Il Debito pubblico italiano Sandro Momigliano Banca d’Italia Servizio Studi di Struttura economica e finanziaria Divisione Finanza pubblica L’orologio del debito pubblico - Istituto Bruno Leoni Sala Auditorium Confindustria Genova, 3 marzo 2011
Una lunga storia di debito (% del PIL) Introduzione dell’euro Crisi del 1929 I Guerra mondiale II Guerra mondiale Fonte: Banca d’Italia Debito delle Amministrazioni pubbliche
Evoluzione recente del debito (% del PIL) 3 Fonte: Banca d’Italia 3
Spesa pubblica, entrate e saldo di bilancio 4 4
Debito nell’area dell’euro 5 Fonte: Commissione europea (AMECO; Autumn 2010 Forecast) 5
Debito e deficit: confronto internazionale (% del PIL) 6 Fonte: Commissione europea (AMECO; Autumn 2010 Forecast) per i paesi UE; IMF per US e Japan. 6
Gli spread rispetto alla Germania rimangono ampi Differenziali di rendimento a 10 anni rispetto al Bund tedesco (punti base)
Debito e crescita economica C’è un’ampia letteratura teorica sui potenziali effetti negativi sulla crescita di debiti pubblici elevati. I principali canali di trasmissione sono: aumento dei tassi di interesse a l/t e attese di maggiori tasse distorsive (Elmendorfand Mankiw, 1999) riduzione del risparmio nazionale (Kumar, 2010) incertezza macroeconomica e investimenti (Servén, 1997) riduzione dei margini di manovra per politiche fiscali anticicliche, maggiore volatilità dell’output e riduzione della crescita (Aghion and Kharroubi, 2007; Woo, 2009) 8 8
Recente evidenza empirica Reinhart and Rogoff (2009): 44 paesi, 200 annicorrelazione negativa tra alto debito pubblico (>90%) e crescita economica; la crescita mediana dei paesi con alto debito è inferiore di circa l’1 per cento rispetto ai paesi a basso debito Kumar and Woo (2010): 38 paesi, 1970-2008 in media, 10 p.p. di maggior debito all’inizio del periodo riducono la crescita di 0,2 p.p. all’anno (presenza di effetti non lineari; impatto su produttività del lavoro via investimenti) Checherita and Rother (2010): 12 paesi area euro area , 1970-2008 relazione negativa con una soglia intorno al 90-100% (impatto su risparmio privato, investimenti pubblici, TFP e tassi di interesse) Balassone et al. (2010): Italia, 1861-2009 relazione negativa tra debito pubblico e crescita economica (attraverso principalmente il canale degli investimenti); l’effetto è più marcato oltre la soglia del 100% 9 9
Gli obiettivi del Governo per gli anni 2011-2013 Previsioni del Governo (Set 2010) 2009* 2010* 2011 2012 2013 Deficit/PIL -5,4 -4,6 -3,9 -2,7 -2,2 Saldo primario/PIL -0,7 -0,1 0,8 2,2 2,6 Debito/PIL 116,1 119,0 119,2 117,5 115,2 (*) Consuntivo Istat (1 marzo 2011) Il 2010 si è chiuso meglio di quanto atteso: la Decisione di finanza pubblica a settembre stimava un deficit del 5%. Livello previsto per il debito era invece inferiore, pari al 118,5 – ma la discrepanza riflette soprattutto un livello inferiore del PIL nominale e, probabilmente, un maggiore accumulo di attività liquide a scopi precauzionali. La correzione per gli anni 2011-13 è basata quasi interamente su misure di riduzione della spesa (corrente e capitale) Rischi: - minore crescita del PIL (si assume 2% in 2012 & 2013) - dinamica della spesa (la spesa primaria corrente sul PIL dovrebbe ridursi di 2,7 p.p. nel periodo 2011-13)
Riforma del Patto di stabilità e crescita: regola sul debito e OMT a confronto Regola sul debito: ogni anno Δdebito/PIL ≈ (d – 60)/20. La valutazione avviene con riferimento al triennio precedente La regola sul debito (fase correttiva) si aggiunge all’obiettivo di medio termine (OMT) sul saldo strutturale (fase preventiva) Obiettivo di medio termine: nel caso dell’Italia è il pareggio di bilancio in termini strutturali nel medio periodo In generale, la regola del raggiungimento dell’OMT appare più stringente di quella sul debito L’entità delle correzioni richieste dalle due regole è fortemente condizionata dall’ipotesi sulla crescita 11 11
GRAZIE! Sandro Momigliano sandro.momigliano@bancaditalia.it