Odi et amo (Catullo, carme 85)

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Transcript della presentazione:

Odi et amo (Catullo, carme 85)

. Quando desideri con tutto il cuore che qualcuno ti ami, dentro ti si radica una follia che toglie ogni senso agli alberi, all’acqua e alla terra. E per te non esiste più nulla, eccetto quell’insistente profondo amaro bisogno. Ed è un sentimento comune a tutti, dalla nascita alla morte. D. Welch, diario 8 maggio 1944, ore 23.15. Denton Welch (27 March 1915 - 30 December 1948) was an English-American writer and painter, admired for his vivid prose and precise descriptions. 2

L’amore nella poesia di Catullo È uno dei temi centrali: è un amore cantato in tutte le sue forme, dall’entusiasmo alla passione allo sconforto della delusione e del tradimento. Lesbia (Clodia) viene raffigurata come la padrona indiscussa del cuore del poeta: è lei a decidere della gioia e del dolore in una relazione evidentemente difficile, in cui l’amore e la passione si alternano a rifiuti, tradimenti e allontanamenti.

Ecco un ritratto “a tinte fosche” di Clodia-Lesbia (Cic. Pro Caelio 49) Si quae non nupta mulier domum suam patefecerit omnium cupiditati palamque sese in meretricia vita collocarit, virorum alienissimorum conviviis uti instituerit, si hoc in urbe, si in hortis, si in Baiarum illa celebritate faciat, si denique ita sese gerat non incessu solum, sed ornatu atque comitatu, non flagrantia oculorum, non libertate sermonum, sed etiam complexu, osculatione, navigatione, conviviis, ut non solum meretrix, sed etiam proterva meretrix procaxque videatur Supponiamo che una donna senza marito abbia spalancato la sua casa alle voglie di tutti, che si sia messa apertamente a condurre vita da prostituta, a frequentare bagordi di uomini a lei del tutto estranei; supponiamo che si comporti così in città, nei giardini, nell’affollata stazione balneare di Baia; supponiamo infine che non solo l’incedere, ma pure il modo di agghindarsi e il genere di persone che l’accompagna, non solo il dardeggiare degli occhi e la libertà di linguaggio, ma pure gli abbracci, lo sbaciucchiarsi, le gite in battello, i banchetti la rivelino per una prostituta, anzi per una prostituta sfrontata e provocante … Pro Caelio (56 a.C.), orazione in difesa di Celio Rufo, in un primo tempo amante, poi nemico della celebre Clodio (sorella di Clodio nemico giurato Cicerone), accusato di assassinio. Famosi sono i passi in cui Cicerone delinea un ritratto a tinte fosche della donna e dei costumi degenerati dell’epoca. 1.Accoglie uomini in casa; 2.frequenta banchetti da sola; 3.si comporta così sia in città che fuori, nella famosa stazione balneare di Baia; 4.il portamento, il modo di vestire, la sfrontatezza dello sguardo, il genere di persone che frequenta, la libertà di linguaggio, le effusioni d’amore in pubblico. 2.Non è sposata, non è casta né fedele a un solo uomo. Ha la stessa libertà sessuale concessa agli uomini nell’antica Roma. 1.Per quali motivi Lesbia (Clodia) è una prostituta secondo Cicerone? 2.Sotto quali aspetti Lesbia-Clodia rappresenta l’opposto della matrona romana?

Ecco un ritratto “a tinte fosche” di Clodia-Lesbia (Cic. Pro Caelio 49) Si quae non nupta mulier domum suam patefecerit omnium cupiditati palamque sese in meretricia vita collocarit, virorum alienissimorum conviviis uti instituerit, si hoc in urbe, si in hortis, si in Baiarum illa celebritate faciat, si denique ita sese gerat non incessu solum, sed ornatu atque comitatu, non flagrantia oculorum, non libertate sermonum, sed etiam complexu, osculatione, navigatione, conviviis, ut non solum meretrix, sed etiam proterva meretrix procaxque videatur. Supponiamo che una donna senza marito abbia spalancato la sua casa alle voglie di tutti, che si sia messa apertamente a condurre vita da prostituta, a frequentare bagordi di uomini a lei del tutto estranei; supponiamo che si comporti così in città, nei giardini, nell’affollata stazione balneare di Baia; supponiamo infine che non solo l’incedere, ma pure il modo di agghindarsi e il genere di persone che l’accompagna, non solo il dardeggiare degli occhi e la libertà di linguaggio, ma pure gli abbracci, lo sbaciucchiarsi, le gite in battello, i banchetti la rivelino per una prostituta, anzi per una prostituta sfrontata e provocante … Incessu, ornatu, comitato. 3.cupiditati, celebritate, libertate; 4.osculatio, osculationis. 1.Qual è la parola latina per “prostituta”? 2.Individua i nomi della quarta declinazione (nella forma di ablativi): a quale complemento corrispondono? 3.Nel testo latino compaiono tre nomi della terza del tipo “honestas, honestatis”: individuali e analizzali. 4.Qual è la parola latina che corrisponde alla traduzione “lo sbaciucchiarsi”?

Al centro del carme 85, forse il distico più famoso di tutta la letteratura d’amore, c’è il conflitto di un animo profondamente ferito ma ancora innamorato.

