -non litigare è festa -è essere felici -per la festa si preparano delle cose buone e belle

Tempo libero È la libertà di poter finalmente giocare È non fare i compiti È stare con gli amici È fare le cose che piacciono Si passa da soli o insieme agli altri È un passatempo Dormire è tempo sprecato, non libero È un piacere non un dovere

Secondo Incontro: La Festa come DONO Abbiamo concluso la scorsa volta che assimilare il “Tempo della festa” al “ Tempo Libero” , distorce il significato stesso della festa. Se si considera la festa come “ tempo vuoto “, si sottopone il “tempo-festa” alla stessa logica economica di produzione-consumo del “tempo-lavoro”. La festa deve o dovrebbe invece essere considerata come il “ tempo della libertà”, il “ tempo del dono”. Solo la festa , dunque, in quanto tempo della libertà e del dono, è in grado di restituire valore e significato al tempo familiare, alle relazioni, agli affetti e allo stesso tempo libero, troppo di frequente ridotto a “ tempo da consumare”. Solo la festa può ridare un senso al tempo trascorso dedicandosi al lavoro, spesso ridotto a strumento per ottenere reddito anziché a creativa e gioiosa trasformazione del creato per il bene di tutti.

Ma il tempo della festa trova la sua pienezza di senso e di significato, per chi crede, entrando in una “ memoria” particolare. Quella che ci ricorda l’irrompere di Dio nella storia, ma anche nella vita di ciascuno di noi. Ecco perché la vera festa è la “ domenica” . Più precisamente , è il “ giorno del Signore”, giorno a partire dal quale la famiglia e il lavoro scoprono la loro inequivocabile identità.

FESTA DEL DONO- FESTA DEL PERDONO Considerare la “ festa” come tempo della libertà e del dono ci avvicina al sacramento della confessione o riconciliazione chiamato anche, “ festa del perdono”. Perché il perdono dovrebbe essere un dono da dare e da ricevere.

Abbiamo così cercato di pensare a come ci poniamo nei confronti del perdono, ipotizzando situazioni critiche che potrebbero capitare nella vita di ognuno Come si pone la società civile nei confronti di chi delinque? Si può perdonare il coniuge che tradisce? Si può perdonare un fratello/sorella da cui ci si allontana per questioni di eredità? Come si perdona il figlio che trasgredisce/mente? Si può perdonare un’amica/amico che mormora alle spalle?

Innanzitutto ci siamo chiesti cosa vuol dire perdonare? Il perdono è una dei valori più difficili da vedere e realizzare concretamente nella nostra vita, perché presuppone coraggio e una grande dose di amore incondizionato. Perdonare, significa “concedere, condonare, vuol dire “rinunciare alla vendetta o a qualsiasi rivalsa nei confronti di chi ci ha fatto del male, dimenticare, scordare”. Perdonare però non è dimenticare: l’atto rimane ma perdonando ci si focalizza sulle parti positive della vita. Perdonare non è nemmeno negare le responsabilità dell’altra persona, ne minimizzare o giustificare il fatto…non è facendo finta che non sia successo , che si perdona E’ più facile perdonare che dimenticare? Un torto subito difficilmente si dimentica, lo ricordi sempre, ma con il tempo lo puoi superare. Te ne accorgi se non ti crea più sofferenza. “Se un vaso si rompe, tu ripari la crepa, lo puoi incollare, ma essa è sempre lì”

La società civile se è tale deve perdonare La società civile se è tale deve perdonare. Questo è il principio su cui si basa la pena carceraria: un tribunale ti giudica colpevole, ti condanna, ti fa capire dove hai sbagliato per poter tornare nella società. Tuttavia oggi il carcere non è rieducativo. ° Se crediamo nel perdono che senso ha ancora oggi la pena di morte?

Siamo disposti a perdonare i vari crimini o dipende dall’efferatezza e dalla gravità? Tutto è perdonabile? Ma è la società civile che deve perdonare o è il singolo? La società ha le sue regole ed è giusto così..il perdono invece parte dall’individuo, è un atto di libertà individuale, è una volontà personale. Perdonare non ha a che vedere con la giustizia, poiché la giustizia si traduce nell’applicazione di regole (più o meno “giuste”), di un codice di leggi, e punizioni in relazione ai comportamenti umani; il perdono è la scelta di cancellare il danno e l’offesa subite. Perdonare vuol dire lasciare che la giustizia faccia il suo corso senza pretendere “vendetta” per il torto subito. Il perdono è un atto di amore; la volontà di punire, il “bisogno” che soffra chi ha fatto del male, invece, non è amore, ma vendetta, mascherata, che entra quotidianamente nelle nostre vite senza farsi riconoscere e per questo forse più pericolosa.

Capire con il cuore è diverso che capire con la testa Capire con il cuore è diverso che capire con la testa. Il perdono avviene con il cuore. Siamo spesso abituati, non a perdonare ma a voler vendetta, a rinfacciare il male subito, a condannare e giudicare gli altri sentenziando la loro cattiveria. Ci diciamo pronti a perdonare, ma ogni volta tiriamo fuori e rinfacciamo il torto subito. Ci pare che tra le situazioni presentate sia più facile perdonare i figli: essi vengono sgridati, ripresi, corretti, puniti, ma poi si perdonano. Coi figli è più facile dimenticare. Se ci sono dei figli è più facile accettare e superare anche un tradimento del coniuge. Per il loro bene si va avanti.

Spesso le persone che ci feriscono di più sono in famiglia, gli amici, i parenti. Serbare rancore, non parlarsi per anni, ci porta a non stare bene, a incattivirci…Il perdono innanzittutto fa bene a chi lo concede. Bisogna prima imparare a perdonare sé stessi. Il perdono non è un processo magico, immediato; serve del tempo.

° Il perdono è un dono della Fede ° Il perdono è un dono della Fede. Se tu nell’altro vedi Dio, se lo guardi come guardi te stesso, riuscirai a comprendere e accettare senza condannare….e quindi a perdonare. Se il perdono è un dono, perché il Signore non lo dà a tutti? Forse perché non tutti lo cercano…o lo sanno cercare o non sanno dove trovarlo.