SUPPORTED HOUSING Il progetto, attivo da giugno 2008 all’interno del DSM dell’A.O. Luigi Sacco, si occupa della riabilitazione e dell’assistenza domiciliare di pazienti psichiatrici affetti da gravi disturbi psichici in carico ai Servizi del DSM. Focus dell’intervento è l’abitare, nel suo aspetto privato dell’abitazione e in quello pubblico della partecipazione sociale al contesto di vita
LE AREE DI INTERVENTO Reinserimento e mantenimento al domicilio Potenziamento delle autonomie sociali e quotidiane Radicamento nel contesto territoriale di appartenenza I CANDIDATI AL PROGETTO Persone inserite in strutture residenziali per le quali si prevede il rientro a domicilio o in situazioni abitative appositamente individuate Persone in carico al CPS da supportare a domicilio a rischio di istituzionalizzazione o di isolamento e deriva sociale Persone che vivono ancora in famiglia nella fase di sganciamento e autonomizzazione IL RUOLO DELL’OPERATORE Affiancare il paziente aiutandolo a migliorare le proprie condizioni in casa e nella comunità locale di appartenenza
Zuccheribelli è un’associazione di promozione sociale, nata nel 2006 nell’intento di promuovere iniziative sperimentali e progetti orientati alla residenzialità e all’inclusione sociale e lavorativa per persone con disabilità. Utilizza l’esperienza dei viaggi come occasione emancipativa e di promozione dell’autonomia La collaborazione con l’Associazione Zuccheribelli consente al progetto di potersi avvalere di personale dedicato di un appartamento dotato di supporti multimediali (telecamere e microfoni ambientali) di iniziative socializzanti e viaggi proposti dall’Associazione
Da aprile 2011 l’avvio dell’esperienza del Laboratorio Multimediale, un percorso guidato di potenziamento delle autonomie abitative all’interno dell’appartamento dell’Associazione, ha visto il coinvolgimento complessivo di 19 pazienti nella realizzazione di una serie di ricette e di video tutorial visibili on line sul sito supportedhousing.altervista.org
Il laboratorio, condotto da un operatore, coinvolge a rotazione tutto il personale dell’équipe. Il materiale videoregistrato viene utilizzato nell’ambito della supervisione e formazione degli operatori (consapevolezza dei propri stili comunicativi e relazionali) Recuperare la dimensione sociale e gratificante del cucinare Riattivare le risorse del paziente e del suo spazio abitativo in relazione all’alimentazione Stimolare il paziente ad uno stile alimentare più sano e vario (recupero delle tradizioni familiari e incontro con il nuovo) Gli obiettivi per gli utenti sono tra l’altro
Video ricetta
COLLABORAZIONE CON IL DSM In un’ottica di ipotesi di sviluppo del Progetto, è stata portata a termine un’indagine con i CPS del DSM per quantificare la situazione dei pazienti raggruppabili nelle seguenti categorie Non ho una casa Totale 35 Ho una casa ma non ci sto mai Totale 27 Abito con i familiari…ma poi? Totale 59 Ho una casa..sono solo ma non ce la faccio Totale 16 Le situazioni indicate nella ricerca come possibili ambiti di intervento del Progetto evidenziano un bisogno (137 casi), sul quale il Supported Housing riesce attualmente ad intervenire solo parzialmente in ragione delle risorse disponibili. L’indagine è stata condotta anche con videointerviste a 4 pazienti, ciascuno incluso in una delle categorie citate. Il video è occasione per arricchire dati quantitativi con elementi qualitativi e soggettivi dando voce ai ‟ protagonisti” e ai loro vissuti
PROCEDURE VALUTATIVE E DI ESITO Diminuzione del carico per i Servizi e delle richieste improprie di interventi di cura e istituzionalizzazione da parte dei pz Elevato rapporto costi-benefici (costo medio annuo procapite inferiore ai euro, a fronte di un costo medio di euro/pz per le strutture residenziali) Numero complessivo delle persone coinvolte e seguite (68 da giugno 2008) e irrilevante fenomeno del drop out (“persi di vista”) Positivo esito degli interventi con i pazienti provenienti da strutture residenziali (10) e reinseriti in alloggi autonomi Possibilità di condividere e sperimentare con i pazienti in carico con tempi e modalità diverse: - una riappropriazione degli spazi abitativi, della capacità di gestirli con maggiore autonomia e senso di appartenenza - l’accettazione di una dimensione “sociale” della propria abitazione ed esistenza, che ne consenta una possibile apertura all’esterno - il riconoscimento di uno spazio di co-costruzione del proprio progetto di vita
ALCUNE CONSIDERAZIONI Le persone con una malattia mentale di lunga durata possono vivere con successo e soddisfazione nella comunità locale piuttosto che in ambiti istituzionali Le soluzioni attivate per supportarli devono prevedere modalità di intervento non rigide, standardizzate, omogenee, ma elastiche e ricche di opzioni, determinate dalle esigenze, preferenze, bisogni degli utenti, garantendo loro un riferimento costante
Supportedhousing.altervista.org