Etica pubblica e giustizia sociale: diritti doveri e opportunità tra equità ed efficienza Benedetta Giovanola Università di Macerta giovanola@unimc.it
Articolazione del seminario 1. Fondamenti etico-filosofici dei diritti (e dei doveri) 2. Principali proposte teoriche nel dibattito filosofico contemporaneo (etica economica e sociale e etica pubblica: teorie della giustizia) 3. Approfondimento della prospettiva dell’egualitarismo liberale 4. Applicazione all’analisi della Costituzione della Repubblica Italiana
1. Fondamenti etico-filosofici Etica pubblica e idea di giustizia “oltre” i principi e doveri giuridicamente codificati/garantiti Giustizia sociale e disuguaglianze; equità ed efficienza Normatività giuridica e normatività etica Opportunità reali “oltre” diritti e doveri giuridici
2. Principali proposte teoriche Quadro sinottico Utilitarismo Marxismo garantire la massima eguaglianza, eliminando alla radice lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, principalmente collegato alla proprietà privata dei mezzi di produzione Libertarismo Massimizzazione della libertà individuale intesa come esercizio sovrano della scelta soggettiva all’interno di un quadro coerente di diritti (proprietà di sée libertà da ogni forma di coercizione) Egualitarismo liberale
2. Utilitarismo Caratteristiche principali è stato a lungo il quadro teorico più influente per la valutazione degli assetti sociali (e per l’indirizzo delle politiche) prescrive di scegliere, tra due opzioni, quella che produce il benessere aggregato maggiore è una teoria etica consequenzialistica è un consequenzialismo individualistico (interesse collettivo come somma degli interessi individuali) ma al contempo anti-individualistico (l’interesse collettivo prevale sull’interesse particolare di ciascun individuo) è un consequenzialismo welfarista giustizia = massimizzazione dell’utilità collettiva (che consiste nell’aggregazione delle utilità individuali): è giusto ciò che è utile Ottimalità paretiana (efficienza)
2. Utilitarismo Difficoltà etiche Dimensione distributiva (giustizia) e problema della diseguaglianza Dimensione dei diritti fondamentali (diritti come strumento per la massimizzazione del benessere aggregato) Concezione riduttiva dell’essere umano, visto come un essere puramente razionale orientato al perseguimento dei propri interessi e alla massimizzazione dell’utilità
3. Egualitarismo liberale La teoria della giustizia di J. Rawls La giustizia è per Rawls la prima virtù delle istituzioni sociali e ogni persona possiede una inviolabilità fondata sulla giustizia su cui neppure il benessere della società nel suo complesso può prevalere (vs. utilitarismo) La teoria della giustizia di Rawls è una concezione che tenta di coniugare gli ideali di libertà e di eguaglianza di tutti gli individui di una società (egualitarismo liberale) Libertà: concetto centrato sull’individuo Eguaglianza: concetto centrato sulla relazione Oggetto della teoria della giustizia sono le istituzioni fondamentali della società Rawls propone di formulare le esigenze della giustizia in termini di beni primari beni naturali primari (salute, talenti, etc.): non sono direttamente sotto il controllo delle istituzioni sociali beni sociali primari: libertà fondamentali, accesso alle diverse posizioni sociali, vantaggi socio-economici legati a queste posizioni: sono oggetto di distribuzione da parte delle istituzioni
3. Egualitarismo liberale La teoria della giustizia di J. Rawls Come vengono giustificati questi principi e la loro gerarchia? Verrebbero scelti in una ipotetica posizione originaria (original position) in cui gli individui accettano di mettersi dietro un velo d’ignoranza, facendo astrazione da ogni fattore contingente e tenendo conto solo delle loro conoscenze generali sulla natura umana e sul funzionamento delle società ideale di una cittadinanza libera e eguale inerente alle società democratiche il giudizio è sottoposto ad una condizione di imparzialità e i principi di giustizia che scaturiscono sono il risultato di un accordo equo Esseri umani razionali, liberi ed eguali, nonché autonomi (cfr. Kant e autonomia morale, valore morale dell’essere umano)
3. Egualitarismo liberale La teoria della giustizia di J. Rawls Quali sono i principi (di giustizia) che definiscono una distribuzione equa dei beni primari e assegnano i diritti e doveri relativi alla ripartizione dei benefici sociali? Principio di eguale libertà (principio prioritario): ogni persona ha un eguale diritto a certe libertà fondamentali al livello più elevato che possa essere garantito, compatibilmente con altrettanta libertà per tutti gli altri. (2A) Principio di equa uguaglianza delle opportunità: richiede che le persone che hanno gli stessi talenti abbiano la stessa opportunità (non la stessa probabilità) di accesso alle diverse posizioni sociali (posizioni e cariche aperti a tutti). (2B) Principio di differenza (è riferito alle aspettative associate alle diverse posizioni sociali) e regola del maximin: le ineguaglianze sono ammesse quando massimizzano le aspettative di lungo periodo del gruppo meno fortunato della società (diritti + doveri della cooperazione sociale) # principio di riparazione/compensazione merito morale # lotteria naturale principio di fraternità (fratellanza civica e solidarietà sociale), che si unisce al principio di libertà e eguaglianza possiblità di auto-realizzazione e rispetto di sé, fiducia nel proprio valore
3. Egualitarismo liberale La teoria della giustizia di J. Rawls La teoria di Rawls è una teoria della giustizia come equità (justice as fairness) articolata intorno ad alcuni essenziali criteri di giustizia fondati su basi razionali e validi per tutti gli uomini connessa a un comune accordo sui criteri della equa distribuzione dei beni essenziali: contratto sociale Il neo-contrattualismo di Rawls però differisce dal contrattualismo classico (Locke, Rousseau, Kant) poiché non vuole giustificare razionalmente il potere dello Stato, ma proporre un modello di società giusta Rispetto all’utilitarismo tiene conto del problema della distribuzione e rivendica il primato della giustizia sul benessere: è giusto ciò che è equo Ma: giustizia + efficienza Individui come persone morali (dim. individuale + dim. politico-istituzionale); autonomia (autodeterminazione?); dignità come inclusione
3. Egualitarismo liberale Il capability approach di A. Sen Dai beni primari alle capacità (libertà positiva, opportunità reale/sostanziale) e ai funzionamenti Superamento del “feticismo delle risorse” Fattori di conversione Giustizia e deliberazione pubblica Giustizia e democrazia
4. Costituzione italiana Quali valori etici? Quale idea di giustizia? Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori. all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese Art. 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
4. Costituzione italiana Quali valori etici? Quale idea di giustizia? Art. 34: […] I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi […]. Art. 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa […]. Art. 41: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Art. 53: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.