Collezione Luigi Piloni e Biblioteca universitaria settecentesca Palazzo Belgrano
Luigi Piloni (Cagliari 1907 – Roma 1991), è stato uno studioso e collezionista italiano, autore di importanti opere sulla iconografia nella Sardegna. Discendente da nobile famiglia veneta trasferitasi a Cagliari agli inizi del novecento, si è laureato in giurisprudenza e filosofia. Dopo aver insegnato nell'istituto magistrale "Eleonora d'Arborea", in ambito culturale si è occupato di filatelia e della raccolta e pubblicazione di materiale iconografico riguardante Cagliari e la Sardegna. Raffinato collezionista di arte sarda minore (tempere, carte geografiche e piante, stampe, disegni e acquerelli), nel 1981 ha donato il suo fondo all'università di Cagliari (collezione sarda Luigi Piloni).
Un’organica e ordinata sistemazione delle opere e degli oggetti, sia negli ampi spazi delle pareti, sia nelle numerose vetrine, consente al pubblico di conoscere gran parte della Collezione.
Il Museo si articola in sei sezioni. Dipinti Tempere di Philippine Della Marmora Carte geografiche e piante Stampe, disegni, acquerelli e tempere: Effigi di personaggi storici – Costumi sardi – Iconografia religiosa – Veduta della Sardegna Tappeti: “mantas”, “coberibancus”, “bertulas” Argenteria d’abbigliamento
Particolarmente suggestiva e degna di essere visionata è la collezione di carte geografiche e piante di città, realizzata con oltre cinquant’anni di feconde ricerche che, essendo ora a disposizione del pubblico, costituisce un fondamentale apporto agli studi della cartografia in Sardegna. Le carte esposte nel salone, a parete, o in vetrine, o in grandi pannelli, sono pari a circa due terzi della collezione, il cui complesso è di 206 carte circa. Degne di nota sono una riproduzione ottocentesca della Tabula Peutingeriana, la carta del Magini (1620) che orienta il golfo di Cagliari verso est (errore che influenzò numerosi cartografi fino alla fine del Settecento), la carta della Sardegna voluta da Napoleone e sette carte opera di Alberto Della Marmora (secolo XIX).Tabula Peutingeriana Napoleone La sala comprende inoltre le piante delle città di Cagliari, Sassari, Alghero, la pianta della basilica della Vergine di Bonaria (1792).
Il ricco insieme delle immagini con vedute dell’Isola, presenta un particolare interesse per la dovizia (ben 51 pezzi) degli acquerelli, disegni e tempere originali, tutti inediti. Tra questi sono da ricordare 4 disegni a sanguigna del sec. XVIII con panorami di Cagliari, Sanluri, Codrongianus e Sassari, e 10 incisioni in acciaio miniate a colori con tratti di coste sarde. Tra le stampe (le più numerose riguardanti Cagliari e dintorni) un complesso degno di nota è costituito dalle vedute prospettiche e dalle piante dei 12 fari dell’Isola, facenti parte del pregevole Album dei fari d’Italia del 1873.
La Biblioteca Universitaria di Cagliari ha il compito di acquisire, raccogliere e conservare la produzione editoriale italiana e straniera. Ha inoltre compiti di tutela e valorizzazione delle raccolte e dei beni librari che lo Stato ha in proprietà o in deposito per disposizione di legge o altro titolo. Venne istituita nel 1764 con le Costituzioni per la riforma dell'Università e collocata, per volere del re Carlo Emanuele III di Savoia, nell'edificio eretto sopra il Bastione del Balice che, progettato dall'ingegnere militare Saverio Belgrano di Famolasco, doveva ospitare l'Università, il Teatro ed il Seminario Tridentino. Alla Biblioteca fu riservato un apposito salone di conservazione e di lettura chiamato 'Sala Grande', oggi 'Sala Settecentesca', arredato con una elegante scaffalatura laccata e dorata.
La Biblioteca venne aperta al pubblico nel 1792 e negli anni acquisì nuovi spazi tra cui la Cappella, con volta a botte e riccamente affrescata, oggi adibita a sala di conservazione e consultazione del materiale raro. Il suo nucleo originario era costituito dalla biblioteca privata del sovrano, da fondi appartenenti al soppresso Ordine dei Gesuiti e dalle copie delle opere che i docenti erano tenuti a fornire. Attualmente conserva più di 6000 manoscritti, 236 incunaboli e oltre 5000 cinquecentine.
A cura di Michela Meloni (VG) e Rossella Meloni (VG)