V dom. di quaresima – A “Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche.

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Capitolo 8 1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi,
V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO a Gv 11, b-45.
Capitolo 20 1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata.
Transcript della presentazione:

V dom. di quaresima – A “Io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…” Gv 11, 1-45

Signore Gesù, nostro amico, sappiamo che ci vuoi molto bene perché anche con noi spesso ti comporti come con i tuoi amici di Betania. Quante volte, in quante circostanze noi ti chiamiamo, e tu non vieni subito. I tuoi ritardi ci lasciano in difficoltà… I tuoi ritardi ci lasciano morire… Ma tu sai perché! Tu sai che cosa giova di più ai tuoi amici. Tu sai che cosa giova di più a coloro che ami. Preghiera iniziale Tutto disponi per farci credere, per portarci a una fede più matura e a una più incrollabile speranza; per farci, come Abramo, sperare contro ogni speranza. Tu che sei la vita e condividi il nostro morire quotidiano, invia a noi il Tuo Santo Spirito, e facci uscire dal sepolcro, da tutti i sepolcri in cui noi cadiamo per la debolezza della nostra fede.

catechesi battesimale centrata su tre passi di Giovanni: QUARESIMA / A Nelle domeniche III – V: catechesi battesimale centrata su tre passi di Giovanni: III dom.: Cristo Acqua viva (Gv 4,5-42) “Dacci acqua da bere” (Es 17,3-7) IV dom.: Cristo Luce (Gv 9,1-41) “Il Signore guarda il cuore” (1 Sam 16,1-13) V dom.: Cristo Vita (Gv 11,1-45) “Metterò in voi il mio Spirito” (Ez 37,12-14)

CONTESTO (LITURGICO = nel cammino quaresimale) di Gv 11,1-45 …dopo il cammino di fede della SAMARITANA …dopo il cammino di fede del CIECO NATO …dopo il cammino di fede di MARTA-MARIA e di MOLTI GIUDEI (v. 45); … ancora una volta l’INIZIO del cammino è una situazione di negatività (sete, cecità, di astheneia = debolezza/infermità e di morte di Lazzaro). La fragilità implicita anche nella radice dei nomi che fanno da contesto all’azione di Gesù: Betania = casa dell’Afflizione e Lazzaro = Dio aiuta. L’esperienza di fede in un contesto di AMICIZIA.

GV 11, 3 … 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, ecco, il tuo amico è malato”. 4All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. 5Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi, disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!”. 17Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 20Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. 23Gesù le disse: “Tuo fratello risusciterà”. 24Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”. 25Gesù le disse: “IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA; CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ; 26CHIUNQUE VIVE E CREDE IN ME, NON MORRÀ IN ETERNO. Credi tu questo?”. 27Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”. 33Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34“Dove l’avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: “Vedi come lo amava!”. 37Ma alcuni di loro dissero: “Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?”. 38Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. 40Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. 43E, detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. 44Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”. 45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Gesù – sorelle di Lazzaro- Giudei Struttura del brano/ scene Personaggi vv. 1-16 La reazione di Gesù dinanzi alla malattia e alla morte di Lazzaro (vv. 4. 5.10.15.16) Gesù - Discepoli 2. vv. 17-27 L’incontro di Gesù con Marta (vv. 17.21.22.25.27) Gesù – sorelle di Lazzaro- Giudei 3. vv. 28-37 L’incontro di Gesù con Maria (vv. 32.33.35) 4. vv. 38-44 La resurrezione di Lazzaro (vv. 38.39. 40.42.43) Gesù

GESÙ SIGNORE della VITA e della MORTE Il “segno” viene compiuto durante la festa della dedicazione (Hannukah – consacrazione) del tempio. Veniva cantato il v. 10 del Sal 30: “Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia discesa nella tomba? Ti potrà forse lodare la polvere e proclamare la tua fedeltà?” * Israele è consapevole che la morte non può separare da Dio. In questo caso: la Morte non separa da Gesù/Dio. Davanti a Gesù, come dinanzi a JHWH, la morte non ha potere.

v. 1. Era infermo un certo Lazzaro: Lazzaro è * v.1 Era infermo un certo Lazzaro: Lazzaro è presentato come un personaggio poco conosciuto. Per individuarlo ci si riferisce alle sue sorelle, che dovevano essere conosciute nella Chiesa nascente (cfr. Lc 10,38-42). * v.3 Tuo amico: L’affetto di Gesù per Lazzaro è sottolineato 4 volte (cfr. v. 3.5.11.35). * v.4 Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio: L’intervento di Gesù è visto in una prospettiva più profonda di “gloria di Dio” che si rivela in Gesù. Nell’A.T., solo Dio può manifestare la sua gloria; ora, Gesù compie segni che manifestano la “gloria di Dio”. Si capisce così la reazione dei farisei: vv. 45-54.

