Notai e notariato nella città comunale italiana e a Venezia: un confronto ottobre 2014.

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Notai e notariato nella città comunale italiana e a Venezia: un confronto ottobre 2014

Due diverse concezioni del diritto

Con l'espressione ‘diritto comune’, o ius commune, gli storici del diritto usano definire l'esperienza giuridica che si sviluppò nell'Europa continentale dal X secolo fino alle codificazioni ottocentesche. Ne è esclusa l'Inghilterra, il cui sistema, detto di Common law, si sviluppò fin dalle origini senza rilevanti influenze del Diritto romano. Ciò avvenne anche perché i Common lawyers, al contrario degli omologhi continentali, non usarono mai il latino come lingua dei tribunali, bensì il francese dei Normanni fino al Seicento e l'inglese dopo.

Si recupera il diritto romano (a partire dal secolo XI anche per usi pratici) Si inserisce il diritto canonico Con l’andar del tempo, si presta attenzione alle consuetudines Si sancisce la legittimità del diritto proprio (Legge «Omnes populi»: diritto statutario, dei singoli municipi, delle singole città) Il problema della «Gerarchia delle fonti di diritto»

Concetto di diritto comune Unità non equivale ad uniformità La civiltà giuridica medievale ingloba le varie fonti del diritto (diritto civile e canonico, diritti particolari) entro un sistema normativo unitario Applica alle diverse fonti un modello discorsivo unitario Elabora questi metodi in luoghi deputati alla trasmissione del sapere (università) attraverso un insegnamento che era comune per tutta l’EuropaAdotta una lingua comune e universale (il latino)

Il notariato italiano «La categoria dell’Italia medievale più nota in assoluto» (A. Bartoli Langeli, Introduzione, in A.B.L., Notai, Roma 2007) La stragrande maggioranza dei documenti conservati negli archivi sono documenti notarili La dichiarazione di autografia è il requisito dell’autenticità del documento: firma deriva da «firmare», rendere fermo e valido erga omnes, autentico e pubblico, ciò che sta scritto sopra

Successivamente il boom dei notai li rende meno caratterizzati La storia di un ceto Tra IX e XI secolo i notai sono una categoria compatta e chiusa, tipica delle società «oligoalfabete» Successivamente il boom dei notai li rende meno caratterizzati Nel secolo XIII e XIV cifre impressionanti nelle matricole notarili [che cos’è una matricola]

L’aumento del prestigio dei notai dipese anche dalla loro sempre più accurata preparazione professionale che per crescere poté contare sui manuali di ars notaria elaborati nel corso del XIII secolo, il più importante dei quali è in assoluto quello dovuto al magister bolognese Rolandino Passeggeri. Il grande valore e l’efficacia del lavoro di Rolandino si possono cogliere guardando all’ampia circolazione della sua opera che in pochi anni superò non solo i confini bolognesi, ma anche quelli italiani per diffondersi oltre le Alpi

(percentuale ovunque del 1,5-2%, ma a Treviso il 5%) La storia di un ceto Milano 900-1000 Firenze 870 Treviso 500 Perugia 480 Piacenza 400 (percentuale ovunque del 1,5-2%, ma a Treviso il 5%) La crescita è dovuta al grande incremento dell’apparato amministrativo cittadino, che ha bisogno dei notai. Un ceto che trova la sua ragion d’essere nel servizio pubblico, e che in futuro per riciclarsi farà fatica I preti notai a Venezia e non solo. Relinquere laicis que laicorum sunt

Apparato comunale e notai Il collegio notarile e il comune: Il collegio fornisce (semestralmente, annualmente….) un tot di funzionari al comune Rotazione o specializzazione?

I notai tardomedievali e moderni tra crisi e trasformazione Dalla fine del Trecento in poi si formano apparati statuali ‘propri’, delle vere burocrazie insomma Il numero dei notai cala (qualche volta c’è una ‘serrata’, come a Venezia e Genova) e si avvia la trasformazione verso il moderno notariato /libero professionista al servizio di privati/ [comunque, rapporto organico con il potere, funzionale ai ceti dominanti]

Il punto critico: il passaggio dalla charta all’instrumentum Tra XI e XII secolo, il ‘decollo’ del notariato italiano Emerge progressivamente, per piccoli indizi progressivi, la credibilità assoluta del documento redatto dal notaio: il notaio assume l’autonoma capacità di documentare. Dalle sottoscrizioni alla notitia testium Il valore forte della rogatio

1106 gennaio 9 Matilde tiene un placito (tribunale) e si esprime in favore della gente di Melara, del monastero di S. Salvatore di Pavia, concedendo il diritto di nutrire i maiali nel bosco discusso dai suoi homines fideles † Ego Ubaldus iudex interfui et subscripsi MATILDA DEI GRATIA SI QUID EST SUBSCRIPSI XP Actum anno dominice Incarnationis millesimo C VI V idus Ianuarii apud castellum per manum Frugerii archipresbiteri et cappellani…

