le istituzioni repubblicane Roma le istituzioni repubblicane
Le istituzioni nel periodo dei re Nel periodo monarchico Roma si dette alcune delle istituzioni che la reggeranno nel corso dei secoli. La popolazione era in origine divisa in tre tribù i tizii, i ramnensi e i luceri, rispettivamente di origine sabina, latina ed etrusca, ciascuna delle quali era formata da dieci curie. Questa struttura risalirebbe a Romolo: “Romolo divise tutta quanta la popolazione in tre ripartizioni e a ciascuna assegnò per capo la persona più illustre, poi nuovamente suddivise ciascuna delle tre in altre dieci ripartizioni [...], chiamò le ripartizioni maggiori tribù e le minori curie [...], divise poi le curie in dieci parti e vi era un capo su ciascuna di esse [...] detto decurione” (Dionigi 2, 7, 2-4). Le istituzioni nel periodo dei re
i capostipiti delle famiglie nobili I fondamenti originari dello stato romano: la famiglia e i pater familias patrizi i discendenti dei patres Senato: l’assemblea dei patres conscripti, composta da 100 senatori eletti tra i membri più autorevoli delle famiglie patrizie elegge il re, lo consiglia nel governo ratifica le decisioni dei Comizi patres i capostipiti delle famiglie nobili patroni patrizi che proteggono una clientela La famiglia: l’insieme non solo delle persone: moglie, figli, nuore, nipoti ma anche dei beni materiali: terre, case, denaro, animali e schiavi (= il “patri-monio”) soggetti all’autorità assoluta del pater familias. Fondamento della società romana era la famiglia. La prima e più importante delle istituzioni romane era il senato, ove si riunivano i patres, i capi delle grandi famiglie aristocratiche. La struttura patriarcale della società romana arcaica si riflette nei nomi: patres significa infatti “padri”, mentre “senato” deriva dal termine senex, “vecchio”. Spettava al senato eleggere i re e affiancarli nelle varie funzioni di governo: essi infatti amministravano la giustizia, comandavano l’esercito e svolgevano i compiti di sommo sacerdote.
I fondamenti originari dello stato romano patrizi e plebei Comizi curiati Esercito Comizi centuriati Comizi tributi Esercito riforma di Servio Tullio Ordinamento gentilizio: sistema che fa capo alle gentes, le famiglie che discendono da un unico capostipite Ordinamento censitario Le famiglie più antiche davano inoltre vita all’assemblea dei comizi curiati, così chiamati perché formati da dieci curie, ciascuna delle quali raggruppava dieci gentes o famiglie; i comizi curiati controllavano l’operato dei re e del senato. La tradizione fa risalire al sesto re, ovvero Servio Tullio, l’introduzione di due nuovi tipi di suddivisione. La prima suddivisione era territoriale, la seconda patrimoniale, cioè per classi di reddito. Furono anzitutto individuate ventuno nuove tribù, a seconda del territorio di stanziamento, che davano vita all’assemblea dei comizi tributi; invece le classi di reddito comprendevano i cittadini che potevano, grazie alle loro proprietà, procurarsi l’armatura e che formavano quindi l’esercito. Essi votavano appunto nei comizi centuriati, che avevano un ruolo politico rilevante e che ebbero il pregio di garantire molto presto l’effettiva partecipazione al potere anche a quei cittadini abbienti che non facevano parte dell’aristocrazia gentilizia. patrizi divisi in 3 TRIBÙ ciascuna divisa in 10 CURIE ciascuna in 10 DECURIE plebei Patrizi e plebei divisi per tribù territoriali e in 6 classi di reddito (censo) clienti
L’ordinamento centuriato l’ordinamento centuriato introdotto da Servio Tullio era finalizzato al reclutamento nei ranghi dell’esercito la cui unità era costituita dalla legione ogni classe forniva all’esercito un certo numero di centurie in base al reddito e disponeva, di conseguenza, dello stesso numero di voti nei comizi centuriati in totale 193 centurie Classi reddito in “assi” centurie/ voti 1a > 100.000 80 2a > 75.000 20 3a > 50.000 4a > 25.000 5a > 11.000 30 Soprannumerarie 18 di cavalieri fornite dalla prima classe 2 di tecnici 2 di musicisti 1 di riserva costituita dai proletari, ossia chi aveva un reddito inferiore a 11.000 assi La riforma serviana aveva innanzitutto significato militare: anche Roma infatti, come nelle città greche, era passata da un esercito fondato essenzialmente sui cavalieri e i loro clienti a un altro, che metteva in primo piano la fanteria costituita dai cittadini. La riforma riconosceva questo nuovo ruolo dei non nobili e, al tempo stesso, dava qualche riconoscimento ai plebei benestanti attraverso la partecipazione ai comizi centuriati. Poiché, nei comizi centuriati, ogni classe disponeva di tanti voti quante erano le sue centurie, il sistema romano veniva controllato non più solo dai patrizi di nobili origini, ma anche dai cittadini più ricchi. La prima classe da sola disponeva infatti di 98 voti, mentre tutte le altre classi ne avevano 90.