v. 6. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si * v.6 Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Cogliamo due indicazioni in questo atteggiamento. * La prima: il motivo dell’attesa. Il racconto dell’episodio (nel suo svolgersi) ci fa capire chiaramente che Gesù ha voluto offrire un segno capace di rivelare il suo potere sulla morte; Gesù, infatti, attende che Lazzaro sia morto e giunge dalle sorelle solo quattro giorni dopo la sepoltura. * La seconda indicazione è più emotiva. Pare che Dio sia sempre lontano quando lo si desidererebbe vicino. Questa è la sensazione che si prova. Marta e Maria, che non capiscono perché abbia tardato tanto, sembrano rimproverarlo (vv.21 e 32). È il Dio che non interviene con tempestività nel momento del bisogno. Di fronte al momento della sofferenza, alla realtà sconvolgente della morte, Dio pare assente. Sembra che non ci sia.

v. 9. Se uno cammina nel giorno, non inciampa perché * v.9 Se uno cammina nel giorno, non inciampa perché vede la luce di questo mondo: Il giorno è il tempo di Gesù, luce del mondo, che è venuto per compiere “segni di Dio” (cfr. 8,12; 9,4-5; 12,35-36; 1Gv 2,10-11). La notte è l’ora in cui agiscono i nemici (cfr. 13,30; Lc 22,53). * v.11 S’è addormentato: Come eufemismo che indica la morte. Il verbo “dormire” ha dato origine alla parola “cimitero” che significa “dormitorio”. Questa parola ha il merito di implicare il risveglio, immagine della resurrezione. Gesù vuol far compiere ai discepoli un cammino di fede nella vita che Lui porta. * v.15 Sono contento per voi: Gesù non gioisce per la prova né per la morte, ma del progresso che la prova e l’apparente silenzio di Dio fanno compiere alla fede, attraverso il segno della risurrezione (cfr. 16,33; 20,31).

v. 16 Tommaso detto Didimo: Il soprannome “Didimo” * v.16 Tommaso detto Didimo: Il soprannome “Didimo” significa “gemello” ed è la traduzione esatta della parola aramaica “Toma”. In questo vangelo Tommaso è ricordato in altre occasioni (cfr. 14,5; 20,24-29; 21,2). * v.24 Risusciterà nell’ultimo giorno: Ai tempi di Gesù, tra gli ebrei, esclusi i Sadducei, la fede nella resurrezione alla fine dei tempi era comune (cfr. Os 6,1-2; Ez 37,1-14; Dn 12,2-3). * v.25 Io sono la risurrezione e la vita: La formula richiama la rivelazione di Dio a Mosè nel roveto ardente (cfr. Es 3,14). Gesù si presenta come risurrezione e vita, che è manifestazione del suo stesso essere, della sua natura; coronamento e spiegazione della sua missione (cfr. 1,4; 5,28; 6,40.44.54; 8,58; 14,6; Rm 8,29; 1Cor 15,20-22; Col 1,18; Ap 1,5).

v. 33. Si commosse profondamente: * v.33 Si commosse profondamente: La disperazione della donna e la commozione dei presenti non sono elementi che restano estranei ai sentimenti del Maestro. Qui l’evangelista Giovanni descrive Gesù scosso da un fremito nello spirito, che letteralmente sembrerebbe d’ira, più che di commozione, e che assomiglia a quelle reazioni di rabbia di fronte al dolore che colpisce i propri cari. A tali sentimenti, insieme alla commozione ed al pianto, non sembra sfuggire neppure il Figlio fatto carne: neppure la fede nelle opere del Padre pone al riparo dal dolore. Nello stesso versetto si usa un altro verbo per esprimere i sentimenti di Gesù “Si turbò” che conferma quanto detto sopra (cfr. 12,27; 13,21).

