a raccontarci una storia di PACE L’insegnante Nicoletta Beretta invita la signora Fouzia Boujdiya mamma di Manal a raccontarci una storia di PACE
Lassù nel cielo, in un castello fatto di raggi di sole e lampi di tuono vivevano un vecchio re, che si chiamava Goras e sua figlia, la bellissima principessa della luna Amantea. Erano felici perché nel loro regno non esistevano guerre e tutti gli abitanti vivevano in pace e serenità, guardando lo spazio infinito e cantando vecchie canzoni. Solo Amantea era un po' triste perché le sue uniche amiche erano le stelle e avrebbe tanto voluto avere vicino una ragazza fatta come lei, con cui poter giocare, parlare, fantasticare.
A dire la verità spiava spesso gli umani che vivevano sulla terra e avrebbe tanto voluto poter andare anche lei a scuola e avere compagni di classe con cui fare feste e vivere fantastiche avventure. Inoltre non vedeva l'ora di imparare la storia, scoprire la geografia e fare anche tanti pensierini su quello che le capitava... era sicura che sarebbe stata una bravissima alunna! Così, dopo aver tanto insistito con il suo papà, che pur essendo un sovrano avrebbe perso anche il suo regno pur di farla felice, ottenne di poter andare a vivere sulla terra. Amantea fece i bagagli in fretta e furia, afferrò due stelle comete e in un battibaleno si trovò sul nostro pianeta.
La giovane principessa non perse tempo, dopo aver trovato casa sopra un albero altissimo e intoccabile, tolto il mantello imperiale e la corona di pietre di Saturno, si presentò a scuola con libri, quaderni e un astuccio pieno di colori. I compagni di classe le si fecero subito attorno, incuriositi e affascinati da quella creatura così speciale e soprattutto raffinata. Amantea aveva infatti lunghissimi capelli rossi e gli occhi scuri e profondi come lo spazio, un sorriso smagliante e le mani candide e delicate. Inoltre era molto gentile e tutti rimanevano incantati per i suoi modi delicati e le sue parole sempre piene di amore e rispetto per tutti. Quando si alzava dal banco per andare verso la cattedra o uscire dalla classe, non si poteva fare a meno di notare che i suoi passi sembravano leggeri volteggi di danza.
In poco tempo diventò la più ammirata della scuola e tutti gli altri bambini cercarono in ogni modo di insegnarle quello che lei non sapeva: come si gioca a nascondino, come si sale su un albero, com’è buono lo zucchero filato o come sia bello, d'estate, correre sulla spiaggia. Fu proprio in occasione di una gita al mare che, vedendo un castello di sabbia, che Amantea ebbe d'improvviso nostalgia della sua casa e del suo papà. Anche se sulla terra stava bene, le mancava il suo mondo, la luce delle stelle, le nuvole su cui le piaceva tanto sdraiarsi. Così, il giorno seguente, decise di tornare a Otterenbum. Non lo disse ai suoi compagni, partì di nascosto per non piangere a causa del dispiacere di lasciarli.
Appena arrivata a casa il babbo fu così felice di rivederla che per una settimana fu festa in tutto il regno e si prepararono migliaia di torte. Poi, il vecchio re, capendo che, comunque, alla figlia mancavano i suoi amati compagni la mandò a chiamare e le disse: " Piccola mia non essere triste, voglio farti un regalo che ti farà stare insieme ai tuoi amici terrestri. Tutte le notti, appena ti addormenterai, li ritroverai tutti nei tuoi sogni. Così potrete giocare, studiare e parlare come una volta. "
Amantea non perse un minuto, corse a letto e fece di tutto per addormentarsi e, come per magia, da quella notte e per tantissime altre notti, incontrò i suoi amici in sogno. Loro continuarono a insegnarle tante cose e lei li portò addirittura a visitare il suo castello e il suo regno, nacque cosi un'amicizia che il tempo e la distanza non poterono più spezzare.