Il cammino verso Pasqua che intraprendiamo il mercoledì delle ceneri è un percorso verso la gioia: la gioia pasquale che solo Dio sa dare. Gioia che sgorga dall'amore che si è dato senza nulla in cambio e fino alla fine. Per aprire tutto il nostro essere all'accoglienza di questa gioia, i testi biblici di ciascuna domenica tracciano l’itinerario. Cammino accidentato che richiama un conflitto spirituale.
Fin dalla prima domenica, il tono è dato. C'è un lavoro da compiere su di sé che non è certo di riposo : " Convertitevi " (Mc 1,15). Scacciare il male che è in se stessi. Duro combattimento da condurre durante 40 giorni. Occorre per prima casa decidersi di combattere, poi prendere i mezzi per farlo.
Tramite suo Figlio Gesù, Dio viene nel mondo a suggellare la vittoria della vita sulla morte, dell'armonia sul caos, della pace sulla guerra.
Nella Genesi, il peccato è presentato non semplicemente come una condizione, ma come un potere, come la forza del male che opera nel mondo. Dio designa l'arcobaleno come il segno della sua alleanza gratuita che ricorderà la sua promessa e la sua benevolenza a tutti i viventi. (Genesi 9, 8-15)
L'epopea del diluvio mira a rivelarci l'atteggiamento di Dio davanti ad una creazione che lo rigetta.
Il Salmo 24 fa’ risaltare l'alleanza che è prima di tutto un cammino che Dio ci propone e ci accompagna.
La prima lettera di Pietro (3, ) modella un inno che riassume il mistero di Cristo. L'autore vi ha inserito una riflessione sulla partecipazione cristiana al mistero del battesimo. L'arca di Noè è l'immagine della barca della chiesa. Essere battezzato, è impegnarsi con Dio in totale coscienza, partecipare alla risurrezione di Gesù Cristo che è salito al cielo, alla destra di Dio. ( 1 P 3,21-22 )
Marco descrive due grandi momenti collegati a due luoghi : in primo luogo la "preparazione" che avviene nel deserto. È un luogo selvaggio dove l'essere umano non ha impresso le sue impronte, dove egli è dominato dalle forze della natura, dove egli affronta la sua fragilità di creatura. Ci presenta anche il mistero di Gesù, " Figlio beneamato" del Padre e allo stesso tempo " figlio della terra", che si scontra con i suoi limiti e contro le forze distruttive : Satana e le bestie selvagge.
Si sa che Matteo e Luca descrivono con compiacenza le tre tentazioni di Gesù. Marco non fà che menzionarli, con sobrietà. Senza retorica, ma con forza. Non usa mai la parola “diavolo”, ma qui utilizza la parola “Satana”, cioè avversario, Accusatore.
Non bisogna stupirsi di dovere subire la prova della tentazione. È una condizione completamente normale nella vita del credente. Lo è soprattutto per Gesù all'inizio del suo ministero apostolico. Difatti, la Scrittura ci avverte, come per darci il coraggio : Figlio mio, se pretendi di servire il Signore, preparati alla tentazione, fatti un cuore retto, e armati di coraggio. Siracide 2,10
Con questo appello, Gesù fa comprendere che, davanti all’annuncio del regno di Dio che sta arrivando con Lui, non bisogna restare con le braccia incrociate. Bisogna reagire trasformando il nostro modo di pensare alla nostra esistenza. Siamo dunque chiamati a prendere coscienza del senso di tutta la nostra vita. Chiediamogli di aiutarci ad approfittare bene di questa Quaresima, di questo kairos «il tempo designato », per aderire al suo Vangelo con tutto il nostro essere.
Papa Francesco insiste sul modo in cui Gesù risponde e vince il tentatore: " Gesù respinge con decisione tutte queste tentazioni e ribadisce la sua ferma volontà di seguire la via stabilita dal Padre, senza alcun compromesso col peccato né con la logica del mondo. "..Lui sceglie di rifugiarsi nella Parola di Dio e risponde con la forza di questa Parola. Ricordiamoci di ciò al momento della tentazione, delle nostre tentazioni. Non dialogare con Satana, ma sempre difendersi con la Parola di Dio. E ciò ci salverà. "