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. 1. A chi si rivolge il poeta? 2.Individa la domanda posta in forma indiretta. 3.Qual è la condizione che suscita perplessità perché appare anomala? 4.Qual è la risposta del poeta? 1.A un interlocutore fittizio, immaginario, ma potrebbe essere anche il suo “io razionale”. 2.La coesistenza tra due sentimenti opposti è un paradosso. 4.Egli non sa dare una risposta razionale (nescio); fieri sentio non è una percezione a livello razionale, ma una sensazione che non ha una spiegazione logica.

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. 1. Excrucior: qual è l’etimologia di questo verbo? 2.Cosa significa propriamente? 3.Quali posizioni occupano le forme verbali all’interno del componimento? 4. Ora congiungi con una linea le forme verbali all’inizio e alla fine dei due versi (odi/amo – sentio/excrucior e requiris-nescio). 1.Crux, crucis. 2.Sono messo in croce, sono dato alla tortura.

. Come si vede dallo schema, il componimento presenta una struttura “a chiasmo” o “chiastica” (disposizione incrociata di quattro elementi) che rappresenta visivamente l’idea della “crux” insita nel verbo excrucior, cioè del tormento che deriva dalla coesistenza paradossale di due sentimenti nettamente opposti. 1.Crux, crucis. 2.Sono messo in croce, sono dato alla tortura. 9

“Odi et amo” è una figura retorica. Quale? a)Antitesi (Figura retorica che consiste in un accostamento di parole o di concetti contrapposti, per es. “so che non foco, ma ghiaccio eravate”); b)Ossimoro (unione paradossale, in un’unica locuzione, di due concetti contrari, per es. tacito tumulto, ghiaccio bollente); c)Paronomasia (figura retorica, per la quale si accostano due parole di suono simile o uguale, generalm. per mettere in risalto l’opposizione dei significati ) . È propriamente un’antitesi paradossale

Traduzioni a confronto

Odio e amo. Perché io faccia così tu forse mi chiedi. 1 E. D'Arbela,.1947 Odio e amo. Perché io faccia così tu forse mi chiedi. Non so; ma sento che ciò accade e ne sono straziato. G. . Ceronetti, 1969 Odio e amo. Come sia non so dire. Ma tu mi vedi qui crocifisso al mio odio e al mio amore. Trad. it. G.Pascoli. L’odio e l’adoro. Perché ciò faccia, se forse mi chiedi, io, nol so: ben so tutta pena che n’ho. 1.Presente. 2.S. Quasimodo, perché è una condizione che inevitabilmente suscita domande e perplessità. 3.Non so; Caviglia e Pascoli. 4.F. Caviglia. 1.In quale tempo è il verbo requiris (v. 1)? 2.Quale traduttore ha scelto un altro tempo? Perché, secondo te? 3. Come è stato tradotto nescio (v. 2)? Quale traduttore ha scelto di aggiungere il complemento oggetto assente nella frase latina? 4. Il verbo excrucior (v. 2) deriva dal sostantivo crux, “croce”. Il verbo significa infatti “torturare”, “mettere in croce”. Quale traduzione ti sembra più fedele al latino?

Trad. ingl. di E W. Cornish, I hate and love. Why I do so, perhaps you ask. I know not, but I feel it, and I am in torment. Trad. ingl. di G. Lee, 1991 I hate and I love. Perhaps you’re asking why I do that? I don't know, but I fell it happening, and I am racked. 1.Lo sento, sento che sta accadendo. Quella di Lee. 2.To be racked= essere torturato. Lee, Lee. 1.Che differenza c’è tra I feel e I fell it happening?Quale traduzione è più fedele al testo latino? 2. I am in a torment e I am racked: confronta le due traduzione del verbo excrucior. Qual è quella più espressiva? Qual è quella più fedele? 3.Com’è stato tradotto il verbo nescio?

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio y amo. Por qué esto haga quizás inquieres.      Lo ignoro, pero que sucede siento, y me crucifica. 2. amo, inquieres, siento, me crucifica 1.A quale espressione latina corrisponde “por qué esto haga”? 2. Individua tutte le parole della traduzione spagnola che assomigliano di più all’originale latino. 3.Com’è stato tradotto il verbo excrucior?

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Je hais et j'aime. Comment cela est-il possible te demandes-tu peut-être… Je ne le sais, mais je le sens et je suis torturé 2. aime, sens. 1.A quale espressione latina corrisponde “comment cela est-il possible”? 2. Individua tutte le parole della traduzione spagnola che assomigliano di più all’originale latino. 3.Com’è stato tradotto il verbo excrucior?

Da Catullo a Francesco Guccini

e compagnia di gioia e sorte, sapore amaro e dolcezza, Amore colomba fiore, amore fragile e forte, sfrontatezza e pudore, e compagnia di gioia e sorte, sapore amaro e dolcezza, con l’arcobaleno tra le dita, vorrei perdermi nel tuo respiro, vorrei offrirti questa vita. (F. Guccini, Canzone delle colombe e del fiore) Attraverso una serie di opposizioni: fragile e forte, sfrontatezza e pudore, sapore amaro e dolcezza. 2.Nei versi di Guccini non ci sono i sentimenti di angoscia e disperazione che compaiono invece nel carme di Catullo; egli, infatti, è innamorato ed è fiducioso nel rapporto d’amore (con l’arcobaleno tra le dita) nonostante tutte le inevitabili difficoltà e tormenti. 1. Anche in questo testo dominano le figure retoriche dell’ossimoro e dell’antitesi. In che modo? 2. Quale diverso stato d’animo distingue i versi di Catullo da quelli di Guccini?