XI dom. T.O. - B Mc 4,26-34 “Il regno di Dio è come un uomo

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Transcript della presentazione:

XI dom. T.O. - B Mc 4,26-34 “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra…”

Preghiera Iniziale L’incontro con te, Signore Gesù, ci porta a spendere la vita per un ideale alto; segna l’inizio di un cammino personale, non delegabile; fa appello al desiderio profondo di metterci alla tua sequela concreta. Chi ti ha incontrato non può non comunicarti, dare il primato alla preghiera e alla contemplazione. Tu penetri nel cuore, ne scruti le fibre più segrete. Concedici, o Signore, il Tuo Santo Spirito perché mettendoci in continuo ascolto di te, possiamo conoscere la tua voce, essere fissati dal tuo sguardo e seguire le tue orme… Amen! Preghiera Iniziale

26 Diceva: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. 30 Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra 32 ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. 33 Molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Contesto L'interrogativo su chi sia Gesù per noi continua e invita anche oggi ciascuno a verificare la propria fede. Siamo messi a confronto con la grazia di Dio e la nostra libertà. Gesù attorniato dalle folle, si rivolge loro in parabole, attraverso di esse il mistero del Regno viene consegnato ai discepoli (Mc 4,11), a coloro i quali si pongono in ascolto e sono alla sequela di Gesù. Il brano unisce la parabola del seme che cresce da solo (26-29) e la parabola del granello di senape (30-32), entrambe figura del Regno di Dio. 

Storia in tre tempi: la crescita… la raccolta… * vv. 26-29 26Diceva: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. la semina… la crescita… la raccolta… Storia in tre tempi:

LA SEMINA Il primo è il momento dell'azione del contadino, ed è presentato come un fatto concluso (verbo all'aoristo). La sua funzione è quella di porre la premessa per proseguire il racconto. La descrizione si dilunga su questo momento: seme/terra. Per il contadino questo tempo è solo tempo che passa (dorma o vegli di notte o di giorno), durante il quale ignora ciò che accade (come egli stesso non lo sa).

LA CRESCITA Per il seme, invece, è il tempo importante della crescita (germoglia e cresce). Per la terra è il tempo in cui essa produce "spontaneamente" (automate') straordinarie trasformazioni: lo stelo, la spiga, il chicco pieno nella spiga.

LA RACCOLTA Ricompare il contadino, che non viene nominato "manda la falce", un modo curioso di parlare. La sua azione è inquadrata tra altre due di cui egli non è il protagonista: "quando il frutto è maturo" e "perché è arrivata la mietitura". Non dice "appena il contadino vede che il frutto è maturo", ma letteralmente “appena il frutto si concede". È il frutto che si dona all'uomo. L'uomo non fa, ma accoglie. È il seme che fa tutto: germina, cresce, matura, si offre all'uomo per la raccolta.

 La similitudine pone l'accento sul contrasto fra due tempi: il tempo del contadino e il tempo della crescita del seme. Il tempo intermedio è il tempo dell'azione di Dio e non della sua assenza. Attesa fiduciosa, non è una fiducia facile. Si ha sempre la pretesa di "vedere", e subito. ("Signore mostraci il Padre! Gv. 14,8; 7,4). Altro contrasto: inerzia del contadino e incessante lavoro del seme. Il più importante è il lavoro del seme. Così è il Regno di Dio, un'azione di Dio incessante e prodigiosa, ma nascosta. Non sta al discepolo garantire il successo del Regno, egli deve semplicemente garantire l'annuncio e - quando sarà l'ora - la raccolta. A decidere il tempo della mietitura è il frutto, non il contadino. 

vv. 30-31. 30Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di * vv. 30-31 30Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra… Due domande che ci coinvolgono.   Ricerca di un punto di collegamento fra la nostra esperienza e il Regno di Dio, per aiutarci a capire il mistero dell'azione di Dio. La similitudine sta nel contrasto tra il "piccolo" seme e il "grande" ortaggio, tra l'umiltà dell'inizio e la grandiosità della fine. I verbi sono essenziali, perché ricordano che un contrasto così grande è in realtà l'esito di una continuità, non di una rottura.

v. 32. …32ma appena seminato cresce e diviene più grande * v. 32 …32ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Svolge due importanti funzioni. La prima rafforza il contrasto, ribadendo la grandezza dell'ortaggio non paragonabile agli altri arbusti, ma un vero albero. La seconda è di offrirci una chiave di comprensione.   L'immagine dell'albero è ricca di risonanze bibliche (Gdc 9,8-15; Ez 17, 22-24). Riferimento all'atteso Regno di Dio, la cui grandezza contrasterà con la difficile situazione nella quale ora vive il popolo. Il grande arbusto viene fuori dal piccolo seme; il piccolo seme si trasforma in un grande arbusto. Negli umili inizi si può già scorgere il compimento finale di Dio, si può già intravedere il Regno di Dio che viene.

vv. 33-34. 33Molte parabole di questo genere annunziava loro la * vv. 33-34 33Molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Nel ministero di Gesù, la parabola ha una collocazione precisa: il suo scopo non è quello di descrivere il futuro, o di dire quando verrà il Regno, ma di far comprendere il valore decisivo del momento presente. "Aiutati, che Dio ti aiuta”…

come se tutto dipendesse da te, poi lascia alla Provvidenza divina “Da parte tua agisci come se tutto dipendesse da te, poi lascia alla Provvidenza divina dal Signore…” (S. Ignazio di Loyola)

26 Diceva: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. 30 Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra 32 ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. 33 Molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Preghiamo con Mc 4,26-34 Padre da cui proviene ogni dono, che continui a seminare e a far crescere tra noi il tuo regno di pace e amore, rendici collaboratori in questa tua opera attraverso la fede che susciti in noi. Fa’ che siamo sempre consapevoli che non con i nostri mezzi né con le nostre fatiche si diffonde nel mondo il vangelo del tuo Cristo, che porta all’uomo salvezza. Mantienici uniti a Lui, che ci ha fatti suoi testimoni, e donaci la forza necessaria, per diventare capaci di impegno coraggioso nella tua santa chiesa, e rinnovarla di continuo con umiltà e pazienza. Amen!