Quale identità di Caritas desideriamo trasmettere attraverso il nostro Centro di Ascolto? 24 settembre 2014 – Luca Gabbi CARITAS DIOCESANA IMOLA
1. Una Caritas che non distributrice “cose” abbiamo dislocato in luoghi diversi dal CdA sia la distribuzione di viveri che di vestiario, contribuendo così anche a fare sinergia con altre organizzazioni. CARITAS DIOCESANA IMOLA
2. Una Caritas mediatrice, soprattutto nei riguardi dei Servizi Sociali contatti quotidiani con le assistenti sociali e le loro responsabili per fare advocacy e ricercare dei Liveas sul territorio (difesa dei diritti per invalidi, residenti,…). Liberi dalle Convenzioni… CARITAS DIOCESANA IMOLA
3. Una Caritas che coinvolge le Caritas parrocchiali è qui che si giocherà il nostro futuro. Occorre che sempre più siamo “formatori di formatori” e questo attraverso un metodo induttivo, partendo dai casi concreti, interpellando i volontari parrocchiali incontrando insieme a loro le famiglie che abitano nei loro territori. Questo sia presso il CdA diocesano che andando presso le parrocchie o dalle famiglie. CARITAS DIOCESANA IMOLA
4. Una Caritas “in uscita” (1): animazione dei territori attraverso la promozione di LAVORI DI COMUNITA’ CdA itinerante (Progetto “Marconi in rete”). CARITAS DIOCESANA IMOLA
5. Una Caritas “in uscita” (2): promozione di un progetto con il Sert sulla dipendenza da gioco contatto ed ascolto delle persone nei luoghi da loro frequentati. CARITAS DIOCESANA IMOLA
6. Una Caritas che non interviene solo sugli effetti, da “calmieratrice sociale”, ma sulle cause, agendo a livello culturale, economico, politico e sociale esempio: più che pagare affitti, si promuovono «opere segno» ristrutturando case da offrire ad affitto calmierato e dando avvio ad un grosso lavoro di rete sul tema dell’ “Agenzia sociale per la casa”.
CARITAS DIOCESANA IMOLA 7. Una Caritas il cui intervento caritatevole vuole tendere a superare se stesso per offrire autonomia alle persone assistite contributi economici per lo più finalizzati a questo.
CARITAS DIOCESANA IMOLA 8. Una Caritas non assistenzialistica che porta avanti “progetti a tempo” con singoli e famiglie, conscia dei propri vincoli finanziari (esempio dei buoni pasto per i s.f.d.).
CARITAS DIOCESANA IMOLA 9. Una Caritas che “vuole far rete” con le altre organizzazioni socio- assistenziali, cattoliche e non fatica nella Consulta diocesana delle realtà socio-assistenziali.
CARITAS DIOCESANA IMOLA 10. Una Caritas che cerca collaborazione con le altre pastorali diocesane nel Progetto Policoro.
CARITAS DIOCESANA IMOLA 11. Una Caritas che vuole aprire il cuore dell’altro all’Assoluto: questo è il nostro compito principale, essenziale ce lo diceva il papa emerito Benedetto XVI nel messaggio per la Quaresima 2010: «La giustizia implica dare a ciascuno il suo. In realtà, però, tale classica definizione non precisa in che cosa consista quel “suo” da assicurare a ciascuno…Per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza.
Sono certamente utili e necessari i beni materiali – del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi costringe centinaia di milioni di essere umani alla morte per mancanza di cibo, di acqua e di medicine -, ma la giustizia “distributiva” non rende all’essere umano tutto il “suo” che gli è dovuto. Come e più del pane, egli ha infatti bisogno di Dio». CARITAS DIOCESANA IMOLA
In altre parole: “Chi non dà Dio, dà troppo poco”, diceva ancora papa Benedetto; e “Senza Dio non si è mai ricchi; con Dio non si è mai poveri”, come diceva il Beato Giuseppe Tovini. Una Caritas, quindi, che serve i fratelli nel corpo e nello spirito affinché essi riconoscano che chi li ama non è il fratello che va in loro aiuto, ma è Dio che muove il fratello al soccorso. CARITAS DIOCESANA IMOLA