Dalla charta all’instrumentum http://www.archiviodistatomilano.it/autenticita-affidabilita-riservatezza-dei-documenti-nei-secoli/il-ruolo-del-notaio/

Dalla charta all’instrumentum Dunque, durante il XII secolo le scritture documentarie prodotte nelle città dell’Italia centrale e settentrionale furono al centro di un processo evolutivo concluso nel Duecento quando si definirono i caratteri fondamentali dell’instrumentum publicum: l’atto che è considerato autentico perché rogato secondo un preciso formulario da uno scrivente riconosciuto titolare della publica fides e che possiede valore probatorio anche nella forma dell’imbreviatura redatta sul quaderno del notaio

La triplice redazione dell’instrumentum notarile Gli appunti L’imbreviatura La extensio o redactio in mundum («copia in bella»)

La storia del notariato come storia intellettuale Fra XI e XII secolo i notai si liberano del latino fossilizzato del passato e scrivono in latino grammaticale Si liberano della vecchia grafia corsiva e scrivono in minuscola Si formano nelle scuole cattedrali di arti liberali, ove gramatica e dictamen erano coltivati da tempo

Comune e notai Principio generale: I caratteri formali dei documenti pubblici, gli operatori specializzati che li producono, la prassi che li determina, dipendono dalla natura, organizzazione, concezione del potere esercitato dagli agenti politici, e a loro volta le illuminano. E’ importante l’idea di potere che si ha. E alle origini i ceti dirigenti dei comuni le idee chiare non ce le hanno affatto.

Il primo Comune perciò aveva bisogno dei notai. Comune e notai Il primo Comune perciò aveva bisogno dei notai. Essi gli erano necessari per costituire la propria autonomia, per legittimarsi come soggetto pubblico. I notai «sanno come si fa» a produrre un documento che abbia valore legale. In un certo senso, il comune – che è dal punto di vista formale un ente ‘rivoluzionario’, privo di legittimità – è semplicemente un cliente specialissimo dei notai - notai a loro volta un po' speciali, eminenti per preparazione e prestigio.

Comune e notai C’è un rapporto privilegiato tra Comune iniziale e alcuni ben individuati redattori: si va dai notai più bravi, che hanno più ‘fantasia’ e più originalità, e nello stesso tempo un alto rigore formale. Questa situazione conferì ai notai, come in genere agli specialisti della cultura giuridica, larghissime occasioni di intervento propriamente politico e ideologico . Nel loro campo specifico, quello della scrittura documentale, i notai diedero insieme consapevolezza e fondamento alle strutture del potere, agli organi dell'autogoverno cittadino, al raccordo tra le componenti politiche. C’è però un grave inconveniente politico

I notai e la politica comunale Il carattere sostanzialmente strumentale della loro attività non contribuì a correggere l'instabilità intrinseca al regime comunale duecentesco. Al contrario la favoriva, la potenziava. Infatti l'intervento notarile provvedeva di pari autonomia e giustificazione così gli organi del potere ufficiale come i gruppi consortili e corporativi che operavano per la loro sostituzione, così il comune come i particolarismi che lo mettevano continuamente in crisi.

Uno strumento essenziale dell'attività del governo comunale era la produzione e la tenuta regolare della documentazione politica e amministrativa: compito dei notai

Il caso di Venezia Nella storia del diritto e delle professioni ad esso legate, Venezia e il dogado presentano elementi di originalità assoluta (dal resto d’Italia, ma anche dalla Dalmazia, dall’Istria, dal Levante) Il diritto comune viene rifiutato Furono accettate solo le norme emanate e sancite dalla legislazione veneta Si ebbe paura del potere dei tecnici del diritto

. Non si considera il diritto come un dogma immodificabile o il risultato di una elaborazione teorica e giurisprudenziale I nobili quando agiscono e quando giudicano, sia in patria sia come rappresentanti dello Stato nei domini da Terra e da Mar, devono dar prova di estremo pragmatismo, lontano dalle sottigliezze e dalla mentalità astratta dei «dottori»

. Si raccomanda ai nobili di giudicare secondo l’arbitrium.

L’atteggiamento dei patrizi veneziani verso il diritto

I patrizi veneziani e gli studi universitari Cultura mercantile Cultura giuridica (canonistica e civile) Cultura retorica: l’umanesimo a Venezia L’università di Padova, segno di contraddizione L’università di Padova, luogo dell’integrazione culturale (da Università «libera» a università tendenzialmente di stato)

Gli orientamenti culturali del notariato veneziano

Nel medioevo, notai preti Ci si sottoscrive Presbiter et notarius Diaconus et notarius Subdiaconus et notarius Lector et notarius Clericus et notarius La qualifica notarile è la seconda, si aggiunge a quella chiericale, discende da essa (notaio ‘in quanto chierico’, chierico e perciò notaio)

Una situazione immobile sino al Quattrocento

Eugenio IV, «Relinquere laicis que laicorum sunt» (è il titolo di una sua bolla, contro i preti notai)

Notai e fonti notarili negli statuti del Tiepolo (1242)

La fine del notariato ecclesiastico veneziano