La legione legione 10 coorti 3 manipoli 2 centurie la struttura di 60 uomini lo schieramento triarii L’esercito era costituito inizialmente da due legioni; in seguito l’espansione e le guerre comportarono la mobilitazione di un numero assai maggiore di legioni. Ciascuna legione era divisa 10 coorti, ogni coorte in 3 manipoli, ogni manipolo in 2 centurie. La disposizione di battaglia era strutturata su tre linee di fanteria pesante, che entravano in battaglia una dopo l’altra: gli hastati, i più giovani posti nelle prime file, affrontavano il nemico per primi armati di lancia; i principes (“chi vale di più”), uomini tra i 20 e i 30 anni. infine i triarii (“quelli della terza fila”), cioè i veterani, che entravano in battaglia solo in caso di necessità. Sui fianchi si disponevano le due alae, composte da contingenti di soldati alleati. Agli estremi i cavalieri (equites), divisi in squadroni e decurie, erano armati di spada e lancia. Il comando della legione era affidato a un console (oppure, se c’era, al dittatore), affiancato dal magister equitum, il capo della cavalleria; alti ufficiali erano poi i tribuni militari. Della legione facevano parte tutti i cittadini tra i 17 e i 45 anni, mentre quelli dai 45 ai 60 anni restavano disponibili per la leva. cavalleria ala principes ala cavalleria hastati
Il complesso ordinamento delle istituzioni repubblicane le istituzioni repubblicane furono la risultante di un complesso rapporto tra assemblee e magistrature le nuove che si venivano a creare in genere non annullarono le precedenti ma si integrarono in un complesso sistema, la cui struttura non è unanimemente ricostruita dagli storici. comunque può essere così descritta:
LEGGI Senato Consoli votano Dittatore propone Tribuni della plebe dirige la politica estera e interna controlla l’operato dei magistrati propone le leggi Consoli Imperium civile e militare diritto di veto reciproco Dittatore nominano propone veto propone Tribuni della plebe tutelano gli interessi della plebe Comizi curiati ratificano l’imperium Pretori: amministrano la giustizia civile LEGGI Questori: amministrano il tesoro pubblico e la giustizia penale Censori: rilevano il censo dei cittadini Edili: sovrintendono i lavori pubblici sono al servizio dei tribuni votano “plebisciti” hanno valore di legge Già nella prima fase della repubblica si andarono determinando le caratteristiche del nuovo ordinamento istituzionale. Anzitutto si pensò di eliminare il pericolo che un solo individuo concentrasse tutto il potere su di sé e ripristinasse quindi la monarchia; perciò i vari poteri furono separati e affidati ciascuno a magistrati diversi. I magistrati erano eletti dai cittadini e restavano in carica per un solo anno; inoltre, per evitare abusi di potere, si suddivise ogni incarico tra due magistrati diversi, affinché si controllassero a vicenda. A capo della repubblica furono posti due consoli, con potere esecutivo e militare: dirigevano la politica della città, convocavano il senato e le assemblee, e comandavano l’esercito. In momenti particolarmente gravi tutto il potere si concentrava nelle mani di un dittatore, che però restava in carica solo sei mesi. eleggono eleggono Comizi centuriati: aperti a tutti i cittadini voto per centurie (193) Comizi tributi: aperti a tutti i cittadini voto per tribù (35) Concilio della plebe: riservato ai plebei voto per tribù (35)
I poteri e la legge Caratteristiche delle magistrature collegialità annualità sistema di controllo reciproco tra magistrature e tra istituzioni quale garanzia contro: tirannia arbitrio il sistema, pur complesso, garantiva ai cittadini la certezza del diritto i romani inaugurarono il principio, moderno e contemporaneo, in base al quale “non governano gli uomini ma le LEGGI”
Nella complessità del sistema il SENATO mantiene un ruolo determinante Il senato vide in età repubblicana confermato il proprio accresciuto ruolo e divenne, di fatto, il centro della vita dello stato: la sua approvazione era indispensabile perché avessero valore le proposte di legge e le decisioni delle varie assemblee. Spettava inoltre al senato stabilire la politica estera di Roma: esso fu dunque il motore di quella espansione che farà di Roma la prima potenza del Mediterraneo. Oltre al senato sopravvissero dalla precedente età monarchica anche le assemblee popolari, i comizi centuriati. Grande era la loro importanza, perché eleggevano consoli e pretori, discutevano le proposte di legge, approvavano i trattati. Ma le centurie non erano ripartite in modo equo tra tutta la popolazione: ai cittadini della prima classe, i più abbienti, toccavano ben 98 centurie su 193. Essi avevano quindi la maggioranza assoluta dei voti e il controllo sulle decisioni politiche. Nella complessità del sistema il SENATO mantiene un ruolo determinante