* v.39 È di quattro giorni: Secondo la credenza attestata dalla tradizione ebraica della fine del II sec. d.C. l’anima continua per tre giorni a vagare attorno al cadavere, ma quando il viso del morto comincia a decomporsi l’anima abbandona per sempre il cadavere. “È di quattro giorni”: [= l’anima ha abbandonato definitivamente il corpo] si vuole evidenziare la potenza di risurrezione propria di Gesù. * v.41 Padre ti ringrazio che mi hai ascoltato: Gesù agisce con autorità, ma in dipendenza di comunione con il Padre (cfr. 5,19-30). Sono rare le preghiere di Gesù di cui gli evangelisti ci hanno trasmesso le parole (cfr. Mt 11,25-27; Lc 10,21,22; Mc 14,36; Gv 17).

v. 43. Gridò a gran voce:. Gesù aveva preannunciato che coloro che * v.43 Gridò a gran voce: Gesù aveva preannunciato che coloro che giacevano nei sepolcri avrebbero ascoltato la voce del Padre che è il Figlio (cfr. 5,28-29). La voce è così potente che il “morto” esce ancora avvolto, mani e piedi, da bende e con il sudario sul volto (cfr. 20,7) e Gesù non fa che ordinare che sia sciolto e sia fatto camminare. * v.44 Scioglietelo: Le altre resurrezioni riferite dagli evangelisti si concludono sempre con un gesto o una semplice e concreta parola di Gesù (cfr. Mt 9,23-26; Mc 5,35- 43; Lc 7,11-17; 8,49-56). Questa parola di Gesù può avere pure un significato spirituale: è venuto a scioglierci dalle catene della morte. [cfr slide successiva] * v.45 Credettero in lui: La fede dei giudei dopo il “segno”.

vv. 39. 43. 44:. gli O R D I N I imposti da Gesù:. “Togliete la pietra * vv. 39.43.44: gli O R D I N I imposti da Gesù: “Togliete la pietra!”; “Lazzaro vieni fuori!”; “Scioglietelo e lasciatelo andare!”. Possiamo leggerci la condizione della morte con tutti i suoi aspetti di limite che essa pone: di chiusura, di non vita. Sono verbi che esprimono davvero un dinamismo, un movimento attivo, un lavoro da operare sulla vita. * Togliere, soprattutto, i dubbi, le incertezze, le resistenze, che poniamo alle possibilità di Dio. * Uscire fuori dall’inerzia, dalla passività, dalla pesantezza, dall’indifferenza, dal disordine, dall’egoismo. Un uscir fuori dalla disperazione del non senso. * Sciogliere quei legami, meglio, quelle catene (cioè: le esperienze di buio, di tenebre…) che impediscono di vivere la vita dei risorti, la vita dei liberati, ossia: “la vita eterna”.

MESSAGGIO / ATTUALIZZAZIONI * Non vi sono situazioni chiuse all’ANNO/A  Acqua che disseta  Luce che dirada le tenebre  Vita che rimette in cammino * importanza dei vv. 48 e 49 (reazione dei Giudei): LAZZARO torna a VIVERE solo perché GESÙ MUORE…

Riferimenti: Maria e Marta: Lc 10, 38-42; Gv 12, 1-9; Tommaso: Gv 14,5; 20, 24-29; La morte degli uomini: At 7,60; 1 Cor 11,30; Mc 5, 35-43; Lc 8,52; La resurrezione: Dn 12,2; Gv 5, 24-29; At 24,15; Invocazione del segno: 1Re 18,36; 1 Gv 5, 14-15;

Preghiamo con Gv 11 Dopo l’intensità del tuo incontro con la Samaritana, e dopo l’incontro col quale hai ridato la vista al cieco nato, un altro incontro, Signore Gesù! L’incontro con la straziante sofferenza delle sorelle di Lazzaro. Un incontro tanto vicino a quelli che anch’io riesco a stabilire con Te, in certi momenti. Loro ti hanno portato la pena per la morte del fratello. Io, metto spesso davanti a Te la mia vita, che alterna momenti di entusiasmo e spazi di delusione; metto davanti a Te i miei affetti, capaci di spingermi a gesti di generosità, ma anche all’origine di confusione e di paralisi. E Tu, Gesù, come mi accogli? Come hai fatto con Maria e Marta, e come hai fatto col loro fratello. Anche a me dici: “Questa malattia non è per la morte!” A partire da una vita, segnata spesso da sconfitte, può nascere con Te, la voglia di riprendere il cammino con entusiasmo! Ma devo accettare di restare legato a Te, “Resurrezione e Vita”. E devo impegnarmi ad eseguire i tuoi ordini: * “ALLONTANA” le incertezze e la presunzione: pietre pesanti che bloccano la strada di una vita nuova; * “VIENI FUORI” dall’inerzia; * “SCIOGLI” i legami che ti impediscono